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\l, L Dodicesima lettera dell'alfabeto italiano. Può essere utilizzata minuscola o maiuscola come simbolo o abbreviazione. Il diagramma gl rappresenta la consonante laterale palatale. 
In biologia una L maiuscola posta dopo il nome latino si riferisce alla classificazione di Linneo. 
In chimica l-indica che il composto è levogiro. 
In fisica L indica il lavoro. 
In metrologia l è simbolo di litro. 
Nella numerazione romana L rappresenta il numero 50. 
Per λ   →   lambda

\L'assassinio di sister George Film drammatico, americano (1969). Regia di Robert Aldrich. Interpreti: Beryl Reid, Susannah York, Coral Browne. Titolo originale: The Killing of Sister George 

\là, avv. 1 In quel luogo; lì, ivi. ~ colà. <> qua. se ne stava là nell'angolo, in disparte dagli altri; al di là, oltre; 2 Con significato di tempo, all'incirca, verso. essere in là con gli anni, avere età avanzata; da quel giorno in là, da quel momento in poi. 
 X   avv. 1 there. 2 (di là, da quel luogo) from there. 3 (al di là) on the other side. 4 (dall'altra parte) over there. 5 (di là di) beyond. 6 (più in là) further on. 
 @   lat. illac per di là. 

\La Simbolo chimico del lantanio. 

\la, art., pron. e sm. art. determ. f. sing. Si elide davanti a vocale. 
pron. pers. e dimostr. f. sing. Forma atona di lei usata come complemento oggetto. 
sm. invar. Sesta nota della scala diatonica. 
 X   art. determ. f. the. pron. 1 (persona) her. 2 (cosa) it. 3 (formula di cortesia) you. sm. invar. (mus.) A, la. 
Nei paesi latini rappresenta la sesta nota della scala di do maggiore. Il la centrale (440 Hz) viene utilizzato come suono di riferimento (nel diapason) per accordare gli strumenti e intonare le voci. 

\La Aracaunía Regione (775.000 ab.) del Cile settentrionale, capoluogo Temuco. 

\La Beaumelle, Laurent Angliviel de (Valleraugue, Cevenne 1726-Parigi 1773) Scrittore francese. Tra le opere, Mes pensées ou qu'en dira-t-on? (1751), Mémoires pour servir à l'histoire de Madame de Maintenon e Lettres de Madame de Maintenon (1756). 

\La Bruyère, Jean de (Parigi 1645-Versailles 1696) Scrittore e moralista francese. Chiamato a far da precettore al duca di Borbone, visse a lungo alla corte dei Condé traendo spunto e materiale per la stesura dei Caratteri di Teofrasto, tradotti dal greco, con i caratteri o costumi di questo secolo (1688). L'opera, che accanto alla traduzione del moralista greco propone una serie di ritratti satirici di notevole efficacia, ebbe subito un grande successo e venne ripetutamente rielaborata fino all'ultima edizione del 1696. 

\La Càpria, Raffaèle (Napoli 1922-) Scrittore. Tra le opere Ferito a morte (1961) e Fiori giapponesi (1979). 

\La Càssa Comune in provincia di Torino (1.056 ab., CAP 10040, TEL. 011). 

\La Cierva, Juan de (Murcia 1895-Croydon 1936) Ingegnere spagnolo. Nel 1923 inventò l'autogiro. 

\La Condamine, Charles-Marie de (Parigi 1701-1774) Geografo e geodeta francese. Per definire il metro, lavorò alla misurazione dell'arco di meridiano. 

\La Coruña Città (257.000 ab.) della Spagna, nella Galizia. Capoluogo della provincia omonima. 

\Là dove scende il fiume Film western, americano (1952). Regia di Anthony Mann. Interpreti: James Stewart, Julie Adams, Rock Hudson. Titolo originale: Bend of the River 

\La Farìna, Giusèppe (Messina 1815-Torino 1863) Politico. Fondò con altri e diresse dal 1857 la Società nazionale. Cavour lo incaricò di controllare la spedizione in Sicilia del 1860, ma egli ne venne espulso da Garibaldi. Scrisse Storia d'Italia dal 1815 al 1850 (1852). 

\La Fayette, Marie-Joseph-Paul Yves-Roch-Gilbert de Motier de (Chavaniac 1757-Parigi 1834) Marchese di La Fayette, generale e politico francese. Dal 1777 al 1781 combatté nella guerra d'indipendenza americana fornendo il suo aiuto agli insorti. Nel 1789 fu deputato della Nobiltà agli stati generali e ordinò la guardia nazionale successivamente alla presa della Bastiglia. Fu ostile al regime napoleonico e favorevole invece a una monarchia illuminata. Mantenne posizioni liberali anche dopo la restaurazione, allorché, divenuto deputato (1818 e 1827), contrastò la politica reazionaria dei Borbone. Dopo lo scoppio della rivoluzione di Parigi nel 1830 appoggiò l'avvento al trono di Luigi Filippo d'Orléans. In seguito prese le parti dei vari moti rivoluzionari in atto in Europa, rendendosi inviso al re e finendo così in esilio. 

\La Fayette, Marie-Madeleine Pioche de la Vergne de (Parigi 1634-Parigi 1693) Scrittrice francese, detta Madame de La Fayette. Il suo capolavoro è La principessa di Clèves (1678) imperniato sull'analisi dell'amore e dei sentimenti e considerato il capostipite del romanzo psicologico. Tra le altre opere, le novelle La principessa di Montpensier (1662) e La contessa di Tenda (postuma, 1724) e il romanzo Zayde (1670). 

\La Fontaine, Jean de (Château-Thierry 1621-Parigi 1695) Poeta francese. La sua fama è legata alle Favole ispirate a Esopo, Fedro e a varie fonti orientali e medievali. Pubblicò i primi sei libri delle Favole nel 1668 dedicati al Delfino, altri cinque dal 1678 al 1679 e l'ultimo nel 1694. L'opera ripropone rinnovato il genere dell'apologo attraverso una narrazione efficace e ironica ricca di risvolti psicologici e una forma espressiva limpida e si colloca tra le più raffinate ed eleganti produzioni poetiche francesi. Tra le altre opere, Racconti e novelle in versi (1664-1671), Amori di Psiche e di Cupido (1669). 

\La Fresnaye, Roger de (Le Mans 1885-Grasse 1925) Pittore francese. Tra le opere L'uomo seduto (1914, Parigi, Musée National d'Art Moderne). 

\La Harpe, Frédéric-César de (Rolle 1754-Losanna 1838) Politico svizzero. Dal 1798 al 1800 fu membro del Direttorio della Repubblica Elvetica. Riuscì a ottenere al congresso di Vienna l'indipendenza del cantone di Vaud. 

\La Lòggia Comune in provincia di Torino (6.303 ab., CAP 10040, TEL. 011). 

\La Maddaléna Comune in provincia di Sassari (11.048 ab., CAP 07024, TEL. 0789). Centro turistico (balneazione) e della pesca dell'arcipelago della Maddalena. Gli abitanti sono detti Maddalenini

\La Magdeleine Comune in provincia di Aosta (105 ab., CAP 11020, TEL. 0166). 

\La Màlfa, Giórgio (Milano 1939-) Politico, figlio di Ugo. Dal 1987 al 1995 fu segretario del PRI. Nel 1996 è stato eletto deputato nelle file di Rinnovamento italiano. 

\La Màlfa, Ùgo (Palermo 1903-Roma 1979) Politico. Antifascista, collaborò nel 1941 alla fondazione del partito d'azione. Nel dopoguerra aderì al PRI, di cui divenne segretario nel 1965. Fu vicepresidente del consiglio nel governo Moro (1974). Nel 1979 fu il primo laico della storia repubblicana a ricevere l'incarico di formare il governo. 

\La Màrmora La cima (1.834 m) più elevata della catena del Gennargentu, in Sardegna. 

\La Màrmora, Albèrto Ferrèro di (Torino 1789-1863) Militare. Dal 1849 fu comandante generale della Sardegna. Compì importanti studi geografici e sociali sulla regione. 

\La Màrmora, Alessàndro Ferrèro di (Torino 1799-Kadikoy, Crimea 1856) Militare. Generale piemontese e fondatore nel 1836 del corpo dei bersaglieri. Durante la guerra di Crimea morì di colera. 

\La Màrmora, Alfònso Ferréro (Torino 1804-Firenze 1878) Generale e uomo politico. Nel 1849 fu nominato ministro della guerra e mantenne l'incarico fino al 1860. Comandò le truppe piemontesi durante la spedizione di Crimea del 1855. Nel 1861 fu incaricato di reprimere il brigantaggio nel sud del paese. Assunta la guida dell'esercito nella terza guerra d'indipendenza (1866), fu sconfitto a Custoza. 

\La Màsa, Giusèppe (Trabia 1819-Roma 1881) Patriota. Il 12 gennaio 1848 fu alla guida dell'insurrezione palermitana e organizzò i volontari siciliani per la spedizione dei Mille. 

\La Mècca => "Mecca" 

\La Mettrie, Julien Offroy de (Saint-Malo 1709-Berlino 1751) Filosofo francese. Appartenente alla guardia francese in qualità di medico (1743), fu perseguitato per le sue convinzioni materialiste e meccanicistiche e, a seguito dell'effetto provocato dalla pubblicazione dell'opera Storia naturale dell'anima (1745), fu costretto a fuggire a Berlino. Fu un assertore dell'uguaglianza di tutti gli esseri viventi. Scrisse anche L'uomo macchina (1748). 

\La Mòrra Comune in provincia di Cuneo (2.416 ab., CAP 12064, TEL. 0173). 

\La Motta, Jake (New York 1921-) Pugile italo-americano. Dal 1949 al 1951 fu campione mondiale dei pesi medi. 

\La Palisse, Jacques II de Chabannes (1470-Pavia 1525). Generale francese che combatté a Ravenna (1512), a Marignano (1515), alla Bicocca (1522); nel 1524 affrontò e vinse con il conestabile Carlo I di Borbone che si era ribellato a Francesco I. L'anno successivo perì nella battaglia di Pavia. Da un passo di un canto composto in suo onore che citava "un quarto d'ora prima di morire era ancora in vita", scaturì l'aggettivo lapalissiano per intendere un'espressione evidente o palese. 

\La Pampa Provincia (260.000 ab.) dell'Argentina centrale, capoluogo Santa Rosa. 

\La Paz Capitale amministrativa della Bolivia (quella politica è Sucre) (1.035.000 ab.), capoluogo del dipartimento omonimo che ha un'estensione di circa 140.000 km2 e 2.370.000 abitanti. Posta a 3.577 m di quota, sorge ai piedi della Cordigliera Reale e del vulcano Illimani. Rappresenta un fiorente mercato agricolo e zootecnico. Oltre a un raffinato artigianato sono presenti anche industrie cartarie, chimico farmaceutiche, tessili, metallurgiche, alimentari e del tabacco. Fondata nel 1548 dallo spagnolo Alonso de Mendoza, dal 1898 è sede del governo. Di particolare interesse storico oltre alla chiesa e al monastero di San Francesco (1778) è il museo archeologico. È anche un centro universitario. 

\La Pérouse, Jean François de Galaup cónte di (Le Gua 1741-isola di Vanikoro 1788). Navigatore francese. Partì nel 1785 con due navi, la Boussole e l'Astrolabe verso il Pacifico settentrionale completando così le precedenti spedizioni di J. Cook; rilevò l'esatta posizione delle isole Hawaii, doppiò capo Horn, toccò l'isola di Pasqua, l'Alaska, le Filippine e, navigando tra Corea e Giappone, raggiunse la penisola della Kamcatka. Scoprì lo stretto che da lui prese il nome. Gli ultimi documenti noti furono inviati dalle coste orientali dell'Australia, da dove poi ripartì per non fare più ritorno dirigendosi verso est. Solo nel 1826 Dillon e nel 1828 Dumont d'Urville ritrovarono le tracce dell'Astrolabe nell'arcipelago di Santa Cruz nell'isola di Vanikoro. 
Stretto di La Pérouse 
Stretto lungo 42 km posto nel Pacifico nordoccidentale tra le isole Sahalin (Russia) a nord e l'isola Hokkaido (Giappone) a sud. Congiunge il mare di Ohotsk a nord con il mare del Giappone a sud e con lo stretto di Tartaria a nord-ovest. 

\La Plata Città (520.000 ab.) dell'Argentina, capoluogo della provincia di Buenos Aires. Centro amministrativo, industriale e di commercio di prodotti agricoli (cotone, tabacco e canna da zucchero). Le principali industrie sono quelle siderurgiche, chimiche, alimentari e del petrolio. 

\La Rochefoucauld, François duca di (Parigi 1613-1680). Scrittore e moralista francese proveniente da una delle famiglie francesi più nobili. Cospirò con i nobili prima contro Richelieu, successivamente contro Mazzarino e militò attivamente nella fronda. Allontanatosi dalla politica alimentò i salotti intellettuali di Madame de Sablé introducendo la moda delle massime. Da questi incontri nacquero dapprima le Memorie (1662) e quindi le famose Massime (1665) in cui venivano approfonditi i segreti della psicologia dell'animo umano e la convinzione che l'egoismo rappresenterebbe la vera ragione di tutte le azioni umane. 

\La Rocque, François de (Lorient 1886-Croissy 1946) Politico francese. Come capo delle Croix-de-feu, fu alla guida della sommossa fascista del 6 febbraio 1934. Nel 1936 fondò il Partito sociale francese. 

\La Rue, Pierre de (Tournai ca. 1460-Courtrai 1518) Compositore franco-fiammingo. Tra le opere 31 messe, 8 magnificat e circa 40 chansons. 

\La Sablière, Marguerite Hessein madame de (Parigi 1636-1693) Letterata francese. Nel 1668, dopo la separazione dal marito Antoine de La Sablière, trasformò la sua casa parigina in un cenacolo di artisti e letterati. La Fontaine vi abitò dal 1673, dedicandole i versi finali del IX libro delle Favole e i Discours à Madame de La Sablière

\La Salle Comune in provincia di Aosta (1.679 ab., CAP 11015, TEL. 0165). 

\La Salle, René-Robert Cavelier de (Rouen 1643-presso il fiume Brazos, Texas 1687) Esploratore francese. Percorse tutto il Mississippi fino a giungere al mare, esplorandone tra il 1681 e il 1682 l'ampio bacino. Chiamò la regione Louisiana in onore di Luigi XIV. 

\La Serena Città (120.000 ab.) del Cile, situata alla foce del fiume Elqui. Capoluogo della regione IV Coquimbo. 

\La Spèzia => "Spezia" 

\La Thuile Comune in provincia di Aosta (764 ab., CAP 11016, TEL. 0165). 

\La Tour du Pin, René de (Arrancy 1834-Losanna 1924) Sociologo francese. Di ideologia cattolica e teorico del corporativismo, scrisse Verso un ordine sociale cristiano (1907). 

\La Tour, Georges de (Vic-sur-Seille 1593-Lunéville 1652) Pittore francese. Tra le opere Il baro, con l'asso di quadri (prima metà del XVII sec., Parigi, Louvre) e San Giuseppe falegname (ca. 1640, Parigi, Louvre). 

\La Trémoille, Louis II de (Thouars 1460-Pavia 1525) Generale francese, visconte di Thouars e principe di Talmont. Nel 1500, sconfitto Ludovico il Moro a Novara, occupò il ducato di Milano, dove fu in seguito luogotenente di Francesco I. Perì nella battaglia di Pavia. 

\La Union Provincia (453.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo San Fernando. 

\La Vàlle (in ted. Wengen) Comune in provincia di Bolzano (1.199 ab., CAP 39030, TEL. 0471). 

\La Vàlle Agordìna Comune in provincia di Belluno (1.197 ab., CAP 32020, TEL. 0437). 

\La Vallette, Jean Parisot de (1494-Malta 1568) Gran maestro dell'ordine di Malta dal 1557. Nel 1565 respinse l'assalto di un'imponente armata ottomana e avviò la fondazione della città che è oggi capitale di Malta, che prese il suo nome. 

\La Vallière, Louise de la Baume le Blans, duchéssa di (Tours 1644-Parigi 1710) Favorita del re di Francia Luigi XIV e madre di quattro suoi figli. Dal 1674, soppiantata da Madame de Montespan, si ritirò a vivere in un convento di carmelitane. 

\La Vega Provincia (301.000 ab.) della Repubblica Dominicana, a 105 km da Santo Domingo. 

\La Vìa, Vincènzo (Nicosia 1895-San Gregorio di Catania 1982) Filosofo. Esponente della cosiddetta "filosofia realistica" e fondatore della rivista Teoresi (1946), sostenne la reciproca implicazione di pensiero ed essere. Tra le opere, L'idealismo attuale di Gentile (1925) e Dall'idealismo all'assoluto realismo (1941). 

\La Vólpe, Albèrto (Napoli 1933-) Giornalista televisivo. Dopo aver esordito come giornalista radiofonico (1966), passò al piccolo schermo in veste di speaker del telegiornale, per poi percorrere interamente la carriera televisiva, da inviato speciale a vicedirettore del Tg3 e infine direttore del Tg2 (dal 1987 al 1993). Particolare interesse suscitarono le rubriche da lui introdotte, Diogene in onda alla fine del Tg2 delle 13.00 e Pegaso, alla fine dell'edizione della notte. 

\Laban, Rudolf von (Bratislava 1879-Weybridge 1958) Coreografo ungherese e fondatore, nel 1910 a Monaco, del primo centro di danza libera. 

\Làbano Personaggio biblico. Nipote di Abramo, fu padre di Rachele e Lia, moglie di Giacobbe. 

\làbaro, sm. Stendardo. 
 @   lat. labarum. 

\làbbia, sf. 1 Aspetto. ~ sembianze. 2 Volto. ~ viso. 3 Al plurale, labbra. 

\làbbo, sm. Nome volgare di Uccelli Caradriformi appartenenti al genere Stercorarius

\Làbbro Monte (1.193 m) calcareo della Toscana, in provincia di Grosseto, tra le valli dei fiumi Albegna e Fiora.

\làbbro, sm. 1 Ognuna delle due pieghe muscolo-cutanee mobili che nei Mammiferi circondano l'apertura della cavità orale. Intervengono nella nutrizione e nella fonazione. 2 Al plurale, bocca. 3 Di ferita, margine, orlo. ~ bordo. 
[plurale: i labbri (di una ferita, di un vaso), le labbra (della bocca)]
 X   sm. lip. 
 @   lat. labrum, da lambere leccare. 
Labbro leporino   (Cleft lip, cleft palate)
Detto anche cheloischisi, è una malformazione congenita che consiste in una fenditura del labbro superiore che si estende nei casi più gravi alle fosse nasali e al palato (palatoschisi). 
Piccole e grandi labbra 
Nei Mammiferi sono le pieghe cutanee che delimitano l'apertura vulvare nell'apparato genitale esterno femminile. 

\Làbdaco Personaggio mitologico, re di Tebe, padre di Laio e nipote di Cadmo. Fu il capostipite dei labdacidi. 

\Labé Città (66.000 ab.) della Guinea settentrionale, capoluogo della regione omonima. 

\Labé, Louise (Lione 1524-Parcieux-en-Dombes 1565) Poetessa francese. La sua casa costituì il centro di ritrovo dei poeti della Scuola lionese, fiorita a Lione negli anni 1530-1550, influenzati dalla poesia petrarchista italiana. Tra essi, Maurice Scève, Pontus de Tyard e Olivier de Magny, che le ispirò i versi più appassionati. Denominata "la belle cordière" (la bella cordaia), poiché il marito Ennemond Perrin era di professione cordaio, ha lasciato tre elegie e 24 sonetti notevoli per la sincerità dei sentimenti, oltre a un'opera in prosa, Débat de folie e d'amour (Disputa di follia e d'amore, 1555). 

\labèllo, sm. 1 In botanica, elemento del verticillo perianziale interno delle Orchidacee, simile nell'aspetto a un petalo. 2 In zoologia, pezzo pari articolato che si trova all'estremità distale del labbro di alcuni Insetti e che può essere connesso con il simmetrico. 
 @   lat. labellum dim. di labrum labbro. 

\làbeo, sm. Genere di Pesci Cipriniformi di acqua dolce della famiglia dei Ciprinidi che vivono nelle regioni calde dell'Europa. 

\Laberthonnière, Lucien (Chazelet 1860-Parigi 1932) Filosofo francese. Figura di spicco del modernismo, ne diresse dal 1905 al 1913 la rivista Annali di filosofia cristiana. Seguendo Blondel concepì una filosofia con funzione attiva. Tra le sue opere, Saggi di filosofia religiosa (1903), Il realismo cristiano e l'idealismo greco (1905), Sulla via del cattolicesimo (1912). 

\lab-ferménto, sm. Termine fisiologico che indica l'enzima del succo gastrico in grado di coagulare la caseina del latte. In biochimica lo stesso enzima viene chiamato rennina. 
 @   tedesco Lab caglio. 

\labiàle, agg. Che riguarda le labbra.  agg. e sf. si dice di consonante articolata stringendo le labbra (p, b, m sono bilabiali: si chiudono le labbra; f e v sono sono labiodentali: si avvicina il labbro inferiore ai denti).
 X   agg. e sf. labial 
 @   deriv. dal lat. labium labbro. 

\labializzàre, v. v. tr. Rendere labiale. 
v. intr. pron. Diventare labiale. 

\labializzazióne, sf. Articolazione di un suono mediante le labbra. 

\Labiàte Famiglia di piante Dicotiledoni dell'ordine delle Tubiflore comprendente circa tremile specie, da molte delle quali si estraggono oli essenziali. Hanno fiori zigomorfi caratterizzati da corolla bilabiata, pistillo bicarpellare con ovario supero, due o quattro stami e frutto di tipo tetrachenio. Vivono nelle regioni temperate di Europa, Asia e Africa. 

\labiàto, agg. 1 Che ha forma simile a quella delle labbra. 2 Labializzato. 

\Labiche, Eugène (Parigi 1815-1888) Commediografo. Tra le opere Un cappello di paglia di Firenze (1851) e Il viaggio del signor Perrichon (1860). 

\Labìco Comune in provincia di Roma (2.488 ab., CAP 00030, TEL. 06). 

\Labidognàti Gruppo di Aracnidi Araneidi con cheliceri perpendicolari rispetto all'asse del corpo. 

\Labièno, Tìto (Piceno 100?-Munda 45? a. C.) Militare romano. Luogotenente di Cesare in Gallia, nel 49, dopo il passaggio del Rubicone, si unì ai pompeiani e combatté a Tapso, a Farsalo e a Munda, dove morì. 

\làbile, agg. 1 Che viene meno facilmente; caduco, passeggero, fugace. ~ effimero. <> stabile. 2 Di memoria, debole. ~ corto. <> di ferro. 3 Emotivamente fragile. ~ debole. <> forte. 
 X   agg. faint, weak. 
 @   lat. labilis, deriv. da labi scivolare. 

\labilità, sf. 1 Caratteristica di ciò che è labile; fugacità, inconsistenza. ~ caducità. <> stabilità. 2 Proprietà di ciò che è labile. 

\labilménte, avv. In modo labile. 

\labiodentàle, agg. Detto di consonante la cui articolazione comporta un avvicinamento del labbro inferiore agli incisivi superiori. 

\labiovelàre, agg. Detto di suono che comporta la combinazione di una articolazione velare. 

\Labirinthus Noctis Regione del pianeta Marte, così chiamata da Schiaparelli, caratterizzata da profondi solchi dovuti all'erosione, in cui i vapori dell'atmosfera marziana danno luogo al fenomeno di nebbie intense. 

\labirìntico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a un labirinto. 2 In anatomia, che è in relazione o appartiene al labirinto dell'orecchio. 

\labirintìte, sf. Patologia infiammatoria del labirinto (cavità dell'orecchio interno). Caratterizzata da vertigini, diminuzione o perdita della capacità uditiva, la labirintite può insorgere a seguito di un'infezione da virus o batteri (otite, parotite, meningite). Dopo una fase sierosa, una fase siero-fibrinosa e una fase purulenta, la labirintite può anche cronicizzarsi. L'unico rimedio è la terapia chirurgica. 

\labirìnto, sm. 1 Nella mitologia greca si riferisce all'opera di Dedalo fatta erigere da Minosse presso Cnosso per rinchiudervi il Minotauro. 2 Luogo, edificio, intreccio di strade dove è difficile orizzontarsi; intrico, groviglio, confusione, viluppo. ~ dedalo. 3 Boschetto con vialetti intricati nel parco di una villa. 4 Situazione intricata; ginepraio, guazzabuglio, pasticcio. ~ imbroglio. 5 Insieme delle strutture che formano la parte profonda dell'orecchio interno. 
 X   sm. labyrinth, maze. 
 @   lat. labyrinthus, dal greco labyrinthos. 
In architettura è elemento simbolico cristiano utilizzato dal IV sec. e presente come decorazione sui pavimenti delle chiese medievali. Nel rinascimento venne utilizzato per la realizzazione dei giardini all'italiana. 
In anatomia è costituito dal labirinto osseo, cavità scavata nell'osso temporale e rivestita dal labirinto membranoso. I canali formati dal labirinto osseo contengono l'endolinfa, mentre la perilinfa divide il labirinto membranoso dalla parte ossea. Il labirinto è di fondamentale importanza nell'udito e nell'equilibrio. 

\Labirinto della solitudine, Il Saggio di O. Paz (1950). 

\Labirinto magico, Il Romanzo di M. Aub (1943-1968). 

\Labirinto nel mondo, Il Trilogia autobiografica di M. Yourcenar (1974-1980). 

\Labirinto, Il Dramma di F. Arrabal (1961). 

\Labirontodónti In paleontologia. sottoclasse di Anfibi, formanti assieme ai fillospontili il gruppo degli stegocefali, aventi dimensioni anche gigantesche, corpo ricoperto da scudi ossei e vertebre ossificate. 

\labor omnia vicit, loc. avv. Espressione latina di Virgilio che significa "il lavoro vince ogni difficoltà". Esprime fiducia nella laboriosa fatica dell'uomo. 

\laboratòrio, sm. 1 Locale o insieme di locali forniti di attrezzature per ricerche scientifiche. ~ gabinetto. avevano un laboratorio di analisi ben attrezzato. 2 Locale annesso a un negozio dove si fanno o si riparano gli oggetti in vendita; atelier, bottega, manifattura. ~ studio. si trovava in quel momento nel laboratorio dell'orefice
 X   sm. 1 laboratory. 2 (locale) workshop. 
 @   deriv. dal lat. laborare lavorare. 

\laboràtorìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi lavora come tecnico o ricercatore in un laboratorio. 

\laboriosaménte, avv. In modo laborioso. 

\laboriosità, sf. Caratteristica di chi è laborioso; alacrità, industriosità. ~ operosità. <> pigrizia. 

\laborióso, agg. 1 Che comporta difficoltà; arduo, difficile, duro, faticoso. ~ gravoso. <> facile. 2 Dedito al lavoro; alacre, attivo, industrioso, operoso. ~ produttivo. <> pigro. 3 Denso di realizzazioni. ~ frenetico. <> tranquillo. 
 X   agg. 1 laborious. 2 (operoso) hard-working. 
 @   lat. laboriosus, deriv. da labor,-oris lavoro. 

\Laboulbeniàli Ordine di Funghi Ascomiceti che non hanno riproduzione asessuata e il cui micelio è composto da poche cellule. In genere parassitano esternamente alcuni Insetti, in particolare Ditteri, Coleotteri e Imenotteri. 

\Labrador Penisola dell'America settentrionale appartenente al Canada con le province del Quebec e di Terranova. Si estende per circa 1.300.000 km2 tra la baia di Hudson a ovest e l'oceano Atlantico a est. Il tratto di costa lungo l'oceano è ripido e frastagliato, mentre il resto del territorio si presenta prevalentemente pianeggiante e ricco di fiumi e laghi di origine glaciale, gelati per gran parte dell'anno. Il clima è continentale freddo o polare con copiose precipitazioni nevose. Le estese foreste vengono sfruttate dall'industria del legno. Dal sottosuolo vengono estratti ferro, rame e amianto. Attive la pesca e la caccia. La città principale è Battle Harbour. 
Corrente del Labrador 
Corrente freddissima dell'oceano Atlantico nordoccidentale. Proveniente dalla baia di Baffin, si dirige a sud lungo la penisola del Labrador e, in corrispondenza dell'isola di Terranova, incontra la corrente del Golfo. 
Mare del Labrador 
Parte dell'oceano Atlantico nordoccidentale compresa tra la Groenlandia meridionale e la penisola del Labrador. Vi è praticata la pesca di aringhe e merluzzo. 

\labrador retriever Originario dell'Inghilterra, è un valido cane da riporto sia in pianura sia in acqua. Ha una corporatura robusta, pelo fitto e duro resistente all'acqua. È dotato di un olfatto eccezionale. 

\Làbridi Famiglia di Pesci Perciformi originari delle regioni tropicali e subtropicali, caratterizzati da labbra carnose, ossa faringee inferiori formanti un elemento a forma di T su cui sono presenti robusti denti e livree variopinte. 

\Labriòla, Antònio (Cassino 1843-Roma 1904) Filosofo. Partendo da posizioni vicine al pensiero socialista, stimolato da Engels nel corso dei loro contatti epistolari (1890), si dedicò allo studio del marxismo. Avviata un'opera di diffusione e di elaborazione filosofica e politica di tale teoria, si affermò come moderno interprete del materialismo storico ed ebbe grande importanza nello sviluppo della cultura italiana. L'ultimo periodo è contrassegnato dalla polemica condotta nei confronti delle filosofie di Bernstein e Sorel, oltre che di Gentile e Croce. Tra gli scritti, In memoria del Manifesto dei comunisti (1895), Del materialismo storico. Delucidazione preliminare (1896), Discorrendo di socialismo e di filosofia (1898). 

