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\Fr Simbolo chimico del francio. 

\fra'  →  "frate" 

\fra, prep. 1 Indica una posizione intermedia tra un punto e un altro. ~ in mezzo, tra. sulla strada fra quelle due città, si trova la centrale nucleare. 2 Indica il tempo che deve trascorrere. posso arrivare fra due ore, appena terminato questo lavoro; fra breve comincerà la riunione. 3 Introduce una quantità. tra i tre e i quattro chilometri. 4 Introduce una distanza o un tempo. tra 10 chilometri; fra 2 ore di cammino. 5 Indica relazioni diverse. fra loro due c'era solo amore; passa tutte le domeniche fra i suoi amici; la vincita sarà spartita fra 5 persone; chi fra voi andrà con lui?
 X   prep. 1 between (tra due cose), among, amongst (tra più cose). 2 (tempo) within, in. 3 (tra uno e cinque) from one to five. 4 (uno fra mille) one in a thousand.
 @   lat. intra, infra (che originariamente significava "sotto" o "dopo"). 

\Fra' Bevignàte (not. 1277-1305) Architetto e scultore. Tra le opere il duomo di Orvieto (1295 e 1300). 

\Fra diavolo Film commedia, americano (1933). Regia di Hal Roach e Charles Rogers. Interpreti: Stan Laurel, Oliver Hardy, Dennis King. Titolo originale: The Devil's Brother 

\Fra' Diàvolo, Michèle Pèzza détto (Itri 1771-Napoli 1806) Brigante. Nel 1799 partecipò alla guerriglia antifrancese del cardinale Ruffo. Nel 1806, nuovamente in combattimento contro i francesi, venne catturato e giustiziato. 

\Fra' Galgàrio (Bergamo 1655-1743) Vittore Ghislandi detto Fra' Galgario. Pittore. Tra le opere Ritratto di gentiluomo (Milano, Museo Poldi Pezzoli) e Ritratto del conte Gerolamo Secco Suardo (1710, Bergamo, Accademia Carrara). 

\Fra' Gherardo Dramma in tre atti di I. Pizzetti, libretto proprio (Milano, 1928). 

\Fra' Giocóndo (Verona 1433-Roma 1515) Giovanni Monsignori detto Fra' Giocondo. Architetto. Tra le opere la loggia del Consiglio a Verona (1474-1488). 

\Frabósa Sopràna Comune in provincia di Cuneo (1.038 ab., CAP 12082, TEL. 0174). 

\Frabósa Sottàna Comune in provincia di Cuneo (1.197 ab., CAP 12083, TEL. 0174). 

\frac, sm. invar. Coda di rondine. ~ marsina. 
 X   sm. tailcoat, pl. tails. 

\fracassaménto, sm. Il fracassare, il fracassarsi e l'effetto. 

\fracassàre, v. v. tr. Infrangere con violenza e rumore, ridurre in pezzi. ~ sconquassare. 
v. intr. pron. Ridursi in pezzi. ~ rompersi. 
 X   v. tr. e intr. pron. 1 to smash, to shatter. 2 (automezzo) to crash. 
 @   dal lat. frangere, rompere, con il lat. quassare, scuotere. 

\fracassìo, sm. 1 Il fracassare, il fracassarsi. 2 Rumore molesto. ~ chiasso. 3 Rovina, scempio. ~ strage. 

\fracàsso, sm. 1 Rumore prodotto da una cosa che si fracassa. ~ chiasso, frastuono. 2 Rumore intenso. ~ baccano. 3 Gran quantità di cose. ~ abbondanza. <> penuria. 4 Distruzione. ~ rovina. 
 X   sm. 1 din, racket. 2 (rumore di cose rotte) crash, smash. 
 @   deriv. da fracassare. 

\fracassóne, sm. (f.-a) Persona maldestra che spesso provoca danni. 

\Fracastòro, Giròlamo (Verona 1478-Incaffi 1533) Medico, filosofo e letterato. È considerato uno dei fondatori della moderna patologia. Fu tra i primi a scoprire che le infezioni sono dovute a germi portatori di malattia, con la capacità di moltiplicarsi nell'organismo e di contagiare altri con la respirazione e gli umori. Fra i trattati scientifici, Sifilide o del morbo gallico, Del contagio e delle malattie contagiose. 

\Fraccàro, Plìnio (Bassano del Grappa 1883-Pavia 1959) Storico italiano. Studioso della civiltà romana, ha lasciato importanti lavori di storia della repubblica romana, di topografia antica e di geografia storica. 

\Fràcci, Càrla (Milano 1936-) Ballerina. Interprete ideale del repertorio classico, ha collaborato con le maggiori compagnie ed è stata partner di ballerini del calibro di Nureiev, Bortoluzzi, Vassiliev ecc. Dal 1988 è stata direttrice del corpo e scuola di ballo del San Carlo di Napoli e dal 1995 al 1997 del corpo di ballo dell'Arena di Verona. Nel 1996 ha pubblicato la sua autobiografia. 

\fràcco, sm. Grande quantità. 

\fràcido, agg. Impregnato di umidità. ~ fradicio. 

\Fraconàlto Comune in provincia di Alessandria (292 ab., CAP 15060, TEL. 010). 

\fracòsta, sm. Costata. ~ bistecca. 

\fràdicio, agg. e sm. (pl. f.-cie o-ce) agg. 1 Intriso d'acqua; umido, inzuppato. ~ bagnato. <> asciutto. era tutto fradicio, aveva i vestiti bagnati. 2 Sudato. 3 Andato a male, guasto, marcio. ~ putrefatto. <> fresco. aveva solo mele fradice in casa
sm. 1 La parte andata a male di qualcosa. 2 Terreno bagnato. ~ fangosità. 3 Corruzione. 
 X   agg. 1 soaking wet, wet through. 2 (marcio) rotten. 3 (ubriaco fradicio) blind drunk. 
 @   lat. fradicius, sudicio. 

\fradiciùme, sm. 1 Molta roba fradicia, putrida. 2 Luogo molto bagnato. 3 Corruzione. 4 Umidità. 

\Fraele Passo (1.952 m) della Alpi Retiche, all'ingresso della valle omonima, percorsa per un tratto dal fiume Adda. 

\Fraenkel, Abraham (Monaco di Baviera 1891-Gerusalemme 1965) Matematico israeliano. Di origine tedesca, compì importanti studi sulla teoria degli insiemi e sviluppò l'assiomatizzazione della teoria di Zermelo. 

\Fragagnàno Comune in provincia di Taranto (5.482 ab., CAP 74022, TEL. 099). 

\fràgile, agg. 1 Che si rompe facilmente. ~ delicato. <> infrangibile. 2 Che soccombe alle tentazioni. ~ debole. <> forte. 3 Di persona cagionevole. ~ gracile. <> robusto. 4 Inconsistente. ~ labile. 5 Caduco. ~ effimero. 
 X   agg. 1 fragile. 2 (gracile, debole) weak. 
 @   lat. fragilis, deriv. da frangere spezzare. 

\fragilità, sf. L'essere fragile. ~ delicatezza, esilità, instabilità. 
 @   lat. fragilitas,-atis. 

\fragilménte, avv. Con fragilità. ~ debolmente. 

\Fragmobasidiomicèti Sottordine di Funghi Basidiomiceti aventi basidi pluricellulari settati. 

\Fragnéto l'Abàte Comune in provincia di Benevento (1.454 ab., CAP 82020, TEL. 0824). 

\Fragnéto Monfòrte Comune in provincia di Benevento (2.088 ab., CAP 82020, TEL. 0824). 

\fràgola, agg. e sf. agg. invar. Simile alla fragola. 
sf. 1 Angiosperma (Fragaria vesca) della famiglia delle Rosacee e dell'ordine delle Rosali. 2 Frutto di colore rosso della pianta omonima. 
 X   sf. strawberry. 
Comune in luoghi ombrosi e nei boschi delle zone temperate, ha foglie trifolate con fiori bianchi e piccoli acheni neri sul ricettacolo commestibile, rosa e carnoso. Ne esistono varie specie a frutto piccolo e a frutto grosso. Tipica specie europea la Fragaria vesca o fragola di bosco. 

\fragolàia, sf. Terreno coltivato a fragole. ~ fragoleto. 

\fragoléto, sm. Fragolaia. 

\fragolìno, sm. 1 Specie di pagello dal dorso rosso diffuso nel Mediterraneo.   +   2 Liquore dal sapore di fragola. 

\Fragonard, Jean-Honoré (Grasse 1732-Parigi 1806) Pittore francese. Tra le opere Lavandaie in un giardino patrizio (1761-1765, Amiens, Musée de la Picardie) e La camicia tolta (1765-1772, Parigi, Louvre). 

\fragóre, sm. 1 Rumore forte e rimbombante. ~ fracasso. 2 Fragranza, odore. ~ profumo. 
 X   sm. roar. 
 @   lat. fragor,-oris, deriv. da frangere spezzare. 

\fragorìo, sm. Fragore continuato. 

\fragorosaménte, avv. In modo fragoroso. ~ rumorosamente. 

\fragoróso, agg. Che fa gran rumore, chiassoso. ~ assordante. <> silenzioso. 
 X   agg. deafening. 

\fragrànte, agg. Che emana odore intenso e delicato. ~ profumato. <> maleodorante. 
 X   agg. fragrant. 

\fragrànza, sf. Profumo intenso, piacevole. ~ aroma. <> puzza. 
 @   lat. fragrantia. 

\fragràre, v. intr. Sprigionare fragranza. ~ profumare. 

\Fraigneau, André (Nîmes 1907-Parigi 1991) Scrittore francese. Dopo un esordio deludente con il romanzo Val de Grâce (1930), riuscì a imporsi all'attenzione di pubblico e critica nel 1956, pubblicando L'amour vagabond e Les étonnements de Guillaume Francoeur. Degni di nota anche i saggi Les voyageurs transfigurés (1933), Florence e Venise (1951) e l'autobiografia André Fraigneau ou la liberté de l'esprit (1991). 

\Fraìne Comune in provincia di Chieti (527 ab., CAP 66050, TEL. 0873). 

\fraintèndere, v. tr. Intendere a rovescio, il contrario di quanto è detto o scritto. ~ equivocare. <> capire. 
 X   v. tr. to misunderstand. 

\fraintendiménto, sm. Il fraintendere. ~ equivoco, malinteso. <> intesa. 

\fraise, sf. invar. Gorgiera, catena. ~ collare. 

\fràle, agg. e sm. agg. Fragile. ~ delicato. 
sm. Corpo umano. 

\fralézza, sf. L'essere frale. ~ fragilità. 

\framboèsia, sf. Malattia tropicale infettiva cronica, caratterizzata dalla presenza di pustole che assomigliano a lamponi. 
 @   dal francese framboise lampone. 

\Frame, Janet (Dunedin 1924-Dunedin 2004) Scrittrice neozelandese. Profondamente impressionata da una degenza in un ospedale psichiatrico a soli otto anni, in seguito a una diagnosi errata, ha scandagliato nella sua narrativa i temi della pazzia e della morte. Tra le opere, Il margine dell'alfabeto (1962), I gufi piangono (1960), Trattamento intensivo (1971), Un angelo alla mia tavola (1984), State entrando nel cuore umano (racconti, 1983). Nel 1990 ha pubblicato l'autobiografia. 

\frammassóne, sm. Chi appartiene alla frammassoneria. ~ massone. 

\frammassonerìa, sf. Massoneria. 

\frammentàre, v. v. tr. Suddividere in frammenti, ridurre in frammenti. ~ spezzettare. 
v. intr. pron. Suddividersi, ridursi in frammenti. ~ frantumarsi. 
 @   deriv. da frammento. 

\frammentariaménte, avv. In modo frammentario, non integralmente. ~ parzialmente. 

\frammentarietà, sf. L'essere frammentario. 

\frammentàrio, agg. 1 Diviso in frammenti, composto da frammenti. ~ incompleto. <> integro. 2 Privo di unità, di organicità. ~ incoerente. <> organico. 
 X   agg. fragmentary. 

\frammentazióne, sf. Il frammentare e l'effetto. ~ spezzettamento. <> accorpamento. 

\Frammenti Opera di filosofia di Novalis (1800). 

\Frammenti lirici Opera di poesia di C. Rebora (1913). 

\frammentìsmo, sm. Indirizzo letterario del primo Novecento che coltivava il gusto del frammento. 

\framménto, sm. 1 Pezzo di cosa rotta. ~ brandello. : :veva una collezione comprendente diversi frammenti di capitelli. 2 Detrito. ~ residuo. 3 Brano di un'opera. vi citerò solo alcuni frammenti della sua opera. 4 Brano di un'opera letteraria incompiuta o perduta 
 X   sm. fragment. 
 @   lat. fragmentum, deriv. da frangere

\frammescolàre, v. tr. Mescolare tra loro cose o persone. ~ mescolare. 

\framméttere, v. v. tr. Mettere in mezzo. ~ frapporre. 
v. rifl. Mettersi in mezzo, intromettersi. ~ immischiarsi. 

\frammezzàre, v. Mettere in mezzo. ~ alternare. 

\frammèzzo, sm. 1 In mezzo. ~ tra. 2 Nella locazione frammezzo a, in mezzo a. 

\frammischiàre, v. v. tr. Mischiare insieme. ~ frammescolare. <> distinguere. 
v. intr. pron. 1 Mescolarsi. ~ unirsi. 2 Intromettersi. ~ immischiarsi. 

\frammìsto, agg. Mescolato. ~ mischiato. 
 X   agg. mixed, mingled. 

\Framùra Comune in provincia di La Spezia (839 ab., CAP 19014, TEL. 0187). 

\fràna, sf. 1 Discesa a valle di un'imponente massa di detriti rocciosi, staccatisi da un versante montuoso o da sponde di fiumi, mari o laghi, sotto l'azione erosiva di agenti fisici. ~ smottamento. 2 Il cumulo di materiale così formato. 3 Rovina, fallimento. ~ insuccesso. <> trionfo. 4 Di persona, del tutto incapace. ~ inetto. 5 Crollo. ~ disfacimento. 
 X   sf. 1 landslide. 2 (fig., essere una frana) to be useless. 
 @   lat. fragina, deriv. da frangere spezzare. 
A seconda delle cause che l'hanno generata, può essere di scalzamento, provocata da erosione; di ammollimento, causata da un lungo periodo di pioggia; di smottamento, dovuta a una rapida discesa di materiali incoerenti e mista, qualora sia dovuta a cause concomitanti. 

\franàbile, agg. Che può franare. 

\franaménto, sm. Il franare. ~ smottamento. 

\franàre, v. tr. 1 Venire giù per frana. ~ smottare. 2 Crollare. ~ precipitare. 3 Andare in rovina. ~ sfumare. 
 X   v. tr. 1 to slide down, to slip. 2 (crollare) to collapse. 
 @   deriv. da frana. 

\Frànca Contèa (1.097.000 ab.) Regione storica della Francia il cui capoluogo è Besançon. Situata nella Francia orientale, confina con la Svizzera. È divisa nei dipartimenti di Doubs, Jura, Haute-Saône e di Belfort. Le principali risorse provengono dall'agricoltura (cereali, ortaggi), dall'allevamento di bovini, dallo sfruttamento dei boschi, dalle industrie meccaniche, tessili, alimentari e del legno. Abitata fin dal Paleolitico, fu conquistata nel IV sec. a. C. dai sequani, nel 52 a. C. da Cesare e divenne poi contea burgunda. Passò successivamente al regno di Borgogna, alla Francia, al ducato di Borgogna, alla Fiandra, all'Austria e infine alla Spagna. Conquistata da Luigi XIV nel 1674, fu annessa definitivamente alla Francia, nel 1678, con il trattato di Nimega. 

\francaménte, avv. 1 Con franchezza, apertamente. ~ sinceramente. <> ambiguamente. 2 Decisamente. ~ risolutamente. 

\francàre, v. tr. 1 Liberare da un vincolo. ~ affrancare. 2 Rendere solido. 3 Applicare i francobolli. ~ affrancare. 4 Liberare qualcuno dal costo del trasporto di un oggetto ricevuto. 

\francatùra, sf. Affrancatura. 

\Francavìlla al Màre Comune in provincia di Chieti (21.675 ab., CAP 66023, TEL. 085). Centro agricolo (coltivazione di uva e pomodori), industriale (prodotti chimici e metalmeccanici) e turistico (balneazione). Vi si trovano la casa Tinozzi, del XIV sec., e il nucleo medievale, con mura di fortificazione. Gli abitanti sono detti Francavillesi

\Francavìlla Angìtola Comune in provincia di Vibo Valentia (3.018 ab., CAP 88020, TEL. 0968). 

\Francavìlla Bìsio Comune in provincia di Alessandria (414 ab., CAP 15060, TEL. 0143). 

\Francavìlla d'Ète Comune in provincia di Ascoli Piceno (937 ab., CAP 63020, TEL. 0734). 

\Francavìlla di Sicìlia Comune in provincia di Messina (5.096 ab., CAP 98034, TEL. 0942). 

\Francavìlla Fontàna Comune in provincia di Brindisi (33.995 ab., CAP 72021, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di olive, uva e tabacco) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano il duomo in stile barocco e il palazzo Imperiale, costruito tra il XV e il XVIII sec. Gli abitanti sono detti Francavillesi

\Francavìlla in Sìnni Comune in provincia di Potenza (4.044 ab., CAP 85034, TEL. 0973). 

\Francavìlla Marìttima Comune in provincia di Cosenza (3.258 ab., CAP 87072, TEL. 0981). 

\France, Anatole (Parigi 1844-Saint-Cyr-sur-Loire 1924) Pseudonimo di François Anatole Thibault, scrittore francese, premio Nobel per la letteratura nel 1921. Esponente di primo piano della cultura estetizzante e spregiudicata di fine secolo, con atteggiamento di tollerante distacco dalle vicende politiche. Il suo impegno politico si andò approfondendo nel periodo dello scandalo Dreyfus, fino ad arrivare a un impegno politico concreto aderendo al comunismo. Le opere Il delitto di Sylvestre Bonnard (1881), Taide (1890), Il giglio rosso (1894), Storia contemporanea, Vita di Giovanna d'Arco (1908), Gli dei hanno sete (1912), La rivolta degli angeli (1914). 

\France-Presse La maggiore agenzia di stampa pubblica francese. È nata nel 1944. 

\Francesca da Rimini Tragedia di S. Pellico (1815). 
Francesca da Rimini 
Opera in quattro atti di R. Zandonai, libretto di T. Ricordi (Torino, 1914). 

\Francésca Romàna (Roma 1384-1440) Franceschella di Paolo de Buscis, santa e religiosa. Si dedicò originariamente agli infermi, quindi si ritirò nella comunità di ablate benedettine, che fondò lei stessa nel 1425. 

\Francésca Savèrio Cabrìni (Sant'Angelo Lodigiano 1850-Chicago 1917) Santa, missionaria e fondatrice delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù, che assistono gli emigrati in USA e Sudamerica. 

\francescanésimo, sm. Movimento religioso fondato da San Francesco d'Assisi. 

\francescàno, agg. e sm. agg. 1 Di San Francesco d'Assisi, dei suoi seguaci. 2 Che si ispira al francescanesimo. 3 Di appartenente a un ordine fondato da San Francesco (terziari, clarisse, frati minori). 4 Sobrio. ~ frugale. <> sfarzoso. 
sm. Appartenente a un ordine fondato da San Francesco. 

\Francescàto, Giusèppe (Udine 1922-Udine 2001) Linguista italiano, esperto di dialettologia friulana. 

\francésco, agg. (pl. m.-chi) Francese. 

\Francésco (santi) Nome di santi. 
Francesco Borgia 
(Gandia 1510-Roma 1572) Generale dei gesuiti. Entrato nella Compagnia di Gesù, dopo essere stato viceré di Catalogna, organizzò e rafforzò l'ordine, emanando le Regulae communes e fondando, a Roma, il Collegio Romano e il Seminario Romano. La sua festa si celebra il 12 aprile. 
Francesco Caracciolo 
(Villa Santa Maria 1563-Agnone 1608) Fondatore dell'ordine dei chierici regolari minimi, si impegnò nella diffusione della SS. Eucarestia. La sua festa si celebra il 4 giugno. 
Francesco d'Assisi 
=> "Francesco d'Assisi" 
Francesco di Paola 
(Paola 1416-Plessis-les-Tours 1507) Religioso francescano santificato da Leone X nel 1519. Ritiratosi per sei anni a vita eremitica, fu poi il fondatore, nel 1435, dell'ordine eremitico dei minimi, basato su regole di penitenza e astinenza molto rigide. Nel 1483, per volere di papa Sisto IV, si recò alla corte di Luigi XI dove rimase per molti anni come consigliere di Carlo VIII e diffondendo il suo ordine eremitico in tutta Europa. 
Francesco di Sales 
(Thorens 1567-Lione 1622) Religioso francese, santificato nel 1665 (la sua festa ricorre il 24 gennaio), uno dei maggiori scrittori mistici della controriforma. Dopo aver studiato a Parigi e a Padova, fu vescovo di Ginevra nel 1602. Nel 1610, con Giovanna Francesca de Chantal, fondò la congregazione della visitazione della Signora. Nel 1877 Pio IX lo insignì del titolo di dottore della chiesa. Opere principali, Introduzione alla vita devota (1609), Trattato dell'amor di Dio (1616), Conferenze spirituali (1629). 
Francesco Saverio 
(Castello di Xavier 1506-Sangchuan 1552) Religioso spagnolo, il cui vero nome era Francisco de Jaso, missionario, si distinse come protettore delle missioni cattoliche. Conosciuto Ignazio di Loyola, a Parigi, ne divenne uno dei più fervidi seguaci e partecipò alla fondazione, a Roma, della compagnia di Gesù nel 1939. Canonizzò l'India e il Giappone. Morì in Cina. Nel 1622 fu santificato da Gregorio XV. 

\Francésco (sovrani) Nome di sovrani e duchi. 
Francia Francesco I 
=> "Francesco I di Valois" 
Francesco II di Valois 
(Fontainebleau 1544-Orléans 1560) Figlio di Enrico II e Caterina de' Medici, fu re di Francia dal 1559. Dopo aver sposato Maria Stuarda nel 1558, assecondò la politica dei duchi di Guisa. 
Mantova e Monferrato Francesco II Gonzaga 
(Mantova 1466-1519) Succedette al padre Federico nel 1484 come marchese di Mantova, ed ebbe il comando dell'esercito della lega dei principi italiani che contrastò Carlo VIII di Francia a Fornovo nel 1495. 
Francesco III Gonzaga 
(Mantova 1533-1550) Succedette alla lunga reggenza della madre nel 1549 come duca di Mantova e marchese del Monferrato, ma morì poco dopo. 
Modena e Reggio Francesco I d'Este 
(Modena 1610-Santhià 1658) Duca di Modena e Reggio dal 1629. Si impadronì di Correggio approfittando dei contrasti tra Spagna e Francia, e cercò invano di riconquistare Ferrara. 
Francesco II d'Este 
(Modena 1660-Sassuolo 1694) Succedette al padre Alfonso IV a soli due anni come duca di Modena e Reggio, e rimase fino al 1674 sotto la reggenza materna. 
Francesco III d'Este 
(Modena 1698-Varese 1780) Duca di Modena e Reggio dal 1737, fu tra gli artefici del Codice estense. Nel 1753 acconsentendo al matrimonio della nipote Maria Beatrice con Ferdinando d'Asburgo, fu nominato governatore della Lombardia. 
Francesco IV d'Austria-Este 
(Milano 1779-Modena 1846) Duca di Modena e Reggio dal 1814. Nel 1831 fece giustiziare Ciro Menotti. 
Francesco V d'Austria-Este 
(Modena 1819-Vienna 1875) Figlio di Francesco IV e di Maria Beatrice di Savoia, fu l'ultimo duca di Modena e Reggio, dal 1846 al 1859. 
Parma e Piacenza Francesco Farnese 
(Parma 1678-1727) Duca di Parma e Piacenza dal 1694. Poiché privo di eredi diretti, permise che il ducato passasse a un figlio di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna. 
Sicilia Francesco I di Borbone 
(Napoli 1777-1830) Figlio di Ferdinando I, fu re delle Due Sicilie dal 1825, e mantenne i medesimi metodi polizieschi del padre. 
Francesco II di Borbone 
(Napoli 1836-Arco 1894) Figlio di Ferdinando II, fu l'ultimo re delle Due Sicilie nel 1859 e 1860. Ostacolò l'opera di rinnovamento del ministro Filangieri. Venne detronizzato dai Mille. 
Toscana Francesco I de' Medici 
(Firenze 1541-1587) Figlio di Cosimo I, fu granduca di Toscana dal 1574. Sposò l'avventuriera veneziana Bianca Capello nel 1579. 
Urbino Francesco Maria I della Rovere 
(1490-1538) Succedette allo zio Guidobaldo I da Montefeltro come duca di Urbino dal 1508. In qualità di capitano generale della chiesa, combatté al servizio di Giulio II. 
Francesco Maria II della Rovere 
(1548-Urbania 1631) Duca di Urbino dal 1574. Alla morte del figlio nel 1623, non avendo discendenza, cedette alle pressioni di Urbano VIII e accettò che il proprio ducato, alla sua morte, passasse alla chiesa. 

\Francésco da Barberìno (Barberino 1264-Firenze 1348) Soprannome di Filippo Neri di Ranuccio. Poeta, di professione notaio a Firenze, città alla cui vita politica partecipò attivamente. Della sua opera ci sono arrivati i Documenti d'amore (1314) e il Reggimento e costumi di donna (1320), un galateo femminile. 

\Francésco da Milàno (Monza 1497-Roma ca. 1547) Compositore. Autore di chanson per liuto (composizioni e trascrizioni). 

\Francésco d'Assìsi (Assisi 1181 o 1182-1226) Santo e protettore d'Italia. La sua festività cade il 4 di ottobre. Francesco Bernardone nacque nel 1181 o nel 1182 ad Assisi e venne fatto battezzare dalla madre con il nome di Giovanni Battista, il santo del deserto, della predicazione e della annunciazione. Non si conoscono i motivi per cui fu chiamato Francesco, restano solo delle ipotesi: il cambiamento del nome da parte del padre al ritorno dalla Francia, l'omaggio reso alla madre in quanto francese, la persistenza di un soprannome dato a Francesco in giovinezza a causa del suo attaccamento alla lingua francese. Francesco figlio di un ricco mercante di stoffe cercò di condurre un tenore di vita cavalleresca, imitando il comportamento dei nobili. Era grande ammiratore della poesia cortese e fu attratto dalla guerra e dal mestiere delle armi. Nel 1200 il popolo di Assisi cacciò la guarnigione tedesca dalla Rocca, si rifiutò di consegnare la fortezza ai legati papali e per maggior sicurezza la distrusse, abbattendo e incendiando i palazzi dei nobili all'interno della città. Francesco partecipò a queste lotte e prese parte ai lavori per la costruzione dei bastioni. Le famiglie nobili cacciate si rifugiarono a Perugia, antica città rivale di Assisi. I perugini dichiararono guerra e Francesco nel 1202 partecipò alla battaglia tra le due città a Ponte San Giovanni sul Tevere. Venne imprigionato dai perugini e trascorse un anno in carcere a Perugia. Liberato nel novembre 1203 si ammalò gravemente tanto da restare immobilizzato per gran parte del 1204. Durante la malattia iniziò ad avvicinarsi alla religione; Francesco non aveva molta fiducia nei medici: anche se si lasciò consigliare da frate Elia ad affidarsi alle cure dei dottori pontifici a Rieti, ritenne che la guarigione fosse merito della sua fede. L'anno successivo (1205) accompagnò in Puglia un nobile di Assisi che prestò servizio nelle armate pontificie contro le truppe imperiali. Proprio aella partenza per la guerra in Puglia si verificò il celeberrimo incontro di Francesco con un povero cavaliere vestito di stracci a cui donò il suo mantello. In questo periodo Francesco iniziò ad avere delle visioni; le interpretò come l'annuncio di futuri successi militari in Puglia, senza rendersi ancora conto che le visioni erano simboliche e che sarebbe stato chiamato a un altro importante impegno, quello spirituale. Sulla strada per la Puglia, a Spoleto, ebbe un'altra visione che può essere considerata l'inizio della conversione. Al suo ritorno ad Assisi (1206) fu eletto dai compagni capo o re della gioventù, ma Francesco iniziò ad allontanarsi dalla mondanità e si recò a meditare in una grotta in compagnia di un solo amico, preparandosi a una nuova vita. Francesco rivelò all'amico che il tesoro nascosto che stava cercando era la saggezza divina e la vita religiosa e incominciò ad avvicinarsi alla povertà. Colpito dallo stato di abbandono in cui versava la chiesetta di San Damiano, prese una partita di preziose stoffe del padre, le caricò sul cavallo e raggiunse Foligno per venderle. Ritornato a piedi ad Assisi, si recò dal povero prete donandogli tutto il suo guadagno. Il padre di Francesco si era accorto della scomparsa delle stoffe e fece ricercare il figlio che nel frattempo si era nascosto in una cantina di una casa abbandonata; aiutato soltanto dal fedele amico che gli portava il cibo per sfamarsi. Deciso ad assumersi le proprie responsabilità, ritornò tra suoi concittadini i quali esterrefatti di questo cambiamento lo trattarono da folle e si scagliarono contro di lui. Il padre decise di rinchiuderlo in catene in una segreta della casa, ma la madre, mossa a compassione, lo liberò dopo qualche giorno. Francesco si rifugiò presso il vescovo e di fronte al padre compì l'atto solenne, rinunciò a tutti i suoi beni, si svestì e nudo manifestò la sua completa spogliazione. A San Damiano Francesco interrogò Dio che gli rispose attraverso il crocifisso, dicendogli di riparare la sua casa; non avendo ancora Francesco compreso la simbologia del verbo divino prese la cazzuola e fece il muratore: il tema del lavoro manuale era così entrato nella vita di Francesco; egli ricostruì San Damiano, lavorò a San Pietro presso i bastioni e infine si dedicò alla sistemazione dell'oratorio della Porziuncola sperduto nei boschi ma vicino ai due lebbrosari di Santa Maddalena e di San Salvatore. La Porziuncola fu il luogo più amato da Francesco, qui si compì l'ultimo atto della sua conversione quando Dio parlò nuovamente a Francesco, attraverso la voce del prete della Porziuncola che stava leggendo un testo del Vangelo. Francesco aveva ventisei o ventisette anni, era il 12 ottobre 1208 o presumibilmente il 24 febbraio 1209. Francesco si convertì definitivamente e divenne missionario. 
Francesco incominciò a predicare ad Assisi; il primo che si convertì fu nel 1209 un uomo semplice di cui non si conosce nulla; poi fu la volta del ricco Bernardo da Quintavalle che si spogliò di tutti i suoi averi, li donò ai poveri e si unì a San Francesco. Il terzo fu il giurista e canonico Pietro Cattani che fu nel 1220 successore di Francesco nell'Ordine; il quarto fu frate Egidio. Iniziò da questo momento la predicazione itinerante; salvo brevi ritiri Francesco e i suoi compagni furono sempre in cammino a predicare in città e villaggi. La prima missione la compì secondo La leggenda dei tre compagni nella Marca di Ancona, centro del francescanesimo, la culla dei Fioretti. Successivamente i compagni divennero otto e San Francesco li inviava sempre in coppia. Mandò per esempio frate Bernardo e frate Egidio a Sant'Jacopo di Compostella mentre lui con un altro frate si recò nella valle di Rieti. Fece ritorno ad Assisi con nuovi seguaci: frate Angelo, frate Leone, frate Rufino. Così nell'inverno del 1209 si ritrovarono in dodici alla Porziuncola. Si alternarono successi e sconfitte; anche Guido, vescovo d'Assisi, che aveva protetto Francesco al momento della conversione, diventò diffidente nei suoi confronti e Francesco faticò per convincerlo della legittimità della sua azione e del modo di vivere. Nel 1210 Francesco decise di recarsi a Roma da papa Innocenzo III con i suoi dodici discepoli. Il primo colloquio con il papa fu burrascoso, tanto che Innocenzo III scambiò Francesco, miseramente vestito, per un guardiano dei porci. Successivamente Francesco con l'aiuto del vescovo d'Assisi Guido e del cardinale Giovanni da San Paolo riuscì ad avere un nuovo colloquio con il papa. Francesco presentò il testo della sua Regola al papa il quale si spaventò per l'eccessiva severità, ma il cardinale Giovanni trovò l'argomento adatto a sensibilizzare il pontefice che in sogno aveva visto la basilica del Laterano inclinarsi come se stesse per cadere e un religioso piccolo e laido sostenerla con il suo dorso. Dopo questo episodio papa Innocenzo III approvò la Regola; fece questo atto usando tutte le precauzioni del caso, dando un'approvazione verbale e non scritta. Al suo ritorno ad Assisi Francesco e i suoi compagni abitarono una capanna abbandonata nei pressi di un ruscello, il Rivo Torto. Più tardi l'abate del monastero del monte Subasio concesse a Francesco la cappella della Porziuncola con annesso un pezzo di terra. Nel 1212 Chiara, una nobile giovane di Assisi, colpita dai sermoni di Francesco, la domenica delle Palme scappò di casa con un'amica e si rifugiò alla Porziuncola. Francesco vestì le due giovani con abito simile al suo e le portò al monastero delle benedettine di San Paolo di Bastia. Dopo qualche giorno le due giovani si recarono in un luogo più sicuro, il monastero di Sant'Angelo sul monte Subasio. A Chiara e Pacifica si unì Agnese, giovane sorella di Chiara; dopo un po' di tempo il vescovo Guido donò alle giovani la cappella di San Damiano. Il 1212 fu per la cristianità un anno di speranza; i re cristiani della penisola iberica combatterono contro i musulmani e il 14 luglio del 1212 sconfissero i nemici a Las Navas de Tolosa. Tra giugno e settembre, dalla Francia e dalla Germania, irruppero nell'Italia del nord molti giovani desiderosi di recarsi in Terra Santa. Seguendo quest'esempio, Francesco e uno dei suoi frati si imbarcarono su una nave in partenza per la Siria; purtroppo il vento contrario spinse l'imbarcazione sulla costa dalmata e faticosamente riuscirono a ritornare ad Ancona. Senza denaro salirono clandestinamente su un'altra nave e rischiarono di essere malmenati dall'equipaggio, ma Francesco placò una tempesta, sfamò i marinai ed evitò così il pestaggio. Nel 1213 il conte Orlando da Chiusi donò a Francesco il monte della Verna, affinché fondasse un eremo. L'anno successivo Francesco si recò in Marocco per predicare ai saraceni; raggiunta la Spagna si ammalò e dovette abbandonare il viaggio e ritornò in Italia. L'impresa gli riuscì nel 1219 in Egitto. Il numero dei seguaci di San Francesco continuò ad aumentare, anche grazie ai miracoli che si diceva avesse compiuto: ad Ascoli guarì alcuni malati, ad Arezzo salvò una puerpera moribonda con le redini di un cavallo, a Toscanella guarì uno zoppo, a Narni un paralitico. Così facendo Francesco suscitò nella gente venerazione e entusiasmo. 
Nel 1215 papa Innocenzo III radunò un concilio a San Giovanni in Laterano e si decise per una nuova crociata e vennero poste le basi per la riforma della chiesa. L'anno dopo papa Innocenzo III morì a Perugia; nello stesso anno il nuovo papa Onorio III concesse l'indulgenza della Porziuncola, cioè l'indulgenza plenaria per tutti coloro che visitassero il santuario nel giorno anniversario della sua consacrazione. Questo episodio fu dubbio in quanto nessun documento attestò l'esistenza di questa indulgenza prima del 1277. Nel 1217 durante una riunione alla Porziuncola Francesco decise di estendere oltre confine la predicazione dei frati e lui stesso partì per la Francia in compagnia di frate Masseo; durante il viaggio si fermò a Firenze dal cardinale Ugolino che cercò di convincere Francesco a restare in Italia. Le parole di Ugolino erano sensate; infatti missionari che lasciarono l'Italia ricevettero una brutta accoglienza, soprattutto in Germania. Nel 1219 Francesco decise di recarsi presso gli infedeli per convertirli e si imbarcò ad Ancona il 24 giugno. Il 5 novembre assistette alla presa di Damietta da parte dei crociati. Successivamente incontrò il sultano Malik-al Kamil, però non ottenne il risultato sperato; si recò poi in Palestina dove visitò il Santo Sepolcro. Nel 1220 Francesco apprese ad Accra la notizia del martirio di parecchi suoi compagni recatisi in Marocco e dei contrasti scoppiati all'interno del suo Ordine in Italia e decise di fare ritorno in patria. Francesco cedette la direzione amministrativa della comunità a Pietro Cattani alla cui morte, avvenuta il 10 marzo del 1221, successe frate Elia. Francesco capo spirituale della confraternita la trasformò in Ordine dotato di Regola che sostituì la formula del 1210. La nuova Regola non venne approvata né dalla curia romana né dai frati e che decisero di sottoporla al cardinale protettore. In attesa fu istituito la Regola del Terzo Ordine su suggerimento di Ugolino. Questo Terzo Ordine rappresentava il desiderio della Santa Sede di arginare il flusso francescano e deviarlo a suo favore, creando una milizia laico-religiosa al servizio dei propri interessi spirituali e temporali. Infatti dal dicembre del 1221 papa Onorio III utilizzò i numerosi terziari francescani di Faenza contro il partito imperiale. La Regola del Terzo Ordine fu redatta nel 1221 approvata dal papa e portò il sigillo personale di Francesco. Più tardi il papa e il cardinale Ugolino domandarono a Francesco di ritoccare il progetto di Regola del 1221; Francesco si ritirò nell'eremo di Fonte Colombo vicino a Rieti con frate Leone e frate Bonizzo. Le modifiche apportate non furono sufficienti a frate Elia che ricevuto il testo da Francesco, lo smarrì. Francesco si mise nuovamente all'opera e la nuova Regola fu terminata nella primavera dell'anno 1223, venne inviata a Roma dove fu ritoccata dal cardinale Ugolino e fu approvata da papa Onorio III con la bolla datata 29 novembre 1223, Solet annuere, da cui il nome Regula Bullata. La nuova Regola, che Francesco accettò con grande dispiacere, non insisteva più sul lavoro manuale né proibiva ai frati di possedere dei libri. Il 25 dicembre del 1223 Francesco celebrò il Natale dal nobile Giovanni Velita signore di Greccio, in mezzo a grotte ed eremi su una montagna scoscesa. Dopo aver trascorso l'inverno e la primavera a Greccio, si recò alla Porziuncola; più tardi si trasferì nell'eremo della Verna in compagnia dei frati più cari. Qui si ritirò spesso in solitudine e in contemplazione e un giorno ebbe l'ultima visione e ricevette le stigmate. Dopo questo avvenimento Francesco riprese nell'autunno del 1224 il suo pellegrinaggio in sella a un asino; purtroppo i suoi malanni aumentarono. Forti mal di testa e la cecità lo costrinsero a trascorrere due mesi presso santa Chiara nella chiesa di San Damiano; qui compose il Cantico di frate Sole, il cantico di tutte le creature. Successivamente frate Elia riuscì a convincere Francesco a consultare i medici del papa a Rieti; fu alloggiato sia a palazzo episcopale sia nella casa di Tebaldo il Saraceno. Purtroppo le sue condizioni continuarono a peggiorare e arrivò sino al punto di dettare testamento (1226). Qualche tempo dopo ristabilitosi lasciò Siena con frate Elia e si recò nell'eremo di Celle presso Cortona; qui il male riprese violentemente e Francesco chiese di essere trasportato a Assisi presso la Porziuncola. Per paura di attacchi da parte del nemico perugino, Francesco venne trasportato all'interno dei bastioni nel palazzo episcopale dove però il santo non si sentì a suo agio tanto che ottenne di farsi ritrasportare alla Porziuncola. Il 2 ottobre del 1226 celebrò l'ultima cena; il giorno dopo si fece cantare il Cantico di frate Sole, si fece leggere la Passione nel Vangelo di Giovanni e a quarantasei anni morì. I funerali vennero celebrati il 4 ottobre; ci fu una sosta al convento di San Damiano e poi venne sepolto provvisoriamente a San Giorgio. Papa Gregorio IX canonizzò Francesco nel 1228; due anni più tardi il suo corpo venne posto nella basilica di Assisi.   +  

\Francésco Enrìco di Montmorency-Boutheville (1628-1695) Militare francese, duca di Lussemburgo. In qualità di generale, al servizio di Luigi XIV, si distinse nella guerra d'Olanda contro Guglielmo d'Orange nel 1672 e nei primi anni della guera della lega di Augusta (1690-1693). 

