Nelle nostre esperienze di aggiornamento degli insegnanti di matematica dei vari ordini scolastici e di ricerca in didattica della matematica sono sempre stati preponderanti l'interesse per i rapporti con le altre aree disciplinari e quello per le nuove risorse tecnologiche.
Queste, in particolare, hanno cambiato e continuano a cambiare, in modo sempre più rapido, sia il modo in cui "fare" matematica che il modo in cui "insegnarla", nonché i rapporti tra essa e gli altri saperi.
È difficile sintetizzare le riflessioni sui molti temi proposti nel "programma di lavoro". Mi limiterò quindi a rinviare ad alcuni materiali online riferiti ad essi.
All'indirizzo qui sotto riportato si possono trovare sintetizzate le considerazioni che abbiamo sviluppato in questi anni, raccolte in un documento online rivolto agli insegnanti dei vari livelli scolastici.
In esso vengono approfonditi ed esemplificati alcuni aspetti di base, che devono precedere ogni riflessione sulla formazione degli insegnanti: che cosa insegnare, come insegnare, come raccordare i vari livelli scolastici, come rapportare l'insegnamento della matematica a quello delle altre discipline.
Al di là della condivisione con le tesi espresse, spunti di riflessione sulla formazione degli insegnanti e sul ruolo dei tutor, secondo me non datate, possono essere trovate in questo capitolo di un handbook, scritto con Boero e Parenti:
Un discorso che dovrebbe essere approfondito è quello della selezione all'accesso all'insegnamento.
L'insegnamento è un mestiere assai delicato per accedere al quale non basta "conoscere" le discipline. Non è detto che uno che "sa" sia in grado di "insegnare".
A questo proposito riporto queste riflessioni sui test di ingresso per l'ammissione alla "vecchia" Scuola di Specializzazione all'Insegnamento (su: Università e Scuola, 2002), un'esperienza che è stata disastrosamente dispersa.
Mi sembra che il complesso di questi documenti consenta di mettere a fuoco alcuni problemi centrali nella discussione che andiamo da affrontare.