\Labriòla, Artùro (Napoli 1873-1959) Politico ed economista. Aderente dal 1895 al Partito socialista, si dedicò alla diffusione del marxismo in Italia e all'organizzazione del sindacalismo rivoluzionario. Uscito dal Partito socialista nel 1907, si dichiarò interventista in occasione dell'impegno bellico (1915). Fu ministro del lavoro nel gabinetto Giolitti (1920-1921). Ostile al fascismo, fu costretto all'esilio in Francia e Belgio fino al 1937. Alla fine della guerra partecipò alla Costituente e fu membro del senato dal 1948. Tra gli scritti, Le dottrine economiche di Quesnay (1897), La teoria del valore di Karl Marx (1899), Il capitalismo (1910), Le due politiche: fascismo e riformismo (1923), La dittatura della borghesia (1924). 

\Làbro Comune in provincia di Rieti (293 ab., CAP 02010, TEL. 0746). 

\labrònico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a Livorno. 

\Labrouste, Henri (Parigi 1801-Fontainebleau 1875) Architetto francese. Tra le opere la Biblioteca Ste-Geneviève (1843-1850) e la Biblioteca Nazionale (1862-1868) a Parigi. 

\Labuan Isola (12.000 ab.) federale della Malaysia, nel Borneo, sul mar Cinese Meridionale. Capoluogo Victoria. Basa le sue risorse economiche sugli importanti giacimenti di carbone. 

\labuntur anni, loc. avv. Espressione latina di Orazio che significa "gli anni scorrono via". Sta a sottolineare la fugacità del tempo. 

\laburìsmo, sm. Movimento politico e ideologico britannico. Ebbe origine in Gran Bretagna alla fine del XIX sec. nell'ambiente delle associazioni dei lavoratori e si organizzò nel Partito laburista indipendente (da labour, lavoro); in senso più specifico sta a indicare l'evoluzione del movimento operaio postcartista verso l'inserimento dei lavoratori nella vita politica parlamentare. Portò avanti rivendicazioni di tipo economico e sociale a favore delle fasce popolari. Dal punto di vista dottrinario si configura come un socialismo moderato riformista, basato sul rispetto delle fondamentali libertà democratiche, profondamente differente dal marxismo e contrario a qualsiasi forma di dittatura. Sotto l'aspetto politico esso si caratterizzò come blocco elettorale popolare tendente alla conquista dei seggi parlamentari. Nel primo dopoguerra entrò nel governo in Gran Bretagna, diffondendosi poi anche in Scandinavia e nei paesi del Commonwealth. 

\laburìsta, agg., sm. e sf. agg. Del, aderente del laburismo. 
sm. e sf. Seguace del laburismo. 
 X   agg. labour. sm. e sf. Labour Party member. 
 @   ingl. labourist. 

\laburìstico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce al laburismo. 

\Lac Prefettura (248.000 ab.) del Ciad, sul lago Ciad. Capoluogo Bol. 

\Lacaille, Nicolas Louis de (Rumigny 1713-Parigi 1762) Astronomo e geodeta francese, compiendo studi e osservazioni dal Capo di Buona Speranza, determinò la parallasse del Sole e della Luna; misurò la posizione di quasi 10.000 stelle dell'emisfero celeste australe, denominando quattordici nuove costellazioni. 

\Lacan, Jacques (Parigi 1901-1981) Psicologo. Tra le opere Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell'io (1949) e Scritti (1966-1972). 

\làcca, sf. (pl.-che) 1 Denominazione generica che indica sostanze colorate resinose di origine vegetale o artificiale, utilizzate per ricoperture di oggetti diversi a scopo decorativo o protettivo. ~ vernice. 2 Colore formato per fissazione meccanica o chimica di un colorante organico su di un supporto. 3 Fissatore per pettinature. 
 X   sf. 1 lacquer. 2 (fissatore per capelli) hair spray. 
 @   arabo lakk, dal persiano lak. 
Lacca del Giappone 
Sostanza resinosa di origine vegetale fornita dalla Rhus vernicifera, pianta della famiglia delle Anacardiacee diffusa in Giappone e utilizzata per vernici. 

\Laccadìve Insieme di arcipelaghi corallini nell'oceano indiano scoperti nel 1499 dai navigatori portoghesi. Attualmente fanno parte del Lakshadweep, territorio dell'Unione Indiana (insieme alle Amindivi e all'isola di Malabar). 

\laccamùffa, sf. 1 Lichene (noto anche come lichene tintorio, Roccella tinctoria); presenta un tallo cilindrico e si trova sulle rocce costiere. Viene usato come colorante. 2 Tornasole. 

\laccàre, v. tr. Verniciare con lacca; smaltare. ~ verniciare. 
 @   deriv. da lacca. 

\laccàsi, sf. Enzima presente nel lattice degli alberi da lacca che costituisce un fermento ossidante, contenente manganese, che fissa l'ossigeno sui polifenoli. 

\laccàto, agg. Colorato con lacca. 

\laccatóre, sm. (f.-trìce) Chi esegue lavori con lacca. 

\laccatùra, sf. Atto, effetto del laccare. 

\lacchè, sm. 1 Valletto in livrea che per strada seguiva o procedeva il padrone; servitore. ~ domestico. 2 Persona che si umilia e si disonora in maniera servile; galoppino, lecchino. ~ portaborse. 

\Lacchiarèlla Comune in provincia di Milano (6.825 ab., CAP 20084, TEL. 02). 

\lacciàia, sf. Laccio. 

\làccio, sm. 1 Corda con cappio o nodo scorsoio che si stringe tirando. ~ cappio. laccio emostatico, per stringere i vasi sanguigni. 2 Trappola. ~ trabocchetto, insidia. 3 Legaccio. ~ stringa. gli si spezzarono i lacci delle scarpe. 4 Nodo. 5 Capestro. 6 Vincolo. ~ legame. sentiva forte il laccio dell'amore
 X   sm. 1 string, lace. 2 (emostatico) tourniquet. 
 @   lat. volg. lacius

\lacciòlo, sm. 1 Piccolo laccio utilizzato in special modo per catturare gli uccelli. 2 Trappola, insidia, imbroglio. ~ inganno. 

\Làcco Amèno Comune in provincia di Napoli (3.936 ab., CAP 80076, TEL. 081). 

\laccolìte, sf. Massa di roccia intrusiva avente forma di lente e posta a pochi chilometri di profondità tra strati di rocce sedimentarie. 

\Lacedèlli, Lìno (Cortina d'Ampezzo 1925-) Alpinista. Scalò il K2 insieme ad A. Compagnoni nel 1954. 

\Lacedèlli, Robèrto (Cortina d'Ampezzo 1919-) Sciatore italiano. Fu componente della squadra azzurra olimpionica, vinse cinque volte il campionato italiano nelle specialità alpine e fu allenatore della squadra nazionale femminile. 

\lacedèmone, o lacedemònio, agg. Spartano. 

\Lacedònia Comune in provincia di Avellino (3.163 ab., CAP 83046, TEL. 0827). 

\laceràbile, agg. Che si può lacerare. 

\laceraménto, sm. Atto, effetto del lacerare. 

\lacerànte, agg. 1 Che ferisce per la sua forza; lancinante, acuto. ~ straziante. 2 Stridulo, penetrante. ~ assordante. 

\laceràre, v. v. tr. 1 Ridurre in brandelli. ~ stracciare. la caduta nei rovi aveva lacerato i pantaloni. 2 Straziare, torturare. ~ tormentare. quelle urla laceravano gli animi. 3 Consumare, sbranare, dilaniare. ~ squartare. 
v. intr. pron. 1 Strapparsi. ~ rompersi. si era lacerata un'amicizia per un semplice sgarbo. 2 Ferirsi. 
 X   v. tr. to tear, to lacerate. v. intr. pron. to tear. 
 @   lat. lacerare

\lacerazióne, sf. 1 Atto del lacerare. ~ strappo. 2 Strazio. 
 @   lat. laceratio,-onis. 

\lacèrna, sf. Presso i romani, mantello di stoffa fine aperto, serrato sulle spalle, che si portava sulla tunica e sull'armatura. 

\làcero, agg. 1 Strappato in più punti; logoro, liso. ~ frusto. <> nuovo. 2 Detto di persona che indossa vestiti logori. ~ cencioso. <> decoroso. 
 X   agg. 1 ragged, torn, tattered. 2 (med.) lacerated. 
 @   lat. lacer,-era,-erum. 

\làcero-contùso, agg. Detto di ferita i cui margini sono privi di continuità. 

\Lacèrtidi Famiglia di Rettili per la maggior parte ovipari, caratterizzati da palpebre mobili, lingua bifida, coda lunga e sottile in grado di riprodursi con facilità e arti forniti di cinque dita munite di unghie, alla quale appartengono le  →  lucertole. Vivono nelle regioni temperate e calde di Europa, Asia e Africa.   +  
 @   lat. lacerta lucertola. 

\lacèrto, sm. 1 Parte del corpo umano, soprattutto muscolare. 2 Lucertola. 3 Altro nome del pesce  →  scombro (o sgombro). 4 In macelleria, taglio di carne bovina (detto anche controgirello o girello).  +  

\Làces (in ted. Latsch) Comune in provincia di Bolzano (4.320 ab., CAP 39021, TEL. 0473). 

\Lachenal, Louis (1921-1955) Alpinista francese. Nel 1950 con M. Herzog, scalò l'Annapurna. 

\Làchesi Personaggio mitologico, una delle tre moire. 

\Lachmann, Karl (Braunschweig 1783-Berlino 1851) Filologo. Tra le opere Edizione del De rerum natura di Lucrezio (1850). 

\lacìnia, sf. 1 Frangia. 2 Incisione irregolare. 3 Frammento, parte minima di un'opera letteraria. 

\laciniàto, agg. Che presenta lacinie. 

\Laclos, Pierre-Ambroise-François Choderlos de (Amiens 1741-Taranto 1803) Scrittore francese. Ufficiale del genio e successivamente generale nell'armata napoleonica, ottenne una grande notorietà con il romanzo epistolare Amicizie pericolose (1782), lucida fotografia di un'aristocrazia depravata, amorale e corrotta nel periodo precedente la rivoluzione francese. 

\Làconi Comune in provincia di Nuoro (2.459 ab., CAP 08034, TEL. 0782). 

\Lacònia Nomo (95.000 ab.) della Grecia, nel Peloponneso. Capoluogo Sparta. 

\laconicità, sf. Qualità di chi è laconico; essenzialità, sinteticità. ~ concisione. <> prolissità. 

\lacònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Della Laconia, regione della Grecia in cui si trovava Sparta. 2 Detto di persona poco loquace; conciso, breve, telegrafico, incisivo. ~ essenziale. <> prolisso. un messaggio laconico lo aveva avvisato che l'incontro previsto e tanto atteso non ci sarebbe stato
 @   lat. Laconicus, dal greco Lakonikòs della Laconia, dei Laconi; nel significato [2]: dal lat. Laconicum

\laconìsmo, sm. Modo conciso di esprimersi. 

\Lacordaire, Henri Dominique (Recey-sur-Ource 1802-Sorèze 1861) Ecclesiastico domenicano francese. Fondò insieme a Lamennais il giornale cattolico L'Avenir. Si dedicò al progetto di ripristinare l'ordine domenicano, di cui fu superiore, in Francia. Si impegnò nel favorire un miglioramento del rapporto tra la religione e la società e divenne uno tra i maggiori esponenti del cattolicesimo liberale. Tra le sue opere Considerazioni sul pensiero filosofico del Lamennais (1834), Conferenze di Notre-Dame 1833-1851 (1844-1851), Lettere a un giovane sulla vita cristiana (1857). 

\Lacordaire, Jean-Baptiste-Henri (Recuy-sur-Ource 1802-Sorèze 1861) Predicatore francese. Nel 1830 fondò L'Avenir insieme a Montalambert e a Lamennais. Nel 1848 fu deputato alla Costituente. Cattolico liberale, scrisse Lettere a un giovane sulla via cristiana (1857). 

\Lacoste, René (Parigi 1904-Saint-Jean de Luz 1997) Tennista francese. Vinse due volte il torneo di Wimbledon (1925 e 1928), i campionati Internazionali USA (1926 e 1927) e quelli di Francia (1925, 1927 e 1929). Inventò e produsse la famosa maglietta col marchio del coccodrillo. 

\làcrima, sf. 1 Liquido acquoso prodotto dalle ghiandole lacrimali dell'occhio. sentiva che sarebbe scoppiato in lacrime continuando quel doloroso discorso, avrebbe pianto. 2 Goccia o piccola quantità di liquido. ~ stilla. una lacrima di rugiada. 3 Oggetto che ha l'aspetto di una lacrima. 
 X   sf. tear. 
 @   lat. lacrima• Sunt lacrimae rerum: frase di Enea nell'Eneide di Virgilio, che letteralmente significa "sono le lacrime delle cose", da intendersi "le cose hanno lacrime", cioè "le cose ricevono le lacrime", usata spesso per indicare "la tristezza che nelle cose si cela". Enea usa questa frase quando a Cartagine vede raffigurata sulle mura innalzate di fresco la sconfitta di Troia.
Lacrime di San Lorenzo 
Nome volgare con cui vengono indicati i perseidi, sciame di meteore della costellazione del Perseo visibili nelle notti attorno a S. Lorenzo (9, 10 e 11 agosto). 

\lacrimàle, agg. Delle lacrime. 

\lacrimàre, v. v. tr. Compiangere. ~ commiserare. 
v. intr. 1 Piangere. 2 Gocciolare. ~ colare. 
 X   v. intr. to water. 
 @   lat. lacrimare, deriv. da lacrima lacrima. 

\lacrimàto, agg. Desiderato con lacrime. 

\lacrimatóio, sm. Flaconcino per unguenti. 

\lacrimatòrio, agg. Relativo alle lacrime. 

\lacrimazióne, sf. Processo fisiologico che consiste nella secrezione da parte delle ghiandole lacrimali delle lacrime. Tale secreto, distribuito uniformemente grazie al movimento palpebrale, mantiene umida la superficie della cornea e della congiuntiva e provvede a eliminare corpi estranei e pulviscolo. Raccolto nella parte inferiore, confluisce nel meato inferiore delle fosse nasali. L'eccessiva produzione di secreto come nel pianto o in caso di occlusione delle vie naso-lacrimali può superare la barriera costituita dal tessuto grasso della palpebra e irrorare le guance. La lacrimazione avviene con meccanismo nervoso riflesso, ma può essere condizionata da fattori emotivi o da stimoli ottici e meccanici. 

\Lacrime amare di Petra von Kant, Le Film drammatico, tedesco (1972). Regia di Rainer Werner Fassbinder. Interpreti: Margit Carstensen, Hanna Schygulla, Katrin Schaake. Titolo originale: Die bitteren Tränen der Petra Von Kant 

\lacrimévole, agg. 1 Che induce a piangere; commovente, patetico, triste, malinconico. ~ toccante. <> divertente. 2 Compassionevole. ~ commiserabile. 
 @   lat. tardo lacrimabilis. 

\lacrimògeno, agg. 1 Che provoca lacrime. 2 Commovente. 
 X   agg. 1 tear. 2 (gas) tear gas. 
 @   da lacrima +-geno. 

\lacrimosaménte, avv. In modo lacrimoso. 

\lacrimóso, agg. 1 Pieno di lacrime; spezzato. ~ rotto. 2 Che è causa di lacrime; patetico, commovente, strappalacrime. ~ struggente. 
 @   lat. lacrimosus. 

\lacrosse, sm. invar. Gioco a squadre molto diffuso in Canada derivante dall'irochese baggataway. La regolamentazione attuale risale agli inizi del 1800. 

\lactobacillus, sm. invar. Genere di Batteri della famiglia Lactobacillaceae, il più rappresentativo, a cui appartengono circa quindici specie immobili, bastoncellari e non sporigene in grado di fermentare gli zuccheri formando acido lattico, solo o con altri prodotti secondari. 

\lacuàle, agg. Relativo al lago. 

\lacùna, sf. 1 Interruzione nella scrittura lasciato da uno spazio bianco. ~ spazio. 2 Cavità. 3 Vuoto, mancanza. ~ carenza. 
 X   sf. gap. 
 @   lat. lacuna pozza. 

\lacunàre, sm. e agg. sm. Soffitto in cui, l'intelaiatura dei travi, resa visibile, è usata come ornamento; cassettone. ~ riquadro. 
agg. In medicina, si dice lesione lacunare una condizione patologica di sostanze nervose in cui sono presenti lacune. 

\lacunosaménte, avv. Con lacune. 

\lacunosità, sf. Caratteristica di ciò che è lacunoso. 

\lacunóso, agg. Pieno di lacune; carente, difettoso, incompleto. ~ incompiuto. <> esauriente. 
 X   agg. incomplete, patchy. 
 @   lat. lacunosus. 

\lacùstre, agg. Relativo ai laghi. 
 @   deriv. dal lat. lacus lago. 

\Ladakh Distretto (105.000 ab.) dell'India, nello stato di Jammu e Kashmir. Capoluogo Leh. 

\làdano, sm. Resina estratta dal Cistium ladaniferum e da specie affini che viene utilizzata in profumeria. 

\laddóve, avv. e cong. avv. Dove, nel luogo in cui. 
cong. Mentre. 

\ladìno, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla regione ove si parla il ladino. 2 Facile. 3 Lubrico. 
sm. Gruppo dialettale neolatino. 
È presente in tre aree: l'area occidentale del cantone svizzero dei Grigioni, ove viene parlato il grigionese o romancio, l'area centrale (dolomitico) di alcune valli delle province di Bolzano, Trento e Belluno, ove è in forte calo, e l'area orientale del friulano comprendente Carnia e Friuli, che ha il maggior numero di parlanti. 

\Ladislào Nome di sovrani. 
Napoli Ladislao d'Angiò-Durazzo, il Magnanimo 
(Napoli 1377-1414) Figlio di Carlo III, gli succedette come re di Napoli nel 1386, ma riuscì a prendere possesso del regno solo nel 1400, dopo aver cacciato Luigi II d'Angiò. Approfittando dello scisma d'occidente, si impadronì dell'Umbria e di gran parte del Lazio a scapito del papato. 
Polonia Ladislao I Lokietek 
(1260-Cracovia 1333) Re di Polonia dal 1320 della dinastia dei piasti, riuscì a unificare quasi tutto il paese. 
Ladislao II di Polonia 
(1350-Grodek 1434) Gran principe di Lituania e quindi re di Polonia dal 1386, della dinastia degli Jagelloni, da lui fondata, ottenne il titolo regale sposando Edvige, figlia ed erede di Luigi d'Angiò. Nel 1410 sconfisse i cavalieri teutonici a Tannenberg. 
Ladislao III Jagellone 
(Cracovia 1424-Varna 1444) Figlio di Ladislao II, fu re di Polonia dal 1434 e nel 1440 ottenne come L. V la corona d'Ungheria. Morì lottando contro i turchi a Varna. 
Ladislao IV Vasa 
(Cracovia 1595-Merecz 1648) Figlio di Sigismondo III, fu re di Polonia dal 1632. Strappò l'Estonia e la Livonia a Russia e Svezia. 
Ungheria Ladislao I il Santo 
(1043?-Nitra 1095) Re d'Ungheria dal 1077, favorì lo sviluppo del cristianesimo e si impadronì della Croazia. 
Ladislao II 
(1131-1163) Re dal 1162, anno in cui usurpò il trono a Stefano III. 
Ladislao III 
(1199?-Vienna 1205) Re dal 1204. 
Ladislao IV il Cumano 
(1262-Körösszeg 1290) Re d'Ungheria dal 1272. Nel 1278 batté Ottocaro di Boemia. 
Ladislao V 
=> "Ladislao III di Polonia" 
Ladislao VI il Postumo 
(Kom´rom 1440-Praga 1457) Figlio di Alberto II d'Asburgo, fu re d'Ungheria dal 1445, sotto la reggenza di G. Hunyadi. Dal 1453 fu anche re di Boemia. 
Ladislao VII Jagellone 
(1456-Buda 1516) Re di Boemia dal 1471, nel 1479 dovette lasciare il potere a Mattia Corvino, ma alla morte di questi divenne anche re d'Ungheria. 

\Ladìspoli Comune in provincia di Roma (19.319 ab., CAP 00055, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di carciofi) e turistico (balneazione). Venne fondata dal principe Ladislao Odescalchi. Gli abitanti sono detti Ladispolani

\Làdoga Lago (18.400 km2) della Russia, al confine con la Finlandia, nella repubblica autonoma di Carelia. Il maggiore d'Europa per superficie. Situata a 4.000 m di altitudine, con una profondità massima di 220 m, ha come immissari i fiumi Volhov, Sjas, Ojat, Suir e come emissario il fiume Neva che sfocia nel mar Baltico presso il golfo di Finlandia. I principali porti sono Novaja Ladoga e Priozersk. Vi si pratica la pesca. 

\ladrerìa, sf. Comportamento da ladri; furto, ladroneria, ladrocinio, truffa. ~ ruberia. 

\ladrescaménte, avv. In modo ladresco. 

\ladrésco, agg. (pl. m.-chi) Da ladro; furfantesco. ~ ladronesco. 

\Ladri di biciclette Film drammatico, italiano (1948). Regia di Vittorio De Sica. Interpreti: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell. 

\làdro, agg. e sm. agg. 1 Che ruba. 2 Pessimo. 
sm. 1 Chi ruba; borsaiolo, rapinatore. ~ scippatore. ladro d'amore, rubacuori. 2 Chi richiede prezzi o compensi eccessivi; mascalzone, profittatore. ~ strozzino. : :uel bottegaio è un vero ladro: ha prezzi troppo alti 
 X   sm. thief, burglar. 
 @   lat. ladro,-onis bandito. 
Governo ladro, piove! Citazione di Casimiro Teja a una vignetta comparsa sul Pasquino, nel 1861. 

\Ladro e gentiluomo Film commedia, americano (1990). Regia di Bill Forsyth. Interpreti: Burt Reynolds, Casey Siemaszko, Sheila Kelley. Titolo originale: Breakin In 

\ladrocìnio, sm. Ruberia con inganno; furto, rapina. ~ estorsione. 
 X   sm. theft, larceny. 

\ladronàia, sf. 1 Furto. ~ rapina. 2 Rifugio di ladri. ~ covo. 3 Amministrazione corrotta, ufficio disonesto. 

\ladróne, sm. 1 Ladro incallito. 2 Masnadiero. ~ brigante. 
 @   lat. latro-onis predone. 

\ladroneggiàre, v. intr. Compiere azioni da ladri. 

\ladronerìa, sf. 1 Comportamento da ladro. 2 Grosso furto. 

\ladronésco, agg. (pl. m.-chi) Da ladrone. 

\ladrùncolo, sm. Ragazzo che ruba. ~ rubagalline. 
 @   lat. latrunculus

\lady, sf. invar. Titolo inglese spettante alla figlia o alla moglie di un Lord. ~ dama. 

\Lady Eva Film commedia, americano (1941). Regia di Preston Sturges. Interpreti: Barbara Stanwyck, Henry Fonda, Eugène Pallette. Titolo originale: The Lady Eve 

\Lady Lou (La donna fatale) Film commedia, americano (1933). Regia di Lowell J. Sherman. Interpreti: Mae West, Cary Grant, Owen Moore. Titolo originale: She Done him Wrong 

\Lady Roxana Romanzo di D. Defoe (1724). 

\Ladybirb Ladybird Film drammatico, britannico (1993). Regia di Ken Loach. Interpreti: Crissy Rock, Vladimir Vega, Sandie Lavelle. Titolo originale: Ladybird Ladybird 

\Lae Città (62.000 ab.) della Papua Nuova Guinea, capoluogo della provincia di Morobe. 

\Laèrru Comune in provincia di Sassari (1.115 ab., CAP 07034, TEL. 079). 

\Laèrte Personaggio mitologico, re di Itaca e padre di Ulisse, cui cedette il trono. Durante l'assenza di quest'ultimo visse in solitudine e al suo ritorno lo aiutò a battere i proci. 

\Lafargue, Paul (Santiago de Cuba 1842-Draveil 1911) Politico francese. Genero di Marx, nel 1882 fondò il Partito operaio francese con J. Guesde. 

\Laffitte, Jacques (Bayonne 1767-Parigi 1844) Finanziere e politico francese. Sotto Luigi Filippo fu presidente del consiglio nel 1830 e 1831. 

\Laforgue, Jules (Montevideo 1860-Parigi 1887) Poeta francese, precursore del simbolismo. Nella sua opera si coglie la consapevolezza della fugacità dell'esistenza dalla quale scaturiscono un cupo pessimismo e un umorismo dai toni macabri e sarcastici. Tra le sue opere, I compianti (1885), i racconti filosofici in prosa Moralità leggendarie (1887), Gli ultimi versi (postuma, 1890). 

\Laganàdi Comune in provincia di Reggio Calabria (617 ab., CAP 89050, TEL. 0965). 

\Lagarìna Valle delle Prealpi Venete, parallela al lago di Garda. È percorsa dal fiume Adige. Situata tra Calliano e la Chiusa di Verona, è delimitata dal gruppo del Monte Baldo e dai monti Lessini. Coltivazioni di vigneti e frutteti. Centri principali Rovereto e Ala. 

\lagenorìnco, sm. (pl.-chi) Genere di Mammiferi Cetacei Odontoceti della famiglia dei Delfinidi dal capo largo e il muso corto, a cui appartengono tre specie note: il lagenorinco dal becco bianco (Lagenorhynchus albirostris), il lagenorinco dai fianchi bianchi (Lagenorhynchus acutus) e il lagenorinco oscuro (Lagenorhynchus obscurus), tutti Cefalopodi. 

\lager, sm. invar. 1 Campo di concentramento. ~ prigione. 2 Istituzione o comunità assistenziale la cui modalità di gestione si estrinsecano in forme di crudeltà e angheria verso i soggetti che ne fruiscono. 
 @   ted. lager

\Lagerkvist, Pär (Växjö 1891-Stoccolma 1974) Poeta e scrittore svedese. La sua opera rappresenta una ricerca e un'indagine su temi esistenziali ed è interamente dominata dal misticismo. Ebbe con i suoi romanzi una larga fama e nel 1951 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere, le liriche Angoscia (1916), Caos (1919), i drammi L'ultimo uomo (1917), Il segreto del cielo (1919), i romanzi Il boia (1933), Il nano (1944), Barabba (1950), La Sibilla (1956). 

\Lagerlöf, Selma (Maarbacka, Värmland 1858-1940) Scrittrice svedese. Tra le opere La saga di Gösta Berling (1890-1891). 

\laggiù, avv. Là in basso. <> lassù. 
 X   avv. 1 down there. 2 (di là) over there. 

\Làghi Comune in provincia di Vicenza (173 ab., CAP 36010, TEL. 0445). 

\Laghman Provincia (325.000 ab.) dell'Afghanistan nordorientale, capoluogo Metarlam. 

\Laghouat Città (72.000 ab.) dell'Algeria, capoluogo del wilaya omonimo. 

\Làglio Comune in provincia di Como (907 ab., CAP 22010, TEL. 031). 

\làgna, sf. 1 Piagnisteo. ~ lamento. 2 Barba. ~ afflizione. 3 Cantilena. ~ nenia. 

\lagnànza, sf. Atto, effetto del lagnarsi; rimostranza, reclamo. ~ lamentela. 

\lagnàrsi, v. intr. pron. 1 Risentirsi e mostrare il proprio malcontento. ~ lamentarsi. 2 Dolersi, rincrescersi, rammaricarsi. ~ dispiacersi. <> rallegrarsi. 3 Recriminare. ~ protestare. 
 X   v. intr. pron. to complain. 
 @   lat. laniare se strapparsi (i capelli dal dolore). 

\Lagnàsco Comune in provincia di Cuneo (1.341 ab., CAP 12030, TEL. 0175). 

\làgno, sm. Lamento. 
 @   deriv. da lagnare. 

\lagnóne, agg. Che si lagna continuamente. 

\lagnosaménte, avv. In modo lagnoso. 

\lagnóso, agg. 1 Lamentoso. ~ piagnucoloso. 2 Noioso, seccante. ~ pesante. 

\Làgo Comune in provincia di Cosenza (3.401 ab., CAP 87035, TEL. 0982). 

\làgo, sm. (pl.-ghi) 1 Massa d'acqua che riempie una cavità senza una comunicazione diretta con il mare. 2 Abbondante quantità di liquido sparso. 
 X   sm. 1 lake. 2 (fig.) pool. 
 @   lat. lacus,-us. 
Si parla di lago aperto quando l'acqua superficiale o sotterranea può affluire a esso attraverso gli immissari e defluire attraverso gli emissari. I laghi sono caratterizzati da temperatura, colore, trasparenza e salinità. In base alla salinità si possono distinguere in laghi dolci, salmastri e salati. In questi ultimi la concentrazione salina è paragonabile o superiore a quella marina, come nel caso del mar Morto. I laghi vengono classificati, in base all'origine, in alluvionali, formati per ristagno dell'acqua a seguito dell'alluvione di un fiume; di circo che riempiono un circo glaciale; vulcanici che occupano una caldera o un cratere spento o quiescente o sono stati formati dallo sbarramento delle colate di lava; di frana, formati dallo sbarramento di un corso d'acqua da parte di materiale franato a fondo valle; costieri, separati dal mare dalla sabbia accumulata in dune o lidi; vallivi formati nel fondo di valli scavate da ghiacciai (lago Maggiore, lago di Como e lago d'Orta); intermorenici, formati in conche delimitate da depositi morenici; tettonici, formati in fosse e pieghe conseguenti ad abbassamento o corrugamento della crosta terrestre; di sorgente, alimentati da una sorgente sul fondo; carsici che occupano il fondo di cavità carsiche; relitti, derivati da regressioni marine e perciò salati come il mar Caspio e il lago d'Aral. I laghi possono anche essere classificati in base al regime in permanenti e temporanei

\Lago dei cigni, Il Balletto in quattro atti di P. I. Cajkovskij, libretto di V. Beghiscev e V. Geltzer (Mosca, 1877). 