\Francésco Giusèppe I (Vienna 1830-1916) Figlio dell'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena e di Sofia di Baviera, divenne imperatore d'Austria nel 1848. Impose subito una politica reazionaria reprimendo i vari moti nazionali che scossero le province dell'impero e soprattutto il Lombardo-Veneto. Perduta la Lombardia, il Veneto e dopo il 1866 ogni influenza in Germania, fu costretto a ridimensionare le proprie mire egemoniche. Nel 1867 riconobbe la piena autonomia di Austria e Ungheria (Ausgleich) divenendo re d'Ungheria. Successivamente le sue ambizioni espansionistiche si spostarono verso i Balcani ottenendo nel 1878 il protettorato sulla Bosnia Erzegovina (annessa nel 1908). Nel 1882 aderì alla Triplice Alleanza con Italia e Germania. Nel 1914 in seguito all'uccisione del nipote, erede al trono, Francesco Ferdinando a Sarajevo, dichiarò guerra alla Serbia, dando inizio alla prima guerra mondiale. Morì durante la prima guerra mondiale, lasciando il trono al pronipote Carlo. 

\Francésco Giusèppe, tèrra di Arcipelago della Russia, nel mar Glaciale Artico, costituito da 70 isole quasi completamente ricoperte di ghiacci. 

\Francésco I di Valois (Cognac 1494-Rambouillet 1547) Figlio di Carlo di Orléans, divenne re di Francia nel 1515, succedendo a Luigi XII. Le mire espansionistiche della sua politica estera lo spinsero a conquistare Milano (1516), concludendo con papa Leone X un vantaggioso concordato che gli consentiva il completo controllo sul clero francese (gallicanesimo). Salito al trono Carlo V, unificata la corona austriaca e spagnola, con l'aggiunta delle Fiandre e del regno di Napoli, Francesco I fu costretto a combattere gli Asburgo per evitare di essere accerchiato. Combatté in Italia, sul Reno, nelle Fiandre e sui Pirenei, e subì la sconfitta più pesante a Pavia (1525) dove fu fatto prigioniero e costretto a una pace onerosa. Liberato, riprese la guerra contro Carlo V alleandosi con la Lega Santa, con i turchi, con Venezia e con papa Clemente VII. Combatté fino alla sua morte nel tentativo di strappare a Carlo V l'egemonia europea. All'interno, malgrado le enormi spese militari, riuscì a fronteggiare la situazione economica del Paese, con adeguate riforme fiscali e amministrative. Fu un grande mecenate sia degli artisti francesi sia di quelli stranieri (Leonardo, Benvenuto Cellini). 

\Francésco II (Firenze 1768-Vienna 1835) Succeduto al padre Leopoldo II nel 1792, dovette firmare, su pressione di Napoleone, il trattato di Campoformio (1797) e a rinunciare al titolo di imperatore nel 1806. A seguito del congresso di Vienna (1815) riuscì a recuperare i territori ceduti, annettendo anche Tirolo e Lombardo Veneto; grazie all'abile guida del Metternich e all'adesione alla Santa Alleanza, conquistò la testa della reazione europea, azione che diede avvio a numerosi moti rivoltosi nei territori non germanici da lui controllati (moti di Napoli e Piemonte del 1821). 

\Francèsco Stéfano III (Lunéville 1708-Innsbruck 1765) Imperatore. Figlio di Leopoldo di Lorena, gli succedette nel 1729. Nel 1736 sposò Maria Teresa, figlia dell'imperatore Carlo VI che gli impose di rinunciare alla Lorena in cambio del Granducato di Toscana. Quando Maria Teresa divenne imperatrice a seguito della Prammatica Sanzione, durante la guerra di successione austriaca durata dal 1740 al 1748, associò all'impero il coniuge con il nome di Francesco I. 

\francése, agg. e sm. agg. Della Francia. ~ transalpino. 
sm. 1 Nato o abitante in Francia. 2 Lingua parlata in Francia. 
 X   agg. e sm. French. 

\francesìsmo, sm. Parola o locuzione derivata dal francese. ~ gallicismo. 

\francesìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Studioso della lingua, della letteratura e della cultura francese. 

\francesizzàre, v. v. tr. Dar forma, tono francese. 
v. intr. pron. Assumere atteggiamenti tipici dei francesi. 

\France-soir Quotidiano francese della sera, nato nel 1941 come mensile della resistenza dal titolo Défense de la France. Divenuto quotidiano a seguito della liberazione, ha assunto il nome attuale nel gennaio 1945. 

\Franceville Città (75.000 ab.) del Gabon, capoluogo dell'Alto Ogooué. 

\francheggiàre, v. tr. 1 Affrancare. ~ emancipare. 2 Rendere sicuro. 

\Franchétti, Albèrto (Torino 1860-Viareggio 1942) Compositore. Direttore del conservatorio di Firenze dal 1926 al 1928, fu autore di opere liriche, tra le quali Cristoforo Colombo. 

\Franchétti, Leopòldo (Firenze 1847-Roma 1917) Politico e studioso della questione meridionale. Tra il 1876 e il 1877 realizzò in collaborazione con S. Sonnino un'inchiesta sulle condizioni della Sicilia. 

\franchézza, sf. 1 Carattere di ciò che è aperto, leale. ~ schiettezza. <> doppiezza. 2 Libertà. 3 Disinvoltura. ~ scioltezza. 4 Audacia eccessiva e sfrontata. ~ sfacciataggine. 
 X   sf. frankness, openness. 

\frànchi Denominazione che raggruppa le tribù germaniche del III sec. stabilitesi lungo il corso del Reno. Sono suddivisi in salii e ripuarii, rispettivamente gli uni con stanza lungo il basso corso del fiume fino al mare e gli altri tra Treviri e Colonia. Quando tentarono di penetrare in Gallia dapprima furono respinti dai romani; in seguito ne furono federati. Alla fine del V sec., Clodoveo I, re dei franchi salii, li portò all'unificazione e alla conversione: egli stabilì la capitale del regno a Parigi e diede inizio al processo di fusione con le popolazioni galliche che porteranno alla creazione della Francia. Clodoveo I, convertitosi al cristianesimo, fu fautore dell'integrazione tra i franchi e i romani; i franchi apportarono la concezione del potere ereditario. I funzionari statali vennero sostituiti dai comites, che sostanzialmente governavano per conto del re. Contribuirono in modo determinante alla nascita del feudalesimo. Il regno dei franchi si smembrò in Austrasia e Neustria e i re che succedettero a Clodoveo I, furono denominati "re fannulloni". Intenti a mantenere i propri diritti dinastici, destinarono ai maestri di palazzo il compito di esercitare il potere regale. Tra i maior domus emerse Carlo Martello della famiglia dei Pipinidi. Egli riuscì a fermare i musulmani nel 733 a Poitiers. Appoggiata dal papato, la famiglia dei Pipinidi ebbe una notevole ascesa tanto che nel 752 con Pipino il Breve (figlio di Carlo Martello) ottenne il titolo regale. Egli diede il via al predominio politico e religioso dei franchi; massimo esponente fu il figlio di Pipino il Breve, Carlo Magno. 

\franchìgia, sf. (pl.-gie) 1 Privilegio con cui veniva concessa un'autonomia. ~ dispensa. 2 Assunzione da parte di chi si è assicurato di una percentuale sul danno. 3 Prima quota di un importo con trattamento differenziato. 4 Esenzione, specie dai tributi. ~ esonero. 5 Permesso di scendere a terra concesso ai marinai di una nave ancorata in porto. 

\Franchìna, Nìno (Palmanova 1912-Roma 1987) Scultore. Tra le opere Spoleto 1962 (1962, Spoleto, Piazza del Municipio). 

\franchising, sm. invar. Accordo di cooperazione nel quale un'azienda concede a un'altra azienda il diritto di impiego di una sua iniziativa commerciale, fornendole anche servizi e appoggio, in cambio del pagamento di un canone. 

\franchìsmo, sm. Movimento politico spagnolo fondato dal generale Franco. 

\franchìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Proprio del franchismo. 
sm. e sf. Aderente al franchismo. 

\Frància Repubblica dell'Europa Occidentale, confina con Belgio, Lussemburgo e Germania a nord-est, con Germania, Svizzera e Italia a est, con la Spagna a sud e si affaccia a ovest sull'oceano Atlantico, a nord-ovest sulla Manica e a sud sul mar Mediterraneo. 
Il territorio francese è piuttosto variegato; si possono distinguere le regioni settentrionali e occidentali pianeggianti, di origine alluvionale digradanti verso l'Atlantico con coste basse e sabbiose a sud o alte e rocciose a nord e una regione occidentale e meridionale montuosa di rilievi di origine sia antica, quindi dai profili addolciti dall'erosione, sia più recente, più elevati e impervi. 
Il cuore della Francia si può identificare nel bacino parigino, area pianeggiante sedimentaria che si affaccia sull'atlantico e sull'Europa centrale (in particolare il bacino del Reno). 
La circoscrivono a est le colline dello Champagne che culminano nei rilievi dei Vosgi in Alsazia, montagne antiche e di scarsa elevazione. La regione sudorientale è caratterizzata dalla valle del Rodano, che è separata dal bacino parigino a nord dalle alture di Borgogna, mentre a sud separa con un ampio solco il Massiccio Centrale dal versante alpino. 
Quest'ultimo, articolato in valli e grandi massicci granitici, culmina nel Monte Bianco (4.810 m). 
Il confine con la Spagna è montuoso (versante francese dei Pirenei) e digrada verso nord nella pianura attraversata dalla Garonna, un'ampia area depressionaria confinata dal Massiccio Centrale, dalla Bretagna e dalla penisola del Cotentin. 
La Normandia traccia lo spartiacque con rilievi di scarsa entità tra il bacino della Senna a nord e il bacino della Loira a sud. 
Alla Francia appartiene anche la Corsica, isola del Mediterraneo settentrionale, a nord della Sardegna da cui è divisa dalle bocche di Bonifacio. 
Il territorio dell'isola è prevalentemente montuoso specialmente nella parte occidentale con altitudini superiori ai 2.000 m (monte Cinto 2.710 m). I rilievi digradano verso sud e verso est, dove si allargano anche zone di pianura alluvionale. Le coste sono più aspre e caratterizzate da grandi insenature sul versante occidentale, mentre su quello orientale sono basse e regolari, ricche di stagni costieri. 
Il clima è tipicamente oceanico in Normandia e Bretagna a nord-ovest, piovoso e con basse temperature. 
Più a sud lungo la costa atlantica il clima si fa meno rigido, con piogge concentrate in primavera. 
L'area parigina presenta un clima assai instabile, dovuto all'incontro tra l'influsso atlantico e l'influsso continentale. Ne risultano forti sbalzi di temperatura e una piovosità mediamente elevata concentrata nella tarda estate e in autunno. 
Il clima delle regioni orientali è tipicamente continentale con brevi estati calde e inverni rigidi. 
Il clima mediterraneo della costa meridionale ha inverni miti, spesso battuti dal vento (Mistral), estati calde, piogge più abbondanti in autunno. 
Infine nelle zone montuose la temperatura si abbassa verso le alte quote e le precipitazioni sono spesso nevose, con inverni lunghi e rigidi. 
I regimi fluviali sono riconducibili a tre tipi diversi: quello atlantico, il più diffuso, caratterizzato da piene invernali, quello alpino, con portata ridotta durante l'inverno e piene primaverili dovute al disgelo, e quello mediterraneo, con piene autunnali legate alle piogge più abbondanti. 
La maggior parte dei fiumi francesi interessa i bacini di quattro fiumi principali: la Senna (776 km), la Loira (1.020 km) e la Garonna (650 km), che sfociano nell'Atlantico, e il Rodano (812 km) nel Mediterraneo. La Senna e la Loira sono inoltre legate da una rete di canali in gran parte navigabili. 
Un altro grande fiume europeo, il Reno, interessa il territorio francese per un breve tratto. 
La distribuzione della popolazione sul territorio è assai ineguale, determinata dai fenomeni di urbanizzazione e industrializzazione del paese, con la concentrazione massima nell'area parigina. 
La capitale ospita nella sua area urbana più di 10 milioni di persone pari a un quinto della popolazione totale. 
Parigi, sorta alla confluenza tra la Senna e la Marna, resta a tutt'oggi il centro politico, economico e culturale del paese. 
Altri centri rilevanti sono: Lione, Grenoble, Marsiglia e Nizza tra il Rodano e le Alpi; Tolosa e Bordeaux nel Bacino Aquitanico; Nantes, Brest e Le Havre sulla costa atlantica; Lilla, Rouen, Nancy e Metz nel nord; Strasburgo nella zona del Reno. 
La Francia è uno dei paesi economicamente più avanzati del mondo. 
Favorita anche dalla struttura territoriale (ben il 34,6% del territorio è destinato alle coltivazioni), il paese è il massimo produttore agricolo europeo, dopo l'ex URSS. 
Il principale prodotto cerealicolo è il frumento seguito dall'orzo, ampiamente impiegato nell'industria della birra. 
Praticate le colture dell'avena e del mais, quest'ultimo ampiamente utilizzato nell'attività zootecnica. 
Si producono inoltre riso, sorgo e segale. 
Le regioni settentrionali producono patate e barbabietole che alimentano una forte industria dello zucchero. 
La tradizione viticola e frutticola è molto antica. Rinomata infatti e prestigiosa è l'industria dei liquori e dei vini; basti ricordare la produzione dello Champagne. 
Significativa la produzione di oleaginose e nel sud delle colture frutticole e orticole. 
La Costa azzurra è rinomata, oltre che per l'attività turistica, anche per la floricoltura, che alimenta la rinomata industria dei profumi francesi. Inoltre si producono tabacco, canapa e luppolo. 
Le foreste permettono una discreta produzione di legname che tuttavia non copre il fabbisogno interno. 
Il patrimonio zootecnico è notevolissimo in particolare quello bovino, che alimenta una fiorente industria delle carni e lattiero-casearia (i formaggi francesi sono conosciuti in tutto il mondo). 
Una certa diffusione hanno anche l'allevamento di ovini, suini e animali da cortile. 
La pesca riveste un ruolo secondario nel panorama economico francese, ma rappresenta pur sempre un'attività di antica tradizione, ora modernamente attrezzata con una notevole flotta e con numerosi porti in particolare sulla costa atlantica e della Manica, dove oltre alle attrezzature portuali hanno sede le principali industrie conserviere. 
Le risorse minerarie non sono particolarmente cospicue, discreti i giacimenti di carbone e di ferro che sono stati alla base dell'industrializzazione francese del secolo scorso. La disponibilità di carbone e una buona rete di vie d'acque interne hanno anche determinato la distribuzione dell'industria siderurgica in particolare nella Lorena e nel nord. 
Discreta l'estrazione di gas naturale, in particolare nella zona dei Pirenei, segnatamente dal giacimento di Lacq dove si estrae anche un discreto quantitativo di petrolio. 
Buone le produzioni di bauxite e di uranio (di cui la Francia è tra i maggiori produttori mondiali). 
Si producono inoltre potassa, zolfo, oro, argento, antimonio, piombo, tungsteno, vanadio, zinco e manganese. 
L'energia elettrica viene prodotta per un quinto dai fiumi alpini, pirenaici e del Massiccio Centrale e per un altro 60% è invece di origine nucleare; numerose infatti sono le centrali di questo tipo sul territorio francese. Il rimanente 20% è rappresentato dalle tradizionali centrali termiche. 
Ormai ampiamente consolidate sono le industrie siderurgiche e metallurgiche. 
La produzione di acciaio, ghisa e leghe di ferro è prevalentemente concentrata nei bacini ferriferi settentrionali, mentre il settore metallurgico comprende una gamma di prodotti molto vasta a partire dalla produzione di alluminio, basata sulla trasformazione della bauxite nazionale, ma anche importata. Importante l'industria del rame, del piombo e dello zinco. Evoluta anche l'industria di raffinazione del petrolio. 
Le industrie meccaniche ed elettromeccaniche sono tecnologicamente molto avanzate, l'industria automobilistica in particolare è contraddistinta dalla presenza di grandi gruppi societari (Renault e Matra). Fiorente l'industria della gomma, della meccanica di precisione e degli elettrodomestici. 
Molto importante anche il settore navale in cui è il massimo costruttore europeo e temibile concorrente del Giappone e degli Stati Uniti. 
Tecnologicamente avanzata anche l'industria aeronautica, sia per l'aviazione civile (Concorde) sia militare (Mirage). 
Di antica tradizione è l'industria tessile rinomata per la produzione di lino e lana, ma anche del cotone e della seta. 
L'industria chimica francese è nel suo complesso seconda in Europa solo a quella tedesca (acido solforico, fertilizzanti, materie plastiche, resine sintetiche, coloranti e prodotti farmaceutici) 
Vasta è la gamma dell'industria di trasformazione alimentare, zuccherifici, caseifici, oleifici, complessi molitori, i cui prodotti sono destinati anche all'esportazione; molto consistente è la produzione di vino, birra e tabacco. 
Rinomata l'industria del cuoio, della carta, dei giocattoli e dei prodotti per l'edilizia. 
Rinomanza internazionale hanno inoltre alcuni settori particolari: l'abbigliamento, in particolare l'alta moda, i profumi e le porcellane artistiche. 
La poderosa rete di comunicazioni permette un imponente traffico commerciale che garantisce alla Francia il quarto posto nel mondo per gli scambi internazionali. 
STORIA Un milione di anni fa arrivano i primi abitanti e si sviluppano le prime attività di lavorazione della pietra (acheuleano, abbevilliano). Nel Paleolitico medio (90.000-40.000 anni fa) le attività si diversificano (levalloisiano, musteriano) e all'Homo Erectus succede l'uomo di Neandhertal, il cui habitat è organizzato e che pratica il culto dei morti. I principali insediamenti sono quelli di La Chapelle-Aux-Saints, di Moustier, della Ferrassie, d'Arcy-sur-Cure e di Biache-Saint-Vaast. Nel Paleolitico superiore (40.000-8.000 a. C.) fa la sua comparsa l'Homo Sapiens; l'industria di lavorazione della pietra comporta i primi scambi commerciali (perigordiano, aurignaziano, solutreano, magdaleniano) e la nascita dell'industria dell'attività della lavorazione delle ossa; forme di arte sono attestate in varie zone (pitture rupestri di Lascaux, Font-de-Gaume, Niaux, costruzione di suppellettili della Madeleine ecc.). Nel Mesolitico (o Epipaleolitico, 8.000-V millennio a. C.) a seguito dell'addolcimento del clima (fine della glaciazione di Wurm), i cacciatori-raccoglitori evolvono verso un'economia di produzione. L'attività di lavorazione della pietra è rinnovata con la creazione di attività microlitiche. Nel Neolitico comunità raccolte in villaggi praticano l'agricoltura, la caccia con l'arco e le frecce, inventano nuove forme di pesca e moltiplicano le innovazioni tecniche: è l'epoca del megalitismo. Nell'Eneolitico (III millennio a. C.) si hanno i primi esempi di lavorazione dei metalli, con l'uso del rame. In questo periodo la Francia ha probabilmente due milioni di abitanti. Nell'età del bronzo (II millennio a. C.) si sviluppa una civiltà con funzioni più diversificate, costituita da guerrieri e mercanti, agenti di commercio alla ricerca di metalli (rame e soprattutto stagno, provenienti dalla Bretagna e dalla Gran Bretagna). Nell'età del ferro (II millennio a. C.) le civiltà di Hallstatt e di La Tène testimoniano una metallurgia di ottima qualità e un'arte funeraria evoluta per quanto riguarda le sepolture dei capi (suppellettili funerarie molto belle attestate in particolare a Vix). Quest'epoca, che coincide con quella dell'ingresso nella storia, è contrassegnata anche dall'insediamento dei celti, la cui civiltà si organizza attorno a oppida contenenti santuari (Entremont, Roquepertuse). 
Nel 51 a. C. la Francia (Gallia) viene conquistata da Giulio Cesare e dopo le resistenze iniziali (Vercingetorige), si sviluppa una brillante cultura gallo-romana. 
Nel V sec. le grandi invasioni mettono fine alla dominazione romana: vandali e visigoti attraversano il paese, gli unni vengono fermati ai Campi catalaunici e i franchi, con Clodoveo, occupano gran parte del territorio. Nel 511 alla morte di Clodoveo si formano i tre regni merovingi di Austrasia, Neustria e Borgogna, che si combattono tra loro e ritrovano una sembianza di unità solo effimera. Pipino de Herastal, si impadronisce dei tre regni (687) e suo figlio, Carlo Martello, sconfigge gli arabi a Poitiers (733). Nel 751 Pipino il Breve elimina l'ultimo merovingio, si fa incoronare re e fonda la dinastia carolingia. 
Carlo Magno, protettore del papato, incoronato imperatore a Roma da Leone III (800), crea un impero che si estende dall'Ebro all'Elba e favorisce un rinnovamento culturale e artistico. Con il trattato di Verdun (843), l'impero viene suddiviso in tre regni. Carlo il Calvo, primo re di Francia (Francia Occidentalis, fino all'877), e i suoi successori non sanno resistere alle pretese dell'aristocrazia feudale né ostacolare le invasioni vichinghe in Normandia (particolarmente nel 911). 
Ugo Capeto, eletto re (987), fonda la dinastia capetingia. Fa consacrare suo figlio durante la propria vita, per garantire il principio dinastico. Un potente risveglio religioso (abbazia di Cluny, cavalleria, crociate), economico e urbano (comuni), la costituzione di una borghesia, lo sviluppo culturale e artistico (passaggio dall'arte romana all'arte gotica) contrassegnano i regni capetingi, malgrado la minaccia che pesa sulla Francia da parte dei re d'Inghilterra (Plantageneti). Filippo Augusto (1180-1223) dà alla monarchia il suo carattere nazionale con la lotta contro la coalizione formata dall'Inghilterra, dalla Fiandra e dall'impero tedesco (vittoria di Bouvines, 1214). Facendo riferimento al diritto romano, Filippo IV il Bello (1285-1314) rinforza l'apparato amministrativo del regno e afferma la propria indipendenza rispetto al potere temporale della chiesa. Nel 1328 Carlo IV il Bello muore senza figli e la corona passa a un principe Valois, Filippo VI. 
La guerra dei Cento Anni (1337-1453) travaglia il regno dei primi Valois. Sotto Filippo VI e Giovanni II, si accumulano le disfatte (Crécy, 1346; Poitiers, 1356): l'Inghilterra si insedia nel sud-ovest. Contemporaneamente, la peste nera devasta il paese (1347-1349). Carlo V ristabilisce la situazione (1364-1380). Questa si deteriora di nuovo durante il regno di Carlo VI, il re Folle (1380-1422): la monarchia non può resistere all'alleanza del ducato di Borgogna e dell'Inghilterra e, dopo la sconfitta di Azincourt (1415), il trattato di Troyes (1420) rende l'Inghilterra padrona del paese. Carlo VII, il re di Bourges, ha maggior successo (1422-1461), grazie, tra l'altro, all'aiuto di Giovanna d'Arco (assedio di Orléans nel 1429). Gli inglesi vengono respinti fuori dalla Francia, le finanze sono restaurate (Jacques Coeur), viene organizzato un esercito permanente; l'autorità reale si estende anche alla chiesa nazionale (sanzione pragmatica di Bourges, 1438). La tendenza viene confermata sotto Luigi XI, che trionfa sui feudatari, raccoglie l'eredità della casa di Angiò e, con la vittoria su Carlo il Temerario, conquista il ducato di Borgogna (1482); nel frattempo si sta costituendo la formidabile potenza degli Asburgo. Carlo VIII (che sposa l'ereditiera della Bretagna) e Luigi XII danno inizio alle guerre d'Italia. Francesco I persegue la politica di interesse verso l'Italia, conquista Milano (Melegnano 1515), firma la pace perpetua con i cantoni svizzeri (1516), si allea con il papa e i turchi contro gli Asburgo, ma non può evitare l'alleanza di questi ultimi con l'Inghilterra; egli rafforza la monarchia all'interno e favorisce il rinascimento. Sotto Enrico II (1547-1559), continua la lotta contro gli Asburgo e l'Inghilterra; lo sviluppo del calvinismo provoca le guerre di religione che culminano nel 1572 con la notte di San Bartolomeo, gettando nella rovina il paese e riducendo l'autorità reale, sotto i suoi successori Francesco II, Carlo IX ed Enrico III. 
Enrico di Navarra (Enrico IV), genero di Enrico II, eredita la corona. Egli pacifica e ricostituisce la Francia, garantisce la libertà di culto ai protestanti (editto di Nantes, 1598), ristabilisce, con Sully, le finanze e l'economia. Dopo la crisi dell'autorità monarchica con la reggenza di Maria de' Medici (1610-1624), Luigi XIII, appoggiandosi a Richelieu, elimina il pericolo protestante di stato nello stato, riduce il potere delle oligarchie feudali, sviluppa l'assolutismo e il centralismo monarchici (intendenti), crea il primo impero coloniale (Canada), ma impoverisce il paese facendolo partecipare alla guerra dei Trent'anni contro gli Asburgo. Il regno di Luigi XIV comincia con alcuni torbidi, dovuti alla minorità del re; la rivolta dei Grandi (Fronda, 1648-1652) viene tuttavia repressa, grazie all'autorità di Mazzarino. La riforma cattolica si rafforza, rispetto al protestantesimo; la Francia trionfa sulla Spagna, con il trattato dei Pirenei (1659), con il quale ottiene l'Artois e il Roussillon. Dopo il 1661, il monarca (Re Sole), costruttore di Versailles, incarna l'assolutismo reale, imponendolo anche alla chiesa (lotta contro i giansenisti, Port-Royal, difesa del gallicanismo, condanna del quietismo) e ai protestanti (revoca dell'editto di Nantes, 1685). Il classicismo trionfa nelle arti e nelle lettere. All'estero, alle vittorie e alle conquiste dell'inizio (Fiandre, Franca Contea, Alsazia; guerra di devoluzione, 1667-1668 e di Olanda 1672-1678) seguono alcune sconfitte (Lega d'Asburgo, 1686-1697; guerra di successione di Spagna, 1701-1714). Il regno di Luigi XV comincia con la reggenza di Filippo d'Orléans (1715-1723) che rovescia la politica di Luigi XIV, nel settore delle alleanze (l'avvicinamento all'Inghilterra) e in quella dei costumi. Alla maggiore età, Luigi XV affida il governo dello stato al cardinale Fleury e inizia a occuparsi degli affari solo dopo il 1743. L'espansione demografica e commerciale non compensano le difficoltà finanziarie crescenti, mentre il nuovo spirito filosofico minaccia l'autorità della chiesa e del re. Alle vittorie della guerra di successione d'Austria (Fontenoy, 1745) seguono i disastri della guerra dei Sette Anni e la perdita della maggior parte dell'impero coloniale a vantaggio dell'Inghilterra (trattato di Parigi, 1763). Luigi XVI è impotente a risolvere i problemi finanziari e la crisi economica degli anni '80; i riformatori (Turgot, Necker) si scontrano con i privilegi dei nobili. La politica estera ha più successo e l'intervento francese garantisce l'indipendenza americana (trattato di Versailles, 1783). 
Gli Stati Generali convocati nel maggio 1789 si proclamano a partire da giugno assemblea nazionale costituente. Privilegi e diritti feudali vengono aboliti, viene pubblicata una Dichiarazione dei Diritti dell'uomo (agosto); i beni del clero, dichiarati beni nazionali, vengono venduti (novembre). Nel 1790 la proclamazione di una costituzione civile del clero avvia uno scisma all'interno della chiesa francese; la Francia viene suddivisa in dipartimenti. Nel 1791 la costituzione di settembre instaura una monarchia costituzionale basata sul censo, con assemblea unica. L'assemblea costituente (ottobre 1791-settembre 1792) è sostituita da quella legislativa e in contrapposizione all'idea monarchica si sviluppa quella repubblicana. Le nazioni straniere intervengono contro la rivoluzione a partire da aprile; i disastri all'estero, gli errori del re (fuga a Varennes) provocano la caduta della monarchia (10 agosto). Le vittorie si moltiplicano (Valmy, Jemmapes): sono annessi la Savoia e il Belgio e il 22 settembre 1792 viene proclamata la prima repubblica; il 21 gennaio 1793 il re è decapitato. Viene costituito un governo rivoluzionario (giugno 1793-luglio 1794): questo instaura un regime di terrore e respinge la coalizione nemica. La caduta del suo capo, Robespierre, è seguita dalla reazione termidoriana (luglio 1794-ottobre 1795). Viene annessa la riva sinistra del Reno; è quindi proclamata una nuova costituzione (costituzione dell'anno III). Il nuovo regime, il Direttorio, è debole e corrotto, combattuto all'interno (colpi di stato, anarchia, miseria) e all'esterno, malgrado le brillanti campagne di Bonaparte in Italia (1796-1797) e successivamente in Egitto. Di ritorno in Francia, Bonaparte si libera del Direttorio (colpo di stato del 18 brumaio anno VIII). 
Primo console e padrone assoluto, Bonaparte pacifica il paese (concordato, 1801; pace di Amiens, 1802) e getta le basi di uno stato forte e centralizzato (prefetti, corti di appello, Banca di Francia, licei, codice civile ecc.). L'impero succede al consolato e Bonaparte, divenuto Napoleone I, instaura un regime sempre più autoritario. Le vittorie del 1805 (Austerliz), 1806 (Iena), 1807 (Eylau), 1809 (Wagram) gli consentono di formare un vasto impero; ma la potenza marittima britannica, intatta dopo Trafalgar (1805), la costosa guerra di Spagna, il risveglio tedesco dopo Tilsit (1807), una politica religiosa impopolare (cattività di Pio VII), la gravosità delle imposte e della coscrizione e i disastri in Russia (1812) e in Germania (1813) hanno infine ragione di lui. Nel 1814 Napoleone abdica una prima volta e i Borboni vengono rimessi sul trono (Luigi XVIII). La Francia è ridotta alle sue frontiere del 1792. Nel 1815 il ritorno di Napoleone (marzo) contrassegna l'inizio dei Cento giorni, che si chiudono con la sconfitta di Waterloo (18 giugno). Napoleone abdica una seconda volta (22 giugno). Il paese viene invaso e occupato. 
La seconda restaurazione (1815-1830) ha per sovrano Luigi XVIII, che si sforza di conciliare gli elementi rivoluzionari e il ritorno alla monarchia (la Carta), e, quindi, a partire dal 1824, Carlo X, che favorendo l'ultrarealismo, provoca la rivoluzione del luglio 1830 e la propria caduta. All'estero, la Francia si impegna in una politica coloniale con la presa di Algeri (luglio 1830). Nel luglio 1830 Luigi Filippo I diventa re dei francesi, ma un potere forte (Guizot) favorisce l'ascesa della borghesia possidente, mentre la rivoluzione industriale provoca la formazione di un proletariato operaio. Di fronte alla preponderanza inglese, la politica estera rimane prudente. La crisi economica e morale degli anni 1846-1848 porta alla caduta del regime (febbraio 1848). Viene proclamata la Seconda repubblica. Inizialmente a carattere democratico (suffragio universale, libertà di stampa e di riunione), evolve, dopo l'insurrezione operaia del giugno 1848, verso la reazione, che favorisce l'ambizione di Luigi Napoleone Bonaparte, eletto trionfalmente presidente il 10 dicembre 1848. Il 2 dicembre 1851, con un colpo di stato, quest'ultimo istituisce un regime presidenziale autoritario. 
Divenuto l'imperatore Napoleone III (2 dicembre 1852), Luigi Napoleone consolida il proprio potere. Il suo prestigio nazionale è garantito dalla vittoria franco-inglese in Crimea (1856). Una politica economica ambiziosa, ispirata a Saint-Simon, e lo sviluppo di grandi lavori (ferrovie, porti) trasformano l'aspetto del paese e della capitale; ma le ambiguità del suo sostegno alla realizzazione dell'unità italiana (campagna del 1858-1859) e l'opposizione della sua politica di libero scambio (1860) obbligano Napoleone III a concessioni politiche. La sfortunata spedizione nel Messico (1862-1867) non sembra tuttavia avere particolare influenza su un regime (plebiscito dell'8 maggio 1870) che si avvia verso uno sviluppo di tipo parlamentare quando la guerra franco-tedesca, dichiarata in modo superficiale, ne provoca la caduta (Sedan, 2 settembre). 
Il 4 settembre 1870 viene proclamata la repubblica e formato un governo provvisorio. Questo diventa rapidamente governo di difesa nazionale. La guerra si risolve con la sconfitta francese e termina con l'armistizio firmato con la Germania. Thiers, capo del potere esecutivo quindi presidente della repubblica, lavora per risollevare le sorti della Francia e ottenere in anticipo la sua liberazione. Il 24 maggio 1873 viene sconfitto dalla maggioranza monarchica dell'assemblea che gli sostituisce il legittimista Mac-Mahon. Questi applica una politica di ordine morale. Nel gennaio 1879 le elezioni senatoriali assegnano la maggioranza ai repubblicani: Mac-Mahon si dimette; gli succede Jules Grévy. Riprende la conquista coloniale in Africa e in Asia mentre all'interno si sviluppa una depressione economica. Una serie di crisi e di scandali minaccia la repubblica (boulangismo, 1885-1889; Panam´ 1888-1893; attentati anarchici, 1894). L'affare Dreyfus (1894-1899) rinsalda i rapporti tra il blocco delle sinistre e i radicali. Ai moderati si oppongono gli estremisti, nazionalisti di destra ossessionati dall'idea di rivincita e socialisti. Cattolicesimo sociale e sindacalismo rivoluzionario diventano forze politiche. Le difficoltà economiche provocano un'agitazione sociale endemica, mentre la crescita demografica rallenta. All'estero, cresce la minaccia tedesca, a seguito delle due crisi del Marocco (1905-1911); il nazionalismo francese ne risulta rinforzato; R. Poincaré è eletto presidente della repubblica (1913). Campo di battaglia della prima guerra mondiale, la Francia esce vittoriosa dal conflitto, ma molto indebolita (ha perduto il dieci per cento della popolazione attiva e un sesto del suo reddito nazionale). Nel 1919 con il trattato di Versailles (28 giugno), la Francia ottiene l'Alsazia-Lorena. Nei confronti della Germania sconfitta, la Francia applica una politica di forza, ma non è seguita dagli altri alleati. Lo sviluppo economico effettivo è gravato dall'inflazione (fino alla stabilizzazione del franco nel 1928) e dalla crescita del debito pubblico. Il socialismo progredisce (creazione del partito comunista francese, 1920). Viene costituito un cartello delle sinistre (1924-1926) al quale succede il governo di unità nazionale di Poincaré (1926-1929) che deve svalutare il franco (24 giugno 1928). La Francia è toccata dalla crisi economica, alla quale si aggiungono instabilità di governo e scandali finanziari e politici (affare Stavinsky). Rivolte (6 febbraio 1934) e scioperi si moltiplicano. Si costituisce una coalizione di sinistra contro la lega di destra, che prepara la vittoria elettorale del fronte popolare. L. Blum, alla guida di due dei governi del fronte popolare, attua importanti riforme sociali. Il governo Daladier tenta invano di evitare il pericolo di guerra (accordi di Monaco con la Germania nazista); la beffa della guerra termina con i disastri di maggio-giugno e l'occupazione tedesca. 
Il 18 giugno 1940, da Londra, il generale De Gaulle lancia un appello per la continuazione della guerra. Il 22 giugno viene firmato l'armistizio che stabilisce l'occupazione da parte della Germania di tre quinti del territorio, lasciando il governo francese padrone della zona libera. Il maresciallo Pétain instaura il regime di Vichy. Nel 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia e il Governo provvisorio della repubblica francese formato ad Algeri sotto la presidenza di De Gaulle, si insedia a Parigi (agosto). 
La quarta repubblica avvia la ricostruzione economica, favorita dagli aiuti americani (piano Marshall) e adotta un'importante legislazione sociale. Essa partecipa alla creazione delle Comunità Europee. Ma le difficoltà della decolonizzazione (guerre d'Indocina e di Algeria) e l'instabilità dei governi minano il regime. 
Nel 1958 la crisi algerina porta Charles De Gaulle al potere. Egli forma la quinta repubblica, la cui costituzione rinforza i poteri dell'esecutivo. Presidente della repubblica, Charles De Gaulle ridona fiducia al paese, che avvia una grande trasformazione economica. Ma, liquidato il contenzioso algerino (1959-1962), si ricostituisce una forte opposizione di sinistra (1963-1967). La crisi che scoppia nel maggio 1968 non interessa solo il regime, ma anche le basi di una società che non sembra più in grado di soddisfare i bisogni dei giovani. L'unione del movimento operaio e del movimento degli studenti si sviluppa nella sua ampiezza e gravità. De Gaulle riesce tuttavia a controllare la situazione. Il 28 aprile 1969 il generale De Gaulle presenta le proprie dimissioni, dopo la sconfitta nel referendum sulle regioni e il senato. Georges Pompidou, secondo presidente della quinta repubblica, si pone come obiettivo prioritario l'espansione industriale e commerciale, ma la malattia abbrevia il suo settennato. Valery Giscard d'Estaing porta avanti una politica più apertamente europea di quella dei suoi predecessori; egli si scontra con le reticenze dei gollisti di stretta obbedienza e con un'opposizione di sinistra raccolta a partire dal 1972 attorno a un programma comune di governo. Nel 1981 F. Mitterrand viene eletto presidente della repubblica. La sinistra ritorna al potere dopo un quarto di secolo e ministri comunisti partecipano al governo. Viene attuato un programma di riforme (abolizione della pena di morte, decentramento regionale, nazionalizzazioni). Nel 1986 la vittoria dell'opposizione alle elezioni legislative e regionali (16 marzo 1986) crea una situazione inedita nella storia della quinta repubblica, la coabitazione di un presidente di sinistra e di un primo ministro di destra (J. Chirac). Il nuovo governo attua una politica di ispirazione liberale (privatizzazione delle banche e dei grandi gruppi industriali e di informazione). Nel 1988 François Mitterrand viene rieletto alla presidenza della repubblica. I socialisti ritrovano la direzione del governo. La vittoria consistente dell'opposizione alle elezioni legislative (28 marzo 1993) è seguita da un secondo periodo di coabitazione, con E. Balladur al posto di primo ministro. Il governo attua un programma centrato sul risanamento economico (privatizzazioni), la sicurezza e il controllo dell'immigrazione (riforma del codice della nazionalità e del diritto d'asilo). Nel 1995 Jacques Chirac viene eletto presidente della repubblica. L'annuncio dell'avvio di una politica di rigore e il piano di riforma della previdenza sociale presentato dal governo in novembre suscitano (in particolare nel settore pubblico) un vasto movimento di protesta, rivelatore di una crisi sociale più profonda. Il 1° giugno 1997 la destra del presidente francese in carica Jacques Chirac viene sconfitta al ballottaggio dalla sinistra guidata dal socialista Lionel Jospin. 
Abitanti-58.000.000 
Superficie-547.026 km2 
Densità-106 ab./km2 
Capitale - Parigi 
Governo - Repubblica presidenziale 
Moneta - Euro (prima: franco francese) 
Lingua - Francese 
Religione - Cattolica, minoranze musulmane, ebraiche 

\Frància (Francésco Raibolìni) (Bologna ca. 1450-1517) Francesco Raibolini detto il Francia. Pittore. Influenzato inizialmente da E. de Roberti e L. Costa, si ispirò in seguito al classicismo fiorentino con opere nelle quali si nota l'ascendenza del Perugino. Tra le opere Sacra famiglia (ca. 1485-1490, Berlino, Gemäldegalerie) e Pala Felicini (1494, Bologna, Pinacoteca Nazionale). 

