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Scheda 4 - Funzioni di densità e di ripartizione

4. MEDIANA e MODA di una variabile continua. Le variabili casuali MISTE.

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  Risolvi il quesito 10 della scheda 1 utilizzando una opportuna funzione densità e il calcolo integrale.

    La media e lo s.q.m. di una distribuzione gaussiana permettono di determinare completamente la distribuzione: sono i due parametri che identificano la particolare densità gaussiana.

    Nel caso della distribuzione esponenziale la densità è caratterizzata da un solo parametro: il valore della media, che coincide con quello dello s.q.m..

    La legge di distribuzione uniforme in un intervallo I di estremi a e b è, invece, completamente determinata dai valori di a e b (f(x)=1/(b–a)), che, comunque, sono ricavabili conoscendo media e s.q.m. (da m = (b–a)/2 e σ = (b–a)/12 posso ricavare facilmente a e b in funzione di m e σ).

    Media e s.q.m. danno delle indicazioni sulla forma e sulla posizione del grafico della funzione densità.

    Nel caso in cui U possa assumere valori in un intervallo I di numeri reali, la mediana di U è definita come nel caso discreto: è un numero x tale che Pr(U<x)≤1/2 e Pr(U>x)≤1/2. Se in particolare U è continua, tale numero è unico: è il valore x per cui (se a è l'estremo sinistro di I e f è la densità) ax f = 1/2.

    Se U è continua, viene chiamata moda di U ogni numero x di I per cui f(x) è massimo.

    Il confronto tra i diversi indici di posizione, mentre nel caso discreto può dare indicazioni sulla forma dell'istogramma di distribuzione, nel caso continuo può dare indicazioni sulla forma del grafico della funzione di densità.  Le considerazioni geometriche svolte nel §7 della scheda 2 si estendono facilmente al caso continuo; sono particolarmente utili poichè in molti casi consentono di determinare indici si posizione ed effettuare valutazioni probabilistiche senza "calcoli".

Nota. Non è detto che esista la media di una variabile aleatoria U (dotata di legge di distribuzione associata a una misura di probabilità Pr) nel caso continuo e nel caso discreto infinito. 
    Ad esempio la variabile U a valori in (1,) con densità f(x)=1/x2 (f è una densità in quanto 1 f =1) non ha media: l'integrale tra 1 e di x x·f(x) = 1/x non converge (vedi anche ques.7 e relativa soluzione).
    Analogamente se S è Σ 1/i2 (i da 1 a ) e Pr(U=i)=1/(S·i2) (i intero positivo), la variabile aleatoria (a valori interi positi) U non ha media.
    Mentre nel caso discreto esiste sempre almeno una moda, nel caso continuo non è detto che esista. Ad esempio se f(x)=1/(2x), f è una funzione di densità tra 0 e 1 (ivi l'integrale è 1) che non ha massimo
.

   Studiamo la variabile simulata dal programma Fa_Rnd con:   U=RND : IF U>0.5 THEN U=0.8.

    Effettuiamo lo studio a "scatola nera" (cioè esaminando le uscite del calcolatore supponendo di non conoscere il programma), ipotizzando di sapere solo che la variabile casuale può assumere valori in [0,1).

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  Studia sperimentalmente questa variabile casuale usando FA_RND (o il file Mista.stf già memorizzato) e STAT. L'istogramma tende ad assumere una forma stabile?

    Questa è una variabile aleatoria né discreta né continua: è una, cosiddetta, variabile casuale mista.

    Come calcolare/definire la media teoricamente? Possiamo calcolare la media M1 in [0,0.5] e la media M2 in (0.5,1), ottenendo rispettivamente 1/4 (è la distribuzione uniforme tra 0 e 1/2) e 0.8 (0.8 è l'unico valore assunto da U tra 1/2 e 1); quindi fare la media pesata di M1 e M2:

    M1·Pr(0≤U≤0.5) + M2·Pr(0.5<U<1) = 1/4·1/2 + 0.8·1/2 = 0.55.

[in accordo con quanto trovato sperimentalmente]

  

    Un esempio di fenomeno che potrebbe essere rappresentato da questa variabile casuale è il seguente:

–    delle lastre di lamiera come quella raffigurata a fianco vengono divise in due da uno strumento che opera un taglio perpendicolare al lato maggiore, in una posizione casuale, che si distribuisce uniformemente lungo tale lato; ad esempio, riferendosi al sistema di coordinate raffigurato, la probabilità che il taglio cada tra la posizione 0.2 e la posizione 0.4 è uguale alla probabilità che cada tra la posizione 0.9 e la posizione 1.1;

–    si vuole studiare come varia la lunghezza del taglio operato.

    Indichiamo con U tale lunghezza; nel caso A lo strumento effettua un taglio lungo circa 0.25, nel caso B effettua un taglio lungo 0.8.

    Poiché 0.6=1.2/2, Pr(U=0.8)=1/2;  Pr(0.5<U and U0.8)=0;  Pr(0≤U≤0.5)=1/2.

    Inoltre U ha distribuzione uniforme in [0,0.5], cioè Pr(a≤U≤b) = 1/2·(b-a)/0.5 se 0 ≤a≤b≤ 0.5.

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