\lagoftàlmo, sm. Incapacità delle palpebre di ricoprire completamente l'occhio. 

\Lagomòrfi Ordine dei Mammiferi simili ai Roditori dai quali si differenziano per orecchie più lunghe, asimmetria evidente nello sviluppo delle zampe (quelle posteriori sono molto più sviluppate) e la presenza di due denti incisivi in più. Da citare la famiglia degli Ocotonidi (o lepri fischianti) proprie dell'America e dell'Asia e quella dei Leporidi (coniglio e lepre). Queste ultime specie sono state introdotte dall'uomo in Madagascar e in Australia a scopo di allevamento. 

\lagóne, sm. Termine usato nella zona dei soffioni boraciferi della Toscana per indicare dei piccoli bacini di forma circolare, contenenti acque piovane o di condensazione, in corrispondenza delle quali si hanno evaporazioni di vapore acqueo unito a carbonio e ammoniaca. 

\Lagonégro Comune della provincia di Potenza (6.245 ab., CAP 85042, TEL. 0973), situato a 666 m di altezza, nell'alto bacino del fiume Noce. Centro di villeggiatura estivo. La parte antica del centro abitato è arroccata su una rupe dove si trovano i resti del castello e di altre fortificazioni; di rilievo la chiesa di San Nicola del X sec. Nota fin dalla preistoria, ebbe grande importanza nel medioevo, fu feudo dei Carafa, si liberò nel 1552 dai feudatari. Durante il periodo napoleonico fu teatro di combattimenti. 

\Lagopésole Centro della Basilicata, frazione di Avigliano, in provincia di Potenza, situato a 830 m d'altezza, noto per il castello, splendido esempio di architettura svevo-pugliese (1242-1250). 

\Lagorài Catena montuosa delle Alpi Dolomitiche. Vetta più elevata la cima di Cece (2.772 m). 

\Lagòrio, Gìna (Bra, Cuneo 1930-Milano 2005) Scrittrice e saggista. Legata alla terra d'origine e alle sue influenze culturali, tra le quali lo scrittore B. Fenoglio, è autrice di saggi letterari sullo stesso Fenoglio e sui poeti Camillo Sbarbaro (1888-1967) e su Angelo Barile (1888-1967). La sua narrativa è caratterizzata da un linguaggio a un tempo realistico e lirico. Tra le opere, Approssimato per difetto (1971), La spiaggia del lupo (1977), Tosca dei gatti (1983), Golfo del Paradiso (1987), Tra le mura stellate (1991), Il silenzio (1993) e Il bastardo (1996). 

\Lagos Città della Nigeria (1.243.000 ab.), situata sulla laguna alla foce del fiume Ogun e collegata al golfo di Guinea dal canale Mac Gregor. Il centro storico sorge sull'isola omonima collegata da ponti al continente. Centro commerciale e porto di grande importanza (il più grande di tutta la costa occidentale dell'Africa), comunica per via ferroviaria con l'interno; esporta legno, manufatti di cotone, olio di palma e possiede industrie alimentari, chimiche, tessili, delle automobili, delle attrezzature elettroniche, meccaniche e calzaturiere. È sede arcivescovile cattolica e di un'università. La città, chiamata Eko dagli indigeni, fu successivamente chiamata Lagos dai navigatori portoghesi nel XV sec. Punto di partenza della tratta degli schiavi fino alla metà del XIX sec., venne occupata dagli inglesi nel 1861 che vi stabilirono la loro sovranità. Divenne capitale coloniale della Nigeria nel 1914. Nel 1960 la conquista dell'indipendenza, favorì un notevole sviluppo economico. Dal 1991 la sede del governo fu trasferita nella città di Abuja (all'interno del Paese). 
Lagos 
Stato (5.686.000 ab.) della Nigeria, capoluogo Ikeja. 

\Lagosànto Comune in provincia di Ferrara (4.387 ab., CAP 44023, TEL. 0533). 

\Lagrange, Joseph Louis de (Torino 1736-Parigi 1813) Matematico francese di origine italiana. Si dedicò a studi e ricerche di fondamentale importanza nel campo della matematica riguardanti il calcolo delle variazioni, la teoria delle funzioni analitiche e il procedimento di calcolo delle derivate. Nella sua opera Meccanica analitica (1788) propone una trattazione della meccanica su basi analitiche. Elaborò la teoria delle perturbazioni e condusse importanti studi sul problema dei tre corpi.     +      +      +  

\làgrima e derivati => "lacrima e derivati" 

\lagùna, sf. Specchio d'acqua litoraneo comunicante con il mare, da cui è separato da alcune strisce di terra. 
 X   sf. lagoon. 
 @   lat. lacuna, deriv. da lacus,-us lago. 

\Laguna Provincia (973.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo Santa Cruz. 

\lagunàre, agg. e sm. agg. Relativo alla laguna. 
sm. Nell'esercito italiano militare indica una speciale unità tattica della fanteria che opera su mezzi anfibi. 

\Lagùndo (in ted. Algund) Comune in provincia di Bolzano (3.841 ab., CAP 39022, TEL. 0473). 

\Lahn Fiume (245 km) della Germania. Nasce dal Rothaar e confluisce nel Reno. 

\Lahore Città del Pakistan (2.953.000 ab.) capoluogo del Punjab. Sorge sulla sinistra del fiume Ravi, in prossimità del confine con l'Unione Indiana. Dal XII sec. fu capitale dell'impero musulmano dell'India e conobbe tra il XVI e XVII sec. il suo periodo di maggior fulgore. Subì la dominazione britannica dal 1849. Testimonianza dell'antichità è data dai numerosi monumenti tra i quali le moschee, il Lahore Fort e il padiglione di marmo. Ha industrie alimentari, vetrarie, tessili, conciarie, meccaniche, siderurgiche, chimiche, del legno e del tabacco ed è fiorente l'artigianato orafo, della seta, del cotone. Attivo il commercio di cereali e cotone. 

\lai, sm. Termine riferito a due generi di componimento poetico in voga in Francia nel medioevo. Il lai narrativo, di origine bretone, indicava un poemetto in ottosillabi rimati di argomento amoroso o fantastico ed ebbe come massima esponente Maria di Francia. Il lai lirico indicava una composizione poetica su tema cortese, dalla complessa struttura metrica e musicata. 

\Laiàtico Comune in provincia di Pisa (1.475 ab., CAP 56030, TEL. 0587). 

\laicàle, agg. Proprio di un laico. 

\laicaménte, avv. In modo laico. 

\laicàto, sm. 1 Ordine dei laici. 2 Insieme dei laici. 

\laicismo, sm. Orientamento o atteggiamento ideologico favorevole a una riduzione dell'influenza della religione e dell'autorità ecclesiastica nella vita sociale attraverso una separazione tra chiesa e stato. Venne validamente propugnato nel XIX sec., ma ha origini che possono essere individuate nel Defensor pacis (1324) di Marsilio da Padova e nei conflitti tra impero e papato. Oggi la chiesa stessa condivide il principio dell'autonomia e dell'indipendenza della comunità politica da essa. La differenziazione moderna della sfera religiosa dagli altri ambiti del vivere sociale è interpretata da molti come processo di secolarizzazione e laicizzazione. Secondo alcuni teorici (tra cui si citano R. Carnap, B. Russel), la scienza moderna nel suo sviluppo è destinata a occupare uno spazio sempre maggiore a spese della metafisica; questo spiegherebbe la progressiva laicizzazione della cultura e della società. Alcuni teologi rivalutano questo processo, vedendolo come la manifestazione dell'uomo divenuto adulto, autonomo e responsabile. 

\laicìsta, agg. (pl. m.-ci) Proprio dei laici. 

\laicìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al laicismo. 

\laicità, sf. Qualità o condizione di chi è laico. 

\laicizzàre, v. v. tr. Rendere laico. 
v. intr. pron. Diventare laico. 

\laicizzazióne, sf. Atto, effetto del laicizzare. 

\làico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Che non fa parte del clero. ~ non religioso. <> ecclesiastico. predicatore laico. 2 Che si ispira ai principi del laicismo. 3 Che non appartiene alla categoria professionale degli uomini di legge. 4 Profano. ~ secolare. <> religioso. 5 Di pensiero, indipendente. ~ autonomo. 
sm. 1 Chi non fa parte del clero. 2 Converso. 
 X   agg. 1 lay. 2 (vita) secular. sm. layman. 
 @   lat. laicus, deriv. dal greco laos popolo. 

\laidaménte, avv. In modo laido. 

\laidézza, sf. 1 Caratteristica di ciò che è laido. 2 Disonestà. 3 Oscenità. 

\làido, agg. 1 Sporco o brutto; orrendo, sudicio, sordido. ~ repellente. <> bello, magnifico. 2 Turpe, osceno, sconcio. ~ vergognoso. <> puro. 
 @   franc. antico laid. 

\laidùme, sm. 1 Sudiciume. 2 Ammasso di cose sporche. 

\Laiguèglia Comune in provincia di Savona (2.417 ab., CAP 17020, TEL. 0182). 

\Laika Cane lanciato nello spazio (primo essere vivente) il 3 novembre 1957 a bordo dello Sputnik 2. 

\Lainàte Comune in provincia di Milano (21.320 ab., CAP 20020, TEL. 02). Centro industriale (prodotti alimentari, tessili, chimici e meccanici). Gli abitanti sono detti Lainatesi

\Laing, Ronald David (Glasgow 1927-Saint-Tropez 1989) Psichiatra britannico. Fu un noto esponente dell'antipsichiatria. Tra le sue opere, L'Io diviso (1959), L'Io e gli altri (1961) e La politica dell'esperienza (1967). 

\Laìno Comune in provincia di Como (477 ab., CAP 22020, TEL. 031). 

\Laìno Bórgo Comune in provincia di Cosenza (2.439 ab., CAP 87014, TEL. 0981). 

\Laìno Castèllo Comune in provincia di Cosenza (971 ab., CAP 87015, TEL. 0981). 

\Làio Personaggio mitologico, re di Tebe. Per evitare che la profezia dell'oracolo, secondo la quale sarebbe stato ucciso dal proprio figlio, si avverasse, tentò invano di abbandonare sul Citerone il figlio Edipo. 

\Lais Opera di poesia di Maria di Francia (seconda metà XII sec.). 

\laissez faire, laissez passer, loc. avv. Locuzione francese che significa "lasciate fare, lasciate passare". Espressione del liberismo economico attribuita da alcuni a Gournay e da altri a Quesnay, venne ripresa da A. Smith a sostegno della teoria secondo la quale la partecipazione dello stato nell'economia privata ottiene effetti non positivi, ma al contrario dannosi. 

\Làives (in ted. Leifers) Comune in provincia di Bolzano (13.707 ab., CAP 39055, TEL. 0471). Centro industriale (prodotti del legno, tessili e meccanici) e dell'attività estrattiva di porfido. Gli abitanti sono detti Laivesani, Laivesotti o Leiferer

\Lajòlo, Dàvide (Vinchio, Asti 1912-Roma 1984) Saggista. Tra le opere Il vizio assurdo (1960) e Veder l'erba dalla parte delle radici (1977). 

\Lajón (in ted. Lajen) Comune in provincia di Bolzano (1.945 ab., CAP 39040, TEL. 0471). 

\Lakmé Opera in tre atti di L. Delibes, libretto di Gondinet e Gille (Parigi, 1883). 

\Lakshadweep Territorio (52.000 ab.) federato dell'India, capoluogo Kavaratti. 

\Lalande, Joseph Jérôme Lefrançois de (Bourg-en-Bresse 1732-Parigi 1807) Astronomo francese, famoso per l'osservazione del passaggio di Venere di fronte al disco solare (1761 e 1769), fatto molto importante perché gli permise di calcolare la distanza tra la Terra e il Sole; con N. L. Lacaille misurò la parallasse della Luna e catalogò circa 47.000 stelle. 

\lallazióne, sf. Emissione di suoni consonantici del bambino intorno al terzo mese di età, prima dell'articolazione del linguaggio. 

\Làllio Comune in provincia di Bergamo (2.773 ab., CAP 24040, TEL. 035). 

\Lalo, Edouard (Lilla 1823-Parigi 1892) Compositore francese. Autore tra l'altro di Le roi d'Ys (opera, 1888) e Sinfonia spagnola (1875). 

\lalopatìa, sf. Turbe del linguaggio. 
 @   comp. dal greco lalêin discorrere e páthos malattia. 

\Lam, Wilfredo (Sagua la Grande 1902-Parigi 1982) Pittore cubano. Tra le opere La giungla (1942, New York, Museum of Modern Art). 

\làma, sm. e sf. sm. invar. 1 Monaco buddhista del Tibet o della Mongolia. 2 Mammifero artiodattilo. 
sf. 1 Parte di un coltello, di un rasoio, o simili destinata a tagliare. ~ taglio. 2 Parte o attrezzo tagliente. 3 Terreno basso che si trasforma in palude. 
 X   sm. (zool.) llama. sf. blade. 
Nome riservato ai monaci buddhisti lamaisti di alto livello con a capo il dalai-lama o lama incarnato (secondo le credenze tibetane è l'incarnazione del Buddha), autorità religiosa e politica, e il panchen-lama autorità solamente religiosa. I lama, nella loro funzione, hanno carattere sacerdotale e hanno l'obbligo di osservare 250 regole disciplinari. 
Mammiferi Artiodattili della famiglia dei Camelidi comprendenti le specie Lama huanachu o guanaco, Lama glama o domestico, Lama vicugna o vigogna, Lama pacos o alpaca. Animali di grosse dimensioni con collo lungo e corpo snello, zampe alte, pelo lungo e soffice, coda corta presenti principalmente sulle Ande (Perú, Bolivia, Argentina) anche allo stato selvatico. Allevati da alcuni secoli, forniscono carne, lana pregiata e sono utilizzati come animali da soma, potendo trasportare per chilometri carichi di oltre 60 kg. 

\Làma déi Pelìgni Comune in provincia di Chieti (1.515 ab., CAP 66010, TEL. 0872). 

\Làma Mocógno Comune in provincia di Modena (3.039 ab., CAP 41023, TEL. 0536). 

\Làma, Lìna (Faenza 1932-) Violinista italiana. Accademica di Santa Cecilia, svolge attività concertistica. È diplomata, oltre che in violino, in viola, pianoforte e composizione. 

\Làma, Luciàno (Gambettola 1921-Roma 1996) Sindacalista. Di ideologia comunista, dal 1970 al 1986 fu segretario generale della CGIL. 

\lamaìsmo, sm. (Dal termine tibetano lama, maestro) Forma di buddhismo praticata in Tibet, introdotta da predicatori cinesi e indiani nel VII sec. e poi diffusa in tutta la regione dell'Himalaya, comprese le regioni del Bhutan, Nepal e Sikkim. Dottrina mista tra il buddhismo Mahayana ed elementi religiosi locali, ha carattere principalmente mistico. La storia del buddhismo tibetano può essere suddivisa in tre periodi. Tra il VII e il IX sec. il buddhismo fu introdotto dall'India e lentamente accettato, data l'opposizione degli aderenti alla religione sciamanica indigena del Tibet, detta bon. Il merito della diffusione va ascritto ai maestri buddhisti Padmasambhava e Shantarakshita. Nel IX sec. il re Lang-Dar-Ma perseguitò la nuova fede e riuscì a farla scomparire per un certo tempo. Nel secondo periodo il buddhismo venne reintrodotto dall'India e poi riformato nell'XI sec. Durante questo periodo, fu compilato il canone buddhista tibetano (notevole per le sue accurate traduzioni e per gli utili commenti di testi in sanscrito ora perduti). Nel terzo periodo visse il riformatore Tsong-kha-pa (1357-1419) che fondò la scuola dei berretti gialli alla quale appartiene anche la serie dei dalai lama (oceanico maestro, dal tibetano lama, maestro e dalai, oceano). Ognuno di questi lama fu ritenuto la reincarnazione del lama precedente (e la manifestazione in terra di Buddha e Bodhisattva) e divenne il governatore spirituale e temporale del Paese. Nel 1959 il dalai lama (XIV sec.) fuggì davanti all'invasione cinese insieme a migliaia di civili tibetani e a numerosi altri lama. Da allora essi vivono in esilio soprattutto in India, ma anche in Nepal e altrove. 
Tra le caratteristiche del buddhismo tibetano è da ricordare l'accettazione dei tantra (libri sacri) buddhisti come parte integrante e centrale della religione, l'accentuazione dell'importanza della relazione maestro discepolo sia per l'educazione religiosa sia per la meditazione, il riconoscimento di un vasto pantheon di Buddha, Bodhisattva, santi, demoni e divinità, l'espressione della religiosità, sia da parte dei monaci buddhisti tibetani che da parte dei laici, attraverso le ruote di preghiera, i pellegrinaggi e le processioni intorno ai luoghi santi, la prostrazione, le offerte, la recitazione di testi e il canto dei mantra (preghiere o inni). 

\Lamànna, Eustàchio Pàolo (Matera 1885-Firenze 1967) Filosofo e storico della filosofia italiano. Le sue opere principali sono La religione nella vita dello spirito (1914) e Storia della filosofia (1939-1964). 

\lamantìno, sm. Nome comune del Trichecus manatus, Mammifero acquatico appartenente all'ordine Sirenidi. Vive lungo le coste atlantiche dall'America centrale al Brasile e in corrispondenza dell'estuario dei fiumi. 

\Lamarck, Jean-Baptiste de Monet de (Bazentin, Somme 1744-Parigi 1829) Naturalista e biologo francese. Studiò nel collegio dei gesuiti di Amiens e, dopo alcuni anni trascorsi nell'esercito, nel 1768 si trasferì a Parigi, dove proseguì gli studi di medicina e scienze naturali. Nel 1793 ottenne l'incarico di insegnante di zoologia degli animali invertebrati presso il Museo di storia naturale. Tra le opere più significative, Ricerche sui principali fatti fisici (1794), Memorie di fisica e di storia naturale (1797), Storia naturale degli animali invertebrati (1815-1822), Idrogeologia (1802) e Filosofia zoologica (1809). 

\lamarckìsmo, sm. Teoria evoluzionistica proposta da Lamarck nel 1809, secondo la quale le condizioni ambientali inducono negli organismi viventi delle modifiche e degli adattamenti che vengono poi trasmessi alle generazioni seguenti. Lamarck portò numerosi esempi per illustrare la sua teoria fra cui quello della giraffa: costretta a brucare alberi, il suo collo e le sue gambe si sono allungate per soddisfare un'abitudine derivata da un bisogno. La teoria di Lamarck si può riassumere in due aspetti fondamentali: 1) Regola dell'uso e del non uso degli organi: l'organo viene creato dal bisogno che lo fa crescere e lo rende forte; al contrario la deficienza d'uso porta all'atrofia dell'organo non utilizzato. 2) Regola dei caratteri acquisiti: il carattere acquisito è trasmesso, in seguito all'influenza dell'ambiente, con la riproduzione. Questa sua teoria, fu aspramente criticata e lui stesso non riuscì mai a dimostrarla concretamente. Tuttavia, malgrado gli insuccessi e le critiche, il lamarckismo non scomparve del tutto. La teoria venne successivamente rivista alla luce del darwinismo. Nonostante l'infondatezza delle ipotesi di Lamark, egli può essere considerato il precursore delle scienze evolutive, ovvero il primo a sostenere e ad argomentare che i viventi si sono trasformati nel tempo, contrapponendosi al creazionismo.

\Lamartine, Alphonse de (Mâcon 1790-Parigi 1869) Scrittore, poeta e politico francese. Segretario dell'ambasciata a Napoli e Firenze e in seguito membro del governo provvisorio dopo la rivoluzione del 1848, abbandonò la politica a seguito del colpo di stato del 1851. La sua opera dai toni tristi e sentimentali ha connotazione romantica. Tra le opere, Meditazioni poetiche (1820), Nuove meditazioni (1823), La morte di Socrate (1823), L'ultimo canto del pellegrinaggio d'Aroldo (1825), Armonie politiche e religiose (1830), Jocelyn (1836), La caduta di un angelo (1838), I raccoglimenti (1839), La storia dei Girondini (1847), Graziella (1852). 

\Lamb, Charles (Londra 1775-Edmonton 1834) Scrittore e critico britannico. Divenne famoso soprattutto per la sua collaborazione come saggista a varie riviste, esperienza dalla quale trasse I saggi di Elia (1823 e 1833). Argute osservazioni, sottile umorismo e acuto senso critico decretarono il successo di questa opera che ha in parte carattere autobiografico. 

\Lamb, Willis Eugene jr. (Los Angeles 1913-Tucson 2008) Fisico atomico statunitense. Compì importanti studi sui livelli energetici dell'idrogeno e nel 1955 fu insignito del premio Nobel con P. Kusch. 

\lambàda, sf. Ballo latino-americano che si basa su di un ritmo semplice e ripetitivo. In origine veniva ballata dai portuali della zona caraibica. 

\Lambayeque Dipartimento (935.000 ab.) del Perú, affacciato sull'oceano Pacifico. Capoluogo Chiclayo. 

\làmbda, sm. invar. Nome dell'undicesima lettera dell'alfabeto greco. 

\làmbda calcolo  Il lambda calcolo (lambda calculus, λ-calculus) è un sistema formale che si basa sull'uso di operatore (λ) per trasformare espressioni in altre espressioni mediante un processo di riscrittura; in breve, λ agisce su variabili allo scopo di definire, a partire da un termine t(x), una nuova espressione λxt(x) che denota la funzione che applicata ad un argomento S fornisce t(x/S), ossia la sostituzione di ogni occorrenza libera di x con una di S.  Fu introdotto per la prima volta da Alonzo Church verso il 1930 e, poi, ha avuto molti sviluppi e applicazioni sia in logica che in informatica.   +  
 X   lambda calculus.

\lambdacìsmo, sm. Difficoltà di pronuncia della lettera L. 

\Lambert, Anne Thérèse de Marguenat de Courcelles marchésa di (Parigi 1647-1733) Scrittrice francese. Nota per il suo rinomato salotto letterario attivo a Parigi e per una serie di saggi di argomento morale di ispirazione razionalista. Tra le opere i Consigli di una madre alla propria figlia e al proprio figlio (1728) e i saggi Riflessioni sulle donne, Trattato della vecchiaia, Trattato dell'amicizia (1728). 

\Lambert, Johann Heinrich (Mülhausen 1728-Berlino 1771) Matematico, fisico e filosofo tedesco. Condusse numerose ricerche in vari campi della matematica (sviluppò una dimostrazione dell'irrazionalità di π) e in geometria, anticipando la geometria non euclidea. In logica, Lambert è considerato un innovatore, in quanto introdusse perfezionamenti riguardanti l'utilizzo dei simboli. In fisica elaborò dei principi fondamentali dell'ottica espressi dalle leggi di Lambert o del coseno e dalla legge di Lambert-Beer. Tra le sue opere, si ricordano Photometria (1760), Lettere cosmologiche sulla struttura dell'universo (1761), Nuovo Organo (1764), Contributi all'uso della matematica e alla sua applicazione (1765-1772), Disegno dell'architettura (1771), Saggi logici e filosofici (postumi, 1782-1787). 

\Lambèrti, Giórgio (Brescia 1969-) Nuotatore. Agli Europei del 1989 ottenne il primato mondiale nei 200 m stile libero con 1'46"69. 

\Lambèrti, Piètro (Firenze 1393-Verona 1435) Scultore. Tra le opere Annunciazione (ca. 1420, Firenze, Orsanmichele). 

\Lambèrto (Spoleto 880?-Marengo 898?) Duca di Spoleto, re d'Italia dall'891 e dall'anno successivo imperatore con il padre Guido; dall'894 da solo. Nell'896 venne incoronato da papa Formoso nonostante l'opposizione di Arnolfo di Carinzia. 

\lambiccaménto, sm. Atto, effetto del lambiccare. 

\lambiccàre, v. v. tr. 1 Distillare con l'alambicco. 2 Esaminare e ponderare per capire. 
v. rifl. Affannarsi per capire. ~ scervellarsi. 

\lambiccàto, agg. Eccessivamente complicato; artificioso, studiato. ~ contorto. <> semplice. 

\lambiccatùra, sf. Sottigliezza nel ragionare. 

\lambìcco => "alambicco" 

\lambìre, v. tr. 1 Leccare leggermente. 2 Sfiorare. ~ rasentare. 3 Bagnare. 
 X   v. tr. to lick, to lap up. 
 @   lat. lambere. 

\lamblìa, sf. Genere di Flagellati parassiti dell'intestino di uomini e altri Mammiferi, appartenenti alla famiglia delle Octomitidacee. ~ giardia. 
 @   dal nome del medico ceco Lambl

\Lamborghìni, Ferrùccio (Cento 1916-Perugia 1993) Industriale. Nel 1949 fondò l'omonima società a Cento (Ferrara). All'origine produttrice solo di bruciatori, trattori e simili, nel 1963 ampliò la produzione con la costruzione di automobili di lusso a Sant'Agata Bolognese. Dal 1987 è della Chrysler. 

\Lambràte Quartiere industriale milanese posto alla destra del Lambro. 

\lambrecchìno, sm. 1 Banda di stoffa pendente, a festoni, impreziosita con ghiande e frange, utilizzata dai tappezzieri per decorare i rideaux delle finestre e i cieli del letto. 2 In architettura, elemento frastagliato con cui si orna l'orlo delle tettoie per nascondere grondaie e doccioni. 

\lambrétta, sf. Tipo di motoretta analoga alla Vespa. 

\lambris, sm. invar. Rivestimento decorativo con cui venivano rivestiti i locali interni a partire dal rinascimento. 
 @   francese lambrisser rivestire. 

\Làmbro Fiume (130 km) della Lombardia. Nasce dal monte Forcella e confluisce nel Po. Percorre la Valassina, alimenta il lago di Pusiano e attraversa la Brianza (da Erba a Como). Principale affluente è il Lambro meridionale. 

\Lambrùgo Comune in provincia di Como (2.079 ab., CAP 22045, TEL. 031). 

\lambrùsca, sf. (pl.-che) Specie di vite e di uva. ~ Abrostine. 

\Lambruschìni, Alessàndro (Fucecchio 1965-) Atleta italiano, specialista dei 3.000 m siepi. Medaglia d'oro ai campionati europei del 1994, ha vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. 

\Lambruschìni, Raffaèllo (Genova 1788-Figline Valdarno 1873) Pedagogista. Dopo aver intrapreso la carriera ecclesiastica, la abbandonò per fondare a San Cerbone un istituto di educazione ove poter realizzare il suo progetto pedagogico, basato su di un rapporto di collaborazione tra alunno e insegnante e sulla valorizzazione delle capacità individuali. Fondò e diresse la rivista La guida dell'educatore (1836-1845). Deputato del regno e professore di pedagogia, ebbe l'incarico di sovrintendente dell'Istituto di studi superiori. Tra le sue opere, Della educazione (1849), Della istruzione (1871), Dell'autorità e della libertà: pensieri di un solitario (postuma, 1932). 

\lambrùsco, sm. (pl.-chi) Vino emiliano di colore rosso, frizzante, ricavato dal vitigno omonimo. 

\lambswool, sm. invar. Lana di agnello inglese. 

\lamé, sm. invar. Tessuto fabbricato con inserimento di sottili fili o lamine argentate o dorate. ~ laminato. 

\lamèlla, sf. 1 Sottile lamina di qualsiasi materiale. 2 Sottile tessuto cellulare animale o vegetale. 

\lamellàre, agg. 1 Che a forma di lamelle. 2 Che si rompe secondo superfici piane. ~ lamelliforme. 
 @   deriv. da lamella. 

\lamellàto, agg. Laminato. 

\Lamellibrànchi  →  "Bivalvi" 

\Lamennais, Hugues-Félicité-Robert de (Saint-Malo 1782-Parigi 1854) Filosofo francese. Consacrato sacerdote nel 1816, orientato verso tendenze montaniste e apologiste, divenne il maggior esponente del cattolicesimo liberale. Fondò con Lacordaire e Montalembert la rivista L'Avenir (1830). Quando la chiesa condannò le idee propugnate attraverso il suo giornale (1832), si distaccò da essa opponendo a capitalismo e assolutismo i valori democratici del cristianesimo. Venne nominato deputato nel 1848. Tra le sue opere, Saggio sull'indifferenza in materia di religione (1817), Della religione considerata nei suoi rapporti con l'ordine politico e sociale (1825), Dei progressi della rivoluzione e della guerra contro la chiesa (1829), Parole di un credente (1834), Il libro del popolo (1838), La schiavitù moderna (1839), Il Paese e il governo (1840). 

\Lament del marchionn di gamb avert, El Opera di poesia di C. Porta (1816). 

\lamentàre, v. v. tr. Trarre da qualcuno motivo di dolore, avvertirne la perdita. ~ piangere. <> gioire. lamentavano i caduti della guerra
v. rifl. 1 Dimostrare con lamenti un dolore fisico. ~ gemere. <> compiacersi. 2 Dimostrarsi risentito con qualcuno; protestare. ~ reclamare. si lamentava dei pessimi servizi ricevuti. 3 Crucciarsi. ~ rammaricarsi. <> rallegrarsi. 
 X   v. tr. to lament. v. rifl. 1 to lament. 2 (gemere) to groan, to moan. 3 (rammaricarsi) to complain. 
 @   lat. tardo lamentare, deriv. da lamentum lamento. 