\Franciabìgio (Firenze 1482/83-1525) Francesco di Cristoforo detto Franciabigio. Pittore. Tra le opere Madonna di San Giobbe (1516, Firenze, Uffizi) e Ritratto di giovane uomo (1522, Berlino, Gemäldegalerie). 

\Franciade, La Poema di P. de Ronsard (1572). 

\Fràncica Comune in provincia di Vibo Valentia (1.852 ab., CAP 88010, TEL. 0963). 

\fràncio, sm. Elemento chimico di numero atomico 87, peso atomico 223, simbolo Fr. Scoperto nel 1939, è un metallo alcalino del quale sono noti solo alcuni isotopi radioattivi. Il francio ha proprietà chimiche simili a quelle del cesio. 

\Francisco Moraz´n Dipartimento (878.000 ab.) dell'Honduras, capoluogo Tegucigalpa. 

\Francistown Città (65.000 ab.) del Botswana, capoluogo del distretto nordorientale. 

\Franck, James (Amburgo 1882-Gottinga 1964) Fisico statunitense. Di origine tedesca, nel 1913 fu autore di un esperimento che provò l'esistenza dei livelli energetici discreti nell'atomo insieme a G. Hertz. Furono per questi entrambi insigniti del premio Nobel nel 1925. 

\Francke, August Hermann (Lubecca 1663-Halle 1727) Teologo ed educatore tedesco. Fu seguace del pietismo. 

\frànco, agg., avv. e sm. (pl. m.-chi) agg. 1 Libero. ~ esente. 2 Schietto, esplicito. ~ sincero. <> subdolo. 3 Sicuro di sé, spigliato. ~ disinvolto. <> impacciato. 4 Relativo agli antichi franchi. 5 Francese. 
avv. Schiettamente. ~ sinceramente. <> falsamente, subdolamente. 
sm. Unità monetaria di vari paesi. 
 X   agg. 1 frank, sincere. 2 (comm., prezzo) free, ex. sm. (moneta) franc. 3 (franco dogana) duty free. 4 (prezzo franco fabbrica) ex-works price. 
Unità monetaria della Francia dal 1803 (un euro vale 6,55957 franchi francesi). All'epoca di Giovanni II nel 1360 e Carlo V nel 1365 le monete erano in oro ed erano definite rispettivamente Franc à Cheval e Franc à pied, perché portavano l'effigie del sovrano a cavallo e a piedi. Vale 295,18 euro. Lo stesso nome indica anche la moneta del Belgio (un euro vale 40,3399 franchi belgi) e del Lussemburgo (stesso cambio del franco belga). Nei territori francesi dell'Africa vige il franco CFA, mentre nei territori francesi del Pacifico circola il franco CFP, entrambi collegati al franco francese da un tasso di cambio fisso. 

\Franco Bahamonde, Francisco (El Ferrol 1892-Madrid 1975) Militare e uomo politico spagnolo, detto il Caudillo, fu ufficiale di carriera e fu promosso generale nel 1925. Dieci anni dopo ottenne la nomina a generale in capo nel Marocco e capo di stato maggiore generale e, al comando delle truppe coloniali, entrò in Spagna ove diede inizio alla guerra civile. A seguito della disfatta dei repubblicani, si trasferì a Madrid, dove assunse ufficialmente il comando della Falange e instaurò un regime dittatoriale, cattolico e corporativo, all'insegna della repressione di ogni opposizione, spalleggiato dalle forze economiche e sociali conservatrici. A livello di politica estera rimase neutrale durante il secondo conflitto bellico, anche se, ormai certo il successo degli alleati, cercò di rimediare all'isolamento internazionale del suo paese; dopo aver attenuato il regime totalitario con l'istituzione delle Cortes (1942) e ristabilita la monarchia (legge di successione 1947, Juan Carlos di Borbone re, dopo la sua morte), firmò parecchi accordi con gli USA che ebbero come conseguenza l'ammissione spagnola all'ONU (1955). Rimase al potere fino alla morte, riprendendo la politica di repressione contro l'opposizione di sinistra e l'autonomismo basco. 

\Franco cacciatore, Il Opera in tre atti di C. M. von Weber, libretto di F. King (Berlino, 1821). 

\francobóllo, agg. e sm. agg. Di dimensioni molto ridotte. 
sm. Rettangolo di carta filigranata, gommato, con un lato adesivo e con l'altro disegnato e con l'indicazione del valore. È usato come tassa di affrancatura di un oggetto postale. ~ bollo, affrancatura. 
 X   sm. stamp. 
 @   da franco + bollo. 
Inventato in Gran Bretagna da W. Hill (1795-1879), i primi francobolli, da un penny, di colore nero e da due pence, di colore azzurro, furono emessi nel 1840 e presto si diffusero in tutti gli altri stati. In Italia i primi francobolli furono emessi nel Lombardo-Veneto (1850), nel granducato di Toscana e nel regno di Sardegna (1851). Fin dalle prime emissioni il francobollo fu oggetto di collezione (filatelia). 

\franco-cantàbrico, agg. Relativo al particolare aspetto delle rappresentazioni di arte paleolitica presenti nelle grotte naturali della Francia meridionale e del versante mediterraneo della penisola iberica. 

\francòfilo, agg. e sm. Che, chi mostra una particolare simpatia nei confronti di tutto ciò che è francese. 

\francòfobo, agg. e sm. Che, chi ha una particolare avversione nei confronti di tutto ciò che è francese. 

\francòfono, agg. e sm. agg. 1 Di chi parla francese. 2 Di territorio su cui si parla il francese. 
sm. 1 Chi parla francese. 2 Territorio su cui si parla il francese. 

\Francofónte Comune in provincia di Siracusa (14.815 ab., CAP 96015, TEL. 095). Centro agricolo (coltivazione di agrumi) sui monti Iblei. Vi si trova un castello di origine medievale. Gli abitanti sono detti Francofontesi

\Francofòrte sul Mèno Città dell'Assia (630.000 ab.), sulle due rive del fiume Reno (Germania), è un grande centro commerciale e industriale, con i principali istituti finanziari del paese. Famose sono le industrie farmaceutiche, tessili e chimiche. Dopo essere stata residenza di Carlo Magno, nel IX sec. divenne capitale dell'impero franco d'oriente. Dal 1152 ospitò l'incoronazione di moltissimi imperatori e re germanici. È la città natale di Goethe e sede di un'importantissima università, istituti scientifici, culturali e musei. Tra i monumenti, il duomo, di epoca gotica e il palazzo comunale del 1400. 
Dieta di Francoforte 
Assemblea dei rappresentanti dei trentotto stati che l'8 luglio 1815 costituì la Confederazione germanica. 
Parlamento di Francoforte 
Parlamento, convocato nel 1848 e 1849, in seguito ai vittoriosi moti liberali, che elaborò una costituzione che, mai entrata in vigore, fu molto incisiva sulle successive carte costituzionali tedesche. Venne sciolto militarmente nel 1849 per il ritiro di molti delegati, in seguito al rifiuto di Federico Guglielmo di Prussia alla corona della Piccola Germania. 
Scuola di Francoforte 
Gruppo di studiosi, filosofi, storici, psicologi, riuniti attorno all'Istituto per la ricerca sociale, che svilupparono una teoria critica della società, fornendo nel contempo una visione di un'umanità futura, libera e disalienata. I maggiori esponenti furono Marcuse, Fromm, Benjamin, Adorno e Horkheimer; durante il nazismo, furono tutti costretti a emigrare, in America, Francia e Inghilterra, dove molti decisero di rimanere. Alcuni fecero ritorno in patria ed elaborarono un pensiero critico e negativo dell'esistente, attraverso il quale tentarono di smascherarne le contraddizioni (intolleranza razziale, autoritarismo, interazione di massa), tramite un modello che servisse da spinta per un cambiamento sociale. Da Freud la scuola riprese gli strumenti per un'analisi della personalità e i concetti di piacere e libido. 

\Francofòrte sull'Oder Città (84.000 ab.) della Germania, sulla riva del fiume Oder. Capoluogo del distretto omonimo. 
Francoforte 
Distretto (707.000 ab.) della Germania, al confine con la Polonia. Capoluogo la città omonima. 

\François, Alexandre (Firenze 1796-1857) Archeologo italiano. Attivo nell'Italia centrale, ebbe il merito di riportare alla luce numerose tombe e localizzare alcune importanti località appartenenti all'antica civiltà etrusca. Tra il materiale archeologico ritrovato, famosissimo il cratere attribuito a Crizia (ca. 570 a. C.) che porta il suo nome ed è conservato nel museo archeologico di Firenze. 

\François, Louise von (Herzberg, Sassonia 1817-Weissenberg, Sassonia 1893) Scrittrice tedesca. Talento narrativo germogliato tra le difficoltà economiche e presto riconosciuto dai contemporanei scrittori Gustav Freytag e Conrad Ferdinand Meyer. Tra le opere, Die letzte Reckenbürgerin (L'ultima signora di Reckenburg, 1871), Frau Erdmuthens Zwillingssöhne (I gemelli della signora Erdmuthens, 1873) rivelano l'ispirazione dell'ideale cristiano dell'amore per il prossimo meno fortunato. 

\francolìno, sm. Uccello galliforme (Francolinus francolinus) della famiglia dei Fasianidi. Simile alla pernice, caratteristico della fauna alpina, è ormai estinto in Italia. 
Francolino di monte 
Uccello galliforme (Tetrastes bonasia) della famiglia dei Tetraonidi, rarissimo, con piumaggio bianco rossiccio. Caratteristico delle Alpi è preda ambita per i cacciatori. 

\Francolìse Comune in provincia di Caserta (5.018 ab., CAP 81040, TEL. 0823). 

\francóne, agg. e sm. agg. 1 Dei franchi, della Franconia. 2 Dei dialetti della Franconia. 
sm. Il gruppo dei dialetti franconi. 

\Francònia Regione storica della Germania, compresa tra il corso del Reno, del Necker e il Fulda; dal 1837 è stata divisa in Alta e Bassa Franconia. Patria dei franchi (Francia orientale), divenne dominio del regno (720). Nel 939 Ottone I divise la regione nei due ducati (occidentale e orientale). Il ducato scomparve ufficialmente nel 1196 e il titolo ducale venne affidato ai vescovi di Würzburg, che lo tennero fino al 1803. Nel 1500 l'imperatore Massimiliano I trasformò la regione in un dipartimento imperiale. I centri principali sono Norimberga, Bamberga, Würzburg, Aschaffenburg. 

\francoprovenzàle, agg. e sm. Del gruppo di dialetti aventi caratteri intermedi tra il francese e il provenzale. 

\francovèneto, o frànco-vèneto, agg. e sm. Della lingua composta da francese e dialetti padani usata nel Veneto nei secoli XIII e XIV. 

\frangar non flectar Espressione latina che significa "mi spezzerò, ma non mi piegherò". Indica la volontà di non scendere ad alcun compromesso. 

\frangènte, sm. 1 Ondata impetuosa. ~ ondata. 2 Tutto ciò su cui si frangono le onde; bassofondo, molo. ~ secca. 3 Caso difficile. ~ pericolo. 4 Momento particolare. ~ circostanza. 
 X   sm. 1 (ondata) breaker. 2 (molo) reef. 3 (circostanza) circumstance. 

\fràngere, v. v. tr. 1 Spezzare, frantumare. ~ rompere. 2 Di olive e simili, tritarle sotto la macina. ~ macinare. 
v. intr. pron. Rompersi, spezzarsi. ~ infrangersi. 
 @   lat. frangere. 

\frangétta, sf. Capelli corti che vengono lasciati cadere come una frangia sulla fronte. 
 X   sf. bang. 

\fràngia, sf. 1 Guarnizione formata da fili o cordoncini di uguale misura, sciolti o intrecciati, che si mette come ornamento di tende, coperte e simili. ~ guarnizione. 2 Ciuffo di capelli lisci tagliati pari che ricadono sulla fronte fino alle sopracciglia. ~ frangetta. 3 Fascia costiera di un territorio. 4 Settore periferico o minoritario. 5 Aggiunta immaginaria o artificiosa fatta a un racconto. 
 X   sf. 1 fringe. 2 (ciuffo di capelli) bang. 

\frangiàre, v. tr. Ornare con frange. 

\frangiatùra, sf. Il frangiare e l'effetto. 

\frangibiàde, sm. invar. Denominazione di macchine agricole per frantumare o ridurre in farina i prodotti agricoli che servono per preparare i mangimi. ~ frantoio. 

\frangìbile, agg. Che si può frangere. <> infrangibile. 

\frangibilità, sf. L'essere frangibile. <> infrangibilità. 

\frangiflùtti, agg. e sm. invar. Di opera naturale o artificiale che protegge dalla violenza dei flutti. ~ frangionde. 

\frangiónde, agg. e sm. invar. Frangiflutti. 

\frangipàne, sm. Nome comune di alberi e arbusti della famiglia delle Apocinacee, appartenenti a una delle circa cinquanta specie di Plumeria

\frangipàni, sm. invar. Albero tropicale dai fiori molto profumati. 

\frangisóle, sm. Oggetto, formato da una o più lame orientabili di vario materiale, posto davanti alle aperture di un edificio in modo da modificare l'intensità e la direzione dei raggi solari. 

\frangitóre, sm. Macchina che opera una prima frantumazione delle olive. 

\frangitùra, sf. L'operazione di frangere le olive. 

\frangivènto, agg. e sm. invar. Di riparo naturale o artificiale che protegge dal vento le colture agricole. 

\frangizòlle, sm. invar. Strumento agricolo che frantuma le zolle. 

\Franju, Georges (Fougères 1912-Parigi 1987) Regista cinematografico francese. Diresse La fossa dei disperati (1958) e L'uomo in nero (1964). 

\Frank, Anne (Francoforte sul Meno 1929-Bergen-Belsen 1945) Giovane ebrea, universalmente nota per il suo Diario tenuto dal giugno del 1942 al 1° agosto 1944, pubblicato postumo dal padre, unico sopravvissuto della famiglia. Si rifugiò ad Amsterdam con la famiglia nel 1933 sperando di sfuggire alle persecuzioni naziste. Quando il nascondiglio venne scoperto, fu deportata insieme alla sua famiglia. Anna venne inviata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e in esso trovò la morte nelle camere a gas. La casa di Anna Frank ad Amsterdam è oggi diventata un museo in ricordo della sfortunata famiglia e delle persecuzioni antiebraiche. Il Diario rappresenta una testimonianza di forza d'animo e d'amore per la vita e dimostra una capacità di osservazione eccezionale per l'età dell'autrice. Il Diario di Anna Franck fu pubblicato per la prima volta nel 1947 ad Amsterdam. 

\Frank, César (Liegi 1822-Parigi 1890) Compositore francese. Tra le opere Les Béatitudes (oratorio, 1869-1879) e Sinfonia in re minore (1888). 

\Frank, IlJa Mihailovic (San Pietroburgo 1908-Mosca 1990) Fisico russo. Scoprì una radiazione debole emessa dai fluidi sottoposti alle radiazioni γ, e per questo fu insignito del premio Nobel nel 1958 insieme a I. E. Tamm e P. A. Cerenkov. 

\Frank, Philipp (Vienna 1884-Cambridge, USA 1966) Fisico e filosofo statunitense. Di origine austriaca, scrisse Fondamenti della fisica (1946). 

\Frankeniàcee Famiglia di piante cosmopolite dell'ordine delle Parietali. 

\Frankenstein (o il Prometeo moderno) Romanzo di M. Wollstonecraft Shelley (1818). Primo romanzo della Shelley, è uno dei più famosi racconti dell'orrore. Composto nel 1816 come risultato di una scommessa tra Mary Shelley, suo marito Percy, Lord Byron e il medico di Byron, Polidori. Il racconto ha per protagonista umano Frankenstein, studente tedesco e scienziato che scopre il modo di immettere la vita nel corpo di un morto e così crea un mostro senza nome. Fisicamente brutto ma originariamente buono, il mostro diventa cattivo quando Frankenstein rifiuta di accettarlo e di nutrirlo. Dopo che il mostro ha ucciso la moglie e il fratello del suo creatore, lo scienziato lo insegue fino al Polo Nord dove entrambi periscono. Nella sua prefazione, P. Shelley mise in guardia dall'interpretazione del libro come una critica alle idee romantiche. Il racconto ha ispirato numerosi film, tra i quali la famosa versione del 1931 di James Whale con Boris Karloff nella parte del mostro. 
Frankenstein 
Film dell'orrore, americano (1931). Regia di James Whale. Interpreti: Boris Karloff, Colin Clive, Anthony Bushell. Titolo originale: Frankenstein 

\Frankenstein Junior Film commedia, americano (1975). Regia di Mel Brooks. Interpreti: Gene Wilder, Marty Feldman, Madeline Kahn. Titolo originale: Young Frankenstein 

\franklin, sm. invar. Unità di carica elettrica del sistema elettrostatico CGS. 

\Franklin, Benjamin (Boston 1706-Filadelfia 1790) Statista, critico e scrittore statunitense, fu anche giornalista ed editore in ambito scientifico; si occupò di ricerche su fenomeni elettrici che, nel 1752, gli consentirono di inventare il parafulmine. Fu eletto deputato delle colonie inglesi nel 1754 e fu tra gli estensori della Dichiarazione di indipendenza (1776); rappresentò le colonie ribelli a Londra e firmò la pace di Versailles (1783), che poneva termine alla guerra d'indipendenza. Fu per tre anni presidente della Pennsylvania, poi deputato alla Convenzione, ove sostenne il rispetto dei diritti degli stati. Ha scritto un'Autobiografia (1791) e vari saggi politici ed economici. 

\franklinìte, sf. Ossido di zinco, manganese e ferro del gruppo degli spinelli. Si presenta in cristalli ottaedrici di colore nero. 
 @   da Franklin località del New Jersey. 

\franklinizzazióne, sf. Impiego dell'elettricità statica a scopo terapeutico. 
 @   dal nome di B. Franklin

\franóso, agg. Facile a franare. ~ cedevole. <> solido. 

\Franscìni, Stéfano (Bodio 1796-Berna 1857) Politico elvetico. Contribuì all'istruzione obbligatoria nel Cantone Ticino. È autore del saggio storico La Svizzera italiana. Politicamente legato al movimento radicale, ebbe un ruolo fondamentale nella storia del Cantone, quando nel 1848 venne eletto a capo nel dipartimento dell'interno del Consiglio Federale. 

\Frantic Film giallo, americano (1988). Regia di Roman Polanski. Interpreti: Harrison Ford, Betty Buckley, Yorgo Voyagis. Titolo originale: Frantic 

\frantóio, sm. 1 Macchine per frangere le olive. 2 Locale in cui si frangono le olive. 3 Macchina per frantumare pietre e minerali. 

\frantoìsta, sm. 1 Operaio addetto ai frantoi per pietre e minerali.

\frantumàre, v. v. tr. 1 Ridurre in piccoli pezzi. ~ sminuzzare. 2 Fiaccare, vincere. ~ demolire. 
v. intr. pron. Andare in frantumi. ~ sminuzzarsi. 
 X   v. tr. e intr. pron. to shatter, to break into pieces. 
 @   deriv. da frantume. 

\frantumazióne, sf. Il frantumare, il frantumarsi e l'essere frantumato. 

\frantùme, sm. Frammento di una cosa frantumata. ~ scheggia, detrito. 

\Frantumi Prosa di G. Boine (1918). 

\Franz Kafka Saggio di M. Brod (1937). 

\Frànzi, Gìno (Torino 1884-Milano 1958) Cantante di varietà italiano. Interpretò soprattutto ruoli sentimentali e malinconici. Si ricordano Scettico blu e Balocchi e profumi

\fràppa, sf. 1 Fascia di tessuto decorato usata per guarnizioni. 2 La rappresentazione pittorica del fogliame. 3 Al plurale, dolce carnevalizio fritto a forma di nastro tipico dell'Italia centrale. 

\frappàre, v. tr. 1 Ferire in più punti. ~ tagliuzzare. 2 Aggiungere frappe a un abito. 3 Chiacchierare. ~ parlottare. 

\frappé, agg. e sm. agg. Di bevanda frullata con aggiunta di ghiaccio tritato. 
sm. Bevanda frullata a base di latte con ghiaccio tritato. 
 X   sm. shake, milk shake. 

\frappórre, v. v. tr. Porre in mezzo. ~ interporre. <> sopprimere. 
v. intr. pron. Mettersi in mezzo. ~ intromettersi. 

\frapposizióne, sf. 1 Il frapporre e il frapporsi. 2 Inserimento di una consonante per evitare uno iato. 

\frasàrio, sm. 1 Raccolta di frasi. 2 Insieme delle frasi usate abitualmente da una persona nel parlare o nello scrivere. ~ lessico. 

\fràsca, sf. 1 Piccolo ramo fronzuto. ~ fronda. 2 Persona leggera e volubile. 3 Ramoscello che serve d'insegna alle osterie. 4 Al plurale, capricci, fronzoli. ~ sciocchezze. 
 X   sf. leafy branch. 

\frascàme, sm. Quantità di frasche. 

\Frascàro Comune in provincia di Alessandria (412 ab., CAP 15010, TEL. 0131). 

\Frascaròlo Comune in provincia di Pavia (1.329 ab., CAP 27030, TEL. 0384). 

\frascàti, sm. Vino bianco secco prodotto nella zona di Frascati. 

\Frascàti Comune in provincia di Roma (20.123 ab., CAP 00044, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, viti e frutta), enologico e industriale (prodotti poligrafici, alimentari e meccanici) sui colli Albani. Sede degli istituti scientifici del CNEN e dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. Vi si trovano le ville patrizie dei Torlonia, Aldobrandini e Mondragone, dei secc. XVI e XVII, la chiesa di Santa Maria, costruita tra il IX e il XV sec., e il duomo del XVII sec. Gli abitanti sono detti Frascatani

\frascheggiàre, v. intr. 1 Di frasche, stormire. ~ frusciare. 2 Scherzare. ~ civettare. 3 Parlottare, frappare. ~ ciarlare. 

\frascherìa, sf. 1 Ninnolo. ~ fronzolo. 2 Ciancia. ~ chiacchiera. 3 Capriccio. ~ ghiribizzo. 

\fraschétta, sf. 1 Piccola frasca. 2 Donna leggera e frivola. ~ civetta. 

\Frascinéto Comune in provincia di Cosenza (2.603 ab., CAP 87010, TEL. 0981). 

\fràse, sf. 1 Insieme di parole costituenti un'unità linguistica indipendente e avente senso compiuto. ~ proposizione. 2 Locuzione. ~ espressione. 3 Elemento del discorso musicale. ~ brano, passaggio. 
 X   sf. 1 sentence. 2 (mus.) phrase. 
 @   lat. phrasis, dal greco phràsis espressione, deriv. da phràzein parlare. 

\fraseggiàre, v. intr. 1 Usare, costruire frasi. 2 Dare evidenza espressiva alle frasi musicali. 

\fraséggio, sm. Il fraseggiare e il modo. 

\fraseologìa, sf. 1 Insieme dei modi di dire di una lingua. 2 La raccolta dei modi di dire propri di una lingua. 

\fraseològico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di fraseologia. dizionario fraseologico, contiene le locuzioni dei vari lemmi. 2 Di verbi, in grammatica, indicano i verbi utilizzati per descrivere una circostanza. verbi fraseologici. 

\Fraser (Australia) Isola dell'Australia, nell'oceano Pacifico, presso la costa del Queensland. 

\Fraser (Canada) Fiume (1.368 km) del Canada, nella Columbia Britannica. Nasce sulle Montagne Rocciose e sfocia nello stretto di Georgia presso Vancouver. Nel tratto centrale, le rive assumono lentamente l'aspetto di canyon. Il corso del fiume è navigabile solo per un breve tratto. La valle attraversata dal fiume è ricoperta da foreste che alimentano le industrie dei prodotti del legno. Le sue acque, molto pescose, sono ricche di salmoni. Presso la sua foce sono situate numerose industrie per la lavorazione del salmone. Verso la metà del XVII secolo nei depositi alluvionali di Yale fu trovato l'oro. 

\Fraser, Dawn (Sydney 1937-) Nuotatrice australiana. Alle olimpiadi del 1956, del 1960 e 1964 fu vincitrice dei 100 m in stile libero. 

\Frassilòngo Comune in provincia di Trento (380 ab., CAP 38050, TEL. 0461). 

\frassinèlla, sf. Erba odorosa. ~ dittamo. 

\Frassinèlle Polésine Comune in provincia di Rovigo (1.751 ab., CAP 45030, TEL. 0425). 

\Frassinèllo Monferràto Comune in provincia di Alessandria (614 ab., CAP 15035, TEL. 0142). 

\frassinéto, sm. Bosco di frassini. 

\Frassinéto Po Comune in provincia di Alessandria (1.363 ab., CAP 15040, TEL. 0142). 

\Frassinétto Comune in provincia di Torino (316 ab., CAP 10080, TEL. 0124). 

\fràssino, sm. Genere di pianta della famiglia delle Oleacee, presente nei boschi montani a latifoglie e coltivata per alberature. Il frassino comune (Fraxinus excelsior) ha tronco molto alto (più di 30 m), corteccia liscia di colore verde cinerina e legno bianco giallo; viene utilizzato soprattutto per la realizzazione di attrezzi sportivi, strumenti agricoli e compensati. 
 X   sm. ash tree. 

\Fràssino Comune in provincia di Cuneo (387 ab., CAP 12020, TEL. 0175). 

\Frassinòro Comune in provincia di Modena (2.476 ab., CAP 41044, TEL. 059). 

\Fràsso Sabìno Comune in provincia di Rieti (531 ab., CAP 02030, TEL. 0765). 

\Fràsso Telesìno Comune in provincia di Benevento (3.203 ab., CAP 82030, TEL. 0824). 

\frastagliaménto, sm. Il frastagliare, l'essere frastagliato; aspetto di una cosa frastagliata. ~ frastagliatura. 

\frastagliàre, v. v. tr. 1 Tagliuzzare in modo da ottenere sporgenze e rientranze. 2 Ornare di frastagli. 
v. intr. pron. Assumere forma irregolare. 

\frastagliàto, agg. 1 Tagliuzzato qua e là. ~ smerlato. 2 Discontinuo, ineguale. ~ irregolare. <> lineare. 
 X   agg. indented, jagged. 

\frastagliatùra, sf. Frastagliamento. 

\frastàglio, sm. 1 Insieme di sporgenze e rientranze irregolari fatte soprattutto per ornare. 2 Decorazione a frastagli. 

\fràstico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo alla frase. 
sm. Parte della prescrizione che indica ciò che è imposto. 

\frastornaménto, sm. 1 Il frastornare e l'essere frastornato; disorientamento, scombussolamento. ~ stordimento. 2 La cosa che frastorna. 

\frastornànte, agg. Che frastorna. ~ disorientante. 

\frastornàre, v. tr. 1 Disturbare, distogliere, importunare. ~ distrarre. 2 Intontire, confondere. stordire. ~ disorientare. 3 Impedire. ~ annullare. 4 Dissuadere da un proposito. 
 X   v. tr. to daze, to befuddle. 
 @   comp. da fra + stornare. 

\frastornàto, agg. Stordito, scombussolato, rintronato, stranito. ~ confuso. <> lucido, presente. 
 X   agg. confused. 

\frastornìo, sm. Rumore continuo che frastorna. 

\frastórno, sm. Frastornamento. 

\frastuòno, sm. Rumore intenso e confuso. ~ fracasso. 
 X   sm. hubbub, din, uproar. 

\fràte, sm. 1 Religioso che appartiene a un ordine mendicante. è un frate sfratato, che ha abbandonato i voti. 2 Embrice a forma di cappuccio per dare luce e aria a un sottotetto. 3 Il baco da seta che fa il bozzolo sulla stuoia. 
 X   sm. friar, monk. 
 @   lat. frater fratello. 
Frati minori 
Ordine creato da San Francesco d'Assisi nel 1209, approvato da Innocenzo III (1210) verbalmente e definitivamente da Onorio III nel 1223. È formato da tre famiglie autonome: i frati minori osservanti (o frati minori francescani), i frati minori conventuali, dotati di una regola meno severa, e i cappuccini, più intransigenti nell'applicazione della regola originaria. Pur vigendo una separazione tra le tre famiglie, risalente al 1517, esse sono accumunati dall'obbligo di seguire la stessa regola austera, ispirata all'ideale di povertà e di predicazione, a imitazione di Cristo; vestono del solo saio di lana marrone, il cappuccio e i sandali. Il loro compito è quello di predicare e promuovere opere di carità e custodire i santuari francescani. 

\Frate 'nnamorato, Lo Opera in tre atti di G. B. Pergolesi, libretto di G. Federico (Napoli, 1732). 

\fratellànza, sf. 1 L'essere fratello. 2 Vincolo di affetto che unisce due fratelli. ~ fraternità. 3 Legame affettuoso come tra fratelli. ~ amicizia. <> ostilità. 4 Confraternita, consorzio. ~ sodalizio. fratellanza militare. 5 Solidarietà. 
 X   sf. 1 brotherhood. 2 (confraternita) fraternity. 

\fratellàstro, sm. Fratello di sola madre o di solo padre. 
 X   sm. half-brother, stepbrother. 

\Fratelli Castiglioni, I Commedia di A. Colantuoni (1930). 

\Fratelli d'Italia Romanzo di A. Arbasino (1969). 

\Fratelli e sorelle Romanzo di I. Compton-Burnett (1929). 

\Fratelli Karamazov, I Romanzo di F. M. Dostoevskij (1879-1880). Considerato il capolavoro d Dostoevskij, è anche il suo ultimo romanzo. I quattro fratelli protagonisti del libro sono Dmitrij l'appassionato, Ivan l'intellettuale, il mistico Aljosa e il misantropo Smerdjakov, figli di Fëdor Karamazov. Il libro è il racconto del loro rapporto difficile con il padre. Il dramma esplode quando Smerdjakov uccide il padre e tutti sono investiti dal senso di colpa per la sua morte. I sospetti cadono su Dmitrij, fino a che l'assassino confessa il delitto e poi si impicca, determinando la condanna di Dmitrij. L'autore ha riunito nel romanzo tutti i temi che lo avevano agitato durante tutta la vita: fede e dubbio, amore dell'autorità e odio di essa, sensualità e ascesi, odio della razza umana e amore per essa. 

\Fratelli, I => "Adelphoe" 

\Fratellìni, Gustàvo (Firenze 1842-Parigi 1905) Artista circense italiano. 

\fratèllo, agg. e sm. agg. Che ha le stesse origini e gli stessi principi. 
sm. 1 Persona di sesso maschile nata dagli stessi genitori. 2 Frate. 3 Al plurale, l'insieme di tutti i figli degli stessi genitori. 4 Chi è unito agli altri da stretti vincoli affettivi o ideali. ~ compagno. fratello di fede calcistica
 X   agg. brother. 
 @   lat. fratellus, dimin. di frater fratello. 

\fraterìa, sf. Insieme di frati, detto in senso dispregiativo. 

\fratèrna, sf. Associazione patrimoniale tra i discendenti da un unico capostipite. 

\fraternaménte, avv. In modo fraterno. ~ amichevolmente. 

\fraternità, sf. 1 Amore fraterno anche tra persone non legate da parentela. ~ fratellanza. 2 Confraternita. 

\fraternizzàre, v. intr. 1 Trattare come un fratello. 2 Condividere ideali e aspirazioni; fare causa comune. ~ solidarizzare. 
 X   v. intr. to make friends, to fraternize. 

\fratèrno, agg. 1 Proprio dei fratelli; dei fratelli. 2 Affettuoso. ~ amorevole. <> distaccato. 
 X   agg. brotherly, fraternal. 

\fratésco, agg. (pl.-chi) Proprio dei frati. 

\fraticélli Minoranza eretica del francescanesimo, separatasi nella prima metà del sec. XIV, che si richiamava all'applicazione rigorosa della regola di povertà e del Testamento di Francesco d'Assisi. Condannati come eretici (1323) e costretti a vivere in comunità clandestine, scomparvero nel XV sec. sotto i colpi dell'Inquisizione. 

\fraticèllo, sm. 1 Diminutivo di frate. 2 Al plurale, francescano appartenente a una setta che auspicava il ritorno alla povertà delle origini del Cristianesimo. 

\fratìna, sf. 1 Acconciatura dei capelli con frangetta simile a quella dei frati. 2 Tavolo rettangolare lungo e massiccio simile a quello usato dai frati. 

