Procedura per l'individuazione degli animatori digitali
07-12-2015   Il Direttore Generale   Simona Montesarchio

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Di cosa si occupa l'animatore?
a)  L'animatore coordina la diffusione dell'innovazione a scuola e le attività del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) anche previste nel piano nel Piano triennale dell'offerta formativa della propria scuola. Si tratta, quindi, di una figura di sistema e non un supporto tecnico.
b)  Il suo profilo è rivolto a:
FORMAZIONE INTERNA: stimolare la formazione interna alla scuola negli ambiti del PNSD, attraverso l'organizzazione di laboratori formativi (senza essere necessariamente un formatore), favorendo l'animazione e la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle attività formative, come ad esempio quelle organizzate attraverso gli snodi formativi;
COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITA' SCOLASTICA: favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo degli studenti nell'organizzazione di workshop e altre attività, anche strutturate, sui temi del PNSD, anche attraverso momenti formativi aperti alle famiglie e ad altri attori del territorio, per la realizzazione di una cultura digitale condivisa;
CREAZIONE DI SOLUZIONI INNOVATIVE: individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all'interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre scuole; un laboratorio di coding per tutti gli studenti), coerenti con l'analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure.
c)  più in generale conosce la comunità scolastica e le sue esigenze, è una figura spesso già esistente e riconosciuta in molte scuole; laddove non esista, rappresenta una risorsa e l'occasione per avviare un percorso di innovazione digitale coerente con il fabbisogno della scuola.
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Dal documento del Ministero sul Piano Nazionale Scuola Digitale
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Spazi e ambienti per l'apprendimento
La sfida dell'educazione nell'era digitale non può più essere una mera funzione della quantità di tecnologie disponibili; piuttosto, essa deve coniugare la crescente disponibilità di tecnologie e competenze abilitanti, la rapida obsolescenza tecnologica, e le nuove esigenze della didattica. Comprendere questa relazione significa aiutare la scuola ad acquisire soluzioni digitali che facilitino ambienti propedeutici agli apprendimenti attivi e laboratoriali, nonchè per quelli costruttivisti o per progetto. L'educazione nell'era digitale non deve porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano.
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Un framework comune per le competenze digitali e l'educazione ai media degli studenti
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Il digitale è infatti da una parte “nastro trasportatore”, media caratterizzato e non neutrale attraverso cui sviluppare e praticare competenze e attitudini, all'interno di e attraverso ogni disciplina.
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Per dare alcuni esempi, è fondamentale rafforzare l'introduzione della metodologia del Problem Posing and Solving nell'insegnamento della matematica, così come promuovere l'uso di ambienti di calcolo evoluto nell'insegnamento della matematica e delle discipline tecniche scientifiche.


L'obiettivo di questi corsi è quindi anche quello di dare un'idea agli animatori dei modi in cui sollecitare l'interazione tra le varie discipline nell'impiego delle nuove tecnologie.  Gli animatori devono sporcarsi le mani con le varie discipline, non con l'obiettivo di diventare dei docenti multiplisciplinari, ma con quello di esplorare le possibili sinergie tra le varie discipline che le nuove tecnologie possono suscitare, e di sollecitare i colleghi a sperimentarle didatticamente:  il ruolo degli animatori non è quello di sviluppare direttamente delle attività con gli alunni (la cosa è chiarita nel PNSD, e, ovviamente, non può che essere così, se si vogliono rispettare le indicazioni dei programmi scolastici nazionali).