\lamentazióne, sf. 1 Espressione insistente di dolore; lamento, gemito, pianto. ~ querimonia. 2 Componimenti elegiaci sulla distruzione di Gerusalemme, inclusi nel libro biblico di Geremia. 3 Commo. 
 @   lat. lamentatio,-onis. 

\lamentèla, sf. 1 Lamento prolungato e insistente. 2 Lagnanza. ~ rimostranza. 
 X   sf. complaint, complaining. 

\lamentévole, agg. 1 Che esprime lamento; lamentoso, lagnoso. ~ piagnucoloso. 2 Degno di compianto; compassionevole, miserevole. ~ doloroso. 
 @   lat. lamentabilis. 

\lamentevolménte, avv. In modo lamentevole. 

\Lamenti Opera di poesia di J. Kochanowski (1580). 

\Lamenti, I Opera di poesia di J. Laforgue (1885). 

\laménto, sm. 1 Voce o grido più o meno forte esprimente dolore. ~ gemito. non riuscì a dormire a causa dei lamenti dei cani. 2 Pianto per la morte di qualcuno. 3 Specie di componimento poetico, di argomento storico, che trae occasione da una disfatta. 4 Lagna. ~ cantilena. 5 Lamentela. ~ reclamo. 
 X   sm. 1 wail, lament. 2 (gemito) moaning. 
 @   lat. lamentum lamento. 

\Lamento di Portnoy, Il Romanzo di Ph. Roth (1969). 

\Lamento per Ignacio S´nchez Mejías Opera di poesia di F. García Lorca (1935). 

\lamentóso, agg. 1 Pieno di lamenti; accorato, sofferente. ~ triste. 2 Lamentevole. ~ piagnucoloso. 
 X   agg. plaintive. 

\Lamet Monte (3.478 m) della Francia, nelle Alpi Graie. Fa parte del gruppo del Rocciamelone. 

\lamétta, sf. Lama a due tagli molto affilata che si innesta sul rasoio di sicurezza. 
 X   sf. razor blade. 
 @   dimin. di lama. 

\Lamèzia Tèrme Comune in provincia di Catanzaro (69.000 ab., CAP 88046, TEL. 0968), ha per sede comunale Nicastro. Si affaccia sulla piana di Sant'Eufemia a 216 m di altezza. Centro balneare e turistico di una certa importanza, è dotato di aeroporto internazionale. Ha industrie alimentari, meccaniche, edili, delle materie plastiche e del legno. 

\làmia, sf. 1 Volta, copertura a volta. 2 Volta rustica. 3 Nelle credenze popolari degli antichi romani, e nel medioevo, mostro con il volto di donna e corpo di serpente. 4 Strega. 

\Lamia Città della Grecia (42.000 ab.), capoluogo del nomo della Ftiotide, situato nella pianura dello Spercheo. Fondata presumibilmente all'inizio del V sec. a. C., divenne il centro più importante della Malide. Nel III sec. a. C. entrò a far parte della Lega etolica. Visse in prosperità fino a quando fu distrutta da Acilio Glagrione, nel 190 a. C. 

\lamièra, sf. Profilato in materiale metallico dello spessore variabile da 0,2 a 50 mm. ~ lamina. 
 X   sf. plate, sheet metal. 
Si ottiene per laminazione e ha varie applicazioni nell'edilizia e nella meccanica. Ulteriori trattamenti di tipo chimico o meccanico comportano una rifinitura del pezzo o un cambiamento della forma. La lamiera può essere ondulata e avere così maggior resistenza alla flessione. 

\lamierìno, sm. Lamiera avente spessore compreso tra 0,3 e 4 mm (secondo le norme UNI). 
Lamierino a cristalli orientati 
Lamierino di materiale magnetico che è costituito da monocristalli di ferro e ferrosilicio. 
Lamierino magnetico 
Lamierino di materiale ferromagnetico che viene usato nei circuiti magnetici delle macchine elettriche rotanti e dei trasformatori. 

\lamierìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi è addetto alla lavorazione degli oggetti in lamiera. 

\làmina, sf. 1 Piastra, falda molto sottile, specie metallica. 2 Suddivisione interna a uno strato di roccia. 3 Lembo fogliare. ~ foglia. 
 X   sf. 1 foil, leaf. 2 (lastra sottile) thin sheet. 
 @   lat. lamina. 

\laminàre, agg. e v. agg. Che ha forma di lamina. 
v. tr. 1 Ridurre in lamine. 2 Coprire di lamine. 3 Calandrare. 
 X   v. tr. to laminate. 

\laminàto, agg. e sm. agg. Coperto di lamine. 
sm. Prodotto siderurgico ottenuto con procedimento di laminazione. Detto anche di materiale plastico usato come rivestimento di mobili e simili. 
 X   agg. 1 laminated. 2 (stoffa) lamé. sm. laminate. 

\laminatóio, sm. Impianto a cilindri rotanti utilizzato per ridurre materiali metallici in lamine, fogli, nastri o tubi con procedimento a caldo o a freddo. Il materiale proveniente dalle fonderie passa attraverso due rulli lisci o sagomati che ruotano in senso opposto su assi paralleli e viene appiattito. L'intero impianto, che comprende più laminatoi in serie, viene detto treno di laminazione. Tra i vari tipi di laminatoi si collocano sbozzatori, calibratori universali per profilati, duo reversibile, trio, calibratore per barre, a passo di pellegrino, Mannesmann per tubi. 

\laminatóre, sm. (f.-trìce) Chi è addetto alla laminazione. 

\laminatùra, sf. Atto, effetto del laminare. 

\laminazióne, sf. 1 Lavorazione con deformazione plastica di materiali metallici per ottenere lamiere, profilati e simili. 2 Operazione con cui si sottopongono a grande pressione dei materiali plastici. 
 @   deriv. da laminare

\laminectomìa, sf. Resezione chirurgica di una o più lamine vertebrali eseguita per raggiungere gli elementi anatomici del canale midollare. 

\laminoplàstica, sf. (pl.-che) Tecnica chirurgica usata per decomprimere il midollo spinale al fine di curare le artrosi cervicali. Si utilizza in alternativa alla laminectomia tradizionale che può portare complicanze neurologiche. 

\làmio, sm. Genere di piante erbacee della famiglia delle Labiate, con fiori bilabiati bianchi o rossi, che nascono spontaneamente nelle regioni temperate eurasiatiche. 

\Lamón Comune in provincia di Belluno (3.743 ab., CAP 32033, TEL. 0439). 

\Lamóne Fiume (90 km) dell'Emilia orientale. Nasce in Toscana dal monte delle Travi e sfocia nel mar Adriatico, presso Marina di Ravenna. 

\làmpada, sf. 1 Fonte artificiale di luce in cui la radiazione luminosa è ottenuta dalla trasformazione dell'energia elettrica o dalla combustione di sostanze solide, liquide o gassose. ~ lucerna, lanterna. 2 Lume. 3 Bruciatore usato per scaldare. 
 X   sf. 1 lamp. 2 (lampada) light. 
 @   lat. lampas,-adis, dal greco lampàs, genitivo-àdos. 
Nelle lampade a fiamma (lampada Auer) la fibra tessile, rivestita di ossido di torio e portata all'incandescenza dalla fiamma di un gas, emette luce. Tra le lampade elettriche possiamo distinguere le lampade a incandescenza, le lampade ad arco e le lampade a scarica nei gas. La lampada a incandescenza fu inventata nel 1878 da Edison. È costituita da un filamento conduttore che, attraversato dalla corrente elettrica, si riscalda per effetto Joule ed emette luce. La lampada ad arco utilizza elettrodi di grafite e viene usata nei proiettori cinematografici. Nella lampada a scarico nei gas l'emissione luminosa si ottiene facendo passare una scarica elettrica in un'atmosfera gassosa ionizzata, come nelle lampade ai vapori di sodio e ai vapori di mercurio. Nella lampada a fluorescenza la radiazione luminosa è emessa da un sottile strato di sostanza fluorescente (fosfori) colpita dalle radiazioni ultraviolette che si originano dal gas (mercurio e argo) per effetto di una scarica elettrica. La lampada fluorescente ha un'efficienza luminosa in lumen/watt superiore a quella della lampada a incandescenza. La lampada alogena, che è costituita da un bulbo di quarzo e contiene vapori di iodio, consente un notevole risparmio energetico. 

\lampadàrio, sm. Arnese per illuminare costruito con uno o più supporti per lampadine. 
 X   sm. 1 light fixture. 2 (candeliere) chandelier. 
 @   lat. tardo lampadarius portatore di fiaccola, deriv. da lampas,-adis. 

\lampadìna, sf. Lampada elettrica. Il primo modello a filamento fu inventato nel 1879 dall'americano Thomas Alva Edison. La prima lampadina funzionò per circa 45 ore. 
 X   sf. 1 light bulb. 2 (tascabile) pocket torch. 
 @   dimin. di lampada. 

\lampànte, agg. 1 Limpido, lucente. ~ brillante. <> offuscato. 2 Relativo a lampade. 3 Chiaro, evidente. ~ palese. <> dubbio. 
 X   agg. 1 (evidente) evident. 2 (chiaro) crystal clear. 
 @   p.pres. di lampare. 

\lampàra, sf. Grande lampada elettrica o all'acetilene, fornita di luce molto intensa usata per pescare di notte determinati tipi di pesce. 

\lampàsco, sm. Infiammazione del palato e delle gengive degli animali domestici (termine in disuso).

\Lampedùsa Isola del mar Mediterraneo. Appartiene all'arcipelago delle Pelagie e ne è la più vasta con i suoi 20,2 km2. Dista circa 200 km dalla costa meridionale della Sicilia e 113 km da Tunisi. Il terreno è arido e scarseggia d'acqua e la produzione agricola è limitata. Sono invece fiorenti la pesca, il commercio delle spugne e il turismo. Fa parte della provincia di Agrigento ed è collegata con Porto Empedocle in Sicilia. 

\Lampedùsa e Linosa Comune in provincia di Agrigento (5.624 ab., CAP 92010, TEL. 0922). 

\lampeggiaménto, sm. 1 Atto, effetto del lampeggiare; baleno, balenio, lampeggio. ~ bagliore. 2 Serie di lampi. 

\lampeggiàre, v. v. tr. Mandare come un lampo. lampeggiò i fari per avvisarlo
v. intr. 1 Emettere lampi. ~ balenare. lampeggiò a lungo prima dell'arrivo della burrasca. 2 Mandare sprazzi di luce; risplendere, brillare. ~ sfavillare. <> oscurare. 3 Segnalare con i fari. 
v. intr. pron. Comparire. ~ balenare. 
 X   v. intr. 1 to lighten. 2 (emettere lampi) to flash. 
 @   da lampare

\lampeggiatóre, sm. 1 Indicatore di direzione. ~ freccia. 2 Dispositivo di illuminazione artificiale mediante emissioni luminose di brevissima durata. ~ lampo. 
 X   sm. 1 (aut., freccia) indicator, blinker. 2 (dispositivo per emissione di lampi) flashing light. 
 @   deriv. da lampeggiare. 

\lampeggìo, sm. 1 Lampeggiamento. 2 Lampo. ~ balenio. 

\Lampi sul Messico Film drammatico, americano (1933). Regia di Sergej Mikhailovic Eisenstein. Interpreti: attori non professionisti. Titolo originale: Thunder over Mexico 

\lampionàio, sm. 1 Chi era addetto all'accensione e allo spegnimento dei lampioni. 2 Chi fabbricava o vendeva lampioni. 

\lampioncìno, sm. Piccolo involucro di carta colorata e pieghettata a forma sferica, contenente un lumino o una candela. 

\lampióne, sm. Fanale. ~ lanterna. 
 X   sm. street lamp, street light. 
 @   deriv. da lampa. 

\Lampióne Isola calcarea del mar Mediterraneo, nel gruppo delle Pelagie. 

\lampìride, sf. Genere di Insetti Coleotteri della famiglia dei Lampiridi che comprende la lampiride nottiluca, o Lampyris noctiluca, le cui larve sono predatrici soprattutto di Molluschi Gasteropodi e che presentano individui femminili lunghi un paio di centimetri e privi di elitre e di ali e individui maschili lunghi una decima di millimetri e muniti sia di ali che di elitre. 

\lampìsta, sm. (pl.-i) Incaricato della manutenzione delle lampade in stazioni, officine ecc. 

\làmpo, sm. 1 Fenomeno luminoso che accompagna la scarica elettrica nei temporali; baleno, saetta. ~ fulmine. 2 Improvviso bagliore di breve durata; bagliore. ~ luccichio. 3 Cosa di brevissima durata. ~ attimo. in un lampo, in brevissimo tempo. 4 Persona o animale molto veloce nel muoversi e nell'agire. 5 Intuizione improvvisa nella mente; trovata. ~ ispirazione. senza quel lampo di genio, saremmo ancora ad attendere un risultato impossibile
 X   sm. 1 flash of lightning, lightning. 2 (bagliore) flash. 
 @   deriv. da lampare

\lampóne, sm. Nome comune di Rubus idaeus, pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Rosacee diffusa nei boschi delle colline e delle montagne dell'Europa centrosettentrionale. Ha fusto dotato di piccoli aculei e foglie imparipennate. Dà fiori bianchi e frutti che assumono il nome comune della pianta e che consistono in drupe rosse e dolci, impiegate per il consumo diretto o per la produzione di conserve. 
 X   sm. raspberry. 

\Lamporécchio Comune in provincia di Pistoia (6.512 ab., CAP 51035, TEL. 0573). 

\Lampòro Comune in provincia di Vercelli (500 ab., CAP 13040, TEL. 0161). 

\lamprèda, sf. Denominazione riservata a   +   vertebrati acquatici appartenenti ai Ciclostomi Petromizonti. Comprende la lampreda marina, Petromyzon marinus, che ha corpo anguilliforme lungo circa 1 m, grigio nero, provvisto di due pinne dorsali e che si riproduce dopo aver risalito i fiumi al secondo anno di età, la Lampetra planeri, lampreda comune di acqua dolce, presente nei ruscelli, la Lampetra fluviatilis, più piccola e presente nei fiumi.    +  

\Lampridifórmi Ordine di Pesci Actinopterigi di vario aspetto, viventi nelle acque marine profonde, muniti di pinne molli, le ventrali attaccate a livello delle pettorali. 

\lampùga Pesce osseo appartenente alla famiglia dei Coryphaenidae.   +  

\Lampugnàni, Giovànni Andrèa (?-1476) Nobile milanese. Animato da ideali repubblicani, ordì insieme a Carlo Visconti e Girolamo Olgiati la congiura contro Galeazzo Maria Sforza, che uccisero il 26 dicembre 1476 nella chiesa di Santo Stefano a Milano. Catturato da un servo del duca, fu ucciso a sua volta e trascinato per le strade dalla folla inferocita. 

\län, sm. invar. Divisione amministrativa principale della Svezia. 
 @   termine svedese che significa contea. 

\LAN In informatica è la sigla di Local Area Network (rete locale). Si tratta di una rete costituita da computer collegati tra loro (comprese le interconnessioni e le periferiche condivise) all'interno di un ambito fisico delimitato (ad es. una stanza o un edificio, o anche più edifici vicini tra di loro) che non superi la distanza di qualche chilometro.

\Làna (in ted. Lana a/d Etsch) Comune in provincia di Bolzano (8.631 ab., CAP 39011, TEL. 0473). 

\làna, sf. 1 Pelo della pecora o di altri animali. ~ lanugine. 2 Fibra tessile ricavata dal pelo delle pecore o di altri animali (capra, cammello, alpaca). 3 Filato ottenuto con tale fibra. 4 Denominazione generica utilizzata per fibre vegetali o artificiali (lana vegetale). 5 Prodotto di materiali diversi con caratteristiche particolari. 
 X   sf. 1 wool. 2 (fatto di lana) woollen. 3 (pura lana vergine) pure new wool. 4 (lana d'acciaio) steel wool. 
 @   lat. lana. 
La lana naturale viene classificata in base alla finezza, data dal diametro medio delle fibre, alla razza delle pecore di origine e alla parte del corpo da cui proviene. La qualità della lana è determinata oltre che da questi fattori anche dall'elasticità, dalla bianchezza, dalla coibenza e dall'igroscopicità delle fibre. Quest'ultima proprietà indica l'attitudine della lana alla confezione di indumenti intimi, poiché l'assorbimento di acqua può arrivare al 17% in peso circa con conseguente produzione di calore. Nella produzione, la lana dopo la tosatura viene sottoposta a cernita e lavatura in passaggi successivi in vasche nelle quali vengono progressivamente allontanate le sostanze lipidiche solubili, le particelle terrose e, a seguito di una prima pressione, le sostanze lipidiche insolubili. La lana viene poi sottoposta a centrifugazione, essiccamento ed ensimaggio, cioè oliatura. La successiva battitura in battitoi appositi elimina le residue impurezze. Infine viene effettuata la filatura che, a seconda che la fibra sia corta o lunga, può consistere in una cardatura o in una pettinatura. I maggiori produttori sono Australia, Federazione russa e regioni asiatiche un tempo appartenenti all'URSS, Nuova Zelanda, Cina, Argentina. 
Lana di vetro 
Materiale vetroso dall'aspetto di ovatta, ottenuto per stiramento meccanico dei filamenti di vetro fuso (processo Gossler) o con getti di aria inviati sui filamenti di vetro fuso in uscita da una filiera (processo Owens). Viene impiegata per le sue proprietà di isolante termico e acustico nell'edilizia. 

\lanàggio, sm. Insieme di lane diverse. 

\Lanai Isola degli USA, nell'oceano Pacifico. Fa parte dell'arcipelago delle Hawaii. 

\lanaiòlo, sm. Anticamente colui che professava l'arte della lana come lavorante o mercante. 

\Lanao del Norte Provincia (461.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo Iligan 

\Lanao del Sur Provincia (405.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo Marawi. 

\lanàrio, sm. Nome comune del Falco biarmicus, un uccello falconiforme. 

\lànca, sf. (pl.-che) Braccio di alveo fluviale occupato da acque stagnanti. 

\Lancaster Famiglia ducale inglese, resse il trono dal 1399 al 1471. Costituisce un ramo secondario dei Plantageneti. 

\Lancaster, Burt (New York 1913-Los Angeles 1994) Nome d'arte di Burton Stephen Lancaster, attore cinematografico statunitense. Vinse l'Oscar con il film Il figlio di Giuda del 1960 e la Coppa Volpi alla mostra del cinema di Venezia con L'uomo di Alcatraz (1962). Altri film sono Forza bruta (1947), Da qui all'eternità (1953), L'ultimo apache, Vera Cruz (1954), La rosa tatuata (1955), Trapezio (1956), Sfida all'O. K. Corral (1957), Vincitori e vinti (1961), Il gattopardo (1963), Gruppo di famiglia in un interno (1974), Novecento (1975), Cassandra crossing (1976), Local hero (1983), Due tipi incorreggibili (1986). 

\lanceolàto, agg. Detto di foglia a forma di ferro di lancia. 

\lancétta, sf. 1 Indice di vari strumenti di misura; ago, indice. ~ indicatore. 2 Tipo di pastina da brodo. 3 Strumento usato dai chirurghi per praticare salassi. 
 X   sf. 1 (ago, indice) pointer. 2 (dell'orologio) hand. 
 @   dimin. di lancia. 

\Lanchester, Elsa (Lewisham, Londra 1902-Los Angeles 1986) Pseudonimo di Elisabeth Sullivan. Attrice inglese. Nel 1929, sposò l'attore Charles Laughton con il quale recitò sia in teatro che al cinema. Interprete brillante, recitò nelle opere teatrali Ariel nella Tempesta all'Old Vic (1933) e Peter Pan di J. M. Barrie (1936). Tra le interpretazioni cinematografiche, Le sei mogli di Enrico VIII (1933), Testimone d'accusa (1958) e Invito a cena con delitto (1976). 

\lància, sf. (pl.-ce) 1 Arma costituita da un'asta provvista di punta, impugnatura e calcio con puntale. Le prime armi di questo tipo risalgono alla preistoria. Nel medioevo veniva usata dalla cavalleria. ~ giavellotto, asta. 2 Lunga fiocina per pescare. 3 Parte terminale di un tubo attraverso il quale fuoriesce un liquido ad alta pressione utilizzato nell'irrigazione o contro gli incendi. 4 Imbarcazione leggera a remi a poppa quadra; barca. ~ scialuppa. 
 X   sf. 1 lance. 2 (picca) spear. 3 (termica) cutting torch. 4 (antincendio) nozzle. 
 @   lat. lancea. 
Lancia termica 
Tubo di ferro alla cui estremità viene innescata la combustione di ossigeno proveniente da una bombola collegata al dispositivo. Viene usata per tagliare lastre metalliche o pareti di calcestruzzo. 

\Lància spa Industria automobilistica italiana. Fondata nel 1906 a Torino da Vincenzo Lancia, dal 1969 fa parte del gruppo FIAT. 

\Lància, Vincènzo (Fobello 1881-Torino 1937) Pilota automobilistico e industriale dell'automobile. Fondatore nel 1906 a Torino dell'omonima società automobilistica, successivamente assorbita nel Gruppo FIAT. 

\lanciàbile, agg. Che si può lanciare. 

\lanciabómbe, sm. invar. Arma speciale per lanciare bombe a distanza. 

\lanciafiàmme, sm. invar. Apparecchio che proietta a qualche decina di metri liquido infiammato. 
 X   sm. invar. flamethrower. 
 @   da lancia-+ fiamme. 

\lanciagranàte, sm. invar. Lanciabombe terrestre. 

\lanciamìssili, agg. e sm. agg. Detto di nave o di ogni altro strumento da guerra attrezzato per lanciare missili. 
sm. Apparecchiatura per lanciare missili. 

\Lanciàno Comune in provincia di Chieti (34.006 ab., CAP 66034, TEL. 0872). Centro industriale (prodotti alimentari, della grafica e tessili) e dell'artigianato (lavorazione di pelle, ceramica e oreficeria). Vi si trovano la chiesa di Santa Maria Maggiore, in stile gotico, costruita tra il XIII e il XVI sec., e la cattedrale, edificata tra il XIV e il XVIII sec. Gli abitanti sono detti Lancianesi

\lanciapiattèllo, sm. Macchina usata per lanciare il piattello di terracotta nel tiro a volo. 

\lanciaràzzi, agg. e sm. agg. Detto di strumento di guerra attrezzato per lanciare razzi. pistola lanciarazzi
sm. Dispositivo per il lancio di razzi segnalatori. 
 @   da lancia-+ razzi

\lanciàre, v. v. tr. 1 Scagliare, gettare, scaraventare. ~ buttare. lanciare occhiate furtive, guardare con sospetto. 2 Imprimere a qualcosa una grande velocità. lanciarono i cani all'inseguimento. 3 Cercare di imporre all'attenzione del pubblico una persona o un prodotto servendosi dei mezzi pubblicitari; divulgare, diffondere, promuovere. ~ pubblicizzare. <> boicottare. il fallito tentativo nel lanciare un prodotto simile dovrebbe farvi pensare attentamente alle conseguenze disastrose
v. rifl. 1 Gettarsi con impeto. ~ buttarsi. 2 Buttarsi contro qualcosa. ~ scagliarsi. 
 X   v. tr. 1 to hurl, to throw. 2 (missile) to launch. 3 (fig., a tutta velocità) to get up to full speed. v. rifl. 1 to throw, to hurl. 2 (fig.) to embark on. 
 @   lat. tardo lanceare maneggiare la lancia. 

\lanciasàgole, sm. Piccolo cannone fisso che può lanciare un proiettile leggero al quale è unita una sagola, sistemata in modo da potersi svolgere facilmente, a una distanza che può arrivare a 300 m ca. 

\lanciasilùri, sm. invar. Meccanismo per lanciare contro la nave nemica siluri. 

\lanciàta, sf. Colpo di lancia. 

\lanciàto, agg. 1 Detto di veicolo o altro che corre velocissimo. il veicolo era ormai lanciato sulla pista e inseguiva il record di velocità. 2 Detto di prove di velocità. 3 Di persona o cosa ormai famosa e affermata. non voleva cantanti lanciati nella sua manifestazione

\lanciatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi lancia. 2 Nell'atletica leggera specialista delle gare di lancio. 3 Vettore di spazio. 
 X   sm. 1 (atletica) thrower. 2 (baseball) pitcher. 

\lancière, sm. 1 Soldato di cavalleria armato di lancia. 2 Al plurale, ballo figurato affine alla quadriglia. 

\Lancillòtto Protagonista di romanzi francesi del ciclo bretone. Valoroso cavaliere della Tavola rotonda e amante della regina Ginevra, moglie di re Artù, rappresenta l'ideale cavalleresco prode nelle armi e totalmente votato alla donna amata. Le sue vicende vengono narrate nel poema Lancillotto o il cavaliere della carretta di Chrétien de Troyes e nel romanzo in prosa Lancelot-Graal del XIII sec. 

\Lancillotto e Ginevra Film drammatico, francese (1974). Regia di Robert Bresson. Interpreti: Luc Simon, Laura Duke, Humbert Balsam. Titolo originale: Lancelot du Lac 

\Lancillotto o il cavaliere della carretta Romanzo in versi di Chrétien de Troyes (1160-1190). 

\lancinànte, agg. Che procura una sofferenza acuta. ~ lacerante. <> sopportabile. 
 X   agg. shooting, throbbing. 
 @   lat. lancinans,-antis, p.pres. di lancinare straziare. 

\làncio, sm. 1 Atto, effetto del lanciare; getto. ~ tiro. 2 Nell'atletica leggera, prova eseguita a mezzo di attrezzi speciali che devono essere scagliati il più lontano possibile. lancio del peso, del martello. 3 Manifestazione pubblicitaria. ~ promozione. avevano pensato a un lancio in grande stile per il nuovo prodotto. 4 Nel gergo giornalistico, ciascuna delle trasmissioni di notizie effettuate da agenzie. 5 Nel calcio, passaggio. ~ scambio. 
 X   sm. 1 dropping, throw. 2 (atletica) throwing. 3 (baseball) pitching. 4 (pubblicitario) launching. 
 @   deriv. da lanciare

\lanciòla, sf. Nome comune della Plantago lanceolata

\lanciòtto, sm. Lancia corta che veniva usata da diverse fanterie nel medioevo e nei secoli seguenti come arma da getto. 

\Land, sm. invar. Termine adottato dalla costituzione tedesca di Weimar (11 agosto 1919) per indicare i diciassette stati tedeschi aventi ordinamento in parte autonomo. 
 @   termine tedesco che significa paese, regione. 

\lànda, sf. 1 Pianura incolta spesso sterile. 2 Pianura sterile. 3 Campagna. 
 X   sf. moor. 
 @   dal celtico landa. 

\landau, sm. invar. Vettura a quattro ruote con due sedili posti uno di fronte all'altro e due mantici che potevano chiuderlo del tutto che veniva tirato da una pariglia di cavalli aventi lo stesso manto. 
 @   dal nome della città tedesca Landau pronunciata in francese. 

\Landau, Lev Davidovic (Baku 1908-Mosca 1968) Fisico russo. Formatosi alla scuola di Bohr a Copenaghen, fu incaricato nel 1932 della direzione del dipartimento teorico dell'Istituto fisico di Char'kov e quindi diresse dal 1937 l'Accademia delle Scienze di Mosca. Si dedicò a studi sulla struttura della materia e formulò una teoria sulla superfluidità dell'elio liquido a temperature vicine allo zero assoluto. Dopo le prime pubblicazioni dei risultati nel 1941, elaborò nel 1950 una teoria generale sugli stati condensati della materia. Ottenne il premio Nobel per la fisica nel 1962 e il premio Lenin nello stesso anno. Condusse anche ricerche riguardanti l'elettrodinamica quantistica e la teoria quantistica dei campi. 

\länder, sm. invar. Danza popolare austriaca e tedesca a tre tempi, molto simile al valzer lento. Spesso è accompagnata dal canto. 

\Làndi, Gìno (Milano 1933-) Pseudonimo di Luigi Gregori, regista e coreografo. Figlio d'arte, esordì sul piccolo schermo curando la coreografia di Buone vacanze (1959). In seguito, si occupò di numerosissime trasmissioni, tra le quali, Napoli contro tutti (1964), Scala reale (1966), Canzonissima (1971), Premiatissima (1983), Fantastico (edizioni del 1986-1987 e 1990-1991) e Numero uno (1994). 

\Làndi, Stéfano (letteratura) (Roma 1895-1972) Pseudonimo di Stéfano Pirandello, figlio di Luigi, scrittore e autore di opere teatrali. Nonostante l'influsso subito dalle opere del padre, riuscì a creare un proprio stile espressivo con opere come Il muro di casa (1935), Un gradino più giù (1942) e Sacrilegio massimo (1953). 

\Làndi, Stéfano (musica) (Roma 1590 ca.-1639) Compositore di musica sacra. Maestro di cappella a Padova, quindi a Santa Maria dei Monti, a Roma. Della sua attività di compositore fanno parte, oltre a sei libri di arie e alcune raccolte di madrigali, le opere teatrali La morte di Orfeo (1619) e La morte di Sant'Alessio (1632). 

\Landìno, Francésco (Fiesole 1335-Firenze 1395) Compositore. Tra le opere 12 madrigali e 140 ballate. 

\Landióna Comune in provincia di Novara (633 ab., CAP 28060, TEL. 0321). 

\landò, sm. invar. Carrozza elegante a quattro ruote e due mantici che si chiudono a piacere. 
 @   da Landau città della Baviera. 

\Landólfi, Tommàso (Pico 1908-Roma 1979) Scrittore. Scrisse romanzi in cui si nota il distacco dalla logica abituale e l'adesione a un'interpretazione più libera e fantastica della quotidianità. Fu anche studioso e traduttore di letteratura russa. Tra le sue opere, Dialogo dei massimi sistemi (1937), La pietra lunare (1939), Il mar delle Blatte (1939), Le due zitelle (1946), Rien va (1963), Un amore del nostro tempo (1965), Racconti impossibili (1966), Le labrene (1974), Del meno (1978). 