\fratìno, agg. e sm. agg. 1 Di, da frate. 2 Di mobilio, solido e austero. 
sm. 1 Diminutivo di frate. 2 Frate giovane. 

\fratricìda, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Di chi compie un fratricidio; da fratricida 
sm. e sf. Chi compie un fratricidio. 

\fratricìdio, sm. Uccisione del fratello o della sorella. 

\fràtta, sf. 1 Macchia di spini. ~ roveto. 2 Siepe. ~ cespuglio. 

\Fràtta Polésine Comune in provincia di Rovigo (2.960 ab., CAP 45025, TEL. 0425). 

\Fràtta Todìna Comune in provincia di Perugia (1.617 ab., CAP 06054, TEL. 075). 

\frattàglie, sf. pl. 1 Interiora commestibili degli animali macellati. ~ rigaglie. 2 Insieme di cose inutili. 

\frattàle, sm. Figura geometrica che è la configurazione limite di una successione di figure ottenute una dall'altra mediante una regola assegnata e che ha l'aspetto di una immagine in cui si ripete all'infinito, con grandezza via via più piccola, una stessa forma. Il nome deriva dal fatto che, data una opportuna definizione di dimensione, a una figura di questo tipo viene assegnata una dimensione frazionaria. La teoria dei frattali è stata elaborata da B. B. Mandelbrot nel 1975, e può essere utilizzata per descrivere figure complesse della realtà.   +  
 X   sm. fractal.

\Frattamaggióre Comune in provincia di Napoli (36.089 ab., CAP 80027, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti alimentari e della lavorazione della canapa). Vi si trova la chiesa di Santa Maria degli Angeli, del XII sec. Gli abitanti sono detti Frattesi

\Frattaminóre Comune in provincia di Napoli (13.873 ab., CAP 80020, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti alimentari e della lavorazione della canapa). Gli abitanti sono detti Frattaminoresi

\frattànto, avv. Nel frattempo, nel medesimo tempo. ~ intanto. 
 X   avv. in the meantime, meanwhile. 

\Frattaròlo, Rènzo (Manfredonia, Foggia 1912-Trieste 2003) Storico della letteratura. Scrisse numerose opere di bibliografia, tra le quali Studi foscoliani (1954-1956), La stampa in Italia fra Quattro e Cinquecento e altri saggi (1967), Lineamenti di storia del libro e biblioteconomia (1984) e Cronache e Microstorie, e altri saggi (1986). 

\frattàzzo, sm. 1 Tavoletta usata dai muratori per stendere l'intonaco. 2 Frettazzo. 

\Fràtte Ròsa Comune in provincia di Pesaro (1.092 ab., CAP 61040, TEL. 0721). Centro agricolo (cereali, uva, foraggi). L'abitato è ancora racchiuso all'interno della cinta muraria medievale. 

\frattèmpo, sm. Nelle locuzioni nel, in quel, in questo frattempo, periodo di tempo frapposto, frattanto. ~ intanto 
 X   avv. in the meantime, meanwhile. 

\fràtto, agg. 1 Rotto, squarciato. ~ spezzato. 2 Diviso. 3 Frazionario. 

\frattùra, sf. 1 Il frangere, il frangersi e l'effetto. ~ spaccatura. 2 Rottura di un osso. ~ incrinatura. 3 Spaccatura della crosta terrestre e il modo in cui avviene. 4 Interruzione dell'unità o della continuità. ~ sospensione. <> continuum. 
 X   sf. 1 split, break. 2 (osso) fracture. 3 (fig.) rift. 
 @   lat. fractura, deriv. da fractus, p.p. di frangere. 
In medicina è la rottura di un osso; può essere provocata da cause traumatiche o da forme patologiche; nel primo caso, l'osso si spezza direttamente per il trauma (fratture dirette) o indirettamente per la flessione o la torsione (fratture indirette).  Nel secondo caso la frattura è spontanea conseguenza di malattie (come le neoplasie).  Nel momento in cui l'osso si rompe in molteplici frammenti, la frattura è detta comminuta; nel caso di rottura singola, si parla di infrazione.  Può essere inoltre distinta in completa, se è interrotta l'intera continuità dell'osso, con o senza spostamento dei monconi di frattura, e (frequente in età infantile) in a legno verde, se è incompleta, con una parte di un moncone che rimane attaccata all'altra.
Altra distinzione è tra frattura chiusa (non c'è lesione dei tessuti superficiali con apertura all'eterno) e frattura aperta (c'è esposizione dell'osso leso), quest'ultima particolarmente passibile di infezione.
In alcuni casi la presenza di fratture è assolutamente evidente, particolarmente in corso di fratture scomposte, cioè quando l'osso si spezza in due o più parti e i frammenti di frattura si spostano (lateralmente, ad angolo o sovrapponendosi parzialmente). Quando la frattura non è evidente, il soggetto traumatizzato presenta dolore, accentuato dalla palpazione profonda, ecchimosi (che può però comparire anche dopo un certo tempo) e compromissione dei movimenti della parte interessata. La diagnosi di frattura esige sempre una conferma radiologica. 
La cosa più importante per il pronto intervento è immobilizzare la parte interessata per evitare un aggravamento delle condizioni locali e generali del traumatizzato. In caso di sospetta frattura di spalla o di braccio (osso dell'omero), si provveda a immobilizzare il braccio contro il torace con una fasciatura o un telo. In caso di frattura di avambraccio, polso, mano o di un arto inferiore, immobilizzare utilizzando tavole di legno o altri oggetti rigidi e fasce. Importante sottolineare che se si sospettano possibili fratture alla colonna vertebrale è di vitale importanza non muovere o spostare in alcun modo l'infortunato fino all'arrivo di personale specializzato. 

\fratturàre, v. v. tr. Spezzare. ~ rompere. 
v. intr. pron. Rompersi. ~ spezzarsi. 
 X   v. tr. e intr. pron. to break, to fracture. 

\fratturazióne, sf. Atto ed effetto del fratturare e del fratturarsi. 

\fràude, sf. Frode. 

\fraudolenteménte, avv. In modo fraudolento. ~ disonestamente, ingannevolmente. 

\fraudolènto, agg. e sm. agg. 1 Fatto con frode; che costituisce frode. ~ ingannevole. <> leale, onesto. perseguiva uno scopo fraudolento. 2 Ipocrita, simulatore. ~ commediante. <> sincero. si era circondato di consiglieri fraudolenti
sm. Chi ha commesso una frode. ~ frodatore. 
 X   agg. fraudulent. 
 @   lat. fraudulentus, deriv. da fraus, fraudis frode. 

\fraudolènza, sf. 1 L'operare con frode. 2 Atto fraudolento, inganno. ~ frode. 

\fräulein, sf. invar. Istitutrice di lingua tedesca. 
 @   termine tedesco che significa "signorina". 

\Fraunhofer, Joseph von (Straubing 1787-Monaco di Baviera 1826) Fisico tedesco, studioso di ottica e di spettroscopia astronomica; scoprì, nel 1815, nello spettro solare le righe scure che portano ancora il suo nome, dette di assorbimento. La sua scoperta fu giudicata da G. Kirchoff come una pietra miliare della fisica e dell'astronomia. 
Righe di Fraunhofer 
Righe scure, osservabili nello spettro di una sorgente, nel momento in cui la sua luce attraversa un mezzo aeriforme, in grado di assorbire alcune frequenze caratteristiche. Una loro osservazione negli spettri del Sole e delle stelle, in quanto la loro luce è privata delle frequenze tipiche degli atomi dell'atmosfera dell'astro, consente di eseguire importanti e interessanti scoperte chimiche. 

\Frazer, James George (Glasgow 1854-Cambridge 1941) Etnologo inglese. Tra le sue opere, Il ramo d'oro (1890) e Totemismo ed esogamia (1910). 

\frazionàbile, agg. Che si può frazionare. 

\frazionàle, agg. Frazionario. 

\frazionaménto, sm. Azione ed effetto del frazionare. 

\frazionàre, v. v. tr. Dividere in frazioni; suddividere, articolare. ~ spartire. <> raggruppare. 
v. rifl. Dividersi. ~ smembrarsi. <> riunirsi. 
 X   v. tr. to split up, to divide. 
 @   deriv. da frazione. 

\frazionàrio, agg. Di frazione. 

\frazionataménte, avv. In modo frazionato. 

\frazionàto, agg. 1 Diviso in frazioni. ~ suddiviso. il percorso era stato frazionato sulla base della difficoltà di salita. 2 Di un francobollo diviso in due o tre parti e usato per la metà o per un terzo del suo valore. 

\frazióne, sf. 1 Il frangere. 2 Ognuna delle parti in cui si divide qualcosa. ~ porzione. <> intero. 3 Numero che esprime una o più parti uguali in cui è stata suddivisa l'unità. 4 Gruppo o corrente che si rende autonoma. ~ frangia. 5 Centro abitato isolato dal comune da cui dipende. 6 In una gara di staffetta, la parte percorsa da ogni componente; nel ciclismo, semitappa. 
 X   sf. 1 fraction. 2 (frazione di comune, villaggio) small town, small village. 
 @   lat. fractio,-onis, deriv. da fractus, p.p. di frangere. 
In matematica un termine del tipo m/n, con m e n numeri naturali (n diverso da 0) viene detto frazionem e n sono detti, rispettivamente, numeratore e denominatore (o divisore e dividendo);  la frazione m/n è detta propria quando m>n, impropria nel caso in cui m<n, apparente quando equivale a un numero intero.  La frazione m/n si dice ridotta ai minimi termini se m e n sono primi tra loro, ossia quando non hanno un divisore comune diverso da 1; si dice decimale quando il denominatore n è una potenza di 10 (ogni frazione può essere espressa come un numero decimale: basta eseguire la divisione del numeratore per il denominatore espressi in base dieci; se tale numero è limitato può essere poi espresso come frazione decimale; es.: 2/50 = 0.02 = 2/100; 2/30 = 0.0333…, che non può essere espresso come frazione decimale).  Le frazioni equivalgono ai numeri razionali (o periodici) non negativi.  Comunque la parola "frazione" è usata anche per descrivere espressioni matematiche negative o che non sono numeri razionali, per esempio espressioni che contengono numeri irrazionali, come √2/2 e π/4, o, spesso, termini del tipo A/B con A e B numeri qualunque, o espressioni contenenti variabili.  Ad esempio si parla di applicare la "regola" per trasformare in frazione una somma di frazioni, A/B+C/D → (A·D+C·B)/(B·D), anche quando la si usa per trasformare in rapporto la somma di due rapporti qualunque. Quando si vuole specificare che una frazione può avere numeri non interi come numeratore o denomimatore, essa viene spesso chiamata frazione algebrica.   +  

\frazionìsmo, sm. Tendenza a formare gruppi o correnti all'interno di un partito politico. ~ scissionismo. 

\frazionìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi tende al frazionismo. 2 Ogni atleta di una gara di staffetta. 

\frazionìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al frazionismo. 

\Frazzanò Comune in provincia di Messina (1.203 ab., CAP 98070, TEL. 0941). 

\freak, agg., sm. e sf. invar. Di chi, tra gli anni '60 e '70, criticava la società comportandosi e vestendosi in modo povero ed eccentrico. ~ anticonformista, stravagante. 

\Frears, Stephen (Leicester 1941-) Regista cinematografico inglese. Diresse My beuatiful Laundrette (1985), Sammy e Rosie vanno a letto (1987), Le relazioni pericolose (1988), Eroe per caso (1992), The Snapper (1993), Mary Reilly (1995) e Due sulla strada (1996). 

\freàtico, agg. (pl. m.-ci) Di acqua, che sgorga naturalmente dal sottosuolo. 

\Frécce tricolóri Il nome della Pattuglia acrobatica nazionale. 

\freccétta, sf. 1 Diminutivo di freccia. 2 Piccola freccia che si scaglia a mano contro un bersaglio. 

\fréccia, sf. 1 Asta sottile con una punta in cima e un impennaggio usata come arma, che viene tirata con l'arco o con la balestra. ~ dardo. 2 Qualunque oggetto a forma di freccia. 3 Segnale a forma di freccia che segnala la direzione che intende prendere un autoveicolo. 4 In architettura distanza tra la chiave di volta e la corda di un arco. 
 X   sf. 1 arrow. 2 (automezzo) indicator, turn signal. 
 @   franc. antico flèche, dal franco fliugika. 
Freccia di direzione 
Indicatore, utilizzato negli automezzi o motomezzi, per segnalare il cambio di una corsia, la svolta a destra o sinistra, e consistente in una barretta a luce rossa, posta sulla carrozzeria. 
Freccia di un arco di curva 
Segmento della perpendicolare condotta per il suo punto medio alla corda sottesa dall'arco. 

\Fréccia Costellazione molto piccola, visibile nelle notti estive, che si trova nell'emisfero celeste boreale, a nord dell'Aquila. Risulta essere formata principalmente da stelle poco luminose. 

\Freccia nera, La Romanzo di R. L. Stevenson (1888). 

\frecciàre, v. tr. e intr. 1 Scagliare frecce contro qualcuno. 2 Colpire con frecce. 

\frecciàta, sf. 1 Colpo di freccia. 2 Richiesta di denaro che non sarà restituito. 3 Allusione pungente, battuta maligna. ~ stoccata. 

\Fréchet, Maurice (Maligny 1878-Parigi 1973) Matematico francese e fondatore dell'analisi funzionale. Diede importanti contributi alla topologia e alla teoria delle probabilità. 

\freddaménte, avv. Con freddezza, con indifferenza. ~ impassibilmente, crudelmente. 

\freddàre, v. v. tr. 1 Rendere, far diventare freddo. ~ raffreddare. <> riscaldare. 2 Uccidere con un solo colpo. ~ ammazzare. 3 Bloccare, mortificare, annichilire. ~ intimidire. 
v. intr. pron. Diventare freddo. ~ raffreddarsi. 
 X   v. tr. (uccidere) to shoot dead. 

\freddézza, sf. 1 L'essere freddo. ~ gelidezza. 2 Mancanza di cordialità ~ indifferenza. <> entusiasmo. 3 Calma, sangue freddo. ~ self control. <> impulsività. 
 X   sf. coldness. 

\fréddo, agg. e sm. agg. 1 Che ha poco calore o manca di calore. ~ gelido. <> caldo. 2 Senza entusiasmo, che non si lascia sopraffare dalle passioni; distaccato. ~ indifferente. <> passionale. 3 Brivido di paura. 4 Di cibo, preparato per essere consumato freddo. 5 Impersonale, scialbo. ~ incolore. <> ispirato. 
sm. 1 La sensazione che deriva da una bassa temperatura. ~ fresco, gelo. <> tepore, calore. 2 Il tempo, la stagione in cui il clima è rigido. 
 X   agg. e sm. 1 cold. 2 (avere freddo) to be cold. 3 (fig., a freddo) deliberately. 
 @   lat. tardo frigdus. 
Animali a sangue freddo 
Animali nei quali la temperatura corporea varia al variare di quella ambientale. 

\freddolóso, agg. e sm. Che, chi è sensibile al freddo. 
 X   agg. sensitive to cold. 

\freddùra, sf. 1 Battuta di spirito consistente in un gioco di parole. ~ spiritosaggine. 2 Freddo invernale. 
 X   sf. pun. 

\freddurìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi ama dire freddure. 

\Fredegónda (Montdidier 545?-Parigi 597) Regina merovingia, sposa di Chiperico I di Neustria. Combatté a lungo contro il cognato Sigeberto I d'Austrasia, che riuscì a far uccidere nel 575, e sua moglie Brunechilde. 

\Frederiksborg Contea (349.000 ab.) della Danimarca, capoluogo Hillerúd. 

\Fredholm, Ivar (Stoccolma 1866-Mörby 1927) Matematico svedese. Compì importanti studi su un particolare tipo di equazione integrale. 

\Frediàno (?-Lucca 588) Santo. Eremita e quindi vescovo di Lucca (560) di origine irlandese. 

\free jazz, loc. sost. m. invar. Stile jazzistico nato nel 1958-1960 negli Stati Uniti per opera di alcuni musicisti che sostenevano la necessità dell'improvvisazione totale. Tra gli esponenti si ricordano, Ornette Coleman, Eric Dolphy, Albert Ayler, Archie Shepp, A. Braxton, D. Murrey, L. Jekins e A. Davis. 

\free-climbing, sm. invar. Arrampicata libera compiuta su percorsi e con mezzi non tradizionali. 

\freelance, agg., sm. e sf. invar. Di chi esercita una professione e si fa pagare a prestazione. 

\freenet, sf. invar. Nel linguaggio informatico indica un host di Internet che consente libero accesso a una rete. 

\Freetown Città della Sierra Leone (470.000 ab.), capitale dello stato omonimo; si trova sull'estuario del fiume Rokel, ove forma un porto naturale. È un importante mercato agricolo (cacao), di prodotti minerari (ferro, diamanti), e centro industriale sviluppato (raffineria, lavorazione dei diamanti, tessile, chimica). Il nome proviene dal fatto che originariamente nacque come la città degli schiavi liberati (1787). 

\freeware, sm. invar. Nel linguaggio informatico indica un programma che può essere distribuito e utilizzato liberamente senza scopi di lucro. 

\freezer, sm. invar. Scomparto del frigorifero in cui vi è la temperatura più bassa; cella frigorifera. ~ congelatore. 

\fregàccio, sm. Frego fatto alla peggio. ~ sgorbio. 

\fregagióne, sf. Massaggio. ~ frizione. 

\fregaménto, sm. L'atto del fregare. 

\fregàre, v. v. tr. 1 Passare più volte su qualcosa. ~ strofinare. 2 Imbrogliare, ingannare. ~ truffare. 3 Rubare. 4 Bocciare a un esame o a un concorso. 5 Possedere sessualmente. ~ fottere. 6 Avere un rapporto sessuale. 
v. intr. pron. Non preoccuparsi. ~ disinteressarsi. <> interessarsi. 
 X   v. tr. 1 to rub. 2 (truffare) to cheat, to take in. 3 (rubare) to pinch, to swipe. 4 (chi se ne frega?) who gives a damn about it? 5 (me ne frego) I don't give a damn. 
 @   lat. fricare strofinare. 

\fregàta, sf. 1 Il fregare. 2 Fregatura. ~ imbroglio. 3 Antica nave da guerra. 4 Genere di imbarcazione veloce e maneggevole di media dimensione in uso nel XVI e XVIII sec. per missioni esplorative. 5 Attualmente unità di medie dimensioni e grande autonomia destinata a missioni antisommergibile e alla scorta di aerei da caccia. 
 X   sf. 1 rub. 2 (naut.) frigate. 
Uccello (Fregata magnifica) della famiglia dei Fregatidi e dell'ordine dei Pelecaniformi. Di colore scuro, negli esemplari maschi presenta una gola rossa. Vive nelle Americhe. Talvolta sottrae la preda ad altri uccelli. 

\fregatùra, sf. 1 Il fregare e l'effetto. 2 Imbroglio, truffa. ~ inganno. 
 X   sf. rip-off. 

\Frege, Friedrich Ludwig Gottlob (Wismar 1848-Bad Kleinen 1925) Logico e matematico tedesco, il cui nome è legato al programma di fondazione logica della matematica contenuto nelle opere I fondamenti dell'aritmetica. Ricerca logico-matematica sul concetto di numero (1884) e Principi dell'aritmetica (1893). Russell dimostrò la contraddittorietà delle sue teorie; il tentativo di Frege di logicizzare la matematica segna comunque un punto di partenza importantissimo per lo sviluppo della logica matematica.   +  

\Fregène Centro del Lazio, frazione del comune di Roma. Posto sul mar Tirreno, a nord della foce del Tevere, è stazione balneare. 

\fregiàre, v. v. tr. 1 Decorare con fregi. ~ ornare. 2 Adornare, guarnire. ~ abbellire. 3 Insignire. ~ decorare. 
v. rifl. 1 Ornarsi. ~ decorarsi. 2 Onorarsi. ~ gloriarsi. 

\fregiatùra, sf. 1 Azione del fregiare, dell'ornare. 2 Fregio, ornamento. ~ decorazione. 

\frégio, sm. 1 Fascia decorativa per lo più orizzontale. ~ ornamento. 2 Ornamento morale. ~ vanto. 
 X   sm. 1 ornament. 2 (arch.) frieze. 
 @   lat. phrygium ricamo. 
Negli ordini architettonici è l'elemento della trabeazione collocato tra la cornice e l'architrave. Il fregio dell'ordine corinzio (Olimpeion di Atene) è liscio e ha decorazioni vegetali, a volte ricoperte da iscrizioni. Nell'ordine dorico è costituito da metope, alternate a triglifi (tempio di Zeus a Olimpia); in quello ionico, il fregio si estende a fascia continua tra l'architrave e la cornice, con incisioni di scene mitologiche. 

\fregnàccia, sf. Fandonia. ~ sciocchezza. 

\fregnóne, sm. (f.-a) Stupido. ~ sciocco. 

\frégo, sm. (pl.-ghi) Linea fatta in fretta per cancellare. ~ sgorbio. 

\frégola, sf. 1 Stato di eccitazione degli animali che si ha in concomitanza con la fase di riproduzione. ~ calore, foia. 2 Voglia ardente e ostinata, smania. ~ bramosia. 3 Forte desiderio sessuale. ~ libidine. 

\Frègoli, Leopòldo (Roma 1867-Viareggio 1936) Attore di varietà. Fu un famoso trasformista. 

\Fregóna Comune in provincia di Treviso (2.936 ab., CAP 31010, TEL. 0438). 

\Fregóso, Doménico (Genova 1325?-1390 ca.) Doge genovese dal 1370 al 1378, di nobile famiglia dell'aristocrazia mercantile. Ottenne il potere grazie a una congiura ai danni di Gabriele Adorno. Conquistò Cipro. La sua famiglia governò Genova per circa tre secoli, fino al 1524, anno di morte dell'ultimo suo discendente, Ottaviano. 

\Freinet, Célestin (Gars 1896-Vence 1966) Educatore e pedagogista francese, elaborò un metodo educativo che, non approvato dalle autorità, incentivava gli studenti a esprimersi spontaneamente tramite il lavoro di gruppo, la creazione di materiali sostitutivi di quelli tradizionali, la contestualizzazione delle esperienze quotidiane, rifiutando ogni tipo di autoritarismo. Tra le opere pubblicate, La scuola moderna (1946), I detti di Matteo (1949), Nascita di una pedagogia popolare (1949), Le mie tecniche (1964). 

\Freire, Paulo (Recife 1921-São Paulo 1997) Pedagogista brasiliano. Scrisse L'educazione come pratica di libertà (1973). 

\frèisa, sf. invar. Vino rosso amabile del Piemonte. 

\freislebenìte, sf. Solfuro di piombo, argento e antimonio. Si presenta in cristalli prismatici monoclini di colore grigio acciaio. 

\Fréjus Passo (2.538 m) delle Alpi Occidentali, che collega la val di Susa con la val Moriana in Francia, e domina l'omonima galleria stradale (12,8 km) e quella ferroviaria (13,6 km), chiamata anche del Cenisio e inaugurata nel 1871. 

\fremebóndo, agg. Che freme. ~ incollerito. 

\fremènte, agg. Che freme, smanioso. ~ impaziente. <> impassibile. 

\frèmere, v. intr. 1 Essere agitato da una passione. ~ vibrare. 2 Agitarsi con frastuono. ~ rumoreggiare. 3 Arrabbiarsi, irritarsi. ~ spazientirsi. 4 Friggere, mordere il freno. ~ scalpitare. 
 X   v. intr. to quiver with, to tremble. 
 @   lat. fremere. 

\frèmito, sm. 1 Agitazione delle membra causata da una forte passione. ~ turbamento. 2 Rumore sordo, cupo. 3 Suono aspro di voce mossa da forte passione. 
 X   sm. quiver, tremor, thrill. 
 @   lat. fremitus,-us, deriv. da fremere. 

\frenàbile, agg. Che si può frenare. 

\frenàggio, sm. 1 L'insieme degli organi di frenata. 2 L'azione del frenare. 

\frenàre, v. v. tr. 1 Trattenere col freno; azionare i freni. ~ fermare, bloccare, rallentare. <> accelerare. non è riuscito a frenare in tempo l'auto, andando così a sbattere. 2 Moderare, contenere, temperare, dominare. ~ trattenere. ha frenato il ritmo della corsa, con un andamento ridotto. 3 Inibire, ostacolare, impacciare. ~ soffocare. <> esternare. 4 Scoraggiare. ~ raffreddare. <> spronare 
v. rifl. Controllarsi, contenersi, reprimersi. ~ dominarsi. <> esplodere. non riusciva a frenarsi dal compiere quel gesto
 X   v. tr. 1 (rallentare di veicolo) to slow down. 2 (fig.) to restrain, to check, to hold back. v. intr. to brake. v. rifl. to control oneself, to restrain oneself. 
 @   lat. frenare

\frenastenìa, sf. Deficit intellettivo congenito che si manifesta precocemente. ~ idiotismo. 

\frenastènico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo a frenastenia. 
agg. e sm. Che, chi è affetto da frenastenia. 

\frenastèrzo, sm. Dispositivo delle moto da corsa per regolare lo sterzo. 

\frenàta, sf. Il frenare e l'effetto. 
 X   sf. 1 braking. 2 (fare una frenata) to brake. 

\frenàto, agg. Tenuto fermo mediante un freno. 

\frenatóre, agg. e sm. agg. Che frena. 
sm. 1 Chi frena. 2 Ferroviere addetto ai freni. 

\frenatùra, sf. L'azione del frenare e l'effetto. 

\Frénaud, André (Montceau-les-Mines 1907-Parigi 1993) Poeta e saggista francese. Tra le opere, Les rois mages (1943), Les paysans (1951), Il n'y a pas de paradis (1963), L'étape dans la clairière (1966), Le Sainte Face (1968), La sorcière de Rome (1973), Notre inhabileté fatale (1979), Mirò comme un enchanteur (1983) e Nul ne s'égare (1986). 

\frenèllo, sm. 1 Frenulo. 2 In marina, il frenello del timone è una corda, o una catena, avvolta alla ruota del timone e fissata con i due capi alle estremità della barra. 

\frenesìa, sf. 1 Stato di delirio furente. ~ pazzia. 2 Pensiero fantastico. ~ vaneggiamento. 3 Eccitazione. ~ entusiasmo. <> calma. 4 Voglia smaniosa. ~ mania. 
 X   sf. frenzy. 
 @   lat. mediev. phrenesia, deriv. dal greco phren mente. 

\freneticaménte, avv. 1 In modo frenetico. ~ concitatamente. 2 Appassionatamente. ~ entusiasticamente. 

\frenètico, agg. (pl. m.-ci) 1 In preda a frenesia; prodotto da frenesia. ~ convulso. <> calmo, flemmatico. 2 Movimentato, convulso. ~ sfrenato. <> pacato. 3 Entusiastico, sfrenato. ~ appassionato. <> impassibile. 
 X   agg. frenetic. 
 @   lat. phreneticus, dal greco phrenetikòs. 

\Fréni, Mirèlla (Modena 1935-) Soprano, interprete soprattutto di Mozart. 

\freniàtra, sm. e sf. Medico delle malattie mentali. ~ psichiatra. 

\freniatrìa, sf. Scienza che studia le malattie mentali. ~ psichiatria. 

\frènico, agg. (pl. m.-ci) In anatomia, che ha rapporto col diaframma. 

\Frenkel', Jakov Ilic (Rostov 1894-Leningrado 1952) Fisico russo. Si occupò soprattutto dei difetti dei cristalli e degli effetti delle radiazioni sui materiali. 

\frèno, sm. 1 Barra di ferro che si mette in bocca agli animali per dirigerne il movimento mediante le redini. ~ morso. 2 Dispositivo che serve per fermare o rallentare il movimento di un veicolo o di un meccanismo. 3 Tutto ciò che serve a moderare, reprimere o trattenere. ~ impedimento. <> incentivo, pungolo. 4 Ritegno, misura. ~ controllo. 5 Autorità di governo, potere pubblico. 6 Frenulo. ~ filetto. 
 X   sm. 1 brake. 2 (freno a disco) disc brake. 3 (mettere un freno) to restrain, to control. 
Può essere di vari tipi, ossia meccanico, elettromagnetico, a fluido; nel primo tipo, l'azione di frenata è svolta da due organi meccanici; in quelli elettromagnetici, il principio frenante sfrutta la forza dei campi magnetici indotti da un'elettrocalamita. A loro volta i freni meccanici possono distinguersi in freni a tamburo, ad arpione, a ceppi e a disco. Il sistema frenante a fluido sfrutta la resistenza viscosa esercitata da un fluido su organi in moto dentro allo stesso. (freno di una bicicletta   +  )

\frenocòmio, sm. Manicomio. 

\frenologìa, sf. 1 Dottrina che si prefigge di scoprire il carattere e le capacità di una persona dalla conformazione del cranio. 2 Studio delle malattie mentali. ~ psichiatria. 

\frenològico, agg. (pl. m.-ci) Di frenologia, relativo alla frenologia. 

\frenòlogo, sm. (pl.-gi) Studioso di frenologia. ~ freniatra. 

\frènulo, sm. Piega cutanea o mucosa che ostacola o limita il movimento di organi o di parti di organi.   +  
Frenulo del pene e del prepuzio 
Membrana sottile che unisce il prepuzio al pene. 
Frenulo linguale 
Membrana sottile che unisce la parte inferiore della lingua al pavimento boccale.
 X   sm. fraenum (pl. fraena).

\frèon, sm. invar. Nome commerciale di un gruppo di composti organici del fluoro (fluorocloroidrocarburi) usati come liquidi refrigeranti nei frigoriferi domestici e industriali e come propellenti per aerosol (bombole spray). Si ottengono dal metano e dall'etano, sono inodori, insapori, ininfiammabili e privi di tossicità. Dal 1988 ne è stato sospeso l'uso in quanto ritenuti responsabili, soprattutto i composti ad alto contenuto di fluoro, dell'assottigliamento della fascia dell'ozono. 

\frequentàbile, avv. Che si può frequentare. 

\frequentàre, v. v. tr. 1 Ritornare spesso nello stesso luogo. ~ bazzicare. <> stare alla larga. 2 Partecipare con assiduità a un'attività che si svolge con regolarità; essere iscritto. ~ praticare. <> evitare. 3 Trovarsi spesso in compagnia di una persona. aveva cominciato a frequentarla con maggiore assiduità dopo quella giornata felice. 4 Seguire una lezione. ~ assistere. non frequenti il corso di inglese? 
v. intr. pron. Incontrarsi spesso. ~ vedersi. si frequentavano ormai da un mese
 X   v. tr. 1 (scuola) to attend. 2 (locale) to frequent, to go to. 3 (persone) to see often, to see regularly. 
 @   lat. frequentare, deriv. da frequens,-entis numeroso frequentato. 

\frequentatìvo, agg. Di un verbo che esprime un'azione ripetuta. 

\frequentàto, agg. Di luogo in cui di solito ha molti frequentatori. ~ popolato. <> deserto. 
 X   agg. popular, busy. 

\frequentatóre, sm. (f.-trìce) Che frequenta un luogo o una persona. ~ habitué. 

\frequentazióne, sf. 1 Il frequentare. ~ frequenza. 2 Confidenza, dimestichezza. ~ familiarità. <> estraneità. 

\frequènte, agg. 1 Che si fa o accade spesso, più volte. ~ assiduo, consueto. <> saltuario. 2 Frequentato. 
 X   agg. frequent. 
 @   lat. frequens,-entis fitto. 

\frequenteménte, avv. Spesso. ~ sovente. <> occasionalmente. 

\frequènza, sf. 1 L'essere frequente. 2 Il numero di volte che un fatto accade. ~ assiduità, reiterazione. <> eccezionalità, infrequenza. 3 Partecipazione. ~ affluenza. 4 Ripetitività, assiduità. ~ continuità. <> sporadicità. 
 X   sf. 1 (ins.) attendance. 2 (mat., fis.) frequency. 
 @   lat. frequentia. 
In fisica (e in analisi matematica) è il numero di cicli che una grandezza che varia periodicamente compie in un'unità di tempo; viene misurata in cicli al secondo o hertz (Hz).   +  
Frequenza assoluta e realtiva 
In una rilevazione statistica la frequenza (assoluta) è il numero di volte in cui un evento si verifica. La frequenza relativa è il rapporto tra la frequenza assoluta e il numero totale dei rilevamenti effettuati.   +  
Frequenza immagine 
È la frequenza che si trova a una distanza pari al doppio della frequenza intermedia da quella del segnale da ricevere con un radioricevitore supereterodina. Viene eliminata con un filtro passabanda. 
Frequenza intermedia 
Frequenza fissa alla quale viene convertito qualsiasi segnale ricevuto in un radioricevitore supereterodina. Viene ottenuta tramite un circuito chiamato convertitore di frequenza

\frequenzìmetro, o frequenziòmetro, sm. Apparecchiatura idonea a misurare la frequenza di una grandezza elettrica alternata. 
Frequenzimetri a risonanza meccanica 
Dispositivi costituiti da una sequenza di lamelle metalliche con una propria frequenza di vibrazione e da un elettromagnete, alimentato dalla grandezza esaminata, che fa entrare in risonanza la lamella caratterizzata dalla stessa frequenza. 
Frequenzimetri elettronici 
Dispositivi che utilizzano il confronto con la frequenza campione di un oscillatore a cristallo. 

\frésa, sf. Utensile a taglienti multipli che intaglia o incava legno o metalli. 

\Fresagrandinària Comune in provincia di Chieti (1.350 ab., CAP 66050, TEL. 0873). 

\fresàre, v. tr. 1 Lavorare con la fresatrice. 2 Fregiare. 

\fresatóre, sm. (f.-trìce) Operaio addetto alla fresatrice. 

\fresatrìce, sf. Macchina per fresare simile al tornio. 

\fresatùra, sf. Il fresare e l'effetto. 

\freschézza, sf. 1 Qualità di ciò che è fresco. ~ semplicità, immediatezza. <> artificiosità. 2 Brio. ~ verve. <> cupezza, piattezza. 3 Innocenza. ~ candore. 4 Salute, floridezza. ~ rigoglio. 
 X   sf. freshness. 

\frésco, agg. e sm. (pl.-chi) agg. 1 Di ciò che è leggermente e piacevolmente freddo. ~ rinfrescante. ordinò del vino fresco; stare fresco, passare dei guai oppure non farsi illusioni. 2 Non bene asciutto, detto di colori, inchiostri ecc. 3 Di animale, macellato da poco. 4 Genuino, naturale. ~ spontaneo. <> artificioso. 6 Di cibo, preparato da poco. pane fresco. 7 Di notizia, recente. ~ nuovo. <> superato. 8 Di frutta, appena colta. 9 Di fiori, appena recisi. 10 Florido. ~ sano. 11 In forma. ~ riposato, ristorato. <> affaticato. arrivando al traguardo si sentiva ancora fresco. 12 Rigoglioso. ~ fiorente. <> appassito. 
sm. 1 Temperatura fresca e piacevole. ~ ombra. 2 Pittura fatta a fresco. 3 Luogo, ambiente fresco. dormire al fresco, in prigione. 4 Tessuto di lana per abiti estivi. 5 Frescura. ~ refrigerio. 
 X   agg. 1 fresh. 2 (notizia) recent. 3 (temperatura) cool. 4 (fig., stai fresco) you'll be in for it. sm. 1 (stare fresco) to be in for it. 2 (mettere al fresco) to put in a cool place. 
 @   german. frisk

\Frescobàldi, Giròlamo (Ferrara 1583-Roma 1643) Compositore e organista che si dedicò prevalentemente al cembalo (due libri di Toccate) e all'organo (I fiori musicali). La sua musica, di grande varietà e complessità ritmica, parte dallo stile polifonico del Cinquecento per attingere alla sensibilità del Seicento; articolò le sue composizioni con un linguaggio di grande elaborazione contrappuntistica e armonica. Di grande interesse le raccolte di musiche strumentali, Il primo libro delle fantasie a quattro (1608), Ricercari e canzoni francesi (1615), Il primo di capricci fatti sopra diversi soggetti et arie (1624). 

\frescóne, sm. Sciocco. ~ stupido. 

\frescùra, sf. Aria fresca e pungente. 

\frèsia, sf. Genere di piante erbacee dotate di bulbo, della famiglia delle Iridacce, comprendente tre specie. Presenta fiori bianchi, gialli, rosso porpora o violetti molto profumati. 

\Fresnay, Pierre (1897-1975) Attore cinematografico francese. Interpretò La grande illusione (1937) e Il corvo (1943). 

\Fresnel, Augustin-Jean (Broglie 1788-Ville D'Avray 1827) Fisico e matematico francese è considerato, assieme a T. Young, il fondatore dell'ottica fisica. Si dedicò alle ricerche sulla propagazione, diffrazione e polarizzazione della luce; pose le basi della teoria ondulatoria della luce. 
Lente di Fresnel 
Lente usata nei sistemi ottici dei fari, consistente in una serie di anelli a gradinata concentrici ottenuti come sezioni di superfici convesse. 
Specchio di Fresnel 
Specchio utilizzato per separare due fasci luminosi prodotti dalla medesima sorgente. 

\Fresno Città (354.000 ab.) degli USA, nello stato della California, nella valle di San Joaquin a 250 km da San Francisco. Mercato per il commercio dei prodotti ortofrutticoli. Le industrie principali sono quelle alimentari, tessili, meccaniche e chimiche. 

\Fresonàra Comune in provincia di Alessandria (691 ab., CAP 15064, TEL. 0143). 