\Landriàno Comune in provincia di Pavia (3.744 ab., CAP 27015, TEL. 0382). 

\Landro Valle delle Dolomiti, tra Dobbiaco e Carbonin, percorsa dal fiume Rienza che vi forma il lago di Landro e quello di Dobbiaco. 

\Landru (affare) Celebre processo nel quale fu condannato a morte Henri Désiré Landru (Parigi 1869-Versailles 1922), arrestato nell'aprile del 1919 per l'uccisione di dieci donne e di un ragazzo. Landru negò sempre i delitti, ma confessò di aver commesso truffi e furti a danno delle vittime. 

\landsat Nome di una serie di satelliti statunitensi che nel decennio 1972-1982 vennero lanciate su orbite polari per eseguire studi geografici, geofisici, di rilevamento fotogrammetrico e meteorologici. 

\Landseer, Edwin Henry (Londra 1802-1873) Pittore inglese. Tra le opere Dignità e impudenza (1839, Londra, Tate Gallery). 

\landsmål, sm. invar. Forma di norvegese parlato, oggi detta nynorsk, che venne adottata dopo il 1853 in Norvegia insieme al riksmål. 

\landsturm, sm. invar. Categoria militare dei paesi di lingua tedesca comprendente gli uomini più giovani e quelli più anziani. È designata a compiere servizi territoriali in caso di guerra. 
 @   comp. dal tedesco land paese + strum assalto. 

\lanerìa, sf. Assortimento di tessuti pettinati e cardati di lana per abbigliamento. 

\lanétta, sf. 1 Cascame di lana. 2 Tessuto misto di lana e cotone. 3 Lana d'acciaio. ~ paglietta. 

\Lanfrànco (XI-XII sec.) Architetto. Tra le opere il duomo di Modena (XI-XII sec.). 

\Lanfrànco, Giovànni (Parma 1582-Roma 1647) Pittore. Allievo della scuola dei Carracci e di Guido Reni, risentì anche dell'influenza del Guercino. Con la sua opera innovatrice della tradizione classicista, è ritenuto uno dei primi esponenti dell'arte barocca. Operò soprattutto in Emilia, a Roma e a Napoli. Tra le sue opere si ricordano Olimpo (1625, Roma, Villa Borghese), affreschi della cupola di Sant'Andrea in Valle (1625-1628, Roma), Gloria del Paradiso (Roma, San Carlo ai Catinari), Gloria dei beati (duomo di Napoli). 

\Lang, Andrew (Selkirk, Scozia 1844-Banchory, Aberdeenshire 1912) Etnologo e scrittore inglese. Studioso delle religioni dei popoli antichi, scrisse numerosi saggi storici, letterari ed etnologici. Tra le opere, Ballads and Lyrics of Old France (1872), Shakespeare, Bacon and the Great Unknown (1912), Custom and Myth (1884), Myth, Ritual and Religion (1899), Magic and Religion (1901) e The Secret of the Totem (1905). 

\Lang, Fritz (Vienna 1890-Beverly Hills 1976) Regista cinematografico austriaco. È ritenuto uno dei sommi maestri del cinema. Lavorò fino al 1933 in Germania, ove divenne uno dei più importanti esponenti dell'espressionismo. Nel 1934 si trasferì a Hollywood e realizzò opere a carattere psicologico. Interpretò se stesso nel film Il disprezzo di Godard (1963). Tra le sue opere, Le tre luci (1921), Il dottor Mabuse (1922), Metropolis (1926), La donna sulla luna (1929), M, il mostro di Düsseldorf (1931), Furia (1936), Sono innocente (1937), La donna del ritratto (1944), Maschere e pugnali (1946), Gardenia blu (1952), Il grande caldo (1953), Mentre la città dorme (1955), Il diabolico dottor Mabuse (1960). 

\Langeland Isola (18.000 ab.) della Danimarca, nel mar del Nord, tra le isole di Lolland e Fyn. 

\Langevin, Paul (Parigi 1872-1946) Fisico francese. Lavorando come assistente di Thompson e Rutherford a Cambridge studiò la meccanica quantistica e la relatività. Condusse ricerche sul paramagnetismo dei gas utilizzando la nozione di quanto, studiò l'irraggiamento e la birifrangenza elettrica e magnetica. Fece importanti applicazioni dell'uso degli ultrasuoni nel rilevamento sottomarino. 

\Langhans, Carl Gotthard (Landshut 1732-Gruneiche 1808) Architetto tedesco. Tra le opere la porta di Brandeburgo a Berlino (1789-1793). 

\Lànghe Regione del Piemonte delimitata dai fiumi Tanaro e Bormida e dall'Appennino Ligure. Morfologicamente è costituita da rilievi collinari di oltre 600 m solcati da valli profonde e interessati da fenomeni di erosione. I centri abitati e le strade si trovano sulle sommità delle dorsali e sulle creste delle colline (Langhe è il nome locale dato alle caratteristiche dorsali assottigliate). Regione scarsamente popolata, l'agricoltura produce frutta, i famosi tartufi e i pregiati vini barbaresco, barolo, barbera. È zona rinomata per la produzione di vini pregiati. I centri più importanti sono Alba, Bra, Canelli, Ceva, Cherasco e Dogliani. Conosciute e abitate fin dall'antichità dai liguri, nel medioevo le Langhe furono divise in feudi e signorie (Incisa, Spinola, Del Carretto). Insieme alla Repubblica di Genova furono inglobate nel regno di Sardegna nel 1815. 

\Langhiràno Comune in provincia di Parma (7.532 ab., CAP 43013, TEL. 0521). 

\langìte, sf. Solfato basico e idrato di rame. Si presenta in cristalli rombici allungati o in aggregati fibrosi verde-azzurri. Deriva il nome dal fisico austriaco Viktor von Lang. 

\Langkavi Isola (20.000 ab.) della Malaysia, nello stretto di Malacca, amministrativamente compresa nello stato di Kedah. 

\Langmuir, Irving (New York 1881-Falmouth 1957) Chimico e fisico statunitense. Condusse studi sui fenomeni chimici di superficie e introdusse i termini elettrovalenza e covalenza nella spiegazione del comportamento degli atomi nella formazione dei legami. Ottenne il premio Nobel per la chimica nel 1932. 

\Langòsco Comune in provincia di Pavia (449 ab., CAP 27030, TEL. 0384). 

\Langúy Isola (16.000 ab.) della Norvegia, nell'oceano Atlantico. Fa parte delle isole Vesteralen. 

\langràvio, sm. Titolo dei conti delle regioni di Turingia, Assia e Alsazia durante il periodo carolingio. Differenziava i nobili da quelli della vicina regione che erano detti invece mangravi. Il titolo rimase ereditario nella casa d'Assia. 
 @   tedesco Land paese e Graf conte. 

\languènte, agg. Preso da languore. 

\languidaménte, avv. In modo languido. 

\languidézza, sf. L'essere languido. 
 @   deriv. da languido. 

\lànguido, agg. 1 Debole. ~ fiacco. <> forte. 2 Struggente, sdolcinato. ~ melenso. 3 Fioco. ~ smorzato. <> brillante. 4 Seducente. ~ carezzevole. 
 X   agg. languid, weak. 
 @   lat. languidus

\languìre, v. intr. 1 Essere o diventare sempre più debole; penare, stentare. ~ deperire. <> rinforzarsi. 2 Diminuire di intensità; attenuarsi. ~ scemare. le candele languivano nella semioscurità, erano ormai prossime a spegnersi. 3 In carcere, giacere. ~ marcire. 4 Struggersi. ~ tormentarsi. 5 Perdere vigore, forza. <> rinvigorire. languivano gli ingegni in quel periodo di oscurità civile
 @   lat. languere

\languóre, sm. 1 L'essere fisicamente o spiritualmente debole. ~ fiacchezza. <> energia. 2 Smanceria. ~ svenevolezza. senza troppi languori, senza smancerie, moine. 3 Struggimento. ~ tormento. si avvertiva un certo languore nelle sue parole appassionate
 X   sm. languor, weakness. 
 @   lat. languor,-oris

\languoróso, agg. Che è pieno di languore. 

\lanìccio, sm. 1 Peluria che si forma sotto i letti o tra le pieghe di coperte. 2 Lanugine prodotta dal baco da seta prima di produrre il baco. 

\lanière, sm. Fabbricante o operaio dell'industria laniera. 

\lanièro, agg. Della lana. 

\lanifìcio, sm. Stabilimento tessile in cui si lavora la lana. 
 X   sm. woollen mill. 
 @   deriv. da lana +-ficio. 

\Lanìidi Famiglia di Uccelli Passeriformi che comprende le averle. 

\lanìsta, sm. (pl.-i) Istruttore dei gladiatori. 

\lanital, sm. invar. Fibra artificiale prodotta in Italia dal 1936. 

\Lanner, Katti (Vienna 1829-Londra 1908) Maestra di danza, ballerina e coreografa austriaca. Figlia d'arte, il padre fu il compositore Joseph Franz Karl Lanner. S'iscrisse alla scuola di ballo dell'Opera di corte e dopo il debutto con le Danseuses Viennoises, danzò nei migliori teatri tedeschi: Berlino, Monaco e Dresda. Dal 1862 al 1863, diresse la scuola di ballo ad Amburgo e portò sulla scena alcuni balletti ideati da lei stessa. A New York, nel 1870, si esibì in Giselle, ruolo che reinterpretò l'anno successivo al Drury Lane di Londra. Visse a Londra dal 1876. Nella capitale inglese le fu affidata la direzione della National Training School of Dancing e al Her Majestic Theatre diresse le coreografie della stagione di opere italiane per una decina d'anni. Diresse l'Empire Theatre dal 1887 al 1897. 

\lanolìna, sf. Grasso neutro di lana raffinato formato da una miscela di esteri di acidi grassi con alcooli ad alto peso molecolare. È di colore bianco ed è inodore 

\lanosità, sf. L'essere lanoso. 

\lanóso, agg. 1 Che è coperto di lana. 2 Che è simile alla lana. 
 X   agg. woolly. 
 @   lat. lanosus. 

\Lansing Città (127.000 ab.) degli USA, sul Grand River. Capitale dello stato del Michigan. 

\lantànide, sf. 1 Denominazione generica dei quattordici elementi delle terre rare (dal cerio al lutezio) che hanno numero atomico compreso tra 58 e 71 e presentano caratteristiche chimiche assai simili tra loro e a quelle del lantanio. 2 In passato, denominazione di quindici terre rare (dal lantanio al lutezio) oggi dette serie del lantanio. 

\lantànio, sm. Elemento chimico appartenente alla famiglia dei lantanidi e avente simbolo La. Ha numero atomico 57, peso atomico 138,91, punto di fusione 918 °C e punto di ebollizione 3.464 °C. Si trova in natura nelle terre rare. Ha aspetto bianco argenteo, è duttile, malleabile. Viene impiegato nella preparazione di ghisa nodulare, di dispositivi elettronici, delle lampade ad arco dell'industria cinematografica. 

\lantanìte, sf. Carbonato idrato di lantanio che si presenta in cristalli tabulari rombici di colore bianco, rosa o giallo. Contiene anche ittrio, cerio e altre terre rare. 

\lantèrna, sf. 1 Lume portatile o fisso chiuso in una intelaiatura metallica con pareti di vetro; fanale, lampione, lume. ~ lampada. prendere lucciole per lanterne, fare sbagli clamorosi. 2 Fanale di un faro. ~ faro. 3 Elemento terminale di una cupola costituita da una edicola a pianta poligonale o circolare. 5 Lucernario. 
 X   sf. 1 lantern. 2 (faro) lighthouse. 
 @   lat. lanterna

\Lanterna di Diogene, La Prosa di A. Panzini (1907). 

\Lanterne rosse Film drammatico, cinese (1991). Regia di Zhang Yimou. Interpreti: Gong Li, He Caifei, Cao Cuifeng. Titolo originale: Dahong Denglong Gaogao Gua 

\lànternìno, sm. Piccola lanterna. 

\lanùgine, sf. 1 Peluria corta di lana o simile alla lana. ~ pelo. 2 Peli morbidi e corti che cominciano ad apparire sulle guance dei giovani. 3 Peluria che riveste organi vegetali diversi. la lanugine delle albicocche
 X   sf. down. 
 @   lat. lanugo,-inis

\lanuginóso, agg. Pieno do lanugine. 

\Lanusèi Comune in provincia di Nuoro (6.356 ab., CAP 08045, TEL. 0782). 

\lanùto, agg. 1 Coperto di lana. ~ lanoso. 2 Simile alla lana nell'aspetto. 

\Lanùvio Comune in provincia di Roma (8.177 ab., CAP 00040, TEL. 06). 

\Lanvin, Jeanne (1867-1946) Stilista francese. Modista a Parigi dal 1890, all'inizio del secolo si dedicò al disegno di abiti femminili aprendo una propria casa di moda. Il successo ottenuto ebbe come conseguenza la commercializzazione sotto il nome Lanvin di accessori di moda e di profumeria, anche per uomo. 

\Lànza Tomàsi, Gioacchìno (Roma 1934-) Musicologo e direttore artistico italiano. È stato direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo, del teatro dell'Opera di Roma e dell'Orchestra sinfonica della RAI di Roma. Ha eseguito studi sull'opera italiana e sulla musica del XX sec. 

\Lànza, Giovànni (Casale Monferrato 1810-Roma 1882) Politico. Nel governo piemontese fu ministro dell'istruzione (1855) e ministro delle finanze (1858). Dopo l'unità d'Italia fu autorevole esponente della destra, divenne prima ministro degli interni (1864-1865), poi presidente della camera e infine presidente del consiglio (1869-1873). Durante il suo incarico decise la presa di Roma e attuò una politica economica di restrizione e rigore. 

\Lanzàda Comune in provincia di Sondrio (1.520 ab., CAP 23020, TEL. 0342). 

\Lanzàni, Andrèa (San Colombano al Lambro 1650 ca.-Milano 1712) Pittore italiano. Tra le opere, gli affreschi nella chiesa di Santa Cecilia a Como (1688), quelli della Passione nella Certosa di Pavia, la Gloria di San Carlo nel Duomo di Milano, le decorazioni del Belvedere inferiore a Vienna (1697), gli affreschi dello scalone nel palazzo Liechtenstein a Vienna e San Francesco in estasi (Vienna, Museo Pommersfelden, 1706). 

\Lanzarote Isola (42.000 ab.) di origine vulcanica, dell'oceano Atlantico, la più orientale delle Canarie. Centro principale Arrecife. Le risorse economiche si basano principalmente sull'artigianato, sulla pesca e sul turismo. Presenza di saline. 

\Lanzhou Città (1.390.000 ab.) della Cina, sul fiume Huang He. Capoluogo della provincia di Gansu. 

\Lànzi, Màrio (Castelletto Ticino, Novara 1914-Schio, Vicenza 1980) Atleta italiano, specialista dei 400 e 800 m. Fu cinque volte campione italiano dei 400 m piani e otto volte degli 800 m. Vinse la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936. 

\lanzichenécco, sm. (pl.-chi) 1 Soldato mercenario 2 Giannizzero. 3 Zecchinetta. 
Speciali reparti di fanteria, solidi e agguerriti, creati dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo per fronteggiare le fanterie svizzere del re di Francia. Il nome deriva dal termine tedesco lands knecht che significa "servo della gleba"; erano armati di alabarda, vestiti con armatura di ferro e dotati di una spada a doppio taglio chiamata appunto lanzichenecca. Nemici e rivali degli Svizzeri, i lanzichenecchi furono impiegati nelle guerre che si svolsero tra il XV e il XVIII sec. in Europa. In Italia combatterono nella battaglia di Ravenna del 1512 e in quella di Pavia del 1525 e nel 1527 perpetrarono il vandalico sacco di Roma in cui distrussero grandi opere d'arte. 

\lànzo, sm. Nome con il quale un tempo erano comunemente chiamati i lanzichenecchi. 

\Lànzo (valli di) Nome dell'insieme delle tre valli piemontesi (dalla più settentrionale alla più meridionale) Grande, d'Ala e di Viù, che scendono parallelamente in direzione ovest-est a partire dalle Alpi Graie e che confluiscono nella Stura a monte di Lanzo Torinese. 

\Lànzo d'Intèlvi Comune in provincia di Como (1.362 ab., CAP 22024, TEL. 031). 

\Lànzo Torinése Comune in provincia di Torino (5.228 ab., CAP 10074, TEL. 0123). 

\Lào Fiume (51 km) della Calabria nordoccidentale. Nasce dal Pollino e sfocia nel mar Tirreno. 

\Laoag Città (70.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo della provincia di Ilocos Norte. 

\Laocoonte Nella mitologia è il sacerdote troiano che cercò di convincere i troiani a non introdurre il cavallo di legno costruito dai greci nella città. Fu punito da Atena la quale inviò dal mare due serpenti che avvolsero e soffocarono nelle loro spire il sacerdote e i suoi due figli. Un'altra tradizione vuole che sia stato Apollo a volersi vendicare di Laocoonte a causa della profanazione del suo tempio. L'episodio della morte di Laocoonte è mirabilmente rappresentato nel gruppo marmoreo ellenistico dei musei Vaticani, opera di Agesandro, Atanodoro e Polidoro della scuola di Rodi. 

\Laodicèa Nome di numerose città dell'Asia fondate dai seleucidi, derivato da Laodice, nome comune delle principesse di questa dinastia. Laodicea al Lico, città della Frigia, fondata da Antioco II verso la metà del III sec. a. C., fu un importante centro cristiano, dove si tenne un sinodo nel IV sec. Laodicea al Mare, città della Siria e porto della città di Apamea, iniziò a svilupparsi dal III sec. a. C. È l'odierna Latakia, maggior porto della Siria. Laodicea Combusta, città della Licaonia, sorgeva ove ora si trova il villaggio turco di Ladik. Laodicea al Libano, città della Celesiria, fu probabilmente fondata da Antioco I sul versante nord-est del Libano. 

\Laoighis Contea (53.000 ab.) dell'Irlanda, nel Leinster. Capoluogo Port Laoighise. 

\laónde, cong. Per la qual cosa. 

\Laos Repubblica dell'Asia sudorientale, nella penisola Indocinese; confina a nord con la Cina, a est con il Viet Nam, a sud con la Cambogia, a ovest con la Thailandia e la Birmania. 
Si possono distinguere due regioni piuttosto nettamente. Il Laos settentrionale è prevalentemente montuoso, in corrispondenza del versante occidentale della catena annamitica. Si tratta di regioni dal profilo molto aspro, con catene allungate in direzione nord-ovest/sud-est, con cime che superano i 2.000 m, separate da valli profonde, percorse da torrenti impetuosi e da rilievi tabulari, quali l'altopiano di Cammon, dove si trova la massima vetta, il Phu Bia (2.820 m). 
Nel Laos meridionale la catena montuosa dell'Annam scende verso ovest prima in una fascia collinare, poi verso la valle del Mekong, il principale fiume del paese, che traccia buona parte del confine occidentale. 
Il Mekong riceve la maggior parte dei fiumi del paese (Nam Ou, Nam Seng, Sè-Bang Fai); solo alcuni fiumi dell'alto Laos (Song Ma, Song Chu, Song Ca) si gettano nel golfo del Tonchino. 
Il clima è tropicale monsonico con due stagioni ben distinte, una umida estiva e una relativamente secca invernale. 
Il paese ha un reddito pro capite bassissimo, che ne fa il paese più arretrato dell'area indocinese. 
L'economia, mai fiorente, subì un durissimo colpo dalla guerra vietnamita; l'agricoltura rimane prevalentemente di sostentamento, condotta con tecniche tradizionali che lasciano la produzione alla mercè delle condizioni climatiche; la produzione principale è il riso, praticata nelle aree inondabili della valle del Mekong. 
Nelle zone montuose si producono mais, patate dolci e manioca e inoltre tabacco, caffè e cotone; una qualche rilevanza hanno alcune oleaginose (arachidi e soia), ortaggi, frutta e il papavero da oppio, la cui coltivazione trova uno sbocco commerciale verso la Cina, teoricamente sottoposto a un severo controllo governativo. 
Le foreste rappresentano la principale risorsa del paese e offrono legni pregiati ed essenze; tuttavia l'inadeguatezza delle vie di comunicazione ne impedisce un più adeguato sfruttamento. 
Tradizionale risorsa è l'allevamento; si tratta di animali da cortile, suini, bufali e bovini; nelle foreste si allevano anche gli elefanti, come animali da lavoro. 
Notevole sviluppo ha la pesca d'acqua dolce. 
Le risorse minerarie sono rame, carbone, piombo e ferro e sono tutte inadeguatamente sfruttate. 
L'attività mineraria si limita all'estrazione di modesti quantitativi di stagno. 
L'energia elettrica è quasi interamente di origine idrica e viene largamente esportata in Thailandia. 
L'industria conserva caratteri spiccatamente artigianali e fornisce tessuti, calzature e articoli di abbigliamento, ceramiche, prodotti in legno, prodotti alimentari e tabacco. 
STORIA Il paese situato da una parte e dall'altra del fiume Mekong ha una storia poco conosciuta fino al sec. XIII. Nel 1353 il principe Fa Ngum fonda il regno di Lan Xang e fissa la capitale a Luang Prabang. Negli anni 1373-1548, i suoi successori, i thaïs, annettono il regno del Lan Na. Nel 1563 diventa capitale Vientiane. Nel periodo 1574-1591, il paese è sottoposto alla sovranità birmana. Il XVII sec. vede un periodo di anarchia seguito dal regno di Souligna Vongsa (1637-1694). Nel XVIII sec. il paese è diviso tra i regni di Champassak, Luang Prabang e Viantiane. Nel 1778 il Siam, che domina già il Chamapassak, impone la sua sovranità al re di Luang Prabang e invade Viantiane. 
Nel 1887 il re di Luang Prabang, Oun Kham (1869-1895), chiede la protezione della Francia. Nel periodo 1893-1904 il Siam firma vari trattati che riconoscono il protettorato francese sul Laos. Nel 1904 ha inizio il regno di Sisavang Vong che durerà fino al 1959. Nel 1940 si assiste a ostilità franco-tailandesi. Il Giappone impone alla Francia l'abbandono della riva destra del fiume Mekong. Nel 1945 viene proclamata l'indipendenza. L'anno successivo la Francia caccia i nazionalisti, riporta al trono il re e accorda l'autonomia. 
Nel 1949 il Laos diviene indipendente in seno all'Unione Francese. L'anno successivo il principe Souphanouvong crea il Pathet Lao, legato ai Vietminh. Nel 1954-1957 il Pathet Lao ottiene con gli accordi di Ginevra il controllo di varie provincie, mentre è primo ministro Souvanna Phouma. Dal 1957 al 1964 vari governi di unione nazionale riuniscono neutrali (Souvanna Phouma), comunisti (Souphanouvong) e partigiani dell'autorità reale (Boun Oum). 
Implicato nella guerra del Viet Nam, il Laos subisce i bombardamenti americani e gli interventi dei vietnamiti del nord e dei tailandesi. Nel 1975 viene proclamata la repubblica popolare del Laos. Essa è presieduta da Souphanouvong. Da allora la vita politica del paese è dominata dal PRPL(partito rivoluzionario popolare Lao), comunista, sostenuto dalla Cina. Nel 1977 il Laos firma un trattato di amicizia con il Viet Nam. Anche la costituzione del 1991 riconosce il monopolio politico del PRPL. Nel 1992, alla morte del leader del PRPL, K. Phomvihane, la presidenza passa a N. Phoumsavan. Nel 1998 è nominato presidente K. Siphandon. 
Abitanti-4.882.000 
Superficie-236.800 km2 
Densità-20,6 ab./km2 
Capitale-Vientiane 
Governo-Repubblica democratica popolare 
Moneta-Kip 
Lingua-Lao e francese 
Religione-Buddhista, animista 

\laotiàno, agg. e sm. agg. Del Laos. 
sm. Abitante o nativo del Laos. 

\Lao-tzu (VI-V sec. a. C.) Filosofo cinese. Tra le opere Tao-te Ching

\lapalissiàno, agg. Che è ovvio; scontato, evidente. ~ lampante. 
 @   da J. De Chabanne, signore di La Palice (1470-1525), generale francese ucciso nella battaglia di Pavia, al quale i soldati dedicarono l'ovvia canzone "un quarto d'ora prima di morire era ancora vivo". 

\laparo-, o lapara- Primo elemento di termini medici, derivato dal greco lapára che significa fianco, addome. 

\laparoscopìa, sf. Tecnica endoscopica per lo studio degli organi della cavità addominale e pelvica. 

\laparotomìa, sf. Incisione dell'addome e del peritoneo per accedere alla cavità addominale. 
 @   greco lapàra addome +-tomia. 

\lapàzza, sf. Rinforzo in legno che in marina viene fissato a un pennone o a un albero al fine di rinforzarlo in un punto in cui è presente una lesione o per proteggerlo dagli sfregamenti e guidarlo negli spostamenti. ~ lampazza. 

\Lapedòna Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.168 ab., CAP 63010, TEL. 0734). 

\lapicìda, sm. (pl.-i) In epoca romana e medioevale, artigiano esperto nella lavorazione della pietra e del marmo. 

\lapidàre, v. tr. 1 Lanciare ripetutamente sassi contro qualcuno. ~ linciare. 2 Inveire contro qualcuno. 3 Molare. ~ lappare. 
 X   v. tr. to stone. 
 @   lat. lapidare, deriv. da lapis,-idis pietra. 

\lapidariaménte, avv. In modo lapidario. 

\lapidàrio, agg. 1 Delle iscrizioni su lapide. 2 Incisivo e sentenzioso; conciso, asciutto. ~ sintetico. <> prolisso. 
 X   agg. lapidary, terse. 
 @   lat. lapidarius. 

\lapidazióne, sf. Atto, effetto del lapidare. 
 @   lat. lapidatio,-onis. 

\làpide, sf. 1 Pietra sepolcrale. 2 Tavola di marmo o altro materiale, con un'epigrafe; lastra commemorativa; lastra. ~ stele. l'amministrazione decise di murare una lapide in ricordo di quell'emerito personaggio
 X   sf. 1 tombstone. 2 (commemorativa) plaque. 
 @   lat. lapis,-idis pietra. 

\lapìdeo, agg. 1 Di pietra. 2 Che ha le caratteristiche della pietra. 3 Relativo alla lavorazione della pietra. 

\lapìllo, sm. Frammento incandescente di lava espulso da un vulcano durante un'eruzione. 
 @   lat. lapillus, dimin. di lapis,-idis pietra. 

\Lapin Provincia (202.000 ab.) della Finlandia settentrionale, capoluogo Rovaniemi. 

\lapin, sm. invar. Pelliccia di coniglio. 

\Làpio Comune in provincia di Avellino (1.869 ab., CAP 83030, TEL. 0825). 

\làpis, sm. invar. Matita. 
 X   sm. invar. pencil. 
 @   lat. lapis,-idis pietra. 

\lapis niger, loc. sost. f. invar. Denominazione di una pietra quadrata di marmo nero del Foro romano che nell'età repubblicana venne posta nel luogo in cui la tradizione indicava essere la tomba di Romolo. 

\lapislàzuli, o lapislàzzuli, sm. invar. Alluminosilicato di sodio e calcio, con cloro e zolfo, che appartiene al gruppo delle sodalite. Si presenta in aggregati compatti di colore azzurro oltremare che spesso includono cristalli di pirite. 
 @   comp. dal lat. lapis pietra + il persiano lazward lapislazuli. 

\Laplace, Pierre Simon de (Beaumont-en-Auge 1749-Parigi 1827) Astronomo, fisico e matematico francese. Versatile e geniale scienziato del periodo napoleonico a cui si devono studi nei maggiori campi della scienza; scrisse il trattato astronomico Esposizione del sistema solare del mondo (1796), il Trattato di meccanica celeste (1799), in cui formulò la teoria sulla perturbazione dei moti dei pianeti, la Teoria analitica delle probabilità (1812) e il Saggio filosofico delle probabilità (1814) in cui descrisse i principi della teoria delle probabilità e li applicò allo studio dei fenomeni naturali. In fisica tecnica stabilì la legge delle trasformazioni adiabatiche dei gas, la legge dell'induzione elettromagnetica e nel 1780 insieme al connazionale A. L. Lavoisier eseguì le prime misure sul calore specifico delle sostanze. In analisi formulò il teorema sulla legge esponenziale degli errori e intraprese preziosi studi sull'analisi infinitesimale e algebrica introducendo anche nuovi strumenti (operatore e trasformata omonimi). Fu anche impegnato politicamente ricoprendo le cariche di ministro degli interni e di vicepresidente del Senato (1803) durante il periodo napoleonico. 

\laplaciàno, agg. e sm. agg. Relativo alla teoria e alle formule di Laplace. 
sm. Operatore differenziale rappresentante la divergenza di un gradiente. Viene definito dalla relazione ∇2 = δ2/δx22/δy22/δz2

\làppa, sf. Altro nome comune dell'Arctium lappa, detta anche bardana. 

\Lappàno Comune in provincia di Cosenza (929 ab., CAP 87050, TEL. 0984). 

\lappàre, v. tr. e intr. 1 Bere come fanno i cani. 2 Leccare. 3 Rifinire. 

\lappatùra, sf. Operazione di finitura delle superfici per ridurne la scabrosità mediante strisciamento a bassa velocità. 

\làppola, sf. 1 Nome comune dello Xanthium italicum e di altre specie dello stesso genere appartenenti alla famiglia delle Composite. 2 Nome di due specie di Caucalis (daucoides e latifolia), la Lappola carota e la Lappola maggiore, due Ombrellifere dai fiori bianchi, rosei o rossicci. 