\fret, sm. Termine di origine inglese che indica ciascuna delle sbarrette verticali lungo il manico degli stumenti a corda.   +  

\frétta, sf. 1 Necessità di far presto. ~ furia, premura. <> calma, flemma. 2 Rapidità. <> lentezza. 
 X   sf. 1 haste, hurry. 2 (in fretta e furia) in a made rush. 3 (fai in fretta) hurry up. 4 (avere fretta) to be in a hurry. 

\frettàre, v. tr. In marina, strofinare con energia una superficie a bordo, usando un'apposita spazzola, molto bagnata, in modo da pulirla. 
 @   dal lat. volg. fricare fregare. 

\frettàzzo, sm. Spazzolone usato sulle navi per pulire ponti, tele ecc. 

\frettolosaménte, avv. In modo frettoloso. ~ affrettatamente, sbrigativamente. 

\frettolóso, agg. 1 Che ha o mostra fretta. ~ impaziente. <> placido. 2 Che è fatto in fretta. ~ convulso. <> flemmatico, calmo. 3 Che opera in fretta. ~ sbrigativo. 4 Abborracciato, affrettato. ~ superficiale. <> ponderato. 
 X   agg. 1 (persona) in a hurry. 2 (attività) rushed, hurried. 

\Freud, Anna (Vienna 1895-Londra 1982) Psicanalista inglese di origine austriaca. Figlia di Sigmund Freud, collaborò inizialmente con il padre. Assunto l'incarico di insegnante a Vienna, scrisse Introduzione alla psicanalisi per insegnanti (1930). Continuando le ricerche paterne, fu autrice di importanti contributi alla psicanalisi dell'infanzia, alla quale dedicò la famosissima Introduzione alla tecnica della psicoanalisi infantile (1927). Nel 1938 si trasferì a Londra insieme al padre per sottrarsi alle persecuzioni naziste contro gli ebrei. Tra le sue opere, sono da ricordare L'io e i meccanismi di difesa (1936), Il trattamento psicoanalitico dei bambini (1946), Normalità e patologia dell'infanzia (1965), Problemi di tecnica e terapia psicoanalitica (1973). Anna Freud si dedicò con particolare impegno allo studio del benessere dei bambini. A Londra fondò le Hampstead War Nurseries (asili di guerra di Hampstead) e dopo la fine della seconda guerra mondiale fondò il famoso Hampstead Child Therapy Course and Clinic (corso di terapia e clinica infantile di Hampstead). I suoi scritti sono stati raccolti in sette volumi dal titolo complessivo Gli scritti di Anna Freud

\Freud, Sigmund (Freiberg 1856-Londra 1939) Medico, psichiatra e neurologo austriaco, fondatore della moderna psicanalisi. Sigmund Freud nacque il 6 maggio 1856 a Freiberg, ora Pribor (Moravia), dal matrimonio di Jacob Freud, commerciante ebreo in tessuti, con Amalie Nathansohn. Il padre aveva già due figli, nati da un precedente matrimonio. Nel 1860 a causa della crisi economica, aggravatasi dopo la guerra austro-italiana del 1859, Jacob Freud, la moglie e il figlio si trasferirono a Vienna. I due fratellastri di Sigmund andarono invece a Manchester. Nel 1865, con un anno di anticipo, Sigmund entrò allo Sperl-Gymnasium, dove condusse una brillante carriera scolastica. Apparteneva a una famiglia ebrea povera che puntava tutto su di lui. Nel 1872 superò brillantemente l'esame di licenza e decise di diventare medico. Nello stesso anno si verificò il crac della borsa di Vienna e Jacob perse il suo capitale. La famiglia per riuscire a vivere chiese aiuto a parenti della moglie. Nell'ottobre del 1876 entrò all'istituto di Fisiologia diretto dal professor Ernst Brücke. Qui conobbe Joseph Breuer. Le sue prime comunicazioni risalgono a questo periodo e hanno come argomento problemi di anatomia e istologia comparata. Nelle sue ricerche arrivò a confermare l'esistenza dei testicoli nel maschio dell'anguilla. Freud, pur avendo scelto medicina, si allontanò per molti anni dalle ricerche cliniche e si rivestì di una corazza materialista e meccanicistica. Dal 1877 al 1882 compì ricerche nel laboratorio di Brücke e gli sembrò di aver trovato la propria strada in questa dimensione di giovane neurologo. Nel 1881 si laureò in medicina, diventando così indipendente dai propri genitori; verrà comunque aiutato da amici medici e in particolare da Breuer. Nel 1882 rinunciò, apparentemente per motivi economici, alla carriera di ricercatore nell'istituto di Fisiologia del professor Brücke, anche perché aveva finalmente deciso ad affrontare la sua professione di medico. Nell'aprile dello stesso anno conobbe Martha Bernays e nel giugno si fidanzò segretamente con lei. Alla fine di luglio iniziò a frequentare i reparti dell'ospedale generale di Vienna. Nel 1883 Breuer informò Freud del caso di Anna O., un'isterica che egli aveva iniziato a trattare con il metodo catartico nel 1880. In questo periodo Freud lavorò nel laboratorio di anatomia cerebrale della clinica psichiatrica diretta dal professor Meynert. L'anno dopo pubblicò La struttura degli elementi del sistema nervoso in cui sostenne l'unità morfologica e fisiologica delle cellule e delle fibre nervose (anticipando la teoria del neurone di Waldeyer). Nello stesso periodo iniziò a studiare le proprietà farmacologiche della cocaina e costatò su di sé che aveva un energico effetto antidepressivo. Inoltre intuì l'azione anestetica dell'alcaloide e suggerì a un suo amico di sperimentarla nelle malattie oculari. Ma fu un collega, Koller, che mesi dopo rivoluzionò la chirurgia oculare con l'uso della cocaina. Nel gennaio del 1885 Freud presentò al Consiglio di facoltà il suo curriculum vitae accademico per ottenere il titolo di Privatdozent in neuropatologia, titolo che gli verrà concesso il 5 settembre. Nell'ottobre, grazie a una borsa di studio vinta in giugno, si recò a Parigi e iniziò a frequentare all'ospedale La Salpêtrière, il reparto di Charcot, il più illustre neurologo del tempo. Nell'ospedale in cui Pinel aveva tolto le catene ai malati di mente, Charcot aveva rivalutato l'isteria affermandone la realtà dei fenomeni, la loro presenza anche nel sesso maschile e producendo con l'ipnosi paralisi e contratture simili a quelle della malattia. Da questo momento Freud venne sempre più attratto dalla psicopatologia e divenne un clinico puro. Nell'aprile del 1886 tornò a Vienna e il 25 aprì un ambulatorio che per molto tempo gli diede modesti guadagni. Il 13 settembre sposò Martha Bernays dalla quale avrà sei figli. Nell'ottobre presentò alla Società Medica di Vienna un caso di isteria maschile con emianestesia che però venne accolto freddamente, soprattutto dal suo maestro Meynert che a poco a poco lo escluderà dal suo laboratorio. In questo periodo aumentarono i casi di cocainomania in tutto il mondo e Freud venne accusato da Erlenmeyer di aver diffuso una piaga per l'umanità. Intanto per curare i nevrotici Freud si accorse di poter usare solo l'elettroterapia o l'ipnosi, ma la prima agiva solo per effetto della suggestione e la seconda lusingava il medico solo in casi di guarigioni miracolose. Quindi per perfezionare la propria tecnica ipnotica, nel 1889 si recò a Nancy, dove Liébault e Bernheim utilizzavano su larga scala questa terapia. Qui lo colpirono soprattutto gli esperimenti di suggestione postipnotica che dimostravano come le motivazioni dei nostri atti non ci siano sempre note, anche se con uno sforzo particolare sia possibile renderle coscienti. L'ipnosi non soddisfò Freud: essa agiva sulle manifestazioni più superficiali e non sul meccanismo morboso di base. Così decise di ripetere il tentativo terapeutico dell'amico Breuer, il quale aveva sottoposto la sua paziente isterica a ipnosi e poi l'aveva invitata a comunicare liberamente ciò che la opprimeva. Il fatto di rivivere una certa sensazione o avvenimento che in passato aveva colpito la paziente era stato sufficiente a far scomparire il sintomo stesso. Freud iniziò a utilizzare l'ipnosi come mezzo per richiamare alla memoria le impressioni, ignote al paziente cosciente, che sembravano essere all'origine dei suoi sintomi. Nel 1891 pubblicò Sulla concezione dell'afasia dedicata a Breuer, nella quale criticò l'idea classica dell'afasia. In questi anni raccolse numerose informazioni e dati sui suoi pazienti isterici e convinse l'amico Breuer a pubblicare insieme nel 1893 una comunicazione preliminare intitolata Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici nella quale veniva affermato che la causa dell'isteria non è il traumatismo psichico ma il suo ricordo che è stato rimosso. Due anni dopo pubblicarono gli Studi sull'isteria ai quali si fa risalire la nascita ufficiale della psicoanalisi. In questo caso però Breuer si trovò in disaccordo nell'affermare l'origine sessuale delle nevrosi. La loro collaborazione ebbe termine. Nello stesso anno per il crescente antisemitismo Freud aderì alla loggia massonica ebraica B'nai B'rith. Proseguì quindi con i suoi studi, decidendo di rinunciare allo stato di ipnosi, che non si riusciva sempre a ottenere, per puntare su una tecnica di concentrazione: il malato, disteso su un divano a occhi chiusi, veniva invitato a riportare ciò che ricordava a proposito del sintomo che voleva eliminare. Se questo non avveniva, Freud invitava il paziente ad abbandonarsi all'associazione libera, cioè a manifestare tutto quanto gli veniva in mente. Nel 1896 Freud usò per la prima volta il termine psicoanalisi in un articolo per la Revue Neurologique. La Società di psichiatria e neurologia di Vienna accolse freddamente la sua comunicazione sulla eziologia sessuale dell'isteria. Da questo momento Freud decise di non intervenire più a riunioni mediche. Nell'ottobre morì il padre. 
La svolta decisiva nella vita di Freud si ebbe quando ormai quarantenne iniziò a esplorare se stesso, utilizzando lo stesso metodo sperimentato sui suoi pazienti. Prendendo spunto dall'insegnamento ricevuto dai suoi pazienti, Freud iniziò ad annotare i propri sogni e a sforzarsi di interpretarli. Nel 1897 decise di scrivere un libro sui sogni che aveva iniziato ad analizzare dal 1894. Sarà la morte del padre a far progredire i suoi studi. Per vari mesi sognò il padre e attraverso momenti di crisi e depressione arrivò alla conclusione che, all'origine della nevrosi, sta il bambino e i suoi tentativi di avvicinamento all'adulto, quell'insieme di odio-amore per il padre o per la madre che sono alla base del mito di Edipo Re. Il 15 ottobre comunicò a Fliess la scoperta del complesso di Edipo. Nel novembre del 1899 comparve L'interpretazione dei sogni che ebbe scarsa eco negli ambienti scientifici. Nel 1902, per suggerimento di Wilhelm Steckel che era stato in trattamento analitico presso di lui, iniziò a riunire nel suo studio, una volta alla settimana, i pochi amici e seguaci (la Società psicologica del mercoledì) con i quali intraprese vari dibattiti. Nel 1904 pubblicò Psicopatologia della vita quotidiana. Iniziarono le visite a Freud: Jung, Binswanger, Abraham, Ferenczi, Jones, Pfister, Sachs. In questi anni nacquero le prime società di psicoanalisi straniere. Nel 1908 la società psicologica del mercoledì assunse la denominazione di Società psicoanalitica di Vienna. Il 26 aprile si tenne a Salisburgo il Convegno di psicologia freudiana, cioè il primo congresso internazionale di psicoanalisi. L'anno seguente Freud venne invitato in America da Stanley Hall, rettore della Clark University di Worcester nel Massachusetts. Nel 1910 Freud pubblicò Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci. Nel 1912-1913 Freud scrisse Totem e tabù che ricevette la stessa accoglienza delle opere precedenti. Nel 1914 pubblicò Introduzione al narcisismo nel quale modificò la propria teoria degli istinti gettando in questo modo nella costernazione i propri seguaci. L'anno seguente scrisse dieci saggi metapsicologici, sette dei quali vennero probabilmente distrutti in seguito. Nel 1917 stampò la seconda parte delle Lezioni introduttive alla psicanalisi e durante un viaggio in treno Un ricordo d'infanzia da "Poesia e verità" di Goethe. Nel 1919 fondò una propria casa editrice, l'Internationaler Psycoanalytischer Verlag e divenne Professore ordinario dell'università di Vienna. Pubblicò quindi Al di là del principio di piacere. Insieme a questa opera egli elaborò anche Psicologia delle masse e analisi dell'io che venne pubblicata nel 1921. Ormai le opere e il nome di Freud erano sempre più noti. Nel 1923 venne operato per una proliferazione cancerosa al palato. Questo fu il primo dei trentatrè interventi ai quali verrà sottoposto. In questi anni pubblicò L'io e l'es (1923), Inibizione, sintomo e angoscia (1926), Il futuro di un'illusione (1927)e Il disagio della civiltà (1929) ed ebbe il primo incontro con Albert Einstein. Nel 1932 la situazione economica della casa editrice, già instabile dopo la morte nel 1920 di Toni von Freund, suo finanziatore, diventò insostenibile e Freud chiese aiuto all'Associazione Internazionale di Psicoanalisi affinché ne assumesse la responsabilità. Nel marzo Freud ricevette la prima visita di Thomas Mann. Nello stesso anno in risposta a una lettera di Einstein scrisse Perché la guerra?, pubblicato dalla Lega delle Nazioni. Nel 1933 iniziò la persecuzione degli Ebrei e in maggio, a Berlino i suoi libri vennero messi al rogo. Nel 1938 dopo l'invasione dell'Austria da parte dei nazisti, Freud decise di partire e grazie all'intervento della diplomazia americana, e forse di Mussolini, gli venne accordato il permesso. Il 4 giungo partì, ma il tumore contro il quale aveva lottato per sedici anni, divenuto inoperabile, lo condusse il 23 settembre 1939 alla morte. 

\Freudenthal, Hans (Luckenwalde 1905 – Utrecht 1990). Matematico nato in Germania, trasferitosi trentenne in Olanda, che si è occupato di topologia algebrica, di storia e didattica della matematica, oltre che di letteratura e filosofia. Vedi

\freudiàno, agg. e sm. agg. Di Sigmund Freud; relativo alle sue teorie. 
sm. Seguace di Freud e delle sue teorie. 

\freudìsmo, sm. Dottrina di Freud e dei suoi seguaci. 

\Freund, Gisèle (Berlino 1908 o 1912-Parigi 2000) Fotografa francese. Di origine tedesca, ritrasse molti scrittori del '900. 

\Freundlich, Herbert (Berlino-Charlottenburg 1880-Minneapolis, Minnesota 1941) Fisico tedesco. Riparò negli Stati Uniti d'America nel 1933. Svolse ricerche sulla chimica dei colloidi, che avrebbero trovato applicazioni nell'industria della gomma e delle vernici. 

\Freundlich, Otto (Stolp 1878-Lublino 1943) Pittore tedesco. Tra le opere Unità di vita e di morte (Birmingham, Collezione privata). 

\Freycinet, Charles-Louis de Saulces (Foix 1828-Parigi 1923) Politico francese. Fu più volte presidente del consiglio (1879-1880, 1882, 1886 e 1890-1892). 

\Freyre, Gilberto de Mello (Recife 1900-1987) Sociologo e politico brasiliano. Tra le sue opere, Padroni e schiavi (1933) e Il brasiliano fra gli altri latino-americani (1975). 

\Freyssinet, Eugène (Objat 1879-Saint-Martin-Vésubie 1962) Architetto e ingegnere francese, padre dell'utilizzo in edilizia del cemento armato e inventore della tecnica della precompressione, che consiste nel precaricare le travi in calcestruzzo mediante cavi d'acciaio. Tra le opere realizzate, hangar per dirigibili, i ponti di Plougastel (1926-1929) e di Traneberg (Stoccolma, 1923), gli impianti portuali di Brest (1937-1939) e di Le Havre (1946-1952). 

\friàbile, agg. Che si sgretola facilmente. ~ sbriciolabile. <> resistente. 
 X   agg. 1 friable. 2 (alimento, pasta) crumbly. 
 @   lat. friabilis, deriv. da friare sminuzzare. 

\friabilità, sf. L'essere friabile. 

\Fribùrgo Città della Svizzera (34.000 ab.), capitale del cantone omonimo, sul lago di Neuchâtel, estesa su gran parte del bacino della Saane. Venne fondata nel XII sec. e subì molte conquiste, passando dalla dominazione dei conti di Kyburg, agli Asburgo e ai Savoia. Divenuta città libera nel 1477, nel 1481 entrò a far parte della Confederazione elvetica. Tra i monumenti, la cattedrale gotica del XIII sec., il palazzo municipale, dei primi anni del XVI sec. 
Cantone di Friburgo 
Cantone della Confederazione elvetica, è abitato da una popolazione francofona e cattolica; il territorio è particolarmente montuoso e collinare e consente un'agricoltura di cereali e barbabietole e l'allevamento di bovini da latte; sviluppate sono anche le industrie, del tabacco, chimiche e alimentari. 

\Fribùrgo in Brisgòvia Città (197.000 ab.) della Germania, nel Baden-Württemberg, sul fiume Dreisam, nella pianura del Reno. Importante nodo ferroviario, ha nelle industrie meccaniche, chimiche, tessili, cartarie, del legno e della birra, le maggiori risorse economiche. Sviluppato il turismo. Rilevante centro culturale, è sede di un'università (costruita nel 1457), di una cattedrale gotica e di un museo. La città fondata nel 1120, fu per molto tempo sotto il dominio asburgico. Durante la seconda guerra mondiale, gran parte della città vecchia venne distrutta dai bombardamenti. 

\fricandò, sm. invar. 1 Intingolo con carne di vitello. 2 Mescolanza di cose varie. ~ guazzabuglio. 

\fricassèa, sf. 1 Spezzatino cotto in salsa d'uovo o limone. 2 Miscuglio di cose disordinate. 3 Scritto, discorso confuso. 

\fricatìvo, agg. Che produce frizione. 

\fricchettóne, agg. e sm. (f.-a) Giovane dagli atteggiamenti anticonformistici. ~ freak. 

\fridericiàno, agg. Federiciano. 

\Friedan, Betty Naomi (Peoria, Illinois, 1921-Washington, D.C. 2006) Scrittrice americana. Impegnata politicamente nel movimento per l'emancipazione della donna, diede inizio, negli anni Sessanta, a quello che sarebbe diventato il movimento femminista. Scrisse nel 1963 il libro Mistica della femminilità, incentrato sull'analisi della condizione femminile nella società e nel lavoro, imperniati sulla figura maschile. Fondatrice nel 1966 del NOW (National Organization for Women), ne fu alla presidenza fino al 1970. Nel 1971, contribuì attivamente alla nascita del movimento politico femminile e nel 1973 diede il proprio appoggio per l'organizzazione del Congresso internazionale femminista e per la nascita della prima banca delle donne. Tra le opere, Cambiò la mia vita (1976), La seconda tappa (1981) e La fontana della giovinezza (1993). 

\Friedkin, William (Chicago 1939-) Regista cinematografico statunitense. Diresse Il braccio violento della legge (1971), L'esorcista (1973), Cruising (1980), Vivere e morire a Los Angeles (1985), Basta vincere (1994), Jade (1995) e Racconti della cripta (1995). 

\Friedländer, Max Jakob (Berlino 1867-Amsterdam 1958) Storico dell'arte tedesco. Studioso dell'arte fiamminga dei secc. XV e XVI. Tra le opere Die altniederländische Malerei (La pittura degli antichi Paesi Bassi, 1927-1938) in 14 volumi e Il conoscitore d'arte (1954). 

\Friedman, Jerome Isaac (Chicago 1930-) Fisico americano, ottenne il premio Nobel nel 1890, insieme a H. W. Kendall e a R. E. Taylor, per aver provato con studi sperimentali l'esistenza dei quark. 

\Friedman, Milton (New York 1912-San Francisco 2006) Economista statunitense. Di ideologia liberista fondò la scuola di Chicago, promuovendo un nuovo liberalismo in campo economico. Fu insignito del premio Nobel nel 1976. Tra le sue opere, Saggi di teoria economica positiva (1953), Teoria della funzione del consumo (1957), Capitalismo e libertà (1962), La quantità ottima di moneta (1969) ove espone la sua teoria monetaria quantitiva. Ha scritto, assieme alla moglie Rose, Free to choose (1980) e Manovre monetarie (1992). 

\Friedrich, Caspar David (Greifswald 1774-Dresda 1840) Pittore tedesco. Innamorato dei paesaggi della Pomerania, è stato l'iniziatore della pittura romantica tedesca. Le sue rappresentazioni della natura contengono sempre un profondo senso di solitudine. Tra le opere Dolmen nella neve (1807, Dresda, Staatliche Kunstsammlung), Abbazia nel querceto (1809-1810, Berlino, Charlottenburg), Croce in montagna (1812, Düsseldorf, Kunstmuseum) e Scogliere bianche a Rügen (1818, Winterthur, Collezione Reinhart). 

\frigànea, sf. Insetto (Phryganea grandis) della famiglia dei Friganeidi e dell'ordine dei Tricotteri. Vive nelle acque stagnanti e si ciba di vegetali. 

\Frigènto Comune in provincia di Avellino (4.147 ab., CAP 83040, TEL. 0825). 

\Frigèrio, Ùgo (Milano 1901-1968) Atleta, campione di marcia. Nel 1920 fu campione olimpico sui 3 e sui 10 km. Nel 1924 nuovamente sui 10 km. 

\Frigg Personaggio mitologico, dea germanica della stirpe degli Asi, moglie di Odino. 

\frìggere, v. v. tr. Cuocere in olio o in altra sostanza grassa in ebollizione. ~ dorare. mandare a farsi friggere qualcuno, mandare a quel paese. 
v. intr. 1 Bollire scoppiettando. 2 Rodersi per stizza o per impazienza. ~ fremere. stava friggendo in quell'attesa interminabile
 X   v. tr. e intr. to fry. v. intr. to sizzle. 
 @   lat. frigere, dal greco phrygein fare arrostire. 

\friggìo, sm. Un friggere continuato. 

\friggitóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi frigge. 2 Chi vende roba fritta. 

\friggitorìa, sf. Negozio in cui si preparano e si vendono cibi fritti. 

\friggittrìce, sf. Apparecchio per friggere. 
 X   sf. deep fryer. 

\Frìgia Antica regione dell'Asia Minore, nella parte occidentale, comprendente l'altopiano interno tra Qisidia e Bitinia. La popolazione dei frigi s'insediò nella regione sin dal 1200 a. C. Raggiunse la massima potenza sotto re Mida (VIII sec. a. C.), ma poco dopo cadde a seguito dell'invasione dei cimmeri (680 a. C.) e fu successivamente assoggettata dai lidi e dai persiani. Conquistata da Alessandro Magno nel 333 a. C. passò ai seleucidi nel 301 a. C. e successivamente (188 a. C.) al regno di Pergamo. Passò ai romani dal 116 a. C. Diocleziano la divise in due province autonome, Phrygia Pacatiana e Phrigia Salutaris. Fu la prima regione dell'Asia a convertirsi al cristianesimo, ma, nel XII sec. fu islamizzata in seguito all'invasione turca dei selgiuchidi. Caratteristici dell'arte frigia sono i monumenti sepolcrali e i templi rupestri decorati con figure geometriche. Le più importanti città furono Celene, Laodicea e Apamea. 

\frigidaire, sm. invar. Frigorifero. 

\frigidaménte, avv. Freddamente, rigidamente. ~ insensibilmente. 

\frigidàrio, sm. 1 Nelle terme romane, sala con grande vasca per il bagno freddo. 2 Frigorifero. 

\frigidézza, sf. L'essere frigido. ~ frigidità. 

\frigidità, sf. 1 Carattere di ciò che è freddo. 2 L'essere frigido. ~ insensibilità. 3 In medicina, mancanza o carenza di eccitazione sessuale. 
 X   sf. 1 (del clima, del carattere) coldness. 2 (med.) frigidity.
• La frigidità è la mancanza o la carenza del desiderio sessuale e/o del raggiungimento dell'orgasmo. Può essere "assoluta", ossia indipendente dal partner, "relativa", se si verifica solo con alcuni uomini o alcune donne, "totale", se l'orgasmo non si verifica mai, "parziale", se ha luogo solo in certe situazioni o posizioni.

\frìgido, agg. 1 Privo di entusiasmo, di calore; insensibile, apatico. ~ indifferente. <> entusiasta, caloroso. 2 Affetto da insensibilità nei confronti degli stimoli sessuali. 3 Freddo. 
 X   agg. (senza stimoli sessuali) frigid. 
 @   lat. frigidus. 

\frìgio, agg. e sm. (f.-gie) agg. Della Frigia. 
sm. 1 Nativo o abitante della Frigia. 2 Lingua parlata nella Frigia. 

\Frignàno Comune in provincia di Caserta (8.556 ab., CAP 81030, TEL. 081). 

\frignàre, v. intr. Piangere ininterrotto e sommesso, proprio dei bambini. ~ piagnucolare. 

\frignóne, sm. Chi frigna in continuazione. ~ piagnucolone. 

\frìgo, sm. Abbreviazione di frigorifero. 
 X   sm. fridge. 

\frigobàr, sm. invar. Mobile bar frigorifero. 

\frigoconservazióne, sf. Il complesso delle tecniche e dei procedimenti che utilizzano il freddo per conservare le sostanze deperibili. 

\frigorìa, sf. Unità di misura impiegata nella tecnica del freddo e che corrisponde alla quantità di calore necessaria per abbassare di un grado centigrado la temperatura di un grammo di acqua distillata. 

\frigorìfero, agg. e sm. agg. 1 Atto a generare freddo artificiale. ~ refrigerante. 2 Dotato di impianto frigorifero. 
sm. 1 Apparecchio o impianto atto a conservare le sostanze deperibili per mezzo del freddo.   +    ~ congelatore, surgelatore. 2 Archivio giornalistico che contiene informazioni e fotografie di tutte le persone che possono interessare per un servizio. 
 X   agg. refrigerating. sm. refrigerator, fridge. 
Macchina termodinamica che produce freddo, sottraendo calore a un sistema a bassa temperatura per cederlo all'ambiente. 
Ciclo frigorifero a compressione 
Un fluido gassoso (ammoniaca) subisce una forte compressione e un relativo aumento di temperatura, per poi essere raffreddato, fino alla fase liquida, in un condensatore e quindi è immesso in un evaporatore dove si espande rapidamente, tornando allo stato gassoso. 
Ciclo frigorifero ad assorbimento 
Una miscela fluida (ammoniaca e acqua) viene scaldata in un bollitore, fino ad arrivare a generare vapore che, tramite condensazione ed evaporazione, sottrae calore all'esterno. 

\frigorìsta, sm. (pl.-i) Addetto al funzionamento e alla manutenzione dei frigoriferi. 

\frimàio, sm. Il terzo mese del calendario rivoluzionario francese. 

\Frimley and Camberley Distretto (52.000 ab.) della Gran Bretagna, nella contea di Surrey in Inghilterra. 

\Frìnco Comune del Piemonte, in provincia di Asti (640 ab., CAP 14030, TEL. 0141). 

\fring benefit, loc. sost. m. invar. Premio di produzione o incentivo di diversa natura concesso dall'azienda a un suo dipendente. 

\Fringìllidi Famiglia di Uccelli Passeriformi di piccole dimensioni, caratterizzati da ali a punta e becco conico. Comprende fringuelli e cardellini. 

\fringuèllo, sm. 1 Uccello dei Passeriformi. Cantare come un fringuello Cantare bene, con voce limpida e decisa. 2 Essere poco intelligente o poco astuto. ~ ingenuo. Avere il cervello di un fringuello 
Fringuello di Darwin 
Nome comune di alcuni Uccelli Passeriformi della famiglia degli Emberizidi caratteristici delle isole Galapagos. 
 X   sm. finch, chaffinch. 
Uccello passeriforme (Fringilla coelebs) della famiglia dei Fringillidi lungo circa 15 cm con ali bianche e brune, capo grigio e parti inferiori rossicce. Comune in Italia, vive nei boschi ed è noto per il suo melodioso canto. Comune è anche il fringuello alpino (Montifringilia nivalis), che nidifica in montagna. 

\Frìnico Comune in provincia di Asti (636 ab., CAP 14030, TEL. 0141). 

\frinìre, v. intr. Il cantare delle cicale. 

\frinosòma, sm. Genere e nome comune di Rettili Lacertili della famiglia degli Iguanidi, tipici delle zone aride del Messico e degli Stati Uniti centroccidentali, chiamati anche rospi cornuti. Sono iguane lunghe circa 15 cm che presentano sul capo squame a forma di spine. 
 @   dal greco phýnos rospo e sôma corpo. 

\frinzèllo, sm. 1 Grinza. ~ piega. 2 Piega della pelle. ~ ruga, cicatrice. 

\Frìsa Comune in provincia di Chieti (2.041 ab., CAP 66030, TEL. 0872). 

\Frisànco Comune in provincia di Pordenone (621 ab., CAP 33080, TEL. 0427). 

\frisàre, v. tr. 1 Rasentare. ~ sfiorare. 

\frisàta, sf. Capodibanda. 

\frisbee, sm. invar. Disco di plastica con cui si gioca lanciandolo e afferrandolo al volo con le mani. 

\friscèllo, sm. Il fiore della farina che si alza nel mulino durante la macinatura. ~ spolvero. 

\Frisch, Max (Zurigo 1911-1991) Scrittore drammaturgo svizzero di lingua tedesca che incentrò le sue opere sulla crisi d'identità dell'uomo e sulla difficoltà d'instaurare rapporti interpersonali. Romanzi principali sono, Stiller (1954), Homo Faber (1957), Montauk (1975). Drammi teatrali sono E cantano ancora (1945), Don Giovanni o l'amore per la geometria (1953), Andorra (1961). Di grande interesse sono i Diari, prevalentemente autobiografici. 

\Frisch, Otto Robert (Vienna 1904-Cambridge 1979) Fisico austriaco. Nipote di Lise Meitner, elaborò insieme a lei la prima teoria sulla fissione nucleare. 

\Frisch, Ragnar (Oslo 1895-1973) Economista norvegese. Tra le sue opere, Maxima et minima. Teoria matematica e applicazioni economiche (1960) e Leggi tecniche ed economiche della produzione industriale (1965). Nel 1969, insieme a J. Tinbergen, fu insignito del premio Nobel. 

\Frìsia Regione storico geografica dell'Europa nordoccidentale, lungo le coste meridionali del mare del Nord, compresa tra lo Ijsselmeer nei Paesi Bassi e la costa occidentale dello Jylland, oggi in parte sotto la Germania e in parte dipendente dai Paesi Bassi. Il territorio è pianeggiante, spesso sotto il livello del mare (numerose sono le dighe). Le principali risorse economiche sono l'agricoltura (cerali, barbabietole, ortaggi e fiori), l'allevamento equino e bovino, la pesca e le risorse minerarie (petrolio e gas). Harlingen è il porto principale. Anticamente abitata dai frisoni, fu conquistata dai romani, dai franchi nel IV sec. e poi inserita nel regno carolingio. Nel 1579 entrò a far parte dell'unione di Utrecht. La parte orientale, contea imperiale indipendente sotto Federico III (1454), passò nel 1744 alla Prussia. 

\frisóne, agg. e sm. agg. Della Frisia. 
sm. Nativo o abitante della Frisia. 
Razza frisona 
Razza bovina originaria dei Paesi Bassi, detta anche pezzata nera olandese. Diffusa già in Europa, Canada e Stati Uniti, si sta affermando anche in Australia, Asia e Africa. 

\Frisòne, ìsole Arcipelago del mare del Nord, diviso in tre sezioni, quella occidentale, appartenente ai Paesi Bassi (Texel, Vlieland, Ameland); quella orientale, alla Germania (Borkum, Juist) e quella settentrionale, appartenente a Germania e Danimarca (Nordstrand, Pellworm, Amrum). Le attività principali sono la pesca, l'allevamento e il turismo. Sono abitate da frisoni. 

\Frìsso ed Èlle Personaggi mitologici, figli di Atamante e Nefele. La matrigna Ino li promise in sacrificio a Zeus per allontanare una grave siccità, ma essi furono portati via da un ariete dal vello d'oro. Elle cadde però in un tratto di mare, che venne per questo detto Ellesponto

\fritillària, sf. Genere di piante erbacee e bulbose di piccole dimensioni della famiglia delle Gigliacee. Presenta fiori a forma di campanella, divisa in sei parti. 

\frittàta, sf. 1 Vivanda ottenuta facendo friggere uova sbattute con verdure, formaggi o altri ingredienti. ~ omelette. 2 Guaio, disastro. ~ pasticcio. : :rmai la frittata era fatta: non sarebbe riuscito più a rimettere in ordine l'auto per tempo 
 X   sf. 1 omelette. 2 (fig., fare una frittata) to make a mess of things. 
 @   deriv. da fritto

\frittèlla, sf. 1 Piccolo dolce che si ottiene facendo friggere delle cucchiaiate di pasta semiliquida. 2 Macchia di unto. ~ padella, patacca. 
 X   sf. pancake. 

\frittellóne, sm. Chi è solito essere coperto di macchie di unto. 

\frittellóso, agg. Pieno di macchie di unto. ~ inzaccherato. 

\frìtto, agg. e sm. agg. 1 Cotto con olio o altro grasso bollente. ~ rosolato. parole fritte e rifritte, ripetute più volte fino alla nausea. 2 Spacciato. ~ rovinato. era bell'e fritto. 3 Fregato. 
sm. Vivanda fritta. aveva ordinato un piatto di fritto misto
 X   agg. fried. sm. fried food. 
 @   lat. frictus, p.p. di frigere

\frittùra, sf. 1 L'atto e il modo di friggere. 2 Le cose fritte. 3 Piccoli pesci che si mangiano fritti. 
 X   sf. (frittura di pesce) mixed fried fish. 

\friulàno, agg. e sm. agg. Del Friuli. 
sm. 1 Nativo o abitante del Friuli. 2 Dialetto ladino parlato in Friuli. 

\Friùli Venèzia Giùlia Regione a statuto speciale dell'Italia nordorientale, confina a nord con l'Austria, a est con la Slovenia, a ovest con il Veneto ed è bagnata a sud dal mar Adriatico. 
La regione è caratterizzata nella parte settentrionale da una zona montuosa (la Carnia, che raggiunge l'altitudine massima nel monte Coglians 2.780 m), che si protende a est nelle Alpi Giulie fino al Carso. 
Nella parte meridionale si estende invece una vasta pianura, percorsa dai fiumi Livenza e Tagliamento, nonché dal corso inferiore dell'Isonzo. 
Le coste sono basse a ovest, dove si aprono le lagune di Marano e di Grado, mentre sono alte e dirupate a est, nella parte dove i rilievi carsici si spingono fino al mare. 
Il clima presenta caratteri diversi tra la costa, dove risente dell'influsso del mare, e i rilievi dell'interno; man mano si procede verso nord si abbassano le temperature medie e aumentano le precipitazioni. 
Il capoluogo della regione è Trieste; gli altri capoluoghi di provincia sono Pordenone, Udine e Gorizia. 
L'agricoltura è la risorsa tradizionale della regione e produce prevalentemente mais, grano, uva da vino, frutta e foraggi. 
L'allevamento è ampiamente praticato, in particolare quello bovino e suino; tradizionale l'allevamento dei molluschi. 
Considerevole lo sviluppo del settore industriale, in particolare nell'ambito cantieristico, tessile e chimico. 
Vivaci sono anche i settori metallurgico, meccanico, alimentare, della coltelleria, del legno e del mobile. 
La crisi della fine degli anni 70 e primi anni 80 ha colpito particolarmente la grande industria; nel frattempo si è andato sviluppando il terziario, che ha i suoi maggiori centri di servizi amministrativi in Trieste e Udine. 
Di qualche rilievo è l'attività portuale di Trieste, il cui influsso non interessa soltanto la città, ma coinvolge una vasta area e molte attività del terziario connesse (assicurazione, compagnie di navigazione ecc.). 
Rimane fiorente l'artigianato e in fase di espansione è il turismo, sia nei centri montani della Carnia che nei centri balneari della costa. 
Abitanti-1.210.242 
Superficie-7.847 km2 
Densità-154,2 ab./km2 
Capoluogo-Trieste 
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Gorizia (38), Pordenone (50), Trieste (222), Udine (99) 

\frivoleggiàre, v. intr. Fare o dire cose frivole. 

\frivolézza, sf. 1 L'essere frivolo. ~ futilità, leggerezza, volubilità. <> serietà. 2 Parola, atto frivolo. ~ quisquilia. 

\frìvolo, agg. Di poco o nessun conto, superficiale, vacuo. ~ futile. <> rilevante. 
 X   agg. frivolous. 
 @   lat. frivolus, deriv. da friare triturare. 

\frizionàle, agg. Di disoccupazione momentanea causata dai ritardi dovuti al passaggio da un impiego al successivo. 

\frizionàre, v. tr. Sottoporre a frizione. ~ massaggiare. 

\frizióne, sf. 1 Massaggio. ~ sfregamento. 2 Attrito tra due corpi. 3 Organo che serve a collegare e scollegare il motore dagli organi di trasmissione e il pedale con cui si trasmette tale comando. 4 Dissenso. ~ contrasto. <> accordo. 
 X   sf. 1 massage, rubbing. 2 (attrito) friction. 3 (automezzo) clutch. 
La frizione consente un innesto dolce e progressivo e un disinnesto immediato; per questo viene utilizzata nelle macchine mosse da motori a combustione interna. Il tipo più usato è quello a monodisco a secco. 

\frizzànte, agg. 1 Che frizza. ~ pungente. 2 Piccante, caustico, mordace. ~ arguto. <> insipido, noioso. 3 Effervescente. ~ gassato. <> liscio. 4 Brillante. ~ brioso. <> monotono. 
 X   agg. sparkling. 

\frizzàre, v. intr. 1 Provocare la sensazione di tante piccole punture. ~ pizzicare. 2 Essere pungente, mordace. 3 Essere gassato. ~ spumare. 

\frìzzo, sm. Battuta pungente. ~ arguzia. 
 X   sm. witticism. 

\Fröbel, Friedrich (Oberweissbach 1782-Marienthal 1852) Educatore e pedagogista tedesco, esperto conoscitore e sostenitore delle correnti idealistiche romantiche, in particolare di Pestalozzi. Ha elaborato una teoria e concezione del gioco; stimolando la fantasia del bambino, intendeva condurre il fanciullo alla scoperta dell'unità della natura e della sua identità con il divino. Tra le sue opere, L'educazione dell'uomo (1826), Canti e carezze materne (1844). 

\fröbeliàno, agg. Relativo a Fröbel e al suo metodo pedagogico. 

\Frobenius, Ferdinand Georg (Berlino 1749-Charlottenburg 1817) Matematico tedesco. Compì importanti studi di algebra e sulla teoria dei gruppi e delle funzioni, estendendo teoremi dell'algebra classica. 

\Frobenius, Leo (Berlino 1873-Biganzolo 1938) Etnologo e storico tedesco protagonista di numerosi viaggi in Africa a scopo etnografico e archeologico. È considerato l'iniziatore della dottrina dei cicli culturali. Direttore del Museo Etnografico di Francoforte fu autore di importanti opere quali L'origine delle civiltà africane (1898), Atlante delle favole e delle poesie africane (1922-1928), Atlante africano (1922-1931). 

\Froberger, Johann Jakob (Stoccarda 1616-Héricourt 1667) Compositore tedesco. Autore di oltre 100 composizioni per organo e clavicembalo (fra cui 30 suite). 

\fròcio, sm. Omosessuale maschio. ~ checca. 

\frodàre, v. tr. 1 Fare frode. ~ defraudare. 2 Imbrogliare, raggirare, truffare. ~ ingannare. 
 X   v. tr. 1 to defraud. 2 (imbrogliare) to cheat. 
 @   lat. fraudare. 

\frodatóre, sm. (f.-trìce) Chi froda. ~ truffatore. <> galantuomo. 

\fròde, sf. Raggiro, imbroglio, inganno. ~ truffa. 
 X   sf. 1 fraud. 2 (fiscale) tax evasion. 
 @   lat. fraus, fraudis. 
In diritto penale è il comportamento fraudolento alla base della truffa; in un reato può costituire elemento essenziale o una semplice circostanza aggravante. 
Frode fiscale 
Reato penale che costituisce aggravante all'evasione fiscale. 
Frode in commercio 
Si verifica quando un commerciante consegna all'acquirente una cosa diversa da quella pattuita nel negozio di compravendita. 
Frode in emigrazione 
Reato penale di chi percepisce somme di denaro per favorire l'emigrazione clandestina verso un paese straniero, sfruttando l'ignoranza e lo stato di bisogno delle persone costrette all'emigrazione. 
Frode processuale 
Comportamento di chi, nel tentativo di trarre in inganno il giudice o un suo incaricato, modifica lo stato di luoghi, cose o persone aventi attinenza con un procedimento civile. 

\Fröding, Gustaf (Alster 1860-Stoccolma 1911) Poeta svedese descrisse nelle sue poesie il paesaggio e il folclore della sua terra ottenendo un grande successo e divenendo uno dei grandi esponenti della lirica svedese. Influenzato dalla lettura di Nietzsche, la sua poesia divenne in seguito espressione di un'angoscia metafisica. Tra le sue opere, Chitarra e fisarmonica (1891), Nuove poesie (1894), Vecchio e nuovo (1897), Spruzzi e brandelli (1896), Spruzzi del Gral (1898), Spigolature (1910). 

\fròdo, sm. 1 Inganno perpetrato per non pagare tasse, imposte e simili. 2 Frode. ~ inganno. 

\frodolènto, agg. Fraudolento. ~ disonesto. 

\frògia, sf. (pl.-ge) 1 Ogni narice del cavallo. 2 Narice umana. 

\frollàre, v. v. tr. 1 Far diventare frollo. ~ macerare. 2 Sottoporre a frollatura. 
v. intr. pron. Diventare frollo. ~ macerarsi. 

\frollatùra, sf. 1 Stagionatura delle carni che le fa diventare più tenere e saporite. 2 Periodo di tempo necessario per la frollatura. 

\frollìno, sm. Biscotto o pasticcino di pasta frolla. 

\fròllo, agg. 1 Di carne che ha subito la frollatura. ~ tenero. <> solido. 2 Debole, fiacco, svigorito. ~ sfibrato. <> vigoroso. 
 X   agg. 1 tender. 2 (persona) soft. 

\frómbola, sf. 1 Fionda. ~ Ciottolo. ~ sasso. 

\frombolàre, v. intr. Tirare con la frombola. 

\frombolière, sm. 1 Chi scaglia i sassi con la frombola. 2 Nell'antichità, soldato armato di frombola. Nel calcio, cannoniere. 

\Froment, Nicolas (Uzès ca. 1435-Avignone ca. 1483) Pittore francese. Tra le opere Resurrezione di Lazzaro (1461, Firenze, Uffizi). 

\Fromm, Erich (Francoforte 1900-Muralto 1980) Psicanalista tedesco, si laureò in filosofia nel 1922; collaborò alla ricerca sociale della scuola di Francoforte e con la moglie Frieda Reichmann fondò l'Istituto psicanalitico di Heidelberg. Allo scoppio del nazismo, emigrò negli Stati Uniti (1934), ove approfondì lo studio dei problemi della società, in particolare quello dell'alienazione dell'uomo moderno rispetto al totalitarismo della società industriale; partendo dalle teorie freudiane e inserendovi idee marxiste e mistiche, elaborò una scienza dell'uomo che ha come obiettivo la sua realizzazione. Tra le sue opere, L'arte di amare (1956) e Avere o essere? (1976). 

\frónda, sf. 1 Ramoscello con foglie. ~ frasca. 2 Foglia di albero frondoso. 3 Al plurale, insieme delle foglie e dei rami di un albero. ~ fogliame. 2 Movimento di opposizione. ~ contestazione. 
 X   sf. 1 leafy branch. 2 (movimento di opposizione) internal opposition. 
Insurrezione popolare scoppiata in Francia, nel corso della reggenza di Anna d'Austria (1648-1653), contro il cardinale Mazzarino, con lo scopo di sconfiggere il regime assolutistico. La rivolta nacque dal tentativo del Mazzarino di congelare gli stipendi dei membri delle corti sovrane per quattro anni, anche se la ragione di fondo era il desiderio di abbattere il regime totalitario. Se ne possono individuare due fasi, una prima (detta parlamentare), durante la quale l'insurrezione dei rivoltosi e del parlamento contro il re e il governo fu sedata dal principe di Condé. La seconda fase (dei principi), vide il Condé, conquistato il potere, mettere in fuga il Mazzarino e la corte, prima di essere definitivamente cacciato da Parigi dal ritorno di Luigi XIV (1653). 

\frondeggiàre, v. intr. 1 Rivestirsi di fronde. 2 Essere pieno di fronde. 

\frondescènza, sf. Fogliazione. 

\frondìfero, agg. Che porta, che produce fronde. 

\Frondipòridi Famiglia di briozoi stelmatopodi marini dell'ordine dei Ciclostomati. Vivono in colonie arborescenti erette. 

\frondìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi fa opposizione; ribelle. ~ oppositore. 

\frondosità, sf. L'essere frondoso. 

\frondóso, agg. 1 Ricco di fronde. ~ fronzuto. 2 Ricco di ornamenti superflui. ~ ridondante. <> essenziale. 
 X   agg. leafy. 
 @   lat. frondosus. 

\Frònt Comune in provincia di Torino (1.536 ab., CAP 10070, TEL. 011). 

\frontàle, agg. e sm. agg. 1 Della fronte. 2 Che è di fronte, che avviene di fronte. 3 Anteriore. <> posteriore. aveva assistito a uno scontro frontale fra due automobili. 4 Scoperto, aperto. ~ diretto. non doveva farsi sorprendere da un eventuale attacco frontale
sm. 1 Parte anteriore o rivolta verso chi osserva. ~ davanti. <> retro. 2 Ornamento femminile che cingeva la fronte. 3 Parte della bardatura o della briglia che copre la fronte del cavallo. 
 X   agg. 1 frontal. 2 (scontro, collisione) head-on collision. 
 @   lat. frontalis

\frontalièro, agg. e sm. Che, chi abita in una zona di frontiera e lavora oltre il confine. 

\frontalìno, sm. La parte verticale dello scalino. 

\frontalità, sf. Disposizione di fronte. 

\frontalménte, avv. 1 Di fronte. 2 Direttamente. 

\frónte, sm. e sf. sf. 1 Zona del volto compresa tra le arcate sopraccigliari e l'attaccatura dei capelli. 2 Parte anteriore o volta verso che guarda. • la fronte di una casa; di fronte, davanti; a fronte di, in corrispodenza a. 3 Volto come manifestazione di emozioni e simili. ~ aspetto. 4 La parte anteriore di un esercito schierato in campo. 5 Confronto. ~ presenza. 6 La prima parte in cui si divide una canzone petrarchesca. 
sm. 1 Linea, settore in cui avvengono le operazioni di guerra. ~ prima linea. <> retroguardia. • far fronte, affrontare. 2 Coalizione di forze contro altre. 3 Schieramento di alleanza tra forze politicamente o ideologicamente affini per il raggiungimento di uno scopo. 4 Zona di separazione tra due masse d'aria. 
 X   sf. 1 forehead. 2 (di fronte) opposite. 3 (edificio) façade, front. sm. front. 
 @   lat. frons, frontis. 
In meteorologia è la linea lungo cui la superficie frontale, ossia quella che divide due masse d'aria a temperature diverse, interseca il suolo. I fronti mobili, detti cicloni, possono essere freddi, nel caso in cui una massa d'aria fredda si intersechi con una massa più calda; caldi, quando una massa calda cerca di sovrapporsi a una fredda; occlusi, se il fronte freddo di un ciclone raggiunge quello caldo, sospingendo verso l'alto l'aria calda. 
Fronte d'onda 
In fisica è il luogo dei punti di un'onda con la stessa fase, ossia punti che vengono raggiunti dall'onda contemporaneamente. 
Fronte popolare 
Alleanza dei partiti politici di sinistra, nata negli anni '30, per svolgere una funzione antifascista. Alleanze simili si sono verificate anche in Francia (Front Populaire, formato da comunisti, socialisti e radicali) e in Spagna (il Frente popular, nel 1936, come reazione al regime franchista). In Italia si formò dopo le elezioni del 1948, da un'alleanza di comunisti e socialisti. 

\Fronte del porto Film drammatico, americano (1954). Regia di Elia Kazan. Interpreti: Marlon Brando, Eva Marie Saint, Lee J. Cobb. Titolo originale: On the Waterfront 

\Frónte di liberazióne nazionàle (FLN) Partito nazionalista algerino, nato nel 1955, che costituì l'elemento motore della lotta per l'indipendenza algerina. Il suo organo esecutivo era il GPRA (Governo Provvisorio della Repubblica Algerina). 

\Frónte popolàre per la liberazióne délla Palestìna (FPLP) Organizzazione della resistenza palestinese contro Israele, sorta nel giugno del 1967. Ha sostenuto la politica dell'OLP che ha portato alla proclamazione dello stato palestinese, nel 1988. 

\fronteggiàre, v. v. tr. 1 Tenere testa; far fronte. ~ contrastare. <> cedere. 2 Stare di fronte; essere di fronte. 
v. rifl. Affrontarsi. ~ contrastarsi. <> piegarsi. 
 X   v. tr. to stand up, to face. v. rifl. to face each other. 
 @   deriv. da fronte. 

\frontespìzio, sm. 1 La prima pagina di un libro. 2 La parte più elevata della facciata di un edificio. ~ cornice. 

\frontièra, sf. 1 Linea di confine di uno stato. ~ valico. lo spirito della frontiera, il coraggio e le gesta dei pionieri americani. 2 Linea di delimitazione. ~ limite. è un concetto di frontiera fra quelle due discipline. 3 Fronte. 
 X   sf. border, frontier. 
 @   franc. frontière, deriv. dal lat. frons, frontis fronte. 

\frontìno, sm. 1 Piccola parrucca portata sulla fronte. 2 Finimento del cavallo. ~ frontale. 3 Schiaffo dato a mano aperta sulla fronte. 

\Frontìno Comune in provincia di Pesaro (394 ab., CAP 61020, TEL. 0722). 

\frontìsmo, sm. Tendenza politica a formare schieramenti comuni e alleanze. 

\frontìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Relativo al frontismo e ai suoi fautori. 
sm. e sf. 1 Chi possiede immobili lungo una strada o un fiume. 2 Fautore del frontismo. 

\frontón, sm. invar. 1 Nello sport della pelota è il muro di rimbalzo, posto in fondo al campo, sul quale i giocatori devono far battere la palla. 2 Il gioco della pelota. 

\frontóne, sm. 1 Decorazione posta a finimento di un edificio, di una porta o di una finestra. ~ cornicione. 2 Testata di un libro. 

\Frontóne Comune in provincia di Pesaro (1.300 ab., CAP 61040, TEL. 0721). 

\frónzolo, sm. Al plurale, ornamento superfluo. ~ orpello. 
 X   sm. frill. 

\fronzùto, agg. Che ha molte fronde o foglie. ~ frondoso. 

\Frosinóne Città del Lazio meridionale (48.000 ab., CAP 03100, TEL. 0775), al centro della Ciociaria, sopra un colle che sovrasta la vallata del fiume Sacco. È un importante centro agricolo e del commercio del bestiame. Creata dagli ernici, nel 306 a. C. passò ai romani e quindi sotto il controllo della chiesa (XIII sec.); venne distrutta dai lanzichenecchi (1527), dagli spagnoli (1556) e dai francesi (1798). 
Provincia di Frosinone 
(486.000 ab., 3.239 km2) Territorio montano e collinare, solcato dalla vallata del fiume Sacco e del Liri. Le principali attività sono l'agricoltura e l'allevamento di bestiame, anche se non scarseggiano le attività industriali (automobilistiche, meccaniche e alimentari). Centri principali sono Cassino e Fiuggi, rinomato centro termale. 

\Frosolóne Comune in provincia di Isernia (3.531 ab., CAP 86095, TEL. 0874). 

\Frossàsco Comune in provincia di Torino (2.535 ab., CAP 10060, TEL. 0121). 

\Frost, Robert Lee (San Francisco 1875-Boston 1963) Poeta statunitense, considerato uno dei più raffinati della poesia contemporanea, pose al centro della sua poesia il rapporto tra uomo e natura. Tra le sue opere, Testamento di un bambino (1913), New Hampshire (1923), Albero testimone (1942). Ha vinto quattro volte il premio Pulitzer. 

\fròtta, sf. 1 Gruppo di persone. ~ fiumana, folla. 2 Moltitudine di cose. 3 Branco di animali. 

\fròttola, sf. 1 Componimento poetico popolaresco. ~ favola. 2 Fandonia, panzana. ~ bugia. <> verità. 3 Diceria, pettegolezzo. ~ chiacchiera. 
 X   sf. 1 fib. 2 (panzana) nonsense. 
La frottola, in forma di filastrocca, usa spesso motti, facezie e proverbi per trattare argomenti di carattere religioso o comunque didattici. Si diffuse in Italia nel XIV sec. e, nel corso del periodo umanistico, si sviluppò e venne accolto anche da alcuni autori e letterati (Poliziano). 
In ambito musicale è una composizione polifonica profana, diffusasi in Italia nel XVI sec.; simile alla ballata, venne presto sostituita dalla madrigale. 

\Frùa Cascata formata dal fiume Toce in val Formazza, in Piemonte. 

\frufrù, inter. e sm. inter. Voce onomatopeica che indica il fruscio delle vesti. 
sm. 1 Fruscio. ~ stropiccio. 2 Ornamento femminile frivolo. 

\frugacchiàre, v. intr. Frugare in fretta. ~ rovistare. 

\frugàle, agg. Moderato e semplice nel mangiare e nel bere; parco, moderato. ~ sobrio. <> sregolato. 
 X   agg. 1 frugal. 2 (persona) thrifty man. 

\frugalità, sf. L'essere frugale; sobrietà, moderazione, misura. ~ temperanza. <> eccesso, smodatezza. 

\frugalménte, avv. In modo frugale. ~ sobriamente. 

\frugàre, v. tr. 1 Cercare attentamente; rovistare, perquisire. ~ curiosare. 2 Indagare. ~ scrutare. 
 X   v. tr. e intr. to rummage, to search. 
 @   lat. furicare, deriv. da fur, furis ladro. 

\Frugaròlo Comune in provincia di Alessandria (1.873 ab., CAP 15065, TEL. 0131). 

\frugàta, sf. L'atto del frugare. 

\frugìvoro, agg. Di animale che si nutre di frutti. 

\frugnòlo, sm. Lanterna usata per abbagliare uccelli e pesci al fine di catturarli. 

\frugolàre, v. intr. Frugare qua e là, annusando. 

\frùgolo, sm. Bambino vivace e irrequieto. 

\Frugóni, Oràzio (Davos, Svizzera 1921-Italia 1997) Pianista italiano, specializzato nel repertorio romantico. Ha debuttato a New York nel 1947. 

\fruìbile, agg. Di cui si può fruire. ~ godibile. <> inutilizzabile. 

\fruibilità, sf. L'essere fruibile. 

\fruìre, v. intr. 1 Giovarsi di qualcosa; usare, godere. ~ avvalersi. 2 Recepire. ~ interpretare. 3 Possedere, godere. ~ beneficiare. 
 @   lat. frui. 

\fruitóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi fruisce di qualcosa; destinatario. ~ consumatore. 2 Chi interpreta un testo o un'opera. 

\fruizióne, sf. Il fruire; uso. ~ godimento. 
 @   lat. tardo fruitio,-onis. 

\frullàna, sf. 1 Tipo di danza detta anche furlana. 2 Falce da fieno. 

\frullàre, v. v. tr. Sbattere una sostanza liquida o semiliquida col frullatore o col frullino. ~ mescolare. 
v. intr. 1 Degli uccelli, sbattere le ali. 2 Di idee, agitarsi nella mente. ~ ronzare. 3 Girare in modo vorticoso intorno al proprio asse. 
 X   v. tr. to whisk. v. intr. (uccelli) to flutter. 

\frullàto, agg. e sm. agg. 1 Di sostanza liquida o semiliquida sbattuta col frullatore o col frullino. 
sm. Bibita preparata col frullatore con latte, ghiaccio e altri ingredienti. ~ frappé. 
 X   sm. milk shake. 

\frullatóre, sm. Elettrodomestico che serve per frullare. 
 X   sm. electric mixer, liquidizer, blender. 

\frullìno, sm. 1 Utensile manuale per frullare. 2 Piccolo uccello scolopacide simile al beccaccino, di dimensioni più ridotte, comune in Italia, di passo, non nidificante. 
 X   sm. whisk. 
 @   deriv. da frullare. 

\frullìo, sm. Un frullare continuato. 

\frùllo, sm. Il frullare. 

\frullóne, sm. 1 Apparecchio per separare la farina dalla crusca. ~ buratto. 2 Calesse con quattro ruote e due posti. 

\frumentàceo, agg. 1 Relativo al frumento. 2 Che assomiglia al frumento. 

\frumentàrio, agg. e sm. agg. Del frumento, relativo al frumento. 
sm. Addetto al vettovagliamento delle truppe dell'esercito romano. 

\fruménto, sm. Angiosperma (Triticum) della famiglia delle Graminacee e dell'ordine delle Glumiflore. Pianta erbacea annuale (biennale in certe varietà) di cui esistono varie specie. Viene coltivato per i frutti dalla cui macinazione si ottiene la farina alimentare. Ha foglie lunghe, fusto sottile e i chicchi (cariossidi) sono riuniti in spighe. Le specie più diffuse e coltivate sono: Triticum aestivum (o vulgare), frumento tenero utilizzato per il pane; Triticum durum, frumento duro utilizzato per la pasta (se ne ricava farina a più alto tenore di glutine) e Triticum spelta (specie spontanea dell'europa centrale). La pianta del frumento è sensibile all'attacco di funghi parassiti e di insetti; questo ha sviluppato una lotta antiparassitaria molto incisiva. Oltre ai classici usi alimentari (pane e pasta), i chicchi di frumento vengono utilizzati per la produzione di birra e vari distillati alcolici. I resti delle varie lavorazioni e le varietà di minore qualità, vengono utilizzati come foraggio. L'amido di frumento viene utilizzato nell'industria tessile. ~ grano.   +  
 X   sm. wheat. 
 @   lat. frumentum. 

\frumentóne, sm. Granturco. 

\Frundsberg, Georg von (Mindelburg 1473-1528) Capitano di ventura tedesco. Sconfisse i francesi alla Bicocca nel 1522 per conto di Carlo V e nel 1525 contribuì alla vittoria di Pavia. Nel 1526 reclutò e portò in Italia i lanzichenecchi. 

\Frunze => "Biskek" 

\Frunze, Michail Vasilevic (Biskek 1885-Mosca 1925) Generale russo. Nel 1919 sconfisse le armate controrivoluzionarie di A. V. Kolcak e nel 1920 quelle di P. N. Vrangel'. 

\frusciàre, v. intr. Produrre un fruscio. 
 X   v. intr. to rustle. 

\fruscìo, sm. Rumore sommesso di cose stropicciate, di frasche smosse. ~ brusio. 
 X   sm. rustle, rustling. 
 @   deriv. da frusciare. 

\frùscolo, sm. Ramoscello seccato. 

\frusinàte, agg. e sm. agg. Di Frosinone. 
sm. Nato o abitante a Frosinone. 

\frusóne, sm. Nome comune di un piccolo uccello passeriforme dal becco appuntito e molto voluminoso. ~ frosone 

\frùsta, sf. 1 Arnese, costituita da una bacchetta con in cima una cordicella, usato per incitare gli animali. ~ staffile. 2 Incitamento severo. ~ disciplina. si dovrebbe ricorrere alla frusta con voi, per farvi capire qualcosa, inteso come metodo educativo basato su punizioni corporali. 3 Forma di pane allungato. 4 Arnese formato da fili d'ottone piegati ad arco e congiunti a un manico che serve in cucina per sbattere, frullare e simili. frusta da cucina
 X   sf. 1 whip. 2 (cuc.) whisk. 
 @   deriv. da frustare

\Frùsta letterària, La Quindicinale letterario veneziano di Giuseppe Baretti. La prima pubblicazione è del 1° ottobre 1763. 

\frustàgno, sm. Fustagno. 

\frustàre, v. tr. 1 Percuotere con la frusta. ~ sferzare. 2 Criticare duramente. ~ censurare. <> blandire. 
 X   v. tr. to lash, to whip. 
 @   lat. tardo fustare bastonare, deriv. da fustis bastone. 

\frustàta, sf. 1 Colpo di frusta. ~ scudisciata. 2 Critica severa. ~ censura. 3 Incitamento energico. ~ stimolo. ~ freno, deterrente. 
 X   sf. lash. 

\frustatùra, sf. Il frustare e l'essere frustato. 

\frustìno, sm. 1 Diminutivo di frusta. 2 Piccola frusta usata per incitare il cavallo. ~ scudiscio. 3 Damerino. 
 X   sm. riding crop. 

\frùsto, agg. e sm. agg. 1 Logoro, liso, corroso. ~ consumato. <> fresco. 2 Trito. ~ abusato. <> inedito. 3 Vecchio. <> nuovo. 
sm. Pezzetto. 

\frùstolo, sm. 1 Briciola. 2 Piccola parte. 3 Cosa di poca importanza. ~ inezia. 

\frustrànte, agg. Che produce frustrazione; deludente. ~ mortificante. 
 X   agg. frustrating. 

\frustràre, v. tr. 1 Deludere, scoraggiare, avvilire. ~ mortificare. <> incoraggiare, sostenere. 2 Rendere inutile. ~ vanificare. <> agevolare. 
 X   v. tr. to frustrate. 
 @   lat. frustrare, deriv. da frustra invano. 

\frustràto, agg. e sm. agg. 1 Deluso, avvilito. ~ scoraggiato. 2 Reso inutile. ~ vanificato. 
sm. Chi si trova in stato di frustrazione. 

\frustrazióne, sf. 1 Il frustrare e l'effetto. ~ prostrazione. 2 Stato psichico di avvilimento e senso d'impotenza. ~ scoraggiamento. <> soddisfazione. 
 X   sf. frustration. 

\frùtice, sm. Arbusto. 

\fruticóso, agg. Che ha l'aspetto di frutice. 

\frùtta, sf. (pl.-a o-e) 1 L'insieme dei frutti destinati a essere mangiati. 2 La portata di frutta al termine del pranzo. 
 X   sf. 1 fruit. 2 (portata) dessert. 3 (secca) dried fruit. 

\fruttaiòlo, sm. Chi vende frutta. 

\fruttàre, v. tr. e intr. 1 Fare frutto. ~ produrre. il lavoro dell'inverno ha fruttato i primi risultati, finalmente! 2 Rendere frutto. ~ procurare. 3 Produrre un vantaggio economico, rendere interesse. cercava di far fruttare i suoi risparmi, investendo in Borsa
 X   v. tr. e intr. to yield, to bring in, to give a return. 
 @   deriv. da frutto

\fruttàto, agg. e sm. agg. 1 Fruttificato; reso, procurato. ~ prodotto. 2 Di vino o vitigno il cui sapore ricorda quello della frutta. 
sm. 1 Il complesso dei frutti prodotti da un albero. 2 Reddito, interesse. ~ rendita. 

\fruttéto, sm. Luogo piantato ad alberi da frutta. 
 X   sm. orchard. 

\frutticìno, sm. Ognuno dei piccoli frutti che costituiscono un frutto aggregato, come la mora. 

\fruttìcolo, agg. Relativo agli alberi da frutta. 

\frutticoltóre, sm. Chi coltiva alberi da frutta. 

\frutticoltùra, sf. Coltivazione razionale degli alberi da frutta. 

\fruttidòro, sm. Il dodicesimo mese del calendario rivoluzionario francese. 

\fruttièra, sf. Recipiente per servire la frutta in tavola. 

\fruttìfero, agg. 1 Che produce frutti. ~ produttivo. <> sterile. 2 Che dà reddito. ~ vantaggioso. <> controproducente. 
 X   agg. (redditizio) interest-bearing. 

\fruttificàre, v. intr. Produrre frutti. 

\fruttificazióne, sf. Il fruttificare e l'effetto. 

\fruttivéndolo, sm. Venditore al minuto di frutta e verdura. 
 X   sm. greengrocer. 

\frùtto, sm. 1 Tutto ciò che la terra produce di utile per gli uomini e gli animali. ~ prodotto. 2 Prodotto commestibile di alcune piante. 3 Ovario del fiore quando si è sviluppato. 4 Profitto, guadagno, rendita. ~ utile. 5 Prole. 
 X   sm. 1 fruit. 2 (profitto) interest. 3 (di mare) sea-food. 4 (risultato) result. 
 @   lat. fructus,-us, deriv. da frui
Organo vegetale, ottenuto dalla trasformazione del gineceo dopo la fecondazione, con la funzione di difendere i semi e di favorirne la disseminazione; gli ovuli diventano semi, mentre l'ovario si trasforma in pericarpo, formato da tre strati, endocarpo, mesocarpo ed epicarpo. Se il pericarpo è membranoso, il frutto può essere secco indeiscente, se rimane chiuso una volta maturo (noce, samara) o secco deiscente, se si apre a maturazione avvenuta (legume, follicolo); se il pericarpo è carnoso anche il frutto assume tale denominazione (bacca, drupa). Esistono poi i frutti multipli, ossia derivati dai pistilli dei vari fiori di un'unica infiorescenza; i frutti aggregati, che derivano da più pistilli appartenenti a un solo fiore e i falsi frutti, quelli che si ottengono dalla trasformazione subita oltre che dall'ovario, anche da altre parti del fiore (melo, pero).   +  

\fruttòsio, sm. Zucchero isomero del glucosio, contenuto nel miele, in alcuni tuberi e in molti frutti. Usato come conservante, viene somministrato ai diabetici in sostituzione dello zucchero. 

\fruttuosaménte, avv. In modo fruttuoso. ~ efficacemente. <> infruttuosamente. 

\fruttuosità, sf. 1 Carattere di ciò che è fruttuoso. 2 Proficuità. ~ utilità. <> infruttuosità. 

\fruttuóso, agg. 1 Che dà frutto. ~ fruttifero, produttivo. <> infruttifero, sterile. 2 Redditizio. ~ utile. <> infruttuoso. 

\Fry, Edwin Maxwell (Wallasey, Chesire 1899-Cotherstone, Durham 1987) Architetto inglese. Tra le opere la London Electricity Showroom a Londra (1935) e l'Impington College nel Cambridgeshire (1936-1940). 

\FS Sigla di Ferrovie dello Stato. 

\ft Sigla di foot (piede, unità di misura). 

\ftaleìna, sf. Denominazione generica attribuita a composti ottenuti per condensazione di una molecola di anidride ftalmica con due molecole di fenolo e conseguente eliminazione di una molecola d'acqua. 

\ftàlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di ortoacido o della sua anidride. 2 Dei tre diacidi benzenici. 

\ftalìde, sm. Lettone dell'acido o-idrossimetilbenzoico preparato per riduzione del cloruro di ftalile con zinco. 

\ftalocianìna, sf. Composto chimico, derivato dall'isoindolo. È un pigmento di colore verde-blu che può formare complessi assai stabili con diversi metalli. 

\ftanìte, sf. Roccia sedimentaria silicea opaca. È dura e compatta e si può dividere facilmente in piastre. 

\Ftiótide Nomo (168.000 ab.) della Grecia, nella Tessaglia sudorientale. Capoluogo Lamía. 

\ftirìasi, sf. Insieme delle manifestazioni provocate dai pidocchi. ~ pediculosi. 
 @   dal greco phthéir, phtheirós pidocchio. 

\fto Sigla di firmato. 

\FTP Abbreviazione di File Transfer Protocol, un protocollo di trasferimento dati in Internet. Indica anche un tipo di sito. 

\fu, sm. Defunto. ~ morto. 
 X   sm. late. 

\FU Sigla di Farmacopea Ufficiale. 

\Fu Mattia Pascal, Il Romanzo di L. Pirandello (1904). Il libro racconta la storia di Mattia Pascal, bibliotecario di un immaginario paesino della Liguria, che, arrivato al Casinò di Montecarlo dopo un'accesa discussione avuta in casa, vince una grossa somma alla roulette. Approfittando della possibilità di sfuggire alla vita tanto diversa dai suoi desideri, che gli viene offerta dal casuale ritrovamento di un cadavere che lo fa ufficialmente dichiarare morto, si attribuisce un nuovo nome e tenta di iniziare una vita nuova. Si rende ben presto conto che il progetto non è realizzabile: la mancanza di documenti non lo permette. Purtroppo, non sarà più possibile nemmeno riprendere lo scomodo posto occupato in precedenza. Non gli resterà che scrivere la storia della sua vita e portare, ogni tanto, fiori sulla sua tomba. 

\Fuà, Giórgio (Ancona 1919-Ancona 2000)) Economista. Diede importanti contributi alla costituzione del sistema italiano di contabilità nazionale e compì importanti studi sulla crescita economica comparata. 

\Fuad I (Il Cairo 1868-1936) Re d'Egitto dal 1922, nel 1923 emanò la prima costituzione, che in seguito riformò in senso autoritario. 

\Fubìne Comune in provincia di Alessandria (1.701 ab., CAP 15043, TEL. 0131). 

\Fucàli Ordine di Alghe Feoficee proprio delle coste europee. 

\Fucécchio Comune in provincia di Firenze (20.540 ab., CAP 50054, TEL. 0571). Centro agricolo e commerciale (mercato di olio, vino e cereali), industriale (prodotti della carta e chimici), della pelletteria e delle calzature. Vi si trova la chiesa di San Salvatore, del XIII sec., con opere del Vasari. Gli abitanti sono detti Fucecchiesi

\Fuchs, Lazarus (Moschin 1833-Berlino 1902) Matematico tedesco. Diede importanti contributi alla teoria delle equazioni differenziali. 

\fùchsia, o fùcsia, sf. Genere di piante arboree o arbustacee della famiglia delle Enoteracee, originarie della Nuova Zelanda e dell'America centromeridionale, caratterizzate da fiori di colore violaceo. 

\fuchsìte, sf. Varietà cromifera di muscovite color verde smeraldo. 

\FUCI Sigla di Federazione Universitaria Cattolica Italiana. 

\fucilàre, v. tr. Uccidere mediante fucilazione. 
 X   v. tr. to shoot. 
 @   deriv. da fucile. 

\fucilàta, sf. Colpo di fucile. ~ schioppettata. 
 X   sf. shot, rifle shot. 

\fucilazióne, sf. Pena per la quale il condannato viene fucilato. 

\fucìle, sm. 1 Arma da fuoco portatile, formata da un calcio, fusto, canna lunga, meccanismo di azione a scatto e vari dispositivi di puntamento e alimentazione. ~ schioppo. 2 Soldato armato di fucile. ~ tiratore. 
 X   sm. gun, rifle. 
 @   lat. focile, deriv. da focus fuoco. 
Derivato dall'archibugio a focile, il suo sviluppo si compì dal XVIII sec., quando avvennero le più grandi invenzioni, ossia l'accensione a percussione della carica di lancio, il proiettile ogivale, la rigatura della canna e la cartuccia metallica che agevolò le operazioni di caricamento. Ciò consentì una diminuzione del peso dell'arma stessa. Verso la fine del XIX sec., venne inventato il fucile a ripetizione, che segnò il passaggio definitivo al fucile moderno. 

\fucilerìa, sf. Azione di fuoco continuato e quasi contemporaneo con più fucili. 

\fucilièra, sf. Rastrelliera per porre i fucili. 

\fucilière, sm. Soldato armato di fucile. 

\fucìna, sf. 1 Focolare dei fabbri in cui si lavorano i metalli. ~ forgia. 2 Luogo in cui si foggiano i metalli, bottega del fabbro. ~ laboratorio. 3 Luogo, periodo, ambiente in cui si foggia qualcosa. ~ sorgente. quella scuola è una fucina di cervelli, le persone che vi escono sono particolarmente preparate. 
 X   sf. forge. 
 @   lat. officina

\fucinabilità, sf. Proprietà che può avere un metallo o una lega di essere facilmente deformabile a caldo. 

\fucinàre, v. tr. 1 Lavorare nella fucina. ~ foggiare. 2 Foggiare, plasmare. ~ formare. 3 Ordire. ~ macchinare. 

\fucinatóre, sm. Operaio che lavora nella fucina. 

\fucinatùra, sf. Insieme delle operazioni per la lavorazione a caldo dei metalli. 

\Fucìni, Renàto (Monterotondo Marittimo, Grosseto 1843-Empoli 1921) Scrittore italiano, noto anche con lo pseudonimo anagrammato di Neri Tanfucio. Famose le sue raccolte di novelle Le veglie di Neri (1884) e All'aria aperta (1887). 

\Fùcino Conca appenninica della Marsica compresa tra i monti del Sirente e quelli Simbruini. Si trova a una quota di 650 m ca. e un tempo era occupata da un lago. Dal punto di vista economico costituisce l'area più ricca e fiorente degli Abruzzi, ove si pratica agricoltura intensiva di cereali, barbabietole, patate e legumi. Le industrie sono diffuse nei settori chimico, meccanico, alimentare e dell'abbigliamento. È sede di un centro per le comunicazioni satellitari di Telespazio. Storicamente la conca del Fucino fu bonificata fin dall'epoca romana dall'imperatore Claudio. In epoca moderna Alessandro Torlonia, proprietario della quasi esclusività del territorio, effettuò la bonifica del terreno prima dell'esproprio a favore delle famiglie contadine. 

\Fùco Il fuco (o pecchione) è il maschio dell'ape domestica e ha la funzione di fecondare l'ape regina. Nel periodo primaverile i fuchi volano a centinaia aspettando che le regine effettuino i voli nuziali per accoppiarsi. Il fuco è riconoscibile per le maggiori dimensioni; non ha il pungiglione. Muore durante l'accoppiamento perché per estroflettere l'endofallo effettua una contrazione muscolare che lo paralizza. In ogni caso ha al più una vita di circa 50 giorni.    +  

\fucoxantìna, sf. Pigmento presente nelle Alghe Feoficee, responsabile della loro colorazione bruna. 

\fùcsia, agg., sm. e sf. agg. e sm. invar. Di una tonalità di colore che ricorda il colore dei fiori della fucsia. 
sf. 1 Genere di piante delle Enoteracee, molto apprezzate come piante ornamentali per i colori vivi dei loro fiori penduli. 2 Colorante chimico che tinge di un particolare rosso. 

\fucsìna, sf. Sostanza colorante poco resistente che tinge di rosso lana, seta e cotone trattato. 

\fucus, sm. invar. Genere di Alghe Feoficee, della famiglia delle Fucacee, tipica dei mari temperati o freddi. 