\làppone, agg. e sm. agg. Della Lapponia. 
sm. 1 Abitante della Lapponia. 2 Lingua parlata dai lapponi. 
Dialetto appartenente alla famiglia linguistica ugro-finnica di non ben definita provenienza ed evoluzione. È parlato principalmente nelle zone più a nord della Norvegia, della Svezia, della Finlandia e della penisola di Kola. Tra i principali si possono annoverare il dialetto di Norvegia, il dialetto di Svezia, il dialetto di Luleå (Svezia), il dialetto di Inari (Finlandia) e il dialetto di Kola (Russia). 

\làpponi Popolazioni insediate nelle zone più settentrionali della penisola scandinava e della penisola di Kola rappresentata da circa 35.000 individui. Dediti alla caccia degli animali da pelliccia, alla pesca e all'allevamento delle renne, i lapponi hanno anche sviluppato particolari strumenti di locomozione quali slitte e sci per i loro periodici spostamenti. Prevalente è la religione cristiana pur rimanendo molto forte e radicato il culto degli antenati. 

\Lappònia Regione dell'Europa settentrionale posta a nord del circolo polare artico e ripartita politicamente tra Finlandia, Norvegia, Russia e Svezia. I circa 30.000 lapponi rappresentano approssimativamente il 10% della popolazione totale. A parte le zone lungo le coste del mare del Nord che risentono dell'influsso della corrente del Golfo, il clima è ovunque particolarmente rigido. Il territorio si presenta pianeggiante o con rilievi non troppo elevati a est, mentre è montuoso a ovest. La regione è ricca di bacini lacustri ed è attraversata dai fiumi Lule, Torne, Ounas, Tana e Kemijoki. La vegetazione è prevalentemente composta da tundra a nord e a est, mentre le zone più meridionali sono coperte da boschi di conifere e betulle. Agricoltura scarsa. I rilevanti giacimenti di ferro, l'allevamento delle renne, lo sfruttamento delle foreste (con la connessa industria del legno) e l'energia idroelettrica, rappresentano le principali ricchezze per la popolazione. 

\làpsus, sm. invar. Errore involontario; papera, sbaglio. ~ svista. 
 X   sm. invar. slip. 

\lapsus calami, loc. avv. Espressione latina che significa "errore della penna". Indica un errore di pura distrazione commesso nello scrivere. 

\Laptev, màre di Sezione del mar Glaciale Artico, lungo la costa della Siberia, tra la penisola di Tajmyr e l'arcipelago della Nuova Siberia. 

\lap-top, sm. invar. Personal computer portatile. 
 X   sm. invar. laptop. 

\L'Àquila => "Aquila" 

\Lara Stato (1.270.000 ab.) del Venezuela nordoccidentale, capoluogo Barquisimeto. 

\laràrio, sm. Sacello ricavato da una nicchia della parete, solitamente decorato, nel quale, nell'antica Roma, erano custoditi i lari. 

\Larciàno Comune in provincia di Pistoia (6.063 ab., CAP 51036, TEL. 0573). 

\Lardàro Comune in provincia di Trento (165 ab., CAP 38080, TEL. 0465). 

\lardellàre, v. tr. 1 Condire con lardelli. 2 Riempire. ~ farcire. 3 Ungere. ~ imbrattare. 4 Costellare. ~ disseminare. 

\lardellatùra, sf. Operazione del lardellare. 

\lardèllo, sm. Pezzetto di lardo. 

\Larderel, Francésco Giàcomo (Vienne 1789-Firenze 1858) Industriale francese. Nel 1818 si trasferì in Toscana, dove iniziò l'estrazione di acido borico dai lagoni di Montecerboli. 

\Larderèllo Frazione di Pomarance, in provincia di Pisa, in Toscana, posto nell'alto bacino del Cecina a 390 m di altezza. È un importante centro dell'industria che sfrutta i soffioni boraciferi. 

\Lardiràgo Comune in provincia di Pavia (971 ab., CAP 27016, TEL. 0382). 

\làrdo, sm. Strato di adipe sottocutaneo del maiale, conservato salato o affumicato per uso cucina. 
 X   sm. lard, bacon fat. 
 @   lat. laridum. 

\lardòso, agg. 1 Che ha molto lardo. ~ grasso. <> magro. 2 Persona grassa. ~ obeso. <> smilzo. 

\làre, sm. I lari erano antiche divinità romane, forse di origine etrusca, protettrici dei campi e venerate anche nei crocicchi, anche se il loro culto era principalmente domestico. Raffiguravano immagini di giovani che portavano una cornucopia. Esistevano anche i Lares publici che erano i protettori della città e dello stato; tra loro venivano annoverati Romolo e Remo, Tito Tazio e Acca Larenzia. 

\Laredo Città del Texas (122.990 ab.), situata di fronte a Nuevo Laredo (Messico). Importante porto sul Rio Grande, è mercato internazionale e centro turistico. 

\largaménte, avv. In modo largo; ampiamente, abbondantemente, esaurientemente. ~ diffusamente. <> brevemente. 

\largàre, v. tr. 1 Distendere. ~ allargare. 2 In marina, allontanare un'imbarcazione dalla riva o da un'altra imbarcazione. 

\large, agg. invar. Detto di capo di abbigliamento di taglia grande. 

\largheggiàre, v. intr. Atteggiarsi e comportarsi con generosità; spendere, sperperare. ~ scialacquare. <> economizzare. 
 X   v. intr. to be free. 

\larghétto, avv. e sm. avv. Indicazione di movimento, un po' meno lento del largo. 
sm. Brano da eseguirsi in un tempo un po' meno lento del largo e che solitamente costituisce il secondo tempo di un concerto o di una sonata. 

\larghézza, sf. 1 Una delle tre dimensioni dei solidi; ampiezza, estensione, vastità. 2 Generosità. ~ prodigalità. <> avarizia. era un uomo di rara larghezza nel dare. 3 Abbondanza, opulenza. ~ ricchezza. <> povertà. spendeva con larghezza i soldi dell'eredità. 5 Di vedute, apertura. ~ elasticità. <> grettezza. riteneva che avesse una sufficiente larghezza mentale per capire certe situazioni
 X   sf. 1 breadth, width, looseness. 2 (abbondanza) abundance. 3 (larghezza di vedute) broadmindedness. 
 @   deriv. da largo

\Largillière, Nicolas de (Parigi 1656-1746) Pittore francese. Tra le opere La famiglia del pittore (Parigi, Louvre). 

\largìre, v. tr. Concedere con generosità. 
 @   lat. largiri, deriv. da largus largo. 

\largitóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi largisce. 

\largizióne, sf. Atto, effetto del largire. 
 @   lat. largitio,-onis. 

\làrgo, agg., avv. e sm. (pl.-ghi) agg. 1 Esteso in larghezza. <> stretto. su larga scala, in grandi quantità o misure. 2 Ampio, spazioso, capiente. ~ vasto. <> angusto 3 Generoso. ~ prodigo. <> tirchio. 4 Di guadagno, copioso. ~ cospicuo. <> esiguo. 5 Di idee, aperto. ~ tollerante. <> chiuso. 6 Di senso, ampio. ~ estensivo. <> ristretto. era largo nei giudizi, era comprensivo. 
avv. Nella locuzione girare al largo, tenersi lontano. 
sm. 1 Larghezza. 2 Piazza situata nel punto in cui una strada si allarga o un incrocio di strade. ~ spiazzo. <> strettoia. 3 Mare aperto. la nave stentava a prendere il largo a causa delle correnti contrarie
 X   agg. 1 broad, wide. 2 (abito) loose. sm. 1 width, breadth. 2 (mare, al largo) open sea. 3 (stare alla larga) to keep one's distance. 4 (prendere il largo) to set sail. 
 @   lat. largus copioso, prodigo. 

\Largo Caballero, Francisco (Madrid 1869-Parigi 1946) Sindacalista e politico spagnolo. Di ideologia socialista, dal 1934 fu segretario dell'Unione generale del lavoro. Quindi fu presidente del consiglio e ministro della guerra nel 1936 e 1937. 

\Làri Comune in provincia di Pisa (7.855 ab., CAP 56035, TEL. 0587). 

\lari, sm. pl. Antiche divinità romane tutelari, inizialmente dei campi in seguito delle case. Erano raffigurati come giovani recanti in mano una cornucopia e ornavano il focolare domestico (larario) assieme ai penati. I lares pubblici erano invece a tutela delle città e dello stato; tra di essi erano venerati anche Romolo, Remo e Tito Tazio. 
 @   latino lares

\Lariàno Comune in provincia di Roma (8.530 ab., CAP 00040, TEL. 06). 

\lariàno, agg. Relativo al lago di Como. ~ comasco. 

\làrice, sm. Gimnosperma (Larix decidua) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Raggiunge i 40 m di altezza e possiede una chioma a forma piramidale.   +  
 X   sm. larch. 
Larice giapponese 
Gimnosperma (Larix kaempferi) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Originaria del Giappone. 

\laricìno, sm. Fungo (noto anche come boleto dei larici, Boletus elegans) della famiglia delle Boletacee e della classe dei Basidiomiceti. Commestibile. 

\Làridi Famiglia di Uccelli Caradriformi a cui appartengono il gabbiano e il mignattino. 

\larìnge, sf. È l'organo dei tetrapodi dedicato sia alla fonazione che alla separazione tra l'apparato respiratorio e quello digestivo. È posto tra la faringe e la trachea proprio davanti all'esofago. La cavità interna, rivestita di mucosa, è agganciata superiormente all'osso ioide, mentre inferiormente e lateralmente si appoggia alle cartilagini tiroidea e cricoidea e alle aritenoidi. Nell'uomo forma nella parte centrale del collo una sporgenza che nei maschi adulti può assumere un aspetto particolarmente evidente detto pomo d'Adamo. Solitamente ha la forma di una piramide con base triangolare verso l'alto; la parte interna si restringe dove si trovano due paia di corde vocali, le false corde vocali poste superiormente e le vere corde vocali, poste in basso, che vibrando consentono l'emissione dei suoni. 

\laringectomìa, sf. Asportazione, parziale o totale, della laringe. 

\laringèo, o larìngeo, agg. 1 Che appartiene alla laringe. 2 Relativo alla laringe. 
Nervo laringeo. Sono chiamati così i rami del   +   nervo vago che innervano la laringe.

\laringìte, sf. Infiammazione acuta e cronica della   +   laringe. Caratterizzata da raucedine, tosse secca ed edema della mucosa, la forma acuta può essere curata con inalazioni, antibiotici, cortisonici, vitamine. Nel caso limite in cui l'edema causa il soffocamento può essere necessario ricorrere alla tracheotomia. La laringite cronica viene favorita da condizioni predisponenti (inquinamento dell'aria, tabagismo, infiammazioni acute recidivanti), presenta sintomi analoghi a quelli della forma acuta e richiede una terapia causale. 
 X   sf. laryngitis. 

\laringo- Primo elemento di parole composte. 
 @   greco lárynx-yngos laringe, gola. 

\laringocèle, sm. Estroflessione della mucosa laringea causata da fessure dovute a traumi della laringe o a difetti di formazione delle cartilagini. 

\larìngoiatra, sm. (pl.-i) Medico specializzato in laringoiatria. 

\laringoiatrìa, sf. Branca della medicina che studia le malattie della laringe. 

\laringologìa, sf. Studio fisiologico, anatomico e patologico della laringe. 

\laringoplegìa, sf. Paralisi, parziale o totale, dei muscoli della laringe che può essere provocata da una lesione del sistema nervoso centrale o di un'affezione dei nervi faringei. 

\laringoscopìa, sf. Esplorazione della laringe. 

\laringospàsmo, sm. Contrazione delle corde vocali che provoca un'occlusione spastica della glottide. 

\laringotomìa, sf. Apertura chirurgica della laringe. 

\laringotracheìte, sf. Infiammazione della laringe e della trachea. 

\Larìno Comune in provincia di Campobasso (8.249 ab., CAP 86035, TEL. 0874). 

\Làrio Nome tradizionale del lago di Como. 

\Larionov, Michail (Tiraspol, Bessarabia 1881-Fontenay-aux-Roses 1964) Pittore russo. Tra le opere I soldati (1908, Londra, Collezione privata) e Primavera (1912, Parigi, Collezione privata). 

\Làrissa Città greca della Tessaglia (100.000 ab.) capoluogo dell'omonimo nomo (5.380 km2, 255.000 ab.). Si trova lungo il corso del fiume Pinios, in una zona agricola che consente la produzione di agrumi, cereali, frutta, olive, ortaggi, tabacco. Le industrie principali sono quelle tessili, metalmeccaniche, del tabacco e del vetro. 

\Larìzza, Piètro (Reggio Calabria 1935-) Sindacalista. Dal 1992 fu segretario generale della UIL. 

\Larmor, Joseph (Magheragall, Irlanda del Nord 1857-Holywood, Belfast 1942) Sir. Fisico irlandese, si occupò di termodinamica ed elettrodinamica. Scoprì il movimento di precessione, che prese il suo nome, delle particelle dotate di carica elettrica in moto in un campo magnetico. Studiò anche la relatività e la fisica atomica, alla quale diede un notevole contributo, sintetizzato nell'opera Etere e materia (1900). 

\Làrnaca Città della Repubblica di Cipro (20.100 ab; in greco Larnax o Larnakas), capoluogo del distretto omonimo, corrispondente all'antica Cizio (Kition). È porto della costa sudorientale dell'isola situato sul golfo di Larnaca. 
Distretto di Larnaca 
Distretto della Repubblica di Cipro (1.127 Km2, 61.120 ab.) comprendente la città omonima. 

\Laròcchi, Màrica (Muggiò, Milano 1942-) Poetessa italiana. Tra le sue opere si ricordano le raccolte Nove testimonianze per una presenza (1965), Iris (1977), Lingua dolente (1981) e Colpo di grazia (1988). 

\Laroche, Guy (La Rochelle 1922-Parigi 1989) Stilista di moda francese. Si impose all'attenzione mondiale con la sua prima sfilata, nel 1957. Nel 1968 venne insignito del Dé d'Or. Fu uno dei primi stilisti manager. 

\làrva, sf. 1 Primo stadio dello sviluppo degli animali soggetti a metamorfosi. ~ bruco. 2 Illusione. ~ parvenza. 3 Scheletro, relitto, fantasma, rottame. ~ ombra. 
 X   sf. 1 maggot, larva. 2 (fig., ombra) shadow. 3 (ridotto a una larva) reduced to a skeleton. 
 @   lat. larva spettro. 
Organismo che alla nascita assume caratteristiche molto differenti dai genitori cui somiglierà solo dopo modificazioni (metamorfosi) più o meno marcate. Questa particolarità viene definita come sviluppo indiretto, a differenza di quello diretto proprio delle specie che generano esseri biologicamente e morfologicamente simili all'adulto. Più frequenti nel mondo acquatico (Anellidi, Anfibi, Artropodi, Crostacei, Echinodermi, Gasteropodi, Molluschi ecc.) sono presenti anche tra gli animali terrestri e in particolare negli Insetti. 

\larvàle, agg. Di larva. 
 @   lat. larvalis. 

\larvàre, v. tr. Mascherare. 

\larvataménte, avv. In modo larvato. 

\larvàto, agg. Mascherato, dissimulato, coperto. ~ nascosto. <> evidente. 

\Las Casas, Bartolomé de (Siviglia 1474-Madrid 1566) Cronachista spagnolo. Tra le opere Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie (1542). 

\Las Cases, Emmanuel-Augustin Dieudonné, cónte di (Château de Las Cases, Languedoc 1766-Passy-sur-Seine 1842) Memorialista francese. Tra le opere Memoriale di Sant'Elena (1823). 

\Las Plàssas Comune in provincia di Cagliari (317 ab., CAP 09050, TEL. 070). 

\Las Vegas Città (130.000 ab.) degli USA, nello stato del Nevada, presso il lago Mead. Seconda città dello stato, è un importante centro minerario (piombo, oro, tugsteno, magnesio) e commerciale. Importante risorsa è rappresentata dall'allevamento di bestiame. Le industrie presenti sono per lo più alimentari (latticini). Rinomato centro turistico, ha grandi hotel di lusso e moltissime case da gioco. Sede di un'università e del museo statale del Nevada dove sono conservati reperti riguardanti la storia dello stato. Fondata dai mormoni nel 1855, si sviluppò dopo il 1905 quando vi giunse la ferrovia. Nel 1931 venne legalizzato il gioco d'azzardo e nel 1946 venne aperta la prima casa da gioco. 

\Làsa (in ted. Laas) Comune in provincia di Bolzano (3.514 ab., CAP 39023, TEL. 0473). 

\lasàgna, sf. Larga striscia di pasta, in genere all'uovo (usata anche per la preparazione di timballi).   +  
 X   sf. pl. lasagna. 

\làsca, sf. (pl.-che) Pesce d'acqua dolce. 

\Làsca, Antòn Francésco Grazzìni détto il (Firenze 1503-1584) Scrittore italiano. Dopo una giovinezza durante la quale esercitò il mestiere dello speziale, nel 1540 contribuì a fondare l'Accademia degli Umidi, prendendo il soprannome del Lasca. Nel 1582, insieme a Leonardo Salviati, fu poi tra i fondatori dell'Accademia della Crusca. Tra le opere, oltre a numerosi madrigali, sonetti e canzoni, scrisse alcune farse, come Il frate e La giostra, sette commedie (La gelosia, La spiritata, La strega, La pinzochera, La Sibilla, I parentadi, L'arzigogolo) e una raccolta di novelle (Le Cene) sul modello del Decamerone boccaccesco. 

\lascàre, v. tr. 1 Allentare un cavo di manovra. <> cazzare. 2 Lasciare la briglia sul collo del cavallo. 

\Làscari Comune in provincia di Palermo (3.030 ab., CAP 90010, TEL. 0921). 

\Lascaux, gròtta di Grotta naturale che si apre sul margine di in un altopiano al di sopra del corso della Vézère, in Dordogna (Francia), nella quale sono state rinvenute, nel 1940, pitture e incisioni preistoriche risalenti alla cultura maddaleniana del Paleolitico perfettamente conservate. 

\lasciapassàre, sm. invar. Permesso scritto che autorizza l'accesso o il passaggio; autorizzazione, salvacondotto. ~ permesso. 
 X   sm. invar. pass. 

\lasciàre, v. v. tr. 1 Smettere di tenere. ~ mollare. <> stringere. 2 Abbandonare, rinunciare, tralasciare, interrompere. ~ desistere. <> continuare. dovette lasciare il suo paese per non subire persecuzioni. 3 Far rimanere dietro di sé come segno della propria presenza. aveva lasciato un buon ricordo in quella casa. 4 Dare in consegna andandosene. ~ affidare. ha lasciato la sua proprietà ai nipoti. 5 Dimenticare in un luogo. 6 Permettere. ~ consentire. <> proibire. 7 Far rimanere in una certa condizione. lo lasciò a bocca aperta con quella risposta acida
v. rifl. Separarsi. ~ dividersi. 
 X   v. tr. 1 to leave. 2 (abbandonare) to abandon. 3 (lasciare detto) to leave word. 4 (permettere) to let. 5 (fig., lasciar correre) to forget it. v. intr. pron. 1 to part. 2 (smettere) to stop doing. 
 @   lat. laxare, deriv. da laxus allentato. 

\lasciàto, agg. e sm. Nell'industria tessile, relativo a un filo di ordito quando non viene alzato al passaggio della navetta e quindi passa sotto la trama. 

\làscito, sm. Donazione per testamento; eredità, legato. ~ donazione. 
 X   sm. legacy. 
 @   deriv. da lasciare. 

\Lascito Opera di poesia di F. Villon (1456). 

\lascivaménte, avv. In modo lascivo, licenziosamente. ~ dissolutamente. 

\lascìvia, sf. Tendenza alla sensualità licenziosa. ~ depravazione, immoralità. <> purezza, innocenza. 
 @   lat. lascivia, deriv. da lascivus lascivo. 

\lascìvo, agg. Lussurioso, licenzioso, impudico. ~ depravato. <> morigerato. 
 @   lat. lascivus. 

\làsco, agg. e sm. (pl. m.-chi) agg. 1 Non teso. ~ lento. <> stretto. 2 Fiacco. ~ pigro. <> sveglio. 
sm. Gioco tra i pezzi di un meccanismo. 

\làser, sm. invar. Acronimo dell'inglese Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione della luce tramite emissione stimolata di radiazioni). Apparecchiatura costruita per la prima volta nel 1960 dal fisico americano Theodore Maiman, consente di produrre un fascio di luce molto intenso, sottile e a elevata monocromaticità e coerenza: a differenza della luce ordinaria, nella quale sono presenti tutte le lunghezze d'onda e i fotoni non sono in fase, la luce laser presenta una minima dispersione di lunghezza d'onda (frequenza) e tutti i fotoni sono in fase. Quanto detto permette al raggio laser di viaggiare per lunghi cammini senza perdere le proprie qualità di intensità e focalizzazione (il raggio non si apre all'aumentare della distanza dalla sorgente). Ciò rende possibile concentrare in un punto una grande quantità di energia. Le proprietà del laser si basano sull'omonimo effetto, previsto da Einstein: gli atomi della sorgente sono preventivamente eccitati, fornendo energia (pompaggio), e portandone gli elettroni a livelli orbitali superiori; di seguito, l'assorbimento di un fotone avente energia proprio pari a quella del salto orbitale, stimola il ritorno simultaneo e perciò rinforzato di tutti gli atomi della sorgente al livello inferiore. Poiché il salto energetico è uguale per tutti gli atomi, anche le energie (frequenze, lunghezza d'onda e intensità, nonché tempo di emissione) dei corrispondenti fotoni luminosi emessi sono uguali. Il laser è applicato nei più disparati campi, dalla costruzione di interferometri ad alta potenza all'industria metalmeccanica, dai dispositivi per la lettura dei codici a barre ai lettori di compact disc, dalla medicina (interventi sulla retina, microchirurgia dell'occhio, chirurgia oncologica) alla telemetria (misurazione topografica delle distanze), dall'olografia alla produzione delle temperature necessarie per i processi di fusione nucleare. Data l'elevata frequenza delle radiazioni risulta un ottimo supporto per la trasmissione delle informazioni mediante le fibre ottiche. 
 X   sm. invar. 1 laser. 2 (raggio laser) laser beam. 

\laserdoppler, sm. invar. Tecnica che utilizza il laser e il doppler al fine studiare il microcircolo per recuperare informazioni su arterie e vene. Tali informazioni servono sia per eseguire diagnosi sia per i trattamenti chirurgici. 

\laserìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Tecnico esperto nell'installazione, nell'uso e nella manutenzione di apparecchi a laser. 

\laserterapìa, sf. Cura di malattia o malformazioni mediante l'impiego di raggi laser. 

\Lashkar Città dell'India, nel Madhya Pradesh, che forma con Gwalior un'unica entità amministrativa (539.000 ab.). 

\Lasìno Comune in provincia di Trento (1.028 ab., CAP 38076, TEL. 0461). 

\Lasiocàmpidi Famiglia di Insetti Lepidotteri alla quale appartengono farfalle quasi tutte crepuscolari e notturne, di medie e grandi dimensioni, prive di spirotromba, con antenne a forma di doppio pettine e dal corpo corto e peloso. Alcune specie di lesiocampidi sono molto dannose (bombice foglia di quercia, bombice del pino, bombice gallonato), mentre da altre viene ricavata la seta (Borocera madagascariensis). 

\Lasistan Regione storico-geografica, sul mar Nero, suddivisa tra Georgia e Turchia. 

\Lasiti Nomo (71.000 ab.) della Grecia, sull'isola di Creta. Capoluogo H´gios Nikólaos. 

\Lasker, Emmanuel (Berlinchen 1868-New York 1941) Scacchista tedesco. Dal 1894 al 1921 fu campione del mondo. 

\Lasker-Schüler, Else (Wuppertal-Elberfeld 1876-Gerusalemme 1945) Poetessa e scrittrice tedesca. Cresciuta a Berlino a contatto con l'ambiente espressionista, emigrò in Svizzera all'arrivo del nazismo. Nei racconti e soprattutto nelle poesie fuse le tradizioni ebraiche con la cultura tedesca. Da ricordare le Ballate ebraiche (1913), La cupola (1925), Il mio pianoforte azzurro (1943) e in narrativa Il principe di Tebe (1914). 

\Lasnìgo Comune in provincia di Como (401 ab., CAP 22030, TEL. 031). 

\làssa, sf. Coppia o muta di cani tenuta in riserva. 

\Lassalle, Ferdinand (Breslavia 1825-Ginevra 1864) Filosofo e politico tedesco. Socialista e uomo di spicco della sinistra hegeliana, prese parte alla rivoluzione del 1848. Fondò il 23 maggio 1863 l'Associazione generale degli operai tedeschi in cui furono fissati i principi cui attinse nel 1875 il futuro movimento socialdemocratico tedesco ed europeo. Nel 1861 scrisse Il sistema dei diritti acquisiti e nel 1864 Capitale e lavoro

\lassatìvo, agg. e sm. agg. Che ha un'azione purgativa piuttosto blanda. ~ purgativo. 
sm. Farmaco che induce una blanda peristalsi intestinale così da facilitare l'evacuazione. ~ purgante. 
 X   agg. e sm. laxative. 
 @   lat. laxativus, deriv. da laxare sciogliere. 

\Lassen Peak Vulcano (3.187 m) spento degli USA, nella California, all'estremità settentrionale della Sierra Nevada. 

\lassìsmo, sm. Corrente sviluppatasi nell'etica cattolica nel XVII sec. allorché l'obbligo di seguire un principio morale si frammentò in una vasta casistica di comportamenti esteriori cui ci si poteva adeguare per il raggiungimento della salvezza. Tra le varie tendenze, il lassismo si distinse come quella più lassa poiché ammetteva la possibilità di sfuggire alla legge morale nel caso vi fosse una pur debole probabilità che la legge stessa non esistesse. Fu sostenuta principalmente dai gesuiti e tra i suoi rappresentanti si possono annoverare F. Amico, E. Bauny, A. Escobar, V. Filuicci. Attaccato dai giansenisti (tra cui B. Pascal che scrisse le Lettere provinciali nel 1656-1657), fu condannato dai papi Alessandro VII nel 1665 e 1666 e da Innocenzo XI nel 1679. ~ permissivismo, tolleranza. <> rigore, rigidità. 

\lassìsta, agg. Permissivo. 

\lassitùdine, sf. Stanchezza, debolezza. ~ fiacchezza. 

\làsso, agg. e sm. agg. 1 Largo. ~ ampio. 2 Misero. 3 Stanco. ~ spossato. 
sm. Periodo di tempo. ~ arco. 
 X   sm. interval, lapse of time. 

\Làsso, Orlàndo di (Mons 1532-Monaco 1594) Musicista fiammingo. Nel 1544 fu al servizio di Ferdinando Gonzaga, viceré di Carlo V in Sicilia. Dal 1549 al 1552 fu a Napoli, al servizio del marchese G. B. d'Azzia della Terra. Nel 1553 e 1554 fu a Roma, maestro di cappella in San Giovanni in Laterano. Dal 1556 passò al servizio del duca Alberto V di Baviera, del quale divenne maestro di cappella dal 1560. Uomo di mondo, continuamente in viaggio dall'una all'altra capitale europea, fu in grado di assimilare le più disparate esperienze stilistiche. Egli riuscì a fondere in uno stile omogeneo l'antica tecnica del contrappunto con le invenzioni madrigalesche e gli effetti decorativi della scuola veneziana. La sua produzione musicale è di ampiezza impressionante. Sotto la gaia e gioviale esteriorità del suo temperamento, trepidava un'anima in preda al dubbio e all'ansia del divino: una crisi religiosa lo colse verso la metà della sua vita e si accentuò sempre più con gli anni spingendolo a dedicarsi alla musica religiosa senza tuttavia trovarvi la pace. È tra i maggiori polifonisti del XVI sec. Tra le opere 7 Psalmi poenitentiales, 58 Messe, 546 Mottetti a 2-12 voci, 101 Magnificat a 4-6 voci, 32 Inni e 187 Madrigali profani e spirituali (le celebri Lacrime di San Pietro), 146 Chansons, 93 Lieder e 33 Villanesche

\lassù, avv. Là in alto. <> laggiù. 
 X   avv. up there. 

\Lassù qualcuno mi ama Film biografico, americano (1956). Regia di Robert Wise. Interpreti: Paul Newman, Pier Angeli, Everett Sloane. Titolo originale: Somebody up There Likes me 

\Lasswell, Harold Dwight (Donnelson 1902-New York 1978) Sociologo e politologo statunitense. Tra le sue opere, L'analisi del comportamento politico (1947) e Potere e personalità (1948). 

\last, not least, loc. avv. Locuzione inglese tratta dal Giulio Cesare di Shakespeare che significa "ultimo, non infimo". Viene utilizzata per indicare che una cosa, sebbene indicata o posta dopo altre non ne è meno importante. 

\Lastebàsse Comune in provincia di Vicenza (287 ab., CAP 36040, TEL. 0445). 

\lastex, sm. invar. Filo rotondo di lattice di gomma che è rivestito da una spirale tessile. 

\làstra, sf. 1 Pezzo di materiale solido di superficie estesa e limitato spessore. ~ lamina. scivolò su una spessa lastra di ghiaccio. 2 Lastrone. 3 Radiografia. le lastre fotografiche avevano scongiurato quel rischio
 X   sf. 1 (pietra) slab. 2 (metallica) plate. 3 (ghiaccio) sheet. 
 @   etimo incerto. 