\fuegìni Popolazione indigena della Terra del Fuoco e delle regioni estreme del Cile meridionale, quasi interamente scomparsa. Comprende le popolazioni degli yamana, degli alakaluf degli ona e degli haush. Il nucleo sociale è la famiglia e la cultura è costituita da innumerevoli riti, miti e culti tramandati da uno sciamano. 

\Fuego Vulcano (3.763 m) attivo del Guatemala. 

\Fuente Ovejuna Commedia di L. de Vega (1619). 

\fuèro, sm. Carta di privilegi concessi a uno stato o a una città nell'antica Spagna. 
 @   dal lat. forum foro. 

\Fuerteventura Isola della Spagna, nell'oceano Atlantico, la seconda per estensione, delle Canarie. 

\Fuetscher, Lorenz (Turingia 1894-Innsbruck 1935) Filosofo austriaco. Tra le opere, Die ersten Seins-und Denkprinzipien (1930, I principi primi dell'essere e del pensare), Akt und Potenz (1933, Atto e potenza). 

\fùga, sf. 1 Il fuggire e l'effetto. ~ ritirata. 2 Fuoriuscita di un liquido attraverso un'apertura del condotto. ~ esalazione. 3 Successione di elementi architettonici in prospettiva. ~ teoria. 4 Composizione musicale contrappuntistica in cui un soggetto viene ripetuto con variazioni. 5 Fuga da un luogo di detenzione. ~ evasione. 6 Nelle gare di corsa, l'azione di uno o pochi concorrenti che prendono un distacco notevole rispetto agli altri. 
 X   sf. 1 escape, flight. 2 (mus.) fugue. 3 (notizie) leak. 4 (punto di fuga) vanishing point.
 @   lat. fuga. 
La fuga è una delle più complesse forme musicali della polifonia; il suo elemento principale è l'imitazione; può essere realizzata da due, tre o più voci e si manifesta attraverso due temi, quello principale (il soggetto) e quello dominante (la risposta), entrambi in contrappunto con il tema del controsoggetto. Il finale consiste in una serie di stretti, imitazioni del soggetto in rapida successione. La fuga ha raggiunto il massimo di popolarità nel corso del Settecento, grazie alla composizione di J. S. Bach. 
In astronomia la velocità di fuga è la velocità necessaria a un corpo per riuscire ad allontanarsi dal campo gravitazionale di un altro corpo senza ritornarvi o rimanervi legato in orbita. La velocità di fuga dalla superficie della Terra è di 11.200 m/s, da quella solare di 42.000 m/s. 
Nella prospettiva il punto di fuga è un punto verso cui le linee parallele nella realtà sembrano convergere nel disegno.   +  

\Fuga da Alcatraz Film drammatico, americano (1979). Regia di Don Siegel. Interpreti: Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Robert Blossom. Titolo originale: Escape from Alcatraz 

\Fuga di Zal´n, La Poema di M. Vörösmarty (1825). 

\Fuga nelle tenebre Novella di A. Schnitzler (1931). 

\Fuga per la vittoria Film di guerra, americano (1981). Regia di John Huston. Interpreti: Sylvester Stallone, Michael Caine, Max von Sydow. Titolo originale: Victory 

\Fùga, Ferdinàndo (Firenze 1699-Roma 1781) Architetto di Clemente XII e di Benedetto XIV, fuse nelle sue opere l'elemento colore e la fantasia barocca con canoni squisitamente classici. Tra le sue opere, un'ala del Quirinale (1732) e il palazzo della Consulta (1735) a Roma, l'albergo dei Poveri (1751) a Napoli. 

\Fuga, La Film giallo, americano (1947). Regia di Delmer Daves. Interpreti: Humphrey Bogart, Lauren Bacall. Titolo originale: Dark Passage 

\fugàce, agg. 1 Di poca durata, transitorio, momentaneo, breve, effimero, caduco. ~ passeggero. <> duraturo. 2 Labile. ~ fallace. 
 X   agg. transient, fleeting. 
 @   lat. fagax,-acis, deriv. da fugere fuggire. 

\fugaceménte, avv. In modo fugace. ~ rapidamente. 

\fugacità, sf. L'essere fugace. ~ caducità. 

\fugàre, v. tr. Far fuggire. ~ dissipare. 

\fugàto, agg. e sm. Stile contrappuntistico in cui la funzione principale è rappresentata dall'imitazione. 

\Fugàzze, piàn délle Passo (1.159 m) delle Prealpi Venete, al confine con il Trentino-Alto Adige. 

\fuggènte, agg. Che fugge. 

\Fugger, Jacob II détto il Ricco (Augusta 1459-1525) Banchiere tedesco, finanziò l'elezione e la politica di Carlo V, costruendosi enormi fortune legate agli Asburgo. 

\fuggévole, agg. Di breve durata. ~ fugace. 
 X   agg. fleeting. 

\fuggevolézza, sf. L'essere fuggevole. ~ fugacità. 

\fuggiàsco, agg. e sm. (pl. m.-chi) 1 Di chi fugge per evitare un pericolo, una pena. ~ fuggitivo. 2 Esule. ~ profugo. 3 Evaso. ~ latitante. 
 X   agg. e sm. fugitive. 

\Fuggiasco Film drammatico, britannico (1947). Regia di Carol Reed. Interpreti: James Mason, Kathleen Ryan, Fay Compton. Titolo originale: Odd Man out 

\fuggifùggi, o fùggi fùggi, sm. invar. Fuga scompigliata e precipitosa di più persone. ~ confusione. 

\fuggìre, v. v. tr. Scansare. ~ schivare. cercava di fuggire la fatica
v. intr. 1 Allontanarsi rapidamente da un luogo; scappare. ~ svignarsela. 2 Tenersi lontano. ~ rifuggire. <> accostarsi. 3 Rifugiarsi. 4 Non lasciarsi prendere. ~ sfuggire. 5 Trascorrere velocemente. il tempo fuggiva quando si trovava con lei. 6 Uscire da un luogo in cui si era rinchiusi. ~ evadere. 7 Correre velocemente. si fermò per qualche minuto, poi dovette fuggire a casa. 8 Dileguarsi. ~ svanire. 9 Nello sport, fare una fuga. 
 X   v. tr. to avoid. v. intr. to escape, to run away. 
 @   lat. fugire, da fugere

\fuggitìvo, agg. e sm. 1 Che, chi fugge. ~ fuggiasco. 2 Fugace. ~ rapido. 
 X   agg. e sm. runaway, fugitive. 

\Fuggitivo, Il Film giallo, americano (1993). Regia di Andrew Davis. Interpreti: Harrison Ford, Tommy Lee Jones, Sela Word. Titolo originale: The Fugitive 

\Führer, sm. invar. 1 Titolo del dittatore tedesco Adolf Hitler. 2 Capo dispotico. 

\Fuipiàno Vàlle Imàgna Comune in provincia di Bergamo (242 ab., CAP 24030, TEL. 035). 

\Fuji Vulcano e vetta (3.776 m) più elevata del Giappone, sull'isola di Honshu. La sua cima, perennemente innevata, è ritenuta sacra ed è meta di pellegrinaggi. L'ultima eruzione risale alla metà del 1700. 
Fuji 
Città (222.000 ab.) del Giappone, nella prefettura di Shizuoka, sull'isola di Honshu. 

\Fujian Provincia (31.160.000 ab.) della Cina, capoluogo Fuzhou. 

\Fujisawa Città (350.000 ab.) del Giappone, nella prefettura di Kanagawa, sull'isola di Honshu. 

\Fukui Città (253.000 ab.) del Giappone, capoluogo della prefettura omonima (824.000 ab.) sull'isola di Honshu. 

\Fukui, Kenichi (Nara 1918-Kyoto 1998) Chimico giapponese. Chiarì il meccanismo delle reazioni chimiche e nel 1981 insieme a R. Hoffmann, fu insignito del premio Nobel. 

\Fukuoka Città (1.237.000 ab.) del Giappone, capoluogo della prefettura omonima, sull'isola di Kyushu. La città è divisa dal fiume Naka in due parti: Fukuoka città vecchia e Hakata centro commerciale. Importante porto peschereccio e di imbarco del carbone. Le industrie principali sono quelle tessili (seta), chimiche, meccaniche, navali, della carta e della porcellana. Sede di un aeroporto e di due università. 
Fukuoka 
Prefettura (4.852.000 ab.) del Giappone, attraversata dai fiumi Chikugo e Onga. 

\Fukushima Città (278.000 ab.) del Giappone, capoluogo dell'omonima prefettura (2.115.000 ab.) sull'isola di Honshu. 

\fulbe, sm. e sf. invar. Appartenente a un gruppo etnico diffuso in tutta la vasta zona subsahariana dal Senegal al Sudan occidentale e diviso in tre principali ordini, Fouta Toro, Fouta Djalon e Macina. Si tratta di popolazioni nomadi di pastori oppure tribù dedite all'agricoltura. A livello sociale sono strutturati in piccoli gruppi familiari. Convertiti all'islamismo dal 1810, lo hanno diffuso in tutta la loro regione. La lingua, il pular, appartenente al gruppo senegalo-guineano, è tra le più diffusa in Africa. 

\Fulbèrto di Chartres (Aquitania 975?-Chartres 1028) Teologo francese. Vescovo di Chartres, vi fondò un'importante scuola. Fu autore di scritti agiografici e liriche. 

\fùlcro, sm. 1 Punto di appoggio della leva. 2 Elemento centrale, cardine, perno. ~ sostegno. 
 @   lat. fulcrum, deriv. da fulcire sostenere. 

\Fulda Città della Germania (57.000 ab.), nella regione dell'Assia, è un importante mercato cerealicolo e del bestiame. Sviluppato è anche il settore industriale, in particolare quello chimico, della gomma e alimentare. Tra i monumenti, la cattedrale barocca, la chiesa carolingia di San Michele (IX sec.) e il castello dei Principi (XIV sec.); famosa è anche l'abbazia benedettina, attorno alla quale è sorta la città (744), e divenuta nel medioevo importante centro religioso e artistico. 
Fulda 
Fiume (218 km) della Germania, nell'Assia. Nasce dal monte Wasserkuppe e confluisce nel fiume Werra. 

\fulgènte, agg. Che risplende. ~ brillante. 

\fùlgere, v. tr. (difettivo: manca il part. pass.) Risplendere, brillare, scintillare. ~ luccicare. 
 @   lat. volg. fulgere. 

\fulgidézza, sf. L'essere fulgido. ~ splendore. 

\fulgidità, sf. Fulgidezza. 

\fùlgido, agg. Splendente, luminoso. ~ fulgente, scintillante. <> offuscato. 

\fùlgora, sf. Genere di Insetti Emitteri Omotteri della famiglia dei Fulgoridi. 

\fulgóre, sm. 1 Luce spendente, splendore vivo. ~ lucentezza. 2 Potenza. ~ magnificenza. <> debolezza, fragilità. 
 X   sm. splendour, brilliance. 
 @   lat. fulgor,-oris, deriv. da fulgere. 

\fulguràle, agg. Relativo alla folgore. 

\fulìggine, sf. Deposito carbonico che il fumo deposita nei camini e nei tubi. 
 X   sf. soot. 

\fuligginóso, agg. 1 Pieno di fuliggine. ~ annerito. <> terso. 2 Fumoso, fosco. ~ torbido. <> limpido. 
 X   agg. sooty. 

\full, sm. invar. Nel gioco del poker, combinazione costituita da un tris più una coppia. 
 X   sm. full house. 

\full contact, loc. sost. m. invar. Forma di lotta simile al karate in cui i colpi non sono simulati. 

\full employment, loc. sost. m. invar. Espressione inglese che significa "pieno impegno". Indica una situazione occupazionale in cui ogni individuo che cerca lavoro lo può trovare al tasso si salario corrente. 

\full immersion, loc. sost. m. invar. Impegno che richiede applicazione continua ed esclusiva. 

\Full Metal Jacket Film di guerra, americano (1987). Regia di Stanley Kubrick. Interpreti: Matthew Modine, Adam Baldwin, Kevyn Howard. Titolo originale: Full Metal Jacket 

\full time, loc. agg. e sost. m. invar. Di attività che impegna tutta la giornata. ~ tempo pieno. <> part time. 

\Fullbright, William J. (Summer 1906-Washington 1995) Politico statunitense. Di ideologia pacifista e contrario alla guerra in Vietnam, nel dopoguerra istituì le omonime borse, un programma di scambi studenteschi a fini culturali. 

\Fuller, Loie (Fullersburg 1862-Parigi 1928) Ballerina statunitense. Fu tra i precursori della danza libera di I. Duncan. 

\Fuller, Richard Buckminster (Milton 1895-Los Angeles 1983) Architetto statunitense. Tra le opere le cupole geodetiche in alluminio per gli stabilimenti Ford nel Michigan (1953) e l'Union Tank Car nella Louisiana (1958). 

\Fuller, Sarah Margaret (Cambridgeport, Massachusetts 1810-Fire Island, New York 1850) Scrittrice statunitense. Dal 1840 al 1842 diresse The Dial, la rivista ufficiale del movimento spirituale letterario (trascendentalismo). Nel 1847 venne in Italia, dove si unì in matrimonio al marchese Angelo Ossoli. Morì con il marito e il figlio nel naufragio della nave con la quale stava faceva ritorno in patria. Tra le opere, Woman in the Nineteenth Century (1845), Papers on Literature and Art, saggio di critica letteraria e le Memorie

\fullònica, sf. Bottega in cui nell'antica Roma si lavavano i panni. 

\fulmàro, sm. Genere e nome comune di Uccelli Procellariformi della famiglia dei Procellaridi, dal piumaggio bianco e grigio. 

\fulmicotóne, sm. Cotone fulminante. 

\fulminànte, agg. e sm. agg. 1 Che fulmina. 2 Che esplode detonando. 3 Di malattia, che dà morte rapida e improvvisa. 
sm. 1 Fiammifero di legno. 2 Capsula esplosiva. 

\fulminàre, v. v. tr. 1 Colpire col fulmine; saettare. ~ folgorare. 2 Uccidere sul colpo; colpire con un arma da fuoco. ~ abbattere. fu fulminato da quel colpo a bruciapelo. 3 Scagliare con violenza. ~ colpire. LOC. lo fulminò con lo sguardo
v. intr. Cadere fulmini. ~ saettare, folgorare. il cielo fulminava mentre il temporale si avvicinava
v. intr. pron. Di lampadina che non funziona più a causa della fusione dei filamenti. ~ bruciarsi. 
 X   v. tr. 1 to strike. 2 (uccidere con arma da fuoco) to shoot dead. 3 (fig.) to look daggers at. v. intr. pron. to blow. 
 @   lat. fulminare, deriv. da fulmen,-inis fulmine. 

\fulminàto, agg. Folgorato, colpito, scagliato. 

\fulminatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi fulmina. 

\fulminazióne, sf. Il fulminare, l'atto e l'effetto. 

\fùlmine, sm. 1 Violenta e improvvisa scarica elettrica che, per la presenza di differenze di potenziale molto elevate, si verifica tra una nuvola e un'altra nuvola e tra una nuvola e la superficie terrestre. ~ folgore. 2 Di cosa veloce, potente e minacciosa. ~ lampo, razzo. <> lumaca, tartaruga. 
 X   sm. lightning. 
 @   lat. fulmen,-inis, deriv. da fulgere. 
Il fenomeno presenta un effetto luminoso chiamato lampo e uno sonoro chiamato tuono; per la differente velocità di propagazione tra luce e suono, questi fenomeni non vengono percepiti simultaneamente. La scarica elettrica si propaga dove esiste minore resistenza elettrica ed è costituita da scariche consecutive di durata attorno ai 500 microsecondi; in questo modo si verifica il caratteristiche lampo a zig-zag. Le scariche tra nuvole hanno lunghezza superiore a quelle tra nuvola e terra. L'intensità delle scariche varia dai 10.000 ai 50.000 ampère, con una intensità elettrica che può raggiungere i 300.000 volt/metro. Il fulmine che si scarica a terra può determinare la folgorazione di esseri viventi, incendi e altri danni, mentre nell'atmosfera forma ozono o composti nitrici dovuti all'ossidazione dell'azoto. 

\fulmineaménte, avv. Con la rapidità di un fulmine. ~ improvvisamente. <> lentamente. 

\fulmineità, sf. Carattere di chi, di ciò che è fulmineo. ~ rapidità. 

\fulmìneo, agg. 1 Di, del fulmine. 2 Che ha la rapidità, la violenza del fulmine. ~ improvviso. 

\fulmìnico, agg. (pl. m.-ci) Di un acido poco stabile, noto soltanto in soluzione. L'acido fulminico ha formula C=NOH. 

\fulminìo, sm. 1 Il guizzare, rapido e continuo, dei fulmini. 2 Tremolio rapido di luce. 

\FULTA Sigla di Federazione Unitaria Lavoratori Tessili e dell'Abbigliamento. 

\Fulton, Robert (Little Britain, ora Fulton-New York 1765-1815) Inventore statunitense. Talento con spiccata inclinazione per la meccanica, realizzò nel 1800 un sommergibile, battezzato Nautilus, che non suscitò comunque l'interesse né del governo inglese né di quello francese. Nel 1803 realizzò il primo battello a vapore. Nel 1807 costruì il battello Clermont, pure con propulsione a vapore, che entrò in servizio per il trasporto della posta. È da considerare l'inventore del battello a vapore, in quanto le sue realizzazioni dimostrarono l'utilità commerciale dell'invenzione. 

\Fùlvia (?-Sicione 40 a. C.) Moglie del tribuno Clodio, quindi di Scribonio Curione e infine di Marco Antonio. Fu un'implacabile nemica di Cicerone. 

\Fùlvio Flàcco, Màrco (?-121 a. C.) Uomo politico romano. Nel 130 a. C. fu membro del triumvirato per l'assegnazione delle terre. Nel 125 a. C., in veste di console, cercò, ma inutilmente, di far approvare una legge per la concessione della cittadinanza agli italici. 

\Fùlvio Flàcco, Quìnto (?-205 a. C. ca.) Generale romano. In veste di console vinse i celti nel 237 a. C. Di nuovo console nel 224 a. C., combatté i galli boi nella Pianura padana. Nel 205 a. C. si oppose alla spedizione in Africa di Scipione. 

\Fùlvio Nobilitóre, Màrco (?-179? a. C.) Politico romano. Nel 193 a. C., in qualità di pretore in Spagna, sconfisse i celtiberi e nel 189 a. C., in qualità di console, gli etoli. Nel 179 a. C. divenne censore e riformò i comizi centuriati. Fu il protettore del poeta Ennio. 

\Fùlvio, Andrèa (Palestrina sec. XV-XVI) Archeologo italiano. Pubblicò nel 1527 le Antiquitates Urbis, compendio descrittivo delle aree archeologiche di Roma che, insieme alla carta topografica Antiquae Urbis cum regionibus simulacrum, eseguita nello stesso anno con l'aiuto dell'incisore Marco Fabio, costituì un punto di riferimento per numerosi studiosi, come il Palladio e P. Ligorio. Tra le altre opere, Antiquaria Urbis (1513), Trattato delle indulgenze e il catalogo numismatico Illustrium Imagines (1517). 

\fùlvo, agg. Biondo rossiccio. ~ dorato. 
 X   agg. tawny. 
 @   lat. fulvus. 

\fumàcchio, sm. 1 Pezzo di materia bruciata semispenta, come legno o carbone, che emana fumo denso. 2 Fumo che si alza da un fuoco semispento. 

\fumàggine, sf. Alterazione di natura crittogamica che colpisce gli organi apogei delle piante. 

\fumaiòlo, sm. 1 Parte finale della canna fumaria che esce sul tetto. ~ comignolo. 2 Camino di opifici, piroscafi. ~ ciminiera. 
 X   sm. 1 (canna fumaria di edificio) chimney. 2 (canna fumaria di nave) funnel. 

\Fumaiòlo Monte dell'Appennino Tosco Emiliano (1.407 m), a sud di Forlì, dal quale nasce il fiume Tevere. 

\Fumàne Comune in provincia di Verona (3.425 ab., CAP 37022, TEL. 045). 

\fumànte, agg. Che emette fumo o vapore. 

\fumàre, v. v. tr. 1 Aspirare il fumo del tabacco o di altre sostanze e poi emetterlo dal naso o dalla bocca. 2 Emettere fumo o vapore. ~ fumigare. 3 Scalpitare, fremere. ~ spazientirsi. 
v. intr. Produrre fumo; emettere fumo. ~ fumigare. 
 X   v. tr. e intr. to smoke. 
 @   lat. fumare, da fumus fumo. 

\fumària, sf. Piante usata come depurativo o per curare le malattie della pelle. 

\Fumariàcee Famiglia di piante dicotiledoni dialipetale affine alla famiglia delle Papaveracee. 

\fumàrico, agg. (pl. m.-ci) Di un diacido etilenico che si trova in alcuni funghi, nel lichene islandico e nella fumaria. 

\fumàrio, agg. Che serve a convogliare il fumo. 

\fumaròla, sf. Emissione violenta di vapore acqueo, gas e altre sostanze dal cratere di un vulcano o da fessure del terreno. 

\fumàta, sf. 1 Ondata di fumo; emissione di fumo. 2 Segnale dato col fumo. 3 Il fumare una sigaretta, un sigaro ecc. 
 X   sf. smoke signal. 

\fumàto, agg. Sotto l'effetto di droghe. ~ drogato. 

\fumatóre, sm. (f.-trìce) Chi ha l'abitudine di fumare tabacco. 
 X   sm. smoker. 

\fumé, agg. invar. Di colore grigio scuro. ~ brunito. 

\fumeggiàre, v. v. tr. Sfumare. 
v. intr. 1 Emettere fumo. 2 Emettere vapore. 

\fuménto => "fomento" 

\fumerìa, sf. Locale riservato ai fumatori di sostanze stupefacenti, specie ai fumatori d'oppio. 

\fumettìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi crea o disegna storie a fumetti. 2 Scrittore di poco pregio. 

\fumettìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di, dei fumetti. 2 Banale, superficiale. ~ stereotipato. 

\fumétto, sm. 1 Liquore di anice. 2 Genere di narrativa popolare o infantile che narra le storie di un eroe tramite immagini caricaturali, seguite o presentate da battute essenziali, contenute in una sorta di nuvoletta che fuoriesce dalla bocca del personaggio. 3 Le parole che escono, in forma di nuvoletta di fumo, da un personaggio raffigurato in uno o in una serie di disegni. ~ striscia. 4 Opera narrativa, cinematografica o teatrale dal contenuto banale e superficiale. 
 X   sm. 1 (striscia) comic strip. 2 (vignetta) cartoon. 3 (giornale) comic, comic book. 
 @   dimin. di fumo. 
Il fumetto è nato negli Stati Uniti nel 1895, in occasione dell'uscita sul giornale americano New York World di una serie di storielle aventi come protagonista Yellow Kid. Il fumetto decollò con le opere di Walt Disney (Topolino, 1928). Qualche anno dopo, nel 1930, apparvero i primi fumetti avventurosi (Tarzan, Mandrake), polizieschi e di fantascienza (Superman, Flash Gordon). In Italia i primi fumetti risalgono all'inizio del secolo, quando cominciarono a circolare su qualche giornale alcuni comics per bambini (Bonaventura di Tofano, 1917), seguiti da timidi tentativi di creare fumetti avventurosi (Saturno contro la Terra di G. Scolari); nel 1937 nasce Tex Willer di Bonelli e Galeppini; sarà intorno agli anni '60 che, con Crepax (Valentina 1965) e Hugo Pratt (Corto Maltese 1967), la produzione di fumetti raggiungerà livelli notevoli di popolarità; a partire dagli anni '70 nasce il nuovo genere satirico politico (Forattini, Milazzo, Giardino). Attualmente i filoni più importanti sono quello erotico, dell'horror e avventuroso. 

\fùmido, agg. Fumante. ~ fumoso. 

\fumigàre, v. v. tr. Affumicare. 
v. intr. 1 Fumare continuato e leggero. 2 Fare fumigazioni. 3 Esalare fumo, vapore. 

\fumigatóre, sm. Apparecchio che diffonde fumi o gas per effettuare una disinfestazione. 

\fumigazióne, sf. 1 Il fumigare. 2 Suffumigio. 3 Affumicazione. 

\fumìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi vende, impianta o ripara caloriferi, stufe e camini. 2 Chi ama stupire con trovate. ~ burlone. 

\fumisterìa, sf. Mistificazione. 

\fumìvoro, agg. Che fa sparire il fumo. 

\fùmo, sm. 1 Residuo della combustione che assume la forma di nuvola. ~ esalazione. 2 Odore di fumo. 3 Vapore che sembra fumo. ~ miasma. 4 Il fumo del tabacco. 5 L'abitudine di fumare tabacco. 6 Fumaiolo. ~ fumacchio. 7 Cosa senza consistenza. ~ apparenza. 8 Al plurale, annebbiamento dell'intelletto. 9 Superbia. ~ vanità. 
 X   sm. 1 smoke. 2 (vapore) steam. 3 (il fumare tabacco) smoking. 4 (industriali) pl. fumes. 5 (fumi dell'alcool) after-effects of drink. 
 @   lat. fumus. 
Inalazione di fumi 
Si tratta di una situazione d'emergenza correlata spesso alle ustioni. Infatti, in caso d'incendio, si sviluppano fumi anche molto pericolosi, per la combustione di plastiche, colle, resine o altre sostanze potenzialmente velenose, che si liberano da materiali di costruzione o d'arredamento, se surriscaldati o incendiati. Anche in ambiente industriale possono liberarsi esalazioni chimiche perniciose, in grado di danneggiare notevolmente l'organismo di chi le avesse respirate. 
L'infortunato presenta spesso tosse e difficoltà nella respirazione. Potrebbe presentare residui neri o bruciacchiature nella bocca o nel naso. Il suo alito potrebbe presentare odori caratteristici, che aiutano anche a identificare il tipo di fumo o di gas tossico inalato. Se il paziente emettesse sputi durante gli attacchi di tosse, sarebbe opportuno esaminarli e riferire al personale specializzato, non appena raggiunto un presidio ospedaliero. In alcuni casi gli effetti dell'inalazione di fumi e di sostanze tossiche possono presentarsi in ritardo ed eventualmente coinvolgere il comportamento dell'infortunato, provocandone anche reazioni violente. È quindi consigliabile convincere chi abbia respirato sostanze pericolose a sottoporsi a un controllo medico, anche in assenza di sintomi immediati. 

\fumògeno, agg. e sm. agg. 1 Che produce fumo. 2 Che è formato da fumo. 
sm. Sostanza che produce fumo. 

\fumoir, sm. invar. Ambiente destinato ai fumatori. 

\Fumóne Comune in provincia di Frosinone (2.093 ab., CAP 03010, TEL. 0775). 

\fumosaménte, avv. In modo fumoso. ~ confusamente. 

\fumosità, sf. L'essere fumoso. 

\fumóso, agg. 1 Pieno di fumo. ~ nebuloso. <> terso, chiaro. 2 Che emette fumo. ~ fumante. 3 Pieno di boria. ~ superbo. 4 Contorto. ~ oscuro. <> comprensibile. 5 Indistinto, annebbiato. ~ impreciso. <> netto. 6 Inconsistente. 
 X   agg. 1 smoky. 2 (fig.) muddled. 
 @   lat. fumosus. 

\fun, sm. invar. Antica unità monetaria coreana pari a 1/2 won. 

\Funabashi Città (533.000 ab.) del Giappone, nella prefettura di Chiba, sull'isola di Honshu. 

\funàio, sm. Chi fa o vende funi. 

\funambolésco, agg. (pl. m.-chi) Di, da funambolo. ~ funambolico. 

\funambòlico, agg. (pl. m.-ci) Funambolesco. 

\funambolìsmo, sm. 1 L'arte dei funamboli. ~ equilibrismo. 2 Abilità tecnica. ~ virtuosismo. 3 Incostanza nelle opinioni politiche. ~ opportunismo. 

\funàmbolo, sm. 1 Artista che esegue esercizi di equilibrismo su una fune tesa nel vuoto. ~ acrobata. 2 Chi fa giochi di equilibrio nella vita politica o sociale. 2 Chi compie virtuosismi. ~ virtuosista. 
 X   sm. tightrope walker. 
 @   lat. tardo funambulus, comp. da funis fune + ambulare camminare. 

\Funàri, Gianfrànco (Roma 1932-Milano 2008) Conduttore televisivo. Dopo iniziali esperienze nel mondo del cabaret, si fece conoscere al pubblico della televisione con la conduzione di Torti in faccia (Telemontecarlo, 1980) e quindi Aboccaperta (1981 e 1984). Seguirono altre trasmissioni di successo, tra le quali, Mezzogiorno è (1987-1990), Mezzogiorno italiano (1991) e Funari news (1993). 

\fùne, sf. Fascio di fibre o di fili metallici, flessibile o meno, intrecciati e caratterizzati da alta resistenza alla trazione. I valori carico di lavoro e di rottura determinano le caratteristiche meccaniche di una fune. 
 X   sf. rope, cord, cable. 
 @   lat. funis. 

\fùnebre, agg. 1 Riferito a un defunto o a un funerale. ~ funerario. monumento funebre, ciò che viene eretto sulla tomba per commemorare il defunto. 2 Triste, lugubre, tetro. ~ funereo. <> allegro, gioioso. questa musica funebre non poteva essere che una sua scelta. 
 X   agg. 1 funeral. 2 (fig., aspetto) funereal, gloomy. 3 (impresa di pompe funebri) undertaker's. 
 @   lat. funebris, deriv. da funus,-eris funerale. 

\funeràle, agg. e sm. agg. Funereo. 
sm. 1 Cerimonia con cui si accompagna un defunto al cimitero. ~ esequie. 2 Persona o festa senza allegria. con quella musica così datata la festa sembrava un funerale
 X   sm. funeral. 
 @   lat. funeralis, agg. di funus,-eris funerale. 

\funeràrio, agg. Attinente a un funerale. 

\fùnere, sm. Strage, uccisione. ~ massacro. 

\funèreo, agg. 1 Di morte o dei morti. 2 Lugubre, tetro, mesto. ~ funebre. <> allegro, festoso. 
 X   agg. funereal, gloomy. 

\Fùnes (in ted. Villnoss) Comune in provincia di Bolzano (2.309 ab., CAP 39040, TEL. 0472). 

\funestàre, v. tr. Affliggere o rattristare con un evento funesto. ~ addolorare. <> rallegrare. 

\funèsto, agg. 1 Che è causa di grave lutto, danno o dolore; doloroso, tragico, penoso. ~ luttuoso. <> gioioso. 2 Fatale, avverso, nefasto, rovinoso. ~ infausto. <> propizio. 

\fungàia, sf. 1 Luogo dove nascono o si coltivano i funghi. 2 Moltitudine di persone o di cose affini o uguali. 

\fùngere, v. intr. (raro il part. pass. funto) 1 Adempiere un ufficio senza averne il grado; fare le veci di qualcuno. ~ rimpiazzare. 2 Assolvere la funzione di un'altra cosa. ~ sostituire. 
 X   v. intr. to act. 
 @   lat. fungi. 

\funghéto, sm. Fungaia. 

\funghétto, sm. 1 Diminutivo di fungo. 2 Piccola torta con anici a forma di cappello di fungo tipica della cucina marchigiana. 

\Funghi et variationes Opera di poesia di J. Cage (1983). 

\funghicoltóre, sm. (f.-trìce) Chi coltiva funghi mangerecci. 

\funghicoltùra, sf. Attività della coltivazione dei funghi. 

\fungìbile, agg. 1 Di cose, che possono sostituirsi una all'altra. 2 Di persona, che può essere sostituita nelle sue funzioni. 

\fungicìda, agg. e sm. Di sostanza che elimina o impedisce la crescita dei funghi. 

\fungifórme, agg. Di alcune specie di madrepore, dal corpo simile ai funghi. 

\fungìno, agg. 1 Di fungo. 2 Che ha caratteristiche di fungo. 

\fùngo, sm. (pl.-ghi) 1 Vegetale inferiore. 2 Qualsiasi oggetto a forma di fungo. 
 X   sm. 1 (alimento) mushroom. 2 (in genere) fungus. 
 @   lat. fungus. 
Nome generico di vegetali (Tallofite), senza clorofilla, suddivisi in quattro classi (Archimiceti, Ficomiceti, Ascomiceti, Basidiomiceti). Sono chiamati anche miceti. Vivono come saprofiti, su sostanze organiche in decomposizione, o parassitamente su piante o animali o in simbiosi con altri vegetali. Il loro corpo vegetativo è filamentoso, unicellulare o pluricellulare; il singolo filamento fungino, più o meno ramificato e di lunghezza variabile, è detto ifa e il loro complesso costituisce il micelio. Si riproduce agamicamente per frammentazione del micelio o tramite spore (neutrospore) di vari tipi; la riproduzione sessuata può avvenire in diversi modi a seconda dei vari gruppi, ossia con l'unione di gameti uguali o differenti, mobili o immobili, di due cellule del tallo non differenziate in cellule sessuali. Sono molto importanti come agenti patogeni per animali e piante, nella decomposizione di residui organici, in molti processi industriali (produzione di formaggio, vino, birra) in farmacologia per l'estrazione di antibiotici (penicillina). Molte specie sono commestibili (Boletus edulis, Boletus scaber) mentre altre risultano essere addirittura tossiche o mortali per l'uomo (Amanita phalloides, Amanita verna).   +    Alcuni funghi possono provocare malattie infettive per l'essere umano:  →  micosi.
Fungo dell'inchiostro 
Fungo (Coprinus atramentarius) della famiglia delle Coprinacee e della classe dei Basidiomiceti. Commestibile. 
Fungo dell'olivo 
Fungo (Omphalotus olearius) della famiglia delle Paxillacee e della classe dei Basidiomiceti. Velenosissimo. 

\fungosità, sf. 1 L'essere fungoso. 2 Avere aspetto o consistenza di fungo. 

\fungóso, agg. Di aspetto o forma simile a un fungo. 

\Fùni, Achìlle (Ferrara 1890-Milano 1972) Pittore. Tra le opere Venere innamorata (1928, Milano, Galleria d'Arte Moderna). 

\funicolàre, agg. e sf. agg. 1 Che funziona per mezzo di funi. 2 Che ha forma di fune. 3 Del funicolo. 
sf. Impianto per il trasporto delle persone composto da carrozze trainate da cavi metallici. 
 X   sf. funicolar, funicolar railway. 
In geometria è un poligono o una successione di segmenti orientati, rappresentante un metodo fondamentale per comporre graficamente un sistema di forze complanari. 
In statica è la curva secondo la quale si dispone un filo flessibile e inestensibile, legato alle due estremità e soggetto a una distribuzione continua di forze complanari esterne. 

\funicolìte, sf. Infiammazione del cordone spermatico. 

\funìcolo, sm. 1 Filo che contribuisce a formare una fune. 2 Formazione simile a un funicolo; cordone ombelicale, spermatico. 

\funivìa, sf. Impianto usato per trasportare persone, costituito da vagoni che si muovono, sospesi in aria, sostenuti da una o più funi metalliche e che collegano stazioni tra di loro. Se il trasporto è riservato alle cose, si parla di teleferica. Oltre ai vagoni, l'impianto è formato dai freni e da una fune di soccorso. La prima funivia fu inaugurata nel 1912 nei pressi di Merano. 
 X   sf. cable railway. 

\funk, sm. invar. Stile di musica jazzistica sviluppatasi intorno al 1950, caratterizzata da sonorità spesse e ritmo marcato e priva delle raffinatezze del jazz bianco allora in voga, i cui rappresentanti principali sono S. Wonder e J. Brown. 
Funk art 
Corrente artistica sviluppatasi in California nel 1960, caratterizzata da forte sentimentalismo, uso di materiali semplici, accentuata policromia. Esponenti di rilievo sono D. Flavin, S. Lewitt e R. Morris. 

\funzionàle, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla funzione. 2 Relativo al funzionamento. ~ efficiente, valido. <> inadeguato. 3 Dotato di funzionalità; razionale, efficiente. ~ pratico. <> inadatto. aveva scelto una disposizione funzionale degli arredi. 4 In matematica, relativo alle funzioni. equazione funzionale, contiene per incognite delle funzioni. spazio funzionale: spazio vettoriale che ha come elementi funzioni. 
sm. funzione che ha per argomenti altre funzioni, ossia che è definta su uno spazio di funzioni (o su opportuni spazi di tipo più generale).
 X   agg. functional. 
 @   deriv. da funzione
Gruppo funzionale 
In chimica è il radicale che fornisce a un composto precise caratteristiche (gruppo carbossilico negli acidi organici). 

\funzionalìsmo, sm. In antropologia e in sociologia è la scuola che si occupa dello studio delle strutture sociali, tenendo presenti le funzioni che esse assumono per garantire la migliore sopravvivenza delle persone nella società. Molto importanti, nella sociologia funzionale, sono le norme sociali, che istruiscono gli individui per consentire loro di svolgere compiti speciali, tali da garantire la conservazione della struttura sociale. Maestri del funzionalismo sono stati gli anglosassoni, in particolar modo A. Radcliffe-Brow e B. Malinowski in antropologia, T. Parson in sociologia. 
In architettura è la tendenza, comune al razionalismo, a subordinare l'uso della decorazione alla funzione; i suoi maggiori esponenti sono stati A. Loos e Le Corbusier, sostenitori di una stretta relazione tra funzione e forma di un edificio e di un'eliminazione totale della decorazione architettonica. 
In psicologia è la corrente psicologica (nota anche come Scuola di Chicago), diffusasi negli USA nella seconda metà del secolo scorso; riteneva fondamentale il ruolo dell'impegno mentale come mediatore tra l'ambiente che ci circonda e i bisogni dell'organismo, in contrapposizione a ogni tipo di analisi della vita della mente secondo i metodi propri dell'introspezionismo. I massimi esponenti furono W. James, J. Dewey e J. R. Angeli. 
In linguistica è la corrente che si occupa dello studio delle unità linguistiche del discorso, in base alla loro funzione. Ha raggiunto i risultati migliori nella fonetica. Tra gli esponenti più significativi Jakobson e Prieto. 

\funzionalità, sf. 1 Rispondenza alle funzioni. ~ praticità. 2 In medicina, capacità di un organo di funzionare. 

\funzionalizzàre, v. tr. Rendere funzionale. 

\funzionalménte, avv. Con funzionalità. 

\funzionaménto, sm. Il funzionare e il modo in cui una cosa funziona. ~ meccanismo. 
 X   sm. functioning. 

\funzionànte, agg. Che funziona regolarmente. ~ efficiente. <> guasto. 

\funzionàre, v. intr. 1 Adempiere la propria funzione. ~ fare. 2 Agire, lavorare, andare, dar risultati positivi. ~ operare. 3 Fare le veci. ~ fungere. 4 Marciare. ~ procedere. <> incepparsi. 
 X   v. intr. to function, to work. 
 @   franc. fonctionner. 

\funzionàrio, sm. Chi esercita particolari funzioni direttive o amministrative. ~ dirigente. 
 X   sm. 1 functionary, official. 2 (banca) executive. 

\funzióne, sf. 1 Compito, attività svolta da una persona in rapporto a una carica o all'interno di una struttura, o scopo dell'attività stessa ~ mansione. • adempiere una funzione; • lo stipendio è in funzione dell'anzianità. • vive in funzione di un solo obiettivo. 2 Attività specifica svolta da una macchina, un congegno, una struttura o altro. • che funzione ha questo dispositivo? • l'ho messo in funzione. 3 Ruolo. ~ valore. • la funzione del verbo. • aggettivo usato in funzione di avverbio. 4 Cerimonia religiosa. ~ celebrazione, rito. 5 Complesso di attività svolte da determinati organi nell'interesse della collettività. 6 Attività di un organo o di un organismo. • il fegato ha funzione depurativa. 7 Assegnazione del valore ad una grandezza sulla base del valore assunto da una o più altre grandezze. 
 X   sf. 1 (nei significati 1, 2, 3, 5, 6) role, function. 2 (cerimonia religiosa) ceremony, service. 3 (carica) position, post, office. 4 (nel significato 7) function.
 @   lat. functio,-onis, deriv. da fungi fungere. 
In matematica è l'associazione agli elementi di un insieme (presi come "input") elementi di un altro insieme ("output") in modo tale che ad ogni input corrisponda al più un output.  Una funzione a output numerici (cioè il cui insieme di arrivo sia un insieme di numeri) si dice reale / complessa se gli output sono reali / complessi; una funzione a input reali / complessi si dice di variabile reale / complessa.
Invece che ad 1 input e 1 output le funzioni possono essere anche a più input e a più output.  Se gli input sono coppie / terne/ … di oggetti si parla anche di funzione a 2 / 3 / … argomenti. Se gli output sono coppie / terne/ … di oggetti si parla anche di funzione a 2 / 3 / … valori.  Ovviamente occorre che ad una stessa sequenza di input sia associata la stessa sequenza di output; ad esempio mentre mettere in corrisponenza tutte le coppie di numeri naturali coi numeri naturali che ne sono la somma è una funzione, viceversa associare tutti i numeri naturali a coppie di numeri naturali che ne siano la somma non è una funzione: a 2 potrei associare sia 1,1 che 0,2 o 2,0.
Esempi:  una funzione che ha input e output numeri interi è il passaggio al successore (n → n+1);  una funzione che ha come input ogni coppia di numeri, il primo reale, il secondo reale diverso da 0, e come output numeri reali è la divisione;  una funzione che ha come input sequenze finite di numeri reali, comunque lunghe, e come output numeri reali è quella che associa ad ogni sequenza di numeri il minimo di essi.
L'insieme degli input a cui corrisponde un output si chiama dominio della funzione (ad es. la funzione che al numero reale x associa il numero 1/x ha come dominio i numeri reali diversi da 0: a 0 non corrisponde alcun output;  quella che ad x,y associa x/y ha come dominio le coppie di numeri reali il cui secondo elemento sia diverso da 0).  È sbagliato pensare che si debba definire prima un dominio per poi definire una funzione: non è detto che si sappia individuare il dominio di una funzione   +  .
Particolari funzioni sono a volte chiamate anche operazioni: la funzione che ai numeri x ed y associa x+y, quella che ai vettori x e y associa il numero che ne è il prodotto scalare.  Nel software le funzioni sono in genere chiamate, in inglese, "function".  È una funzione anche l'associazione ad una funzione numerica del suo grafico.    +  

\Fuochi Opera di poesia di M. Yourcenar (1936). 

\Fuochi della sera Opera di poesia di A. A. Fet-Sensin (1883-1891). 

\Fuochi fatui Prosa di C. Sbarbaro (1956). 

\Fuochi in novembre Opera di poesia di A. Bertolucci (1934). 

\Fuochi nella pianura Film drammatico, giapponese (1959). Regia di Kon Ichikawa. Interpreti: Eiji Funakoshi, Osamu Takizawa. Titolo originale: Nobi 

\fuochìsta  →  "fochista" 

\fuòco, sm. (pl.-chi) 1 L'insieme degli effetti di calore e di luce prodotti dalla combustione. ~ fiamma. prendere fuoco, farsi prendere dall'ira, dallo sdegno, …; bollare a fuoco qualcuno, coprirlo di infamia; prova del fuoco, prova decisiva; scherzare col fuoco, affrontare una situazione pericolosa. 2 Sparo di un'arma da fuoco. 3 Calore intenso. ~ ardore. <> freddezza. 4 Casa, famiglia. ~ focolare. 5 Fulmine. 6 Caldaia di nave, di locomotiva e simili. 
 X   sm. 1 fire. 2 (fis., mat.) focus. 3 (dare fuoco) to set fire. 4 (messa a fuoco) focusing, (mettere a fuoco, anche fig.) to focus. 5 (sparare, far fuoco) to fire. 6 (fornello di cucina) ring. 7 (fuochi d'artificio) fire-works. 
 @   lat. focus focolare. 
In ottica è il punto dell'asse ottico di una lente o di uno specchio curvo nel quale convergono i raggi luminosi paralleli all'asse.
mettere a fuoco, regolare l'obiettivo in modo da avere un'immagine nitida;  focalizzare, precisare i termini di un problema in modo da facilitarne l'esame.
In matematica è un punto caratteristico di una conica.   +  
Fuoco d'artificio 
Miscela di molte sostanze combustibili che per esplosione producono effetti luminosi spettacolari. 
Fuoco di Sant'Elmo 
Effetto luminoso, a forma di fiammella, ventaglio o pennacchio, osservabile di notte su oggetti appuntiti per variazioni anomale del campo elettrico 
Fuoco fatuo 
Fiammella che si produce nei cimiteri e nelle paludi prodotta dall'accensione spontanea dei prodotti gassosi di decomposizione. 

\Fuoco di gioia Opera di poesia di L. Aragon (1920). 

\Fuoco fatuo Romanzo di P. Drieu La Rochelle (1931). 
Fuoco fatuo 
Film drammatico, francese (1963). Regia di Louis Malle. Interpreti: Maurice Ronet, Lena Skerna, Yvonne Clerch. Titolo originale: Le feu follet 

\Fuoco pallido Romanzo di V. Nabokov (1962). 

\Fuoco, Il Romanzo di G. D'Annunzio (1900). 

\fuorché, o fuòr che, cong. e prep. cong. Salvo che. ~ eccetto. <> anche. 
prep. Tranne. ~ eccetto. <> incluso. 
 X   cong. e prep. but, except. 

\FUORI Sigla di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. 

\fuòri, avv., prep. e sm. avv. Nella parte esterna, all'esterno. ~ esternamente. <> dentro. chi è fuori è fuori, la decisione su chi partecipa a una cosa è ormai tassativa e definitiva. 
prep. 1 Lontano nello spazio e nel tempo. è andato fuori città; essere fuori di sé, perdere il controllo delle proprie facoltà. 2 Eccetto. al di fuori dei vicini, nessuno è venuto a trovarmi durante la convalescenza in casa
sm. La parte esterna. <> dentro. non bisogna guardare troppo al fuori delle cose
 X   avv. 1 out. 2 (esterno) outside. 3 (all'aperto) outdoors. prep. outside, out of. sm. 1 outside. 2 (fuori luogo) out of place. 3 (far fuori, uccidere) to kill, to zap. 4 (fuori mano) out of the way. 
 @   lat. foris

\Fuori davanti alla porta Dramma di W. Borchert (1947). 

\fuoribórdo, agg. e sm. invar. agg. invar. Di superficie esterna di uno scafo. 
sm. invar. 1 La parte della superficie esterna di un motoscafo che emerge dall'acqua. 2 Motoscafo munito di motore a scoppio posto all'esterno e lo stesso motore. 
 X   sm. invar. 1 speedboat. 2 (con motore) outboard motor. 

\fuoribórsa, o fuòri bórsa, agg. e sm. invar. Di negoziazione di titoli al di fuori del mercato ufficiale. 

\fuoribùsta, sm. invar. Compenso percepito dal lavoratore che non viene registrata in busta paga, sfuggendo alle norme fiscali e retributive. 

\fuoriclàsse, agg., sm. e sf. invar. Che, chi è eccezionalmente dotato o nettamente superiore agli altri. ~ eccezionale. <> scadente. 
 X   sm. e sf. invar. undisputed champion. 

\fuoricombattiménto, o fuòri combattiménto, sm. invar. Condizione del pugile che rimane al tappeto per più di dieci secondi, oppure si ritira dal combattimento, perdendo l'incontro. ~ knock-out. 
 @   traduzione dall'ingl. knock-out

\fuoricórso, o fuòri córso, agg., sf. e sm. invar. agg. invar. 1 Di studente universitario che non ha completato gli esami nel tempo previsto dal corso di laurea. doveva sapere le date degli appelli per i fuoricorso. 2 Di anno di iscrizione oltre l'ultimo regolamentare. 
sm. e sf. invar. Studente fuoricorso. era fuoricorso da una vita ormai
 @   da fuori-+ corso

\fuorigiòco, o fuori giòco, loc. avv. e sm. invar. loc. avv. In alcuni giochi di squadra, in posizione irregolare. 
sm. invar. In alcuni giochi di squadra, posizione irregolare di un attaccante. furono fischiati dall'arbitro parecchi fuorigioco durante la partita
 X   sm. offside. 

\fuorilégge, agg., sm. e sf. invar. Che, chi agisce al di fuori delle leggi. ~ bandito. <> onestuomo. 

\Fuorilegge, Il Film poliziesco, americano (1942). Regia di Frank Tuttle. Interpreti: Alan Ladd, Veronica Lake, Robert Preston. Titolo originale: This Gun for Hire 

\fuorimàno, avv. 1 Lontano dai luoghi di normale transito o ritrovo. ~ scomodo. <> a portata di mano. 2 In un luogo isolato. 
 X   avv. out of the way. 

\fuorimisùra, o fuòri misùra, agg. e avv. agg. Di misura, proporzione non adeguata. ~ smisurato. 
avv. In modo eccessivo. ~ esageratamente. 

\fuoripìsta, sm. invar. Sci praticato al di fuori dei percorsi tracciati. 

\fuoriprogràmma, o fuòri progràmma, avv., agg., sm. e sf. invar. avv. Non previsto dal programma. 
agg. invar. Non previsto dal programma. 
sm. invar. 1 Numero, spettacolo non previsto dal programma. 2 Imprevisto. ~ contrattempo. 

\fuorisàcco, o fuòri sàcco, agg. e sm. invar. Di corrispondenza tenuta fuori dal sacco postale per un recapito rapido. 

\fuoriscàlmo, sm. Imbarcazione da regata ad armamento libero usata in canottaggio. 

\fuoriséde, o fuòri séde, agg., sm. e sf. invar. Che, chi si trova non nella sede abituale. 

\fuorisèrie, agg. e sf. invar. Di autovettura dotata di carrozzeria e rifiniture diverse da quelle di serie. 
 X   agg. custom-built. sf. custom-built car. 

\fuoristràda, agg. e sm. invar. agg. invar. Di mezzo adatto al fuoristrada. ~ campagnola. 
sm. invar. Autoveicolo o motoveicolo in grado di affrontare percorsi accidentati. 
 X   sm. off-road vehicle, cross-country vehicle. 

\fuoriuscìre, v. intr. Uscire fuori; sgorgare, zampillare, scaturire, erompere. ~ sgorgare. 

\fuoriuscìta, sf. Il fuoriuscire e l'effetto; fuga, esalazione, eruzione. ~ perdita. 
 X   sf. leakage, leak. 

\fuoriuscìto, agg. e sm. Esule. ~ emigrato. 
 X   sm. refugee, exile. 

\fuorivìa, avv. 1 In un paese straniero. 2 In un luogo difficile da raggiungere. ~ fuori mano. 

\fuoruscìre => "fuoriuscire" 

\fuoruscìta => "fuoriuscita" 

\fuoruscìto => "fuoriuscito" 

\fuorviànte, agg. Che mette, conduce fuori strada. 
 X   agg. misleading. 

\fuorviàre, v. v. tr. 1 Mettere fuori strada. ~ deviare. <> indirizzare. 2 Traviare. ~ corrompere. 3 Distogliere. ~ distrarre. 
v. intr. Uscire dalla retta via. ~ corrompersi. 
 X   v. tr. to mislead. v. intr. to go astray. 

\furàno, sm. Nucleo eterociclico ossigenato aromatico. Si trova in piccole quantità nel catrame di conifere. Viene preparato trattando l'acido piromucico o il furfurolo con calce. 

\furàre, v. tr. 1 Rubare. ~ sottrarre. 2 Togliere alla vita. 

\furbacchióne, agg. e sm. (f.-a) Che, chi è molto furbo. ~ scaltro. <> sciocco. 

\furbaménte, avv. In modo furbo. ~ astutamente. 

\furbàstro, agg. e sm. Che, chi cerca di fare il furbo. 

\furberìa, sf. 1 Carattere di chi è furbo. 2 Azione da persona furba. ~ astuzia. <> ingenuità. 

\Furberie di Scapino, Le Commedia di Molière (1671). 

\furbescaménte, avv. In modo furbesco. ~ scaltramente. 

\furbésco, agg. Di, da furbo. 
 X   agg. crafty, cunning. 

\furbìzia, sf. Malizia, astuzia, scaltrezza. ~ furberia. <> candore, ingenuità. 
 X   shrewdness. 

\fùrbo, agg. e sm. agg. 1 Scaltro, sagace. ~ astuto. <> ingenuo, semplice. farsi furbo, diventare più scaltro. 2 Che mostra furbizia. quei suoi occhi furbi, lasciavano intuire che stesse tramando qualcosa
sm. Persona scaltra. ~ astuto. <> sprovveduto. 
 X   agg. 1 crafty, cunning. 2 (sagace) clever. 
 @   franc. furbe ladro, dal franco forbjan pulire le armi. 

\fùrca, sf. Appendici laterali dell'ultimo segmento addominale di alcuni Crostacei. 

\Fùrci Comune in provincia di Chieti (1.410 ab., CAP 66050, TEL. 0873). 

\Fùrci Sìculo Comune in provincia di Messina (3.321 ab., CAP 98023, TEL. 0942). 

\furcocercària, sf. Cercaria dalla coda bifida tipica dei nematodi della famiglia degli Schistosomatidi. 

\furènte, agg. Che è in furore. ~ furibondo. <> pacifico. 
 X   agg. wild, furious. 
 @   lat. furens,-entis, p.pres. di furere infuriare. 

\furerìa, sf. Ufficio di amministrazione e degli approvvigionamenti di una compagnia. 

\furétto, sm. 1 In zoologia varietà albina e domestica della puzzola (Mustela putorius), impiegata nella caccia al coniglio selvatico; viene allevata anche per la pelliccia. 2 Persona svelta e abile, che mette il naso dappertutto. 3 In aeronautica è un tipo di velivolo atto a effettuare la ricognizione elettronica. 
 X   sm. ferret.

\furfantàggine, sf. Furfanteria. <> onestà. 

\furfànte, sm. Persona disonesta. ~ malfattore. <> dabbene. 
 X   sm. scoundrel, rascal. 

\furfanteggiàre, v. intr. Fare il furfante. 

\Furfantello dell'Ovest, Il Dramma di J. M. Synge (1907). 

\furfanterìa, sf. L'essere furfante. ~ bricconeria. <> onestà. 

\furfantésco, agg. (pl. m.-chi) Di, da furfante. ~ furfantino. 

\furfantìno, agg. Di, da furfante. ~ furfantesco. 

\furfuràceo, agg. Di lesioni composte o ricoperte di squamette pulverulente. 
 @   dal lat. furfur,-uris crusca. 

\furfurìlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di un alcool che si genera per azione dell'idrossido di potassio sul furfurolo. 2 Di una resina ottenuta per azione di acidi e calore sull'alcool furfurilico. 

\furfuròlo, sm. Aldeide della serie del furano, ottenuto riscaldando i tutoli di granoturco o la pula di avena mediante una soluzione diluita con acido forte. 

\furgonàto, agg. e sm. Di veicolo da trasporto con carrozzeria e furgone. 

\furgoncìno, sm. Piccolo veicolo a tre ruote che presenta una cassa, generalmente metallica, aperta o chiusa. 

\furgóne, sm. Autoveicolo per il trasporto delle merci completamente chiuso. ~ camioncino. 
 X   sm. van. 

\fùria, sf. 1 Accesso di collera. ~ rabbia. <> calma. a furia di, indica un'azione continua e ripetuta. 2 Manifestazione intensa di sentimenti e passioni. ~ passione. <> freddezza. 3 Impetuosa veemenza. ~ foga. <> flemma. la furia del vento sradicò quell'albero secolare. 4 Grandissima fretta. aveva furia di arrivare. 5 Persona fuori di sé per l'ira. 
 X   sf. 1 fury. 2 (ira) rage. 3 (impeto) violence. 
 @   lat. furia, deriv. da furere infuriare. 

\Furia Film drammatico, americano (1936). Regia di Fritz Lang. Interpreti: Spencer Tracy, Sylvia Sydney, Walter Abel. Titolo originale: Fury 

\Furia selvaggia: Billy Kid Film western, americano (1958). Regia di Arthur Penn. Interpreti: Paul Newman, Lita Milan. Titolo originale: The Left Handed Gun 

\Furia umana, La Film drammatico, americano (1949). Regia di Raoul Walsh. Interpreti: James Cagney, Virginia Mayo, Edmond O'Brien. Titolo originale: White Heat 

\Furiàno Torrente (21 km) della Sicilia, in provincia di Messina. Sfocia nel mar Tirreno. 

\furiant, sm. invar. Danza popolare ceca. 

\furiàta, sf. 1 Sfuriata. 2 Impeto veemente. ~ furore. 

\furibóndo, agg. Agitato da furore. ~ furioso. <> calmo. 
 X   agg. furious. 

\furière, sm. Sottufficiale a cui viene affidata la contabilità di un reparto. 

\furìle, sm. Gruppo monovalente ottenuto dal furano per eliminazione di un atomo di idrogeno. 

\furiosaménte, avv. In modo furioso. ~ rabbiosamente. 

\furióso, agg. e sm. agg. 1 Che è in preda alla furia; irato, infuriato. ~ furibondo. <> pacato, controllato. 2 Violento. ~ veemente. 3 Precipitoso, concitato. ~ impaziente. <> lento. 4 Terribile. ~ spaventoso. 
sm. Pazzo furioso. 
 X   agg. 1 furious. 2 (violento) violent. 3 (vento, mare) raging. 
 @   lat. furiosus. 

\furlàna, sf. Antico ballo friulano di origine contadinesca. 

\Fùrlo Gola dell'Appennino umbro-marchigiano scavata dal fiume Candigliano. Attraverso la galleria del Furlo, fatta scavare nel 77 da Vespasiano, passa la via Flaminia. 

\Fùrnari Comune in provincia di Messina (3.457 ab., CAP 98054, TEL. 0941). 

\fùro, agg. e sm. Ladro. 

\furóre, sm. 1 Impeto di passione che si manifesta con atti violenti. ~ furia. <> calma, freddezza. 2 Veemenza, violenza. ~ impeto. <> pacatezza. il furore della vendetta lo accecava. 3 Esaltazione mistica o artistica. furore poetico. 4 Desiderio intenso e smodato, frenesia. ~ brama. 
 X   sm. 1 fury. 2 (ira) rage. 3 (esaltazione) frenzy. 
 @   lat. furor,-oris, deriv. da furere infuriare. 

\Furore Film drammatico, americano (1940). Regia di John Ford. Interpreti: Henry Fonda, Jane Darwell, John Carradine. Titolo originale: The Grapes of Wrath   +  

\Furóre (comune) Comune in provincia di Salerno (779 ab., CAP 84010, TEL. 089). 

\Furore (letteratura) Romanzo di J. Steinbeck (1939).   +  

\furoreggiàre, v. intr. Far furore, ricevere consensi, aver successo. ~ appassionare, infiammare, trascinare. <> lasciar freddo. 

\Furtèi Comune in provincia di Cagliari (1.793 ab., CAP 09040, TEL. 070). 

\furtivamente, avv. Di soppiatto, alla chetichella, di nascosto. 

\furtìvo, agg. 1 Avuto per furto. ~ rubato. 2 Che accade di nascosto. ~ segreto. <> manifesto. 3 Prudente, circospetto. ~ cauto. <> imprudente. 
 X   agg. 1 furtive. 2 (andatura) stealthy. 
 @   lat. furtivus rubato. 

\fùrto, sm. 1 L'impossessarsi di nascosto e illegalmente delle cose altrui. ~ ruberia. 2 La cosa rubata. ~ refurtiva. 
 X   sm. 1 theft. 2 (con scasso) burglary. 3 (è un furto) it's daylight robbery. 
 @   lat. furtum, deriv. da fur, furis ladro. 
La proprietà è il furto. Frase contenuta nell'opera Che cos'è la proprietà di Pierre-Joseph Proudhon. 
Delitto contro il patrimonio, che consiste nella sottrazione di una cosa dal luogo in cui si trova o alla persona che ne deteneva il possesso, a scopo di lucro. È caratterizzato dal dolo specifico del profitto che si vuole realizzare, potendo essere tale profitto anche di natura non patrimoniale. Si differenzia dall'appropriazione indebita, la quale è commessa da chi si appropria di un bene altrui essendone già in possesso. 

\Furtwängler, Adolf (Friburgo 1853-Atene 1907) Archeologo tedesco. Fu direttore degli scavi di Igina e di Olimpia. 

\fùsa, sf. pl. Nella locuzione fare le fusa riferita al gatto che emette un gorgoglio di soddisfazione. 
 X   sf. pl. to purr. 

\fusàggine, sf. Carboncino leggero e compatto per disegnatori. 

\fusàglia, sf. Seme del lupino tenuto in acqua e salato per essere mangiato. 

\fusaiòla, sf. Ornato architettonico usato nell'arte classica per il profilo delle modanature. 

\fusarium, sm. invar. Genere di Funghi dell'ordine degli Ifomiceti, della famiglia delle Teberculariacee, comprendente specie che provocano nelle piante gravi malattie, note con il nome di fusariosi. 

\Fusàro Lago della Campania, all'estremità sudoccidentale dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli. Importante stazione idrobiologica dove è sviluppata la mitilicultura. Nell'antichità era chiamato Palus Acherusia e considerata uno degli ingressi al regno dei morti. 

\fusaròla, sf. Fusaiola. 

\Fuscàldo Comune in provincia di Cosenza (8.261 ab., CAP 87024, TEL. 0982). 

\fuscèllo, sm. 1 Pezzo di ramoscello secco e simili. ~ pagliuzza. 2 Di persona, magro. ~ esile. 

\fusciàcca, sf. Sciarpa che si annoda sui fianchi. ~ fascia. 

\fusciàcco, sm. (pl.-chi) Drappo ricamato d'oro e d'argento che addobba il crocefisso in processione. 

\fuseau, o fuseaux, sf. pl. Pantaloni femminili attillatissimi di tessuto elastico. 

\fusellàto, agg. A forma di fuso. ~ affusolato. 

\fusèllo, sm. 1 Piccolo fuso su cui si avvolge il filo nel lavorare merletti a tombolo. 2 Filetto a forma di fuso che in una pagina separa un testo da un altro. 

\Fushun Città (1.202.000 ab.) della Cina, provincia del Liaoning, nella Manciuria. 

\fusìbile, agg. e sm. agg. Che si può fondere. 
sm. Dispositivo di sicurezza di un circuito elettrico. 
 X   sm. fuse. 
Il fusibile è costituito da un breve tratto di filo metallico (lega di piombo e stagno), che fonde quando l'intensità di corrente supera un certo valore, interrompendo in tal modo un circuito elettrico. La fusione avviene a causa del calore prodotto dalla corrente in eccesso per effetto Joule. Per evitare il disagio di dover sostituire il fusibile a ogni suo intervento di protezione, negli impianti elettrici alimentati a corrente alternata è stato sostituito da interruttori automatici (interruttori differenziali) che possono essere nuovamente chiusi non appena termina l'evento che ha causato il sovraccarico di corrente. I fusibili vengono ancora utilizzati negli alimentatori delle apparecchiature elettroniche funzionanti a corrente continua e bassa tensione e negli impianti (come quelli degli autoveicoli) dove gli elevati valori delle correnti circolanti rischia, in caso di sovraccarico dovuto a cortocircuito, di provocare incendi. 

\fusibilità, sf. L'essere fusibile. 

\fusièra, sf. 1 Parte del telaio in cui si trovano i fusi. 2 Arnese in cui le tessitrici custodiscono i fusi vuoti. 

\fusifórme, agg. Che ha forma di fuso. 

\Fusignàno Comune in provincia di Ravenna (7.494 ab., CAP 48010, TEL. 0545). 

\fusìlli, sm. pl. Tipo di pasta a forma di nastro o tubicino attorcigliato a elica.   +  

\Fusìna, Andrèa (Milano 1475?-1526) Scultore e architetto italiano. Oltre alle statue della Maddalena e di Giuda Maccabeo, eseguite per la fabbrica del Duomo, ha realizzato numerose altre sculture sia a Milano che in provincia (Certosa di Pavia e santuario di Saronno). Tra le opere più significative, il Monumento Birago (1495, chiesa di Santa Maria della Passione a Milano) e il Monumento Bagaroto (1519, Castello Sforzesco a Milano). 

\Fusìne Comune in provincia di Sondrio (652 ab., CAP 23010, TEL. 0342). 

\fusióne, sf. 1 Il fondere e l'effetto. 2 Accordo. ~ unione. 3 Riunione di più elementi in un unico organismo. ~ aggregazione. <> scissione. 4 Operazione di fondere i metalli e la conseguente colata del metallo fuso. ~ colata.  5 In fisica è il passaggio di un corpo dallo stato solido a quello liquido, in presenza di una determinata temperatura, detta punto di fusione  (alcuni punti di fusione, in °C, alla pressione di 1 atm:  acqua 0.00, alluminio 660, argento 961, azoto −210, carbonio 3499, cera 45, elio −270, ferro 1538, idrogeno −259, mercurio −39, oro 1065, piombo 327, rame 1083, stagno 232, zolfo 182). 
 X   sf. 1 fusion, melting. 2 (colata) casting. 3 (unione) merging. 4 (comm.) amalgamation, merger. 
 @   lat. fusio,-onis, deriv. da fusus, p.p. di fundere fondere. 
In ambito giuridico è l'atto con cui due o più società, rinunciando ognuna alla propria autonomia, creano un unico organismo societario; tale operazione può avvenire per unione, ossia estinguendo società preesistenti e costituendone una nuova per incorporazione, quando una delle società assorbe le altre, che scompaiono. 
Fusione nucleare 
Reazione nucleare che si verifica nel momento in cui due nuclei leggeri, molto energetici, collidendo formano un nucleo più pesante, che libera energia e altri prodotti di reazione. Ha trovato applicazione nella realizzazione delle bombe termonucleari o all'idrogeno. Una sua controllata utilizzazione consentirebbe, invece, la produzione di quantità illimitate di energia elettrica, scongiurando il pericolo di possibili fughe radioattive, molto più spesso probabili con la fissione nucleare; un suo utilizzo, però, risulta essere ancora molto lontano, malgrado gli incoraggianti risultati ottenuti da scienziati di tutto il mondo. 
Ordinamento per fusione:   +  

\fusionìsmo, sm. Tendenza a incoraggiare la fusione di gruppi politici o di movimenti politici affini. 

\fùso, agg. e sm. agg. 1 Liquefatto. 2 Spossato. si sentiva fuso dopo quella giornata di lavoro
sm. 1 Strumento di legno con una pancia al centro e assottigliato alle estremità che si adopera per filare. fare le fusa, di un gatto quando emette un suono analogo a quello di un fuso in rotazione. 2 Organo, attrezzo a forma di fuso. 3 Zona compresa fra due meridiani che differiscono di 15° di longitudine. 
[plurale: i fusi (rocchetti per filare, fusi orari), le fusa (in frasi del tipo: il gatto fa le fusa)]
 X   sm. 1 spindle. 2 (orario) time zone. 

\fusolièra, sf. Corpo centrale allungato e affusolato di un velivolo.   +  
 X   sf. fuselage. 

\fùsolo, sm. Ognuno dei pali che servono per appendere i pergolari di molluschi in modo da semplificarne la pulizia dai parassiti. I fusoli sono legati tra di loro in posizione orizzontale tramite altri pali infissi sul fondo. 

\fusòrio, agg. Che si riferisce alla fusione dei metalli. 

\Füssli, Johann Heinrich (Zurigo 1741-Londra 1825) o Henry Fuseli. Pittore, scrittore e disegnatore svizzero, attivo in Gran Bretagna dal 1764. Amante del mondo fantastico, dell'arte antica e interessato al nascente movimento artistico romantico, finì per dedicarsi interamente alla rappresentazione di immagini angosciose e misteriose, divenendo uno dei massimi esponenti della pittura romantica. Tra le sue opere, L'incubo (1781), Le tre streghe (1783), Il risveglio di Titania (1785-1790). 

\fùsta, sf. Piccola nave medievale molto veloce che veniva usata dai pirati. 

\fustàgno, sm. Tessuto morbido e robusto di cotone o di lana. 
 X   sm. fustian, corduroy. 

\fustàia, sf. Bosco di alberi ad alto fusto. 

\fustanèlla, sf. Gonnellino pieghettato e molto svasato che veniva indossato dagli uomini in Albania e in Grecia. 

\Fustel de Coulanges, Numa-Denis (Parigi 1830-Massy 1889) Storico francese. Si occupò dello studio dell'evoluzione sociale nell'antichità (La città antica, 1864). Ridimensionò l'importanza dell'apporto della cultura germanica allo sviluppo della società francese, rivalutando lo stato merovingio. La sua opera più significativa è Storia delle istituzioni politiche della Francia (1875-1892). È considerato il massimo esponente della storiografia positivista. 

\fustèlla, sf. 1 Arnese d'acciaio dai bordi taglienti avente una forma specifica che serve per tagliare cuoio, lastre metalliche e altro mediante pressione. 2 Talloncino staccabile che si trova sulle scatole dei medicinali che serve per il rimborso del prezzo da parte degli enti mutualistici. 

\fustellàre, v. tr. Tagliare mediante fustella. 

\fustigàre, v. tr. 1 Battere con la frusta o con la verga. ~ frustare. 2 Criticare. ~ censurare. <> lodare. 
 @   lat. fustigare, deriv. da fustis bastone. 

\fustigatóre, sm. (f.-trìce) Chi fustiga. 

\fustigazióne, sf. Il fustigare e l'effetto. 

\fustìno, sm. Piccolo contenitore, soprattutto per detersivi. 
 X   sm. tub. 

\fùsto, agg. 1 La parte delle piante Cormofite che porta le foglie. ~ stelo. 2 Oggetto o parte di oggetto che abbia forma o funzione di fusto. 3 La parte della colonna tra la base e il capitello. ~ piedistallo. 4 Il tronco umano. 5 Recipiente per contenere i liquidi. ~ barile. 6 Ossatura, armatura di mobili e oggetti imbottiti. 7 Parte allungata centrale di un'ancora.   +  
 X   agg. 1 stem, stalk. 2 (recipiente) can, drum. 3 (tronco) trunk. 4 (di un'ancora) shank.
 @   lat. fustis bastone. 
Detto anche caule, solitamente è eretto, ma può essere anche ramificato. Al suo interno corrono i vasi linfatici, che correlano le radici e le foglie, permettendo la salita della linfa greggia e la discesa di quella elaborata; può essere preposto a funzioni diverse da quella di sostegno (bulbo, tubero o rizoma). 

\fùta, sf. Veste sciolta, scollata e dalla maniche ampie in uso presso alcuni popoli africani. 

\Fùta Passo (903 m) dell'Appennino tosco-emiliano, lungo il tracciato della via Cassia. 

\Futàni Comune in provincia di Salerno (1.484 ab., CAP 84050, TEL. 0974). 

\fùtile, agg. Di nessun conto, inconsistente, frivolo, inutile. ~ vano. <> significativo. 
 X   agg. petty, trifling. 

\futilità, sf. 1 L'essere futile. 2 Cosa futile. ~ banalità. 3 Frivolezza. ~ superficialità. 4 Inutilità. ~ inefficacia. <> rilevanza. 

\futilménte, avv. In modo futile. ~ superficialmente. 

\futurìbile, agg. Che può realizzarsi nel futuro. ~ avveniristico. 

\futurìsmo, sm. Movimento culturale e artistico, fondato da F. T. Marinetti nel 1909, per esaltare il progresso e il futuro rispetto al passato, aderendo, tramite forme espressive polemiche contro la società tradizionale, al dinamismo della vita moderna e confidando interamente nelle nuove invenzioni tecnologiche. I linguaggi espressivi tradizionali vennero accusati di soggettivismo, psicologismo e moralismo e di non essere più adeguati alle condizioni della società industriale. La frattura con il passato venne sottolineata da gesti di rottura, intesi a sorprendere il pubblico. Famose restano le campagne affondiamo Venezia e abbasso la luna (antiromanticismo) e contro la pastasciutta (antipopolarismo). Il primo manifesto futurista apparve sul Figaro il 20 febbraio del 1909; esso incitava alla distruzione della sintassi tramite la poesia e la prosa, utilizzando le parole in libertà. Il programma di rinnovamento della letteratura venne riassunto da F. T. Marinetti nel Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1912: "Bisogna distruggere la sintassi disponendo i sostantivi a caso, come nascono ... usare il verbo all'infinito ... abolire l'avverbio ... abolire anche la punteggiatura ... distruggere nella letteratura l''io' e sostituirlo finalmente con la materia". Secondo i futuristi, la poesia doveva echeggiare il canto convulso della metropoli pulsante di vita, della civiltà della tecnica, delle macchine, l'esaltazione del mito della velocità. A queste tematiche ben presto subentrarono quelle della violenza, della guerra, considerata la sola igiene del mondo. Dal punto di vista ideologico, il futurismo italiano fu reazionario e militarista. Dopo la prima guerra mondiale il movimento si rivitalizzò (Manifesto dell'aeropittura, 1929). Il futurismo interessò la letteratura, la pittura, la scultura, l'architettura, la musica, il teatro, il cinema, la pubblicità e le arti visive applicate. Sul piano della tecnica artistica, il futurismo elabora il concetto di dinamismo plastico, che si concretizza nella rappresentazione della velocità e dei corpi in movimento e quello di simultaneità plastica, che consiste nel compenetrare nello stesso istante sensazioni diverse di tempo e di spazio (U. Boccioni). I massimi esponenti furono F. T. Marinetti, A. Palazzeschi e A. Soffici, per la letteratura, C. Carrà, G. Balla, L. Russolo, U. Boccioni (che ne fu il teorico) e G. Severini per le arti figurative. In architettura fu importante l'opera di A. Sant'Elia, nella scenografia la figura più rappresentativa fu E. Prampolini. 

\futurìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Del futurismo. 
sm. e sf. Seguace del futurismo. 

\futùro, agg. e sm. agg. 1 Che verrà in seguito. ~ prossimo. <> passato. 2 Destinato a essere. : :li presentò la sua futura sposa 
sm. 1 Il tempo a venire. ~ avvenire, domani. <> ieri, passato. nutriva molte speranze per il futuro. 2 Il tempo della coniugazione verbale. 3 Al plurale, i posteri. 
 X   agg. e sm. future. 
 @   lat. futurus, p.fut. di esse essere. 

\Futuro ha un cuore antico, Il Reportage di C. Levi (1956). 

\futurologìa, sf. Disciplina che analizza gli eventi futuri da diversi punti di vista. 

\futuròlogo, sm. (pl.-gi o-ghi) Chi si occupa di futurologia. 

\Fux, Johann Joseph (Hirtenfeld 1660-Vienna 1741) Compositore austriaco. Tra le opere Missa canonica per coro a cappella (1708). 

\Fuxin Città (653.000 ab.) della Cina, nella provincia del Liaoning. 

\Fuzhou Città (875.000 ab.) della Cina, capoluogo della provincia di Fujian. 

\fylke, sm. (pl. fylker) Divisione amministrativa norvegese. Corrisponde a una contea. 

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