\Làstra a Sìgna Comune in provincia di Firenze (17.416 ab., CAP 50055, TEL. 055). Centro industriale (prodotti dell'abbigliamento, calzaturieri e chimici), dell'artigianato della paglia e della ceramica. Vi si trovano la chiesa di San Martino, del XIV sec., e mura di recinzione. Gli abitanti sono detti Lastrigiani o Lastrensi

\lastricàre, v. tr. Rivestire, pavimentare con lastre di pietra. ~ pavimentare. <> disselciare. 
 @   deriv. da lastrico. 

\lastricàto, agg. e sm. agg. Che è rivestito. 
sm. Lastrico. ~ selciato. 
 X   sm. paving. 

\lastricatóre, sm. (f.-trìce) Operaio addetto alla lastricatura. 

\lastricatùra, sf. Atto, effetto del lastricare. 

\làstrico, sm. (pl.-chi o-ci) 1 Pavimentazione stradale con lastre di pietra. ~ lastricato. 2 Strada come simbolo di miseria. 
 @   lat. volg. astracus, dal greco òstraka cocci. 

\lastróne, sm. Grande lastra. 

\lat Sigla di latitudine. 

\Latacunga Città (56.000 ab.) dell'Ecuador, capoluogo della provincia di Cotopaxi. 

\Latakia Città (197.000 ab.) della Siria, sulla costa del mar Mediterraneo. Capoluogo del distretto omonimo. 

\lataménte, avv. Ampiamente. ~ assai. 

\latèbra, sf. 1 Nascondiglio. 2 Profondità segreta. 

\Latemàr Massiccio montuoso delle Dolomiti, tra le valli di Fiemme, d'Ega e Gambis e il passo di Costalunga. Vetta più elevata il Cimon del Latemàr (2.846 m). 

\latènte, agg. 1 Che è nascosto, celato. ~ riposto. <> visibile. 2 Potenziale. ~ virtuale. <> reale, effettivo. 
 @   lat. latens,-entis, p.pres. di latere stare nascosto. 

\latenteménte, avv. In modo latente. 

\latènza, sf. Condizione di ciò che è latente. 

\Làtera Comune in provincia di Viterbo (1.150 ab., CAP 01010, TEL. 0761). 

\lateràle, agg. e sm. agg. 1 Posto di fianco. rimessa laterale, rimessa in gioco dal punto in cui è uscita la palla. 2 Secondario. <> principale. si trattava solo di questioni laterali, di nessuna urgenza. 3 Accessorio. ~ marginale. <> principale. 4 Detto di consonante occlusiva per la cui articolazione il contatto fra la lingua e il palato avviene soltanto al centro del canale orale, mentre l'aria fuoriesce soltanto da un lato. 
sm. Nel calcio, il mediano. 
 X   agg. side, lateral. 
 @   lat. lateralis, deriv. da latus,-eris fianco. 

\lateralità, sf. 1 Posizione di ciò che è laterale. 2 Uso preferenziale di un lato del corpo. 

\lateralménte, avv. 1 Di lato. 2 Dai fianchi, dai lati. 

\lateranènse, agg. Che si riferisce alla basilica romana di San Giovanni in Laterano. 
Concili lateranensi 
Serie di cinque concili ecumenici della chiesa cattolica indetti presso la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Il primo (1123) pose fine alla lotta per le investiture, approvando il concordato di Worms; il secondo (1139) condannò lo scisma dell'antipapa Anacleto II; il terzo (1179) fissò le norme per il conclave; il quarto (1215) e più importante perché regolò la vita della chiesa per tutto il basso medioevo, condannò Gioacchino da Fiore, affrontò i rapporti con la chiesa d'oriente, tracciò le regole dei doveri dei vescovi, perseguì la lotta all'eresia; il quinto (1512-1517) cercò, senza peraltro riuscirvi, di riformare internamente la chiesa cattolica. 
Patti lateranensi 
Accordi stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e il regno d'Italia che posero fine al contenzioso della questione romana sorto con la presa di Roma del 1870. Sono costituiti da un trattato politico e da un concordato ecclesiastico. Nel primo venne creato lo stato sovrano della Città del Vaticano con il riconoscimento del regno d'Italia con Roma come capitale da parte della Santa Sede; con il secondo venne stabilita la posizione della chiesa cattolica in Italia. Tra le varie affermazioni venivano riconosciuti gli effetti civili al matrimonio canonico e l'importanza dell'insegnamento della religione nelle scuole. I patti lateranensi sono stati modificati dal nuovo concordato terminato il 18 febbraio 1984. 

\Laterìna Comune in provincia di Arezzo (3.310 ab., CAP 52020, TEL. 0575). 

\laterìte, sf. Suolo particolarmente ricco di ematite (ossido di ferro) e di gibbsite (ossido di alluminio) derivato da rocce cristalline ricche di ferro, in cui la silice è quasi del tutto scomparsa. Di colore rosso bruno o rosso vivo, si forma nelle regioni a clima caldo. 
 @   lat. later-eris mattone. 

\laterìzio, agg. e sm. agg. Di terracotta. 
sm. Materiale da costruzione di argilla lavorata e cotta. 
 X   sm. perforated brick. 
 @   lat. latericius, deriv. da later.-eris mattone. 

\laterizzazióne, sf. Trasformazione di un suolo in laterite. 

\laterodorsàle, agg. Relativo a un lato del dorso. 

\lateroflessióne, sf. Deviazione laterale di un organo rispetto all'asse mediano. 
Lateroflessione uterina 
Deviazione laterale del corpo dell'utero sul collo. 

\lateropulsióne, sf. In neurologia, disturbo dell'equilibrio in cui il malato tende a pendere verso un lato. 

\lateroversióne, sf. Situazione patologica di un organo nella quale lo stesso risulta inclinato lateralmente rispetto alla posizione normale. 

\Latèrza (geografia) Comune in provincia di Taranto (14.505 ab., CAP 74014, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di mandorle, barbabietole e cereali) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano un castello del XIV sec. e la chiesa di San Lorenzo, del XV sec. Gli abitanti sono detti Laertini

\Latèrza (casa editrice) Casa editrice che venne fondata a Bari da Giovanni Laterza (1873-1943) nel 1901 a partire dall'azienda artigianale di Putignano appartenente al fratello Vito. 

\Latèrza, Giovànni (Putignano 1873-Bari 1943) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Luigi e Vito dell'omonima casa editrice. 

\Latèrza, Luìgi (Putignano 1875-Bari 1927) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Vito e Giovanni dell'omonima casa editrice. 

\Latèrza, Vìto (Putignano 1867-Bari 1935) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Luigi e Giovanni dell'omonima casa editrice. 

\latet anguis in erba, loc. avv. Espressione latina di Virgilio che significa "un serpente sta nascosto nell'erba". Viene usata per indicare un pericolo nascosto. 

\Latiàno Comune in provincia di Brindisi (15.592 ab., CAP 72022, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di olivi e viti) e industriale (prodotti alimentari e meccanici). Vi si trova il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari. Gli abitanti sono detti Latianesi

\làtice, sm. Altra denominazione del termine lattice che viene preferita nel linguaggio botanico. 

\laticlàvio, sm. 1 Larga striscia di stoffa colorata che faceva da bordo a un drappo. 2 Dignità e titolo di un senatore. 

\latifòglio, agg. Che ha foglie piatte e larghe. 

\latifondìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Proprietario di un latifondo. 

\latifóndo, sm. Vasta proprietà terriera; fondo, potere. ~ tenuta. 
 X   sm. large estate. 
 @   lat. latifundium, comp. da latus esteso + fundus podere. 
Il latifondo è caratterizzato da colture sporadiche di tipo estensivo a bassa intensità o addirittura incolte, in alternativa al pascolo; latitanza o totale mancanza di strutture per la trasformazione del fondo, di impianti di irrigazione, di fabbricati rustici; manodopera utilizzata principalmente per compiti di sorveglianza. Formatosi durante l'epoca romana, si rafforzò verso la fine del medioevo per stabilizzarsi con l'avvento dei rapporti feudali; in genere erano di proprietà nobiliare o ecclesiastica. In Europa scomparve progressivamente a partire dal XIX sec. grazie ai regimi liberal-borghesi e alla nuova concezione capitalistica nella gestione delle campagne. Non riuscì però a prendere piede nei paesi più arretrati dal punto di vista agricolo e sociale quali la Spagna, l'Italia, i Balcani, l'Europa orientale (in particolare la Russia) e l'America Latina. In Italia, tramite bonifiche e leggi, vennero intrapresi, da parte di alcuni papi, tentativi per superarlo, ma furono sempre osteggiati dalle esistenti strutture feudali. Solo nel secondo dopoguerra grazie alla riforma agraria del 1950 il latifondo meridionale scomparve del tutto. 

\latin lover, loc. sost. m. invar. L'uomo dei paesi latini che ritiene di apparire o appare dotato di particolare fascino agli occhi della donna straniera; dongiovanni, casanova, playboy, rubacuori. ~ seduttore. 

\Latìna Città capoluogo di provincia del Lazio (106.000 ab., CAP 04100, TEL. 0773), altezza 21 m, nell'Agro Pontino. Sorta in un'area bonificata nel 1932 con il nome di Littoria, poi rinominata nel 1945, è passata da centro prettamente agricolo a fornitore di attività terziarie (commercio e servizi pubblici) e industriali (metalmeccaniche, tessili, chimiche, alimentari, vetrarie e del tabacco). 
Provincia di Latina 
(2.251 km2, 480.000 ab.) Il territorio si estende tra la costa tirrenica e i monti Lepini, Ausoni e Aurunci e comprende la pianura pontina; sono incluse anche le isole dell'arcipelago Ponziano, Ponza e Ventotene. L'agricoltura rappresenta la ricchezza principale con la produzione di ortaggi, cereali, barbabietole da zucchero, tabacco, cotone, frutta, agrumi e olive; meta turistica sono le località di Gaeta, Formia e Terracina e il Parco nazionale del Circeo. 

\latinaménte, avv. Dal punto di vista latino. 

\latineggiànte, agg. Che ha forme o modi simili ai latini. 

\latineggiàre, v. intr. 1 Seguire l'uso latino. 2 Usare locuzioni, parole o costrutti latini. 

\Latìni, Brunétto (Firenze 1220-Firenze 1294) Letterato e scrittore guelfo ricordato da Dante come maestro (Inferno XV). Scrisse in lingua d'oil il testo enciclopedico Il tesoro e in italiano i componimenti in doppi settenari Tesoretto e Favoletto; volgarizzò in prosa italiana ne La retorica parti dell'opera di Cicerone.   +  

\latinìsmo, sm. Elemento linguistico di origine e derivazione latine entrato in un'altra lingua. 

\latinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Esperto di lingua, cultura e letteratura latina. 

\latinità, sf. 1 L'essere latino. 2 Mondo e cultura latina. 

\latinizzàre, v. v. tr. 1 Rendere latino un popolo per lingua e cultura. 2 Modificare una parola dandone forma o terminazione latina. 
v. intr. Latineggiare. 
v. intr. pron. Assumere modi, lingua e costumi latini. 

\latinizzazióne, sf. Atto, effetto del latinizzare. 

\latìno, agg. e sm. agg. 1 Del Lazio antico. 2 Dei popoli e delle culture neolatine 3 Vela latina: vela di taglio triangolare, tipica, da secoli, dei leudi e di molti altri tipi di imbarcazioni del Mediterraneo.
sm. 1 Nativo, abitante del Lazio antico. 2 Lingua delle antiche popolazioni latine. 
 X   agg. e sm. 1 Latin. 2 (vela latina) lateen, latin-rig.
 @   lat. Latinus, deriv. da Latium Lazio. 
Lingua parlata dagli antichi romani appartenente al ceppo delle lingue indoeuropee. Presenta numerose affinità e analogie sia con gli idiomi osco-umbri che con quelli ausonico-siculi in seguito ai contatti tenuti fra il 1000 e il 500 a. C. In epoche successive anche gli etruschi lasciarono traccia del loro influsso, anche se le maggiori e più profonde impronte vennero lasciate dai greci (per esempio l'alfabeto ricalca quello di tipo occidentale della colonia calcidese di Cuma). Il greco rappresenta la sorgente di arricchimento della lingua dotta (II sec. a. C.), mentre vanno sempre più assimilandosi forme tipiche del parlato popolare e familiare. Con l'estendersi dell'impero tali forme si presentano in maniera sempre più differente nelle varie aree, tanto da dissolversi sotto l'incalzare delle invasioni barbariche e sfociare nelle prime lingue romanze. 
Letteratura latina 
Dalla fondazione di Roma fino all'età di Appio Claudio, non esistono altri documenti se non quelli linguistici. I più antichi sono le iscrizioni sulla fibbia d'oro ritrovati a Preneste sul vaso di Dueno sul cippo del Foro romano. Le prime forme di poesia sono segnalate in antichissime preghiere che fanno parte dei frammenti delle leggi delle dodici tavole. I migliori brani delle poesie delle origini si trovano nelle saturae, nei fescennini e nelle atellane. L'inizio vero e proprio della letteratura latina è da datarsi nel periodo in cui vennero tradotti i capolavori della poesia greca da personaggi bilingui: la traduzione dell'Odissea a opera del tarantino Livio Andronico (290-205 a. C.), le prime tragedie e commedie a opera del campano Nevio (275-201 a. C.) e il primo poema epico a cura del calabrese Ennio (239-169 a. C.). La generazione successiva (prima metà del II sec. a. C.) fu contraddistinta dalle palliate di Plauto e dai poeti del circolo degli Scipioni, cui apparteneva Ennio che, sempre sotto l'influsso ellenico, propugnò un genere di cultura aristocratico. Al circolo appartenevano anche lo storico Polibio e il filosofo Oanezio, entrambi greci. Sempre scipionico era Catone il Censore che, al contrario, vedeva nella cultura greca un pericolo per i costumi romani. Alla seconda generazione scipionica appartenevano Terenzio (ricordato come il poeta delle classi colte) e Lucilio (che valorizzò e migliorò la satira). Sempre ai tempi di Ennio risale un genere chiamato annalistica che utilizza le documentazioni precise dei pontefici per risalire alla storia di Roma: mentre queste erano state prevalentemente scritte in greco, con Catone il Censore (234-149 a. C.) nasce una storiografia in lingua latina. L'influsso esercitato dall'estetica alessandrina sulla poesia greca si ripercuote all'inizio del I sec. a. C. portando alla nascita del circolo dei poeti novi o neoteroi tra i quali emerse Catullo. Prestigioso esempio isolato fu Lucrezio che nel De rerum natura dedicò a Epicuro una memorabile testimonianza. In quest'epoca risaltano due importanti figure di storici: Giulio Cesare e Sallustio che descrissero esaurientemente le lotte tra l'aristocrazia e le forze democratiche emergenti. La conseguente fine della repubblica ha in Cicerone (106-43 a. C.) il più rilevante commentatore. Egli sistema la retorica ed elabora il modello del cives romano, attingendo ai valori della tradizione di Roma e alla tradizione greca, completandone l'influsso sulla letteratura latina. Contemporaneamente Cesare (100-44 a. C.) compila i Commentarii autobiografici che si inquadrano nel genere storiografico. Con l'ingresso nell'età augustea con Ottaviano (63 a. C.-14 d. C.) viene fornito nuovo impulso a tutte le forme d'arte; intorno a Mecenate (70?-4 a. C.) si riuniscono poeti e scrittori di indubbia fama come Virgilio (70-19 a. C.) che decantò nell'Eneide la fama romana, Orazio (65-8 a. C.) e lo storico Tito Livio (59 a. C.-17 d. C.). Tibullio (55?-18 a. C.) e Properzio (49-16 a. C.) rinvigoriscono la forma di poesia detta elegia, di cui Ovidio (43 a. C.-17 d. C.) rappresenta l'ultimo esponente di spicco. Nel periodo che va da Tiberio a Nerone non si ha una vera forma di poesia, ma solo le Favole di Fedro (20? a. C.-50? d. C.) e le Satire di Persio Flacco (34-62 d. C.). È invece la prosa che, grazie a Seneca (4 a. C.-65 d. C.) e Petronio (Satyricon), ebbe in questo periodo maggior fortuna. Nel successivo periodo dei Flavi si distinguono Plinio il Vecchio (ricercatore e profondo conoscitore in ogni campo del sapere), il retorico Quintiliano, Plinio il Giovane, i poeti epici Stazio e Valerio Flacco e in campo satirico Marziale (40?-104?): famosi sono i suoi epigrammi. Tra il I e il II sec. le figure di maggiore rilievo sono lo storico Tacito e Giovenale (acuto analizzatore della corruzione nel mondo). Nel periodo degli Antonini la letteratura perde vigore; unico esempio di fulgido talento è Apuleio (125-170 ca) le cui Metamorfosi sono l'unico romanzo che è pervenuto integralmente fino ai giorni nostri. Fino alla letteratura latino cristiana ci si trascina stancamente attraverso i secoli (da ricordare gli storici Svetonio e Ammiano Marcellino e i poeti Ausonio e Rutilio Namaziano). Il principale esponente è Tertulliano, ma il periodo migliore è rappresentato dalla Patristica, che va dalla fine del IV alla prima metà del V sec., con Ambrogio, Girolamo e Agostino (il più fecondo di tutti gli autori dell'ultima latinità). Nei secoli successivi si ha in Spagna, in Francia, in Inghilterra e in Italia un susseguirsi di movimenti che approfondiscono talora la filosofia, a volte la teologia (Bacone, Tommaso d'Aquino, Bonaventura da Bagnorea) fino alla lirica profana. Quando, alla fine del Duecento le forme d'arte sfociano nei primi dialetti volgari, il latino rimarrà solo la lingua dotta degli umanisti, dei documenti ufficiali e della chiesa. 

\Latìno Personaggio mitologico, eroe eponimo dei latini. Per Virgilio fu figlio di Fauno e padre di Lavinia. 

\latìno-americàno, agg. e sm. agg. Dell'America Latina. 
sm. Nativo, abitante dell'America Latina. 

\Latisàna Comune in provincia di Udine (11.015 ab., CAP 33053, TEL. 0431). Centro industriale (prodotti dell'edilizia e meccanici) presso il fiume Tagliamento. Nel duomo si trova una Pala d'altare, del 1567, di P. Veronese. Gli abitanti sono detti Latisanesi o Latisanotti

\latitànte, agg., sm. e sf. agg. 1 Che si nasconde; contumace. ~ fuggiasco. 2 Assente, inattivo. ~ disinteressato. <> partecipe. 
sm. e sf. Persona che sottrae alla giustizia e si nasconde¤. ¤~ clandestino. 
 X   agg. absconding. sm. e sf. absconder, fugitive. 

\latitànza, sf. 1 Stato, condizione di chi è latitante. ~ clandestinità. 2 Disinteresse, assenza, immobilismo. <> presenza. 

\latitàre, v. intr. Restare nascosto. ~ nascondersi. 

\latitudinàle, agg. Relativo alla latitudine. 

\latitudinalménte, avv. Dal punto di vista latitudinale. 

\latitudinàrio, agg. e sm. Che, chi professa teorie religiose caratterizzate dalla tendenza a estendere la salvezza per il genere umano. 

\latitùdine, sf. 1 Nel sistema di coordinate geografiche, rappresenta la distanza angolare (misurata in gradi, minuti, secondi) di un punto dall'equatore (latitudine 0°) lungo il meridiano passante per quel punto. 2 Estensione in larghezza. 
 X   sf. latitude. 
 @   lat. latitudo,-inis, deriv. da latus largo. 
Si distingue in latitudine nord nell'emisfero settentrionale e latitudine sud in quello meridionale. Determina il clima e le condizioni ambientali. 
Latitudine celeste 
Una delle coordinate eclittiche, insieme alla longitudine; è anche l'arco di circolo di latitudine di un astro compreso tra l'eclittica e l'astro stesso. 
Latitudine galattica 
In un sistema di coordinate galattiche è la misura della distanza angolare tra un astro e il piano equatoriale della galassia. 

\làto, agg. e sm. agg. largo (usato di solito con nomi quali "senso, significato, …) ~ ampio. <> proprio, stretto. interpretare una regola in senso lato, senza seguire esattamente il significato letterale. 
sm. 1 Segmento di retta che unisce due vertici consecutivi di un poligono. 2 Parte destra o sinistra di un corpo; faccia, fianco, parte, sponda. ~ versante. il lato destro dell'edificio aveva subito molti danni. 3 Punto di vista. ~ aspetto. non riusciva a vedere la questione da altro lato che non fosse il suo. 4 Faccia di una moneta. 
 X   agg. broad, wide. sm. 1 side. 2 (fig.) aspect. 
 @   lat. latus,-eris

\lato sensu, loc. avv. Locazione latina che significa "in senso lato". 

\latomìa, sf. Cava di pietra riutilizzata poi come prigione. 

\Latòna Personaggio mitologico, dea romana, identificazione della greca Leto. 

\latóre, sm. (f.-trìce) Chi adempie all'incarico di portare o recapitare qualcosa a qualcuno. ~ messaggero. 
 X   sm. bearer. 

\Latour, Maurice-Quentin de (St-Quentin 1704-1788) Pittore francese. Tra le opere Ritratto di Madame de Pompadour (1755, Parigi, Louvre). 

\latràre, v. intr. 1 Abbaiare con insistenza. ~ ringhiare. 2 Gridare forte; urlare, sbraitare. ~ strillare. 
 X   v. intr. to bark. 
 @   lat. latrare. 

\latràto, sm. L'abbaiare intenso. 

\latrìa, sf. Forma di culto esterno, in cui il fedele si comporta come il servo del suo dio. 

\latrìna, sf. 1 Locale fornito di impianti igienici. ~ gabinetto. 2 Apparecchio sanitario destinato all'eliminazione dei rifiuti organici umani mediante sistemi ad acqua. 2 Fogna. ~ cloaca. 
 X   sf. public lavatory. 

\latrocìnio, sm. Furto con inganni e furberia. ~ ruberia. 

\Latrònico Comune in provincia di Potenza (5.507 ab., CAP 85043, TEL. 0973). 

\làtta, sf. 1 Sottile lamiera di ferro ricoperta su ambe le facce di uno strato di stagno. 2 Recipiente di latta, barattolo. ~ lattina. 
 X   sf. tin, can. 
 @   lat. mediev. latta. 

\lattàio, sm. Venditore di latte. 
 X   sm. milkman. 

\lattàme, sm. Denominazione generica delle ammidi interne cicliche formate da alcuni amminoacidi, caratterizzate dal gruppo-NHCO-collegato alla parte restante della molecola. 

\lattànte, agg. e sm. agg. 1 Di bambino o piccolo mammifero che ancora prende il latte. 2 Inesperto, esordiente, novellino. ~ pivello. <> esperto. 
sm. Il bambino nel primo anno di vita; neonato, bombo. ~ poppante. 
 X   agg. unweaned. sm. suckling, unweaned baby. 

\Lattàri Monti di origine calcarea della Campania, nella Penisola Sorrentina, tra il Golfo di Napoli e di Salerno, collegati all'Appennino dalla sella di Cava dei Tirreni. Vetta più elevata il monte Sant'Angelo (1.444 m). 

\Lattàrico Comune in provincia di Cosenza (4.160 ab., CAP 87010, TEL. 0984). 

\lattàrio, sm. Fungo (noto anche come lattario vellutato, Lactarius vellereus) della famiglia delle Russulacee e della classe dei Basidiomiceti. Non commestibile. 

\lattàsi, sf. Enzima capace di idrolizzare il lattosio in glucosio e galattosio che è presente nella mucosa dell'intestino. ~ β-galattossidasi. 

\lattàto, sm. Sale dell'acido lattico. I lattati sono composti solidi solitamente non cristallizzabili. Il lattato di sodio può essere utilizzato come antidiarroico e come eupeptico. Il lattato di zinco permette di preparare l'acido lattico puro (per decomposizione tramite acido solforico diluito). 

\lattazióne, sf. 1 Processo di secrezione del latte dalla mammella dopo il parto. 2 Produzione di latte di una mucca in un anno. 
 X   sf. lactation. 
• Nel caso umano, la lattazione si svolge in tre fasi. (1) formazione di colostro; (2) lattogenesi o montata lattea (inizio della produzione lattea), poco ore dopo il parto, che non dipende dallo stimolo dato dalla suzione del capezzolo dal parte del neonato, ma da fattori ormonali; (3) galattopoiesi, legata soprattutto alla suzione da parte del neonato. La secrezione lattea raggiunge il suo massimo (quasi 1 litro al giorno) intorno al 3º-4º mese.

\làtte, sm. 1 Liquido bianco dolce e nutriente secreto dalle ghiandole mammarie delle femmine dei Mammiferi dopo il parto. 2 Liquido lattiginoso di origine vegetale. 
 X   sm. 1 milk. 2 (a lunga conservazione) long-life milk. 3 (detergente) cleansing milk. 
 @   lat. lac, lactis. 
Il latte rappresenta l'alimento fondamentale dei neonati nel loro primo periodo di vita. È costituito da un'emulsione di grassi e acqua in cui sono disciolte proteine (caseina, lattoalbumina, lattoglobulina), sali minerali (cloruri, fosfati), vitamine (A, B1, B2, C, D, PP), zuccheri (lattosio, glucosio), enzimi e anticorpi preposti all'immunità del lattante. Il rapporto dei vari componenti varia a seconda della specie del Mammifero, della sua età, del momento della lattazione, del suo stato di salute ecc. La produzione ha inizio dopo il parto quando l'ipofisi stimola la secrezione della prolattina. Poiché mancano il ferro e alcune vitamine, non si può considerare il latte di vacca come alimento completo, nonostante il suo valore alimentare. 
Latte fermentato o yogurt 
Si ottiene unendo al latte bollito e raffreddato a 45-50 °C colture fermentanti che lo coagulano. 
Latte in polvere 
Può essere essiccato a caldo o a freddo, a pressione normale o sottovuoto; viene utilizzato per l'industria alimentare e per l'allattamento artificiale. 
Latte magro o scremato 
Mancante di tutto o parte del grasso, si usa per ottenere formaggi magri e nell'alimentazione di epatici e dispeptici. 
Latte omogeneizzato 
Trattato per la riduzione dei globuli di grasso. 

\Lattèa, vìa => "Via Lattea" 

\lattemièle, sm. 1 Panna montata. 2 Situazione o cosa molto piacevole. 

\làtteo, agg. 1 A base di latte. 2 Relativo alla febbre che compare durante la montata lattea. 3 Che è simile al latte. ~ lattiginoso. un liquido latteo cominciò a fuoriuscire. 4 Bianco, candido, immacolato. ~ eburneo. aveva un colorito latteo
 @   lat. lacteus

\latterìa, sf. 1 Negozio dove si vendono o si consumano il latte e i suoi derivati. 2 Stabilimento dove si lavora il latte per la produzione del burro o del formaggio. 3 Locale per il deposito del latte usato per la produzione di burro o formaggio. 
 X   sf. dairy. 

\latterìno Piccolo pesce d'acqua dolce e marina appartenente alla famiglia Atherinidae. Chiamato anche "acquadella". Ottimo nella frittura, in carpione, come condimento della pasta o in zuppa con le patate.   +  

\lattescènte, agg. Di aspetto simile al latte. 

\lattescènza, sf. Caratteristica di ciò che è lattescente. 

\làttice, sm. Liquido di colore biancastro contenuto nei canali lattiferi di alcune piante (Composite, Euforbiacee, Moracee, Papaveracee ecc.), costituito solitamente da una sospensione di resine e grassi in acqua. Da esso si possono ottenere diversi composti quali caucciù, guttaperca e oppio utilizzati sia in medicina che nell'industria. 
• In matematica un lattice (o reticolo) è un insieme con due operazioni binarie Λ e V che sono commutative, associative e tali che  aΛ(aVb) = aV(aΛb) = a. Ad esempio, l'insieme dei numeri naturali è un reticolo in riferimento al minimo comune multiplo e al massimo comun denominatore     +     +  
 X   sm. 1 (liquido) latex. 2 (mat.) lattice.

\latticèllo, sm. Liquido che rimane nella Zangola dopo la sbattitura e l'estrazione della crema di un latte inacidito. 

\latticìno, sm. Scorzonera. 
 X   sm. pl. dairy products. 

\làttico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al latte. 2 Che produce acido lattico. 

\lattièra, sf. 1 Recipiente per servire a tavola il latte caldo. 2 Recipiente per il latte appena munto. 3 Fabbrica di latta. 
 X   sf. milk jug. 

\lattièro, agg. Che concerne la lavorazione, la produzione e la vendita del latte. 

\lattìfero, agg. 1 Che ha o produce latte. 2 Che porta il latte. 3 Detto di pianta che geme lattice se recisa. 

\lattiginóso, agg. 1 Simile al latte per colore; alabastrino, opalescente. ~ latteo. <> trasparente. 2 Che produce lattice. 3 Di cielo, annebbiato, nuvoloso. ~ opaco. <> terso. 
 X   agg. milky. 

\lattìme, sm. Crosta lattea. 

\làttimo, sm. Tipo di vetro di colore bianco opaco, simile alla porcellana cinese che viene prodotto nelle fabbriche veneziane. Viene ottenuto aggiungendo biossido di stagno, piombo e silicati alla miscela vetrificabile. 

\lattìna, sf. 1 Piccolo recipiente ermeticamente chiuso destinato a contenere specificamente prodotti alimentari come bibite; contenitore, barattolo, latta. ~ scatoletta. 2 Piccola imbarcazione di alluminio. 
 X   sf. tin, can. 
 @   dimin. di latta. 

\lattodensìmetro, sm. Strumento atto ad analizzare la densità del latte e di risalire al suo tenore in sostanze grasse. 

\lattòne 1 In chimica organica, è un  →  estere  →  ciclico, formato dalla esterificazione di un gruppo alcolico ed uno carbossilico (ossia si forma quando un alcol ed un acido carbossilico, presenti nella stessa molecola, reagiscono fra loro); alcuni lattoni costituiscono antibiotici, altri sono usati in profumeria, …
2  →  "lattonzolo" 

\lattonière, sm. Stagnaio. ~ stagnino. 
 @   deriv. da latta. 

\lattónzolo, o lattònzo, sm. 1 Animale che prende ancore il latte. 2 Giovanetto ingenuo. 

\lattoscòpio, sm. Apparecchio atto a determinare la percentuale di sostanza grassa contenuta nel latte in base al suo grado di opacità. 

\lattòsio, sm. Disaccaride costituito da galattosio e glucosio contenuto nel latte, usato come eccipiente ed edulcorante e nell'alimentazione dei bambini. 

\lattosurìa, sf. Espulsione di lattosio con le urine. Si osserva spesso negli ultimi giorni di gravidanza e durante il puerperio. 

\Lattre de Tassigny, Jean de (Mouilleron-en-Pareds 1889-Parigi 1952) Generale francese. Aderì alla Francia libera di De Gaulle durante la seconda guerra mondiale e a nome di questa firmò la resa tedesca a Berlino. Dal 1952 fu al comando delle forze francesi in Indocina. 

\Lattuàda, Albèrto (Milano 1914-Roma 2005) Regista cinematografico. Per i soggetti dei suoi lavori cinematografici, ha attinto frequentemente alla letteratura, come in Giacomo l'idealista (1942, dal romanzo di Emilio De Marchi). Il bandito (1946), Il cappotto (1952, dall'opera omonima di N. Gogol), La steppa (1962, dall'opera di A. Cechov), Cuore di cane (1976, da M. Bulgakov). Il secondo filone della sua ispirazione riguarda episodi di costume, come Il mafioso (1962), Le farò da padre (1974), Oh, Serafina! (1976), La cicala (1980). Per la televisione ha realizzato Cristoforo Colombo (1985). 

\lattucàrio, sm. Droga avente una debole azione ipnotica e sedativa che si ricava dal lattice di Lectuca vibrosa

\lattùga, sf. Pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Composite. Ha foglie larghe a rosetta ed è coltivata per insalate. Diverse sono le varietà: rossa, cappuccina, romana e crespa. 
 X   sf. lettuce. 
 @   lat. lactuca, deriv. da lac, lactis
Lattughe ripiene   +  

\Lau Isole (16.000 ab.) del gruppo delle Figi, nell'oceano Pacifico. 

\Laubeuf, Maxime-Alfred (Poissy, Seine-et-Oise 1864-Cannes 1939) Ingegnere francese. Realizzò per primo (1904) un sommergibile speciale, denominato Narval, dotato di doppio scafo e di due motori (un motore tradizionale per la navigazione superficiale e un motore elettrico per la navigazione in immersione) 

\Làuco Comune in provincia di Udine (1.114 ab., CAP 33020, TEL. 0433). 

\Laud, William (Reading 1573-Londra 1645) Ecclesiastico anglicano. Dal 1633, quale arcivescovo di Canterbury, si sforzò di restaurare la chiesa anglicana combattendo cattolici, puritani e altri dissidenti. Venne arrestato e condannato a morte durante la rivolta del lungo parlamento

\làuda, sf. (pl.-e o-i) 1 Componimento in lode di Dio o dei santi, usato nel XIII sec., cantato in coro. 2 Lode. 
 @   lat. laus, laudis. 
Solitamente anonima, la lauda resse fino al XV sec. quando fu utilizzata da poeti colti come Feo Belcari e Lorenzo il Magnifico. Nella struttura che si sviluppa dal monologo alla forma dialogata si è voluta vedere la nascita del teatro volgare. Differente per originalità e drammaticità da tutto il resto della produzione è da ricordare la famosa lauda di Iacopone da Todi Donna de Paradiso

\Lauda, Niki (Vienna 1949-) Pilota automobilistico austriaco. Fu campione mondiale di Formula 1 nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la MacLaren. 

\làudano, sm. Termine risalente a Paracelso che indica una preparazione officinale di oppio che contiene l'1% di morfina. Può essere somministrato per via orale con funzioni sedative e antidiarroiche oppure utilizzato come analgesico per applicazioni cutanee. 

\laudàrio, sm. Raccolta di laudi. 

\laudatio funebris, loc. sost. f. invar. Nella Roma antica, discorso pronunciato durante i funerali di un cittadino benemerito o nobile solitamente dal parente più prossimo. 
 @   espressione latina che significa lode funebre. 

\laudatìvo, agg. Che serve a lodare. ~ apologetico, elogiativo. <> denigratorio, detrattorio. 

\laudator temporis acti, loc. avv. Espressione latina usata da Orazio che significa "colui che loda il tempo passato". Indica l'atteggiamento di coloro i quali esaltano acriticamente il passato ritenendolo migliore del presente. 

\laudatòrio, agg. Di lode. 

\làude, sf. Elogio, plauso. ~ lode. 

\Laude Composizioni poetiche di Iacopone da Todi (XIII-XIV). Secondo la tradizione, Iacopo dei Benedetti condusse vita mondana fino alla morte della moglie, avvenuta per il crollo del pavimento durante una festa, e poi entrò nell'ordine dei frati minori francescani. Gli sono attribuite con sicurezza 92 laude. La visione della vita che emerge dalle composizioni è inizialmente ispirata a un pessimismo costante. Con un linguaggio molto forte insiste ossessivamente sull'infelicità della condizione umana, sul rifiuto della vita sociale che richiama precedenti biblici. La liberazione dal mondo si realizza con l'ascesi, il digiuno e le privazioni. Nelle ultime composizioni l'atmosfera si rasserena nel raggiungimento di una realtà superiore fatta di luce e di amore divino. 

\laudèmio, sm. Tributo medievale simile all'odierna imposta di successione. 

\laudése, sm. 1 Termine che un tempo veniva utilizzato per indicare un autore o un esecutore di laudi sacre. 2 Membro di confraternite religiose la cui attività principale consisteva nel cantare laudi sacre a Dio. 

\Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi Opera di poesia di G. D'Annunzio (1903-1912). 

\Laue, Max von (Pfaffendorf 1879-Berlino 1960) Fisico tedesco. Compì importanti studi sui raggi X e ne elaborò una teoria della diffrazione mediante cristalli. Nel 1914 fu insignito del premio Nobel. 

\Laughlin, James Laurence (Deerfield, Ohio 1850-Jaffrey, New Hampshire 1933) Economista statunitense. Svolse l'attività di docente alla Cornell University e diresse il Jounal of Political Economy (1892-1930). Tra le opere, Principles of Money (1902) e Money and Prices (1919). 

\Laughton, Charles (Scarborough 1899-Hollywood 1962) Attore e regista britannico interpretò in teatro ruoli drammatici. Da ricordare, Le sei mogli di Enrico VIII (1933, per cui ricevette l'Oscar), L'ammutinamento del Bounty (1935), Hobson il tiranno (1954), Spartacus (1960); ha diretto La morte corre sul fiume nel 1955. 

\Lauguedoc-Roussillon Regione (2.115.000 ab.) amministrativa della Francia, al confine con la Spagna e con Andorra. Capoluogo Montpellier. 

\launèddas, sf. pl. Strumento aerofono sardo formato da tre tubi di canna di bambù muniti di un'ancia battente. 

\Lauràcee Famiglia di piante aromatiche, arbustacee o arboree, tropicali o subtropicali, in prevalenza sempreverdi, appartenenti all'ordine delle Policarpiche. Le lauracee includono numerose piante utili che forniscono legno, principi chimici oppure frutti commestibili. 

\Lauràna, Francésco (La Vrana, Zara, ca. 1430-Avignone? ca. 1502) Scultore. Tra le opere Arco di Alfonso I d'Aragona del Maschio Angioino a Napoli (1452-1473) e Madonna con il Bambino (1471, Palermo, Santa Maria della Neve). 

\Lauràna, Luciàno (La Vrana, Zara, ca. 1420-Pesaro 1479) Architetto. Tra le opere il palazzo Ducale a Urbino (1466-1472). 

\Lauràno, Rènzo (Sanremo 1909-1986) Poeta italiano, la cui poesia si distingue per il tono quasi discorsivo che non disdegna però richiami alla tradizione classica. Tra le opere si ricordano Chiara ride (1934), La ballata del vecchio colonizzatore (1937) e Gli angeli di Melozzo da Forlì (1939). La raccolta completa delle sue opere poetiche è contenuta in L'opera in versi, postuma (1990). 

\làurea, sf. 1 In passato, corona di alloro riservata a chi si rendesse autore di grandiose e vittoriose imprese. 2 Titolo di dottore conferito a chi ha compiuto l'intero ciclo di studi universitari previsti per una certa materia. ~ dottorato. aveva raggiunto la laurea in ingegneria con un anno di anticipo
 X   sf. 1 degree. 2 (universitaria) university degree. 
 @   dal lat. laurea corona di alloro, deriv. da laurus alloro 

\Laureàna Cilènto Comune in provincia di Salerno (1.105 ab., CAP 84050, TEL. 0974). 

\Laureàna di Borrèllo Comune in provincia di Reggio Calabria (6.442 ab., CAP 89023, TEL. 0966). 

\laureàndo, agg. e sm. Che o chi è in procinto di laurearsi. 

\laureàre, v. v. tr. 1 Conferire la laurea. ~ addottorare. 2 Coronare d'alloro. ~ onorare. 3 Assegnare un titolo di campione. lo laurearono campione provinciale
v. intr. pron. 1 Ottenere la laurea. ~ addottorarsi. cercava di laurearsi nel minore tempo possibile. 2 Ottenere un titolo di campione. 
 X   v. tr. to confer a degree on. v. intr. pron. to graduate. 
 @   dal lat. laureatus ornato con alloro, deriv. da laurus alloro. 

\laureàto, agg. e sm. Che o chi si è laureato. ~ dottore. 
 X   agg. e sm. graduate. 

\Laureato, Il Film drammatico, americano (1967). Regia di Mike Nichols. Interpreti: Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross. Titolo originale: The Graduate 

\Laurégno (in ted. Laurein) Comune in provincia di Bolzano (346 ab., CAP 39040, TEL. 0463). 

\Laurel, Stan (Ulverston 1890-Santa Monica 1965) Nome d'arte di Arthur Stanley Jefferson, attore statunitense di origine britannica. Noto in Italia con il nome di Stanlio, interpretò film comici popolarissimi con Oliver Hardy (di famiglia di origine britannica, Harlem 1892 – Los Angeles 1957), formando la più famosa coppia comica del cinema, nota in Italia come Stanlio & Olio ma il cui nome originale è Laurel & Hardy. La coppia contrapponeva il magro, mite e svagato Stanlio al grasso, aggressivo e arruffone Olio. Tra i numerosi film ricordiamo Muraglie (1931), Fra Diavolo (1933), Allegri gemelli (1936), I fanciulli del West (1937), Noi siamo le colonne (1940), Sempre nei guai (1945). In Italia furono doppiati soprattutto da Albero Sordi (Olio) e Mauro Zambuto (Stanlio). Tipici del doppiaggio sono le accentuazioni delle parole, come "stupìdo" invece di "stùpido".   +  

\Laurencin, Marie (Parigi 1855-1956) Pittrice francese. Tra le opere Apollinaire con gli amici (1908, Parigi, Musée National d'Art Moderne). 

\Laurens, Henri (Parigi 1885-1954) Scultore francese. Tra le opere La grande musicista (1938, Parigi, Musée National d'Art Moderne) e Sirena (1944, Parigi, Musée National d'Art Moderne). 

\Laurent, Paul Hermann (1841-1908) Matematico francese. Fece una generalizzazione della serie di Taylor che permette di rappresentare una funzione analitica di una variabile complessa. 

\Laurenzàna Comune in provincia di Potenza (2.640 ab., CAP 85014, TEL. 0971). Centro agricolo (cereali, ortaggi, frutta). 

\laurenziàno, agg. 1 Di San Lorenzo. biblioteca laurenziana, la biblioteca della chiesa di San Lorenzo a Firenze. 2 Di Lorenzo de' Medici. 
 @   deriv. dal lat. Laurentius Lorenzo. 

\laurènzio, sm. Elemento chimico artificiale, transuranico, con numero atomico 103, numero di massa 260 e simbolo chimico Lr. Caratterizzato da un tempo di dimezzamento di 35 sec., il laurenzio è l'ultimo elemento appartenente al gruppo degli attinidi ed è stato ottenuto bombardando il californio con ioni di boro. 

\lauretàno, agg. e sm. agg. 1 Relativo a Loreto. 2 Di litania dedicata alla Madonna. 
sm. Nativo o abitante di Loreto. 

\lauréto, sm. Bosco di allori. 

\Laurìa Comune in provincia di Potenza (13.752 ab., CAP 85044, TEL. 0973). Centro industriale (prodotti alimentari e meccanici) e dell'artigianato (lavorazione del ferro battuto) dell'Appennino lucano. Vi si trovano i resti del castello di origine medievale. Gli abitanti sono detti Laurioti

\Lauriàno Comune in provincia di Torino (1.316 ab., CAP 10020, TEL. 011). 

\laurìlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di alcool usato nell'industria dei detergenti che fonde a 24°C e bolle a 259°C. 2 Di aldeide usata nell'industria dei profumi. 

\Laurìno Comune in provincia di Salerno (2.252 ab., CAP 84057, TEL. 0974). 

\Laurìto Comune in provincia di Salerno (1.066 ab., CAP 84050, TEL. 0974). 

\Làuri-Vólpi, Giàcomo (Lanuvio, Roma 1892-Valencia 1979) Tenore italiano. Dopo l'esordio nel 1919 nell'opera I puritani, interpretò degnamente ruoli di tenore leggero, lirico e drammatico. 

\làuro, sm. 1 Alloro. 2 Emblema di gloria. ~ onore. 
 X   sm. laurel. 
 @   lat. laurus. 

\Làuro (comune) Comune in provincia di Avellino (3.895 ab., CAP 83023, TEL. 081). 

\Làuro (monte) Monte (986 m) della Sicilia sudorientale, il più elevato dei monti Iblei. 

\Làuro, Achìlle (Piana di Sorrento 1887-Napoli 1982) Politico. Di ideologia monarchica, fu sindaco di Napoli dal 1951 al 1954 e nel 1956 e 1958. Nel 1923 fondò l'omonima compagnia di navigazione. 

\Laut Isola dell'Indonesia, amministrativamente compresa nella provincia di Kalimantan Meridionale. 

\lautaménte, avv. Abbondantemente, profusamente. ~ copiosamente. <> scarsamente. 

\Lautari, I Film drammatico, russo (1972). Regia di Emil Lotijanu. Interpreti: Serghei Lunkevic, Dmitri Chebeschesku, Olga Kympianu. Titolo originale: Leutary 

\lautarìte, sf. Iodato di calcio che si presenta di cristalli prismatici monoclini incolori o giallastri. Deve il suo nome a Lautaro, la località del Cile in cui è stata trovata in depositi di gesso o nitrati. 

\lautézza, sf. Caratteristica di ciò che è lauto. 

\làuto, agg. Abbondante e splendido; cospicuo, congruo, sostanzioso, sontuoso, fastoso. ~ copioso. <> misero. 
 X   agg. 1 lavish. 2 (lauto pasto) lavish meal. 3 (lauta mancia) generous reward. 
 @   lat. lautus, p.p. di lavare lavare. 

\Lautréamont, cónte di (Montevideo 1846-Parigi 1870) Pseudonimo di Isidore Ducasse. Scrittore francese la cui breve esistenza, peraltro avvolta nel mistero, non gli ha permesso di farsi conoscere al pubblico suo contemporaneo, ma che fu riscoperto postumo e preso come riferimento dai surrealisti che lo ersero come precursore della letteratura onirica. Nei Canti di Maldoror (1869) e nelle Poesie (1870) fornisce una visione singolare a immagini raccapriccianti e macabre tramite l'uso di un linguaggio crudo e spesso scurrile, richiamandosi a temi propri della letteratura satanica e del romanzo nero. 

\Lautrec, Odette de Foix viscónte di (1485-Napoli 1528) Militare francese. Maresciallo dal 1511, nel 1522 venne battuto dagli imperiali alla Bicocca, quindi abbandonò il ducato di Milano, di cui era governatore. Riuscì a riprenderne possesso solo nel 1527. 

\Làuzi, Brùno (Asmara 1937-Peschiera Borromeo 2006) Cantautore italiano. Al periodo genovese degli anni '60 risalgono canzoni come Ritornerai. Della sua attività più recente si ricordano L'album di Bruno Lauzi (1990) e il recital Il dorso della balena (1995). 

\làva, sf. Materiale espulso dai vulcani durante le eruzioni a temperature oscillanti attorno ai 1.000 gradi. In base al contenuto di silice (SiO2), le lave si suddividono in acide, ad alto contenuto di silice, di colore chiaro e consistenza viscosa, basiche, piuttosto fluide, povere di silice e di colore più scuro (come i basalti), e neutre, con caratteristiche intermedie e di colore grigio (ardesiti). Le rocce laviche possono avere struttura cristallina, come il basalto o la riolite (derivate, rispettivamente, da lave basiche o acide sottoposte a un raffreddamento piuttosto lento), oppure assumere un aspetto vetroso non cristallizzato, come l'ossidiana (che si forma dal rapido raffreddamento di lave acide). L'aspetto della lava solidificata è strettamente collegato alla fluidità del magma: dalla superficie molto corrugata delle lave più fluide, si può giungere alla forma prismatica delle lave colonnari, derivate dalla lenta estrusione di materiali molto viscosi. 
 X   sf. lava. 
 @   lat. labes,-is, deriv. da labi scivolare. 

\lavabiancherìa, sf. invar. Macchina per lavare la biancheria. 

\lavabicchièri, sm. Arnese terminante a un'estremità con una piccola spazzola rotonda, usato per lavare i bicchieri. 

\lavàbile, agg. Che si può lavare. 

\lavàbo, sm. 1 Lavandino, lavello. ~ acquaio. 2 Nella liturgia cattolica, ampolla che contiene l'acqua della quale il celebrante si serve per lavarsi le mani. 3 Lavamano elegante, di solito su treppiede smaltato. 4 Stanza per lavarsi. 
 X   sm. washbasin. 

\lavabottìglie, sm. invar. Arnese per lavare le bottiglie. 

\lavàcro, sm. 1 Bagno. ~ abluzione. 2 Purificazione. 3 Recipiente per lavarsi. 4 Corso d'acqua. 
 @   lat. lavacrum. 

\lavàggio, sm. 1 Atto, effetto del lavare. ~ lavatura. lavaggio del cervello, forte pressione psicologica esercitata su un individuo per obbligarlo a pensare secondo certe ideologie. 2 Nell'industria tessile, sgrassatura della lana. 3 Tecnica terapeutica consistente nell'immissione in una cavità mucosa di liquido detersivo o antisettico. 
 X   sm. 1 washing. 2 (fig., lavaggio del cervello) brainwashing. 
 @   franc. lavage

\lavàgna, sf. 1 Ardesia. 2 Lastra di ardesia utilizzata per scrivere o disegnare. fu chiamato alla lavagna a completare l'esercizio
 X   sf. 1 blackboard. 2 (lavagna luminosa) overhead projector. 3 (geol.) slate. 
 @   da Lavagna, comune della Liguria in cui si estrae questa roccia. 

\Lavàgna Comune in provincia di Genova (13.403 ab., CAP 16033, TEL. 0185). Località turistica (balneazione) e dell'attività estrattiva e di lavorazione di ardesia della Riviera di Levante. Vi si trova, nelle vicinanze, la basilica dei Fieschi, del XIII sec. Gli abitanti sono detti Lavagnesi
Lavàgna 
Torrente (38 km) della Liguria. Nasce dal monte Montaldo e sfocia nel mar Ligure. 

\Lavagnìno, Àngelo Francésco (Genova 1909-Gavi 1987) Compositore italiano. Autore di musica per teatro, ha prodotto più di 200 colonne sonore per film. Tra queste ultime ricordiamo quelle dei film Continente perduto (1955), Venere imperiale (1962) e Otello di Orson Welles (1952) per la quale guadagnò il nastro d'argento. 

\Lavàgno Comune in provincia di Verona (4.990 ab., CAP 37030, TEL. 045). 

\Laval (Canada) Città (284.000 ab.) del Canada, nel Québec, sul fiume San Lorenzo. 

\Laval (Francia) Città (51.000 ab.) della Francia, sul fiume Mayenne. Capoluogo del dipartimento della Mayenne. 

\Laval, Pierre (Châteldon 1883-Parigi 1945) Politico francese. Di ideologia socialista, fu presidente del consiglio nel 1931 e 1932 e nel 1935 e 1936. Non si oppose al nazifascismo. Dal 1942 al 1945 fu a capo del governo di Vichy; morì fucilato dagli alleati. 

\Lavalleja Dipartimento (62.000 ab.) dell'Uruguay sudorientale. Capoluogo Minas. 

\lavamàcchine, sm. e sf. invar. Chi lava le macchine. 

\lavamàno, sm. invar. Mobile costituito da un treppiede che sorregge un catino e una brocca di acqua per lavarsi mani e viso. 

\lavànda, sf. 1 L'operazione del lavarsi. 2 Processo di lavaggio a scopo di disinfezione. 3 Soluzione di farmaci disinfettanti. 4 Nella liturgia cattolica e orientale, rito della settimana Santa, nel quale il sacerdote lava i piedi a dodici poveri. 5 Nome volgare di pianta cespugliosa e aromatica delle Labiate (Lavandula spica) detta anche comunemente spigo. I fiori sono utilizzati in profumeria. 
 X   sf. 1 wash. 2 (bot.) lavender. 

\lavandàia, sf. 1 Donna che fa il bucato per mestiere. 2 Donna volgare e rozza. 
 X   sf. washerwoman. 

\lavandàio, sm. 1 Chi lava i panni per mestiere. 2 Candeggiatore di filati e tessuti. 

\lavanderìa, sf. Locale attrezzato per il lavaggio della biancheria. 
 X   sf. 1 laundry. 2 (a gettone) launderette. 3 (a secco) dry-cleaner's. 
 @   deriv. da lavanda. 

\lavandìno, sm. 1 Vaschetta di maiolica bianca o colorata, in genere attaccata al muro, alimentata da uno o più rubinetti di acqua corrente e dotata di conduttura di scarico a sifone. ~ lavabo. 2 Acquaio. 
 X   sm. 1 sink. 2 (lavabo) washbasin. 

\lavapaviménti, sm. Elettrodomestico per il lavaggio dei pavimenti. 

\lavapiàtti, sm. e sf. sm. e sf. 1 Chi in alberghi o simili è addetto alla pulizia delle stoviglie. ~ sguattero. 2 Chi fa lavori umili. 
sf. Lavastoviglie. 
 X   sm. e sf. dishwasher. 
 @   da lava-+ piatti. 

\lavàre, v. v. tr. 1 Pulire usando un detergente. ~ detergere. <> sporcare. lavare il capo a qualcuno, rimproverarlo con durezza. 2 Togliere via; cancellare. ~ riscattare. <> macchiare. lavare un'offesa, vendicarla. 3 Purificare. ~ purgare. 
v. rifl. Pulire il proprio corpo. si lavava sempre con acqua fredda anche in inverno
 X   v. tr. 1 to wash. 2 (a secco) to dry-clean. v. rifl. to wash, to have a wash. 
 @   lat. lavare

\Lavarédo, cìme di Gruppo montuoso delle Dolomiti orientali. Vetta più elevata la cima Grande di Lavaredo (2.988 m). 

\lavarèllo, sm. => "coregone" 

\Lavaróne Comune in provincia di Trento (1.092 ab., CAP 38046, TEL. 0464). 

\lavasécco, sm. e sf. invar. 1 Lavanderia a secco di abiti o simili. 2 Macchina per il lavaggio a secco. 
 X   sm. e sf. invar. dry-cleaner's. 

\lavastovìglie, sm. e sf. sm. invar. Sguattero. 
sf. invar. Macchina per il lavaggio automatico delle stoviglie. ~ lavapiatti. 
 X   sf. invar. dishwasher. 

\lavàta, sf. Atto del lavare. ~ sciacquata. 
 X   sf. 1 wash. 2 (di capo) a good telling-off. 

\Lavater, Johann Kaspar (Zurigo 1741-1801) Teologo svizzero. Tra le opere Frammenti fisiognomici della conoscenza degli uomini e della filantropia (1775-1778) e Visioni dell'eternità (1768-1778). 

\lavatìvo, sm. 1 Operazione dell'introdurre nell'intestino attraverso l'ano una sostanza lassativa. ~ clistere. 2 Strumento con cui si compie tale operazione ~ clistere. 3 Persona che non ha voglia di lavorare; scansafatiche, fannullone, scioperato, poltrone, negligente. ~ perdigiorno. <> laborioso. 4 Acquisto di poco valore e molto prezzo. 
 X   sm. lazybones. 
 @   franc. lavatif. 

\lavàto, agg. Atto, effetto del lavare. 

\lavatóio, sm. 1 Luogo attrezzato per la lavatura dei panni. 2 Lastra di pietra sulla quale si lavano e si stropicciano i panni. ~ fontanile. 
 X   sm. public washhouse. 

\lavatrìce, sf. Macchina che esegue operazioni industriali di lavaggio. ~ lavabiancheria. 
 X   sf. washing machine. 

\lavatùra, sf. 1 Atto, effetto del lavare. ~ lavaggio. 2 Liquido nel quale si è lavato. 
 X   sf. washing. 

\lavavétri, sm. 1 Addetto alla pulizia dei vetri nelle vetrine dei negozi. 2 Spatola di gomma rigida che si passa sul parabrezza e vetri di autoveicoli, vetrine di negozi e vetri di appartamenti per ripulirne la superficie. 
 @   da lava-+ vetri. 

\lavéggio, sm. 1 Recipiente, soprattutto in pietra ollare, avente forma di pentola. 2 Paiolo. 

\lavèllo, sm. 1 Lavatoio. ~ lavandino. 2 Vaschetta nella quale i fabbri bagnano il ferro per temprarlo. 3 Tomba. 
 X   sm. sink. 
 @   lat. labellum, dimin. di labrum catino. 

\Lavèllo Comune in provincia di Potenza (13.215 ab., CAP 85024, TEL. 0972). Vi si trova un castello di origine sveva. Gli abitanti sono detti Lavellesi

\Lavéna-Pónte Trèsa Comune in provincia di Varese (5.188 ab., CAP 21037, TEL. 0332). 

\Lavéno-Mombèllo Comune in provincia di Varese (8.883 ab., CAP 21014, TEL. 0332). 

\Lavenóne Comune in provincia di Brescia (648 ab., CAP 25070, TEL. 0365). 

\Laver, Rodney (Rockhampton 1938-) Tennista australiano. Vinse quattro volte Wimbledon (1961, 1962, 1964 e 1969) e per cinque anni la Coppa Davis (1959-1962 e 1973). 

\Laveran, Charles (Parigi 1845-1922) Medico francese. Studiò la malattia del sonno e scoprì il parassita della malaria. Nel 1907 fu insignito del premio Nobel. 

\laverìa, sf. Nell'estrazione mineraria, officina nella quale sono collocati gli impianti per la concentrazione dei minerali. Attualmente le laverie comprendono reparti per la prefrantumazione, la frantumazione, la classificazione, la macerazione e il lavaggio gravimetrico dei minerali. 

\Làvia, Gabrièle (Milano 1942-) Attore e regista teatrale e cinematografico. Interpretò e diresse testi di Kleist, Shakespeare e Schiller. Nel 1997 fu nominato direttore del Teatro Stabile di Torino. 

\Laviàno Comune in provincia di Salerno (1.878 ab., CAP 84020, TEL. 0828). 

\làvico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla lava. 

\Lavìgna, Vincènzo (Altamura, Bari 1776-Milano 1836) Compositore italiano. Eccellente contrappuntista e autore di diverse opere teatrali e di due balletti, si ricorda anche per essere stato il maestro privato di Giuseppe Verdi. 

\lavìna, sf. 1 In alcune regioni, valanga di neve. ~ slavina. 2 In alcune regioni, frana rapida e disastrosa di ghiaia o terra. 

\Lavìnia Personaggio mitologico, figlia di Latino. La madre l'aveva già destinata a Turno, mentre il padre la promise a Enea. Ne nacque la guerra narrata nell'Eneide

\Lavìno di Sópra Centro della provincia di Bologna, sede del comune di Zola Predosa, nei cui pressi sorge il palazzo Albergati, una delle più belle ville della provincia, risalente al XVII sec. 

\Lavìs Comune in provincia di Trento (6.657 ab., CAP 38015, TEL. 0461). 

\Lavoisier, Antoine-Laurent (Parigi 1743-1794) Chimico e scienziato francese, fu membro dell'Accademia delle scienze e titolare di importanti cariche pubbliche. Proprio per questa ragione, nel 1794 il tribunale rivoluzionario lo processò, condannandolo alla ghigliottina. Considerato il padre della chimica moderna, a lui si devono, tra l'altro, la formulazione del principio chimico di conservazione della massa, la distinzione tra corpi semplici e corpi composti, lo studio dei componenti dell'aria e dell'acqua, alcuni studi sulla fermentazione e sulla respirazione. I suoi esperimenti gli permisero di scoprire il ruolo fondamentale dell'ossigeno nelle reazioni di combustione, confutando così la teoria flogistica. Nel Trattato elementare di chimica del 1789 comparve per la prima volta una tabella, contenente trenta elementi, che è ancora alla base della moderna nomenclatura. 

\lavoràbile, agg. Che si può lavorare. 
 X   agg. workable (anche nel significato di realizzabile)

\lavorabilità, sf. L'attitudine di un materiale a essere lavorato mediante una determinata tecnologia. Dipende da precise proprietà fisiche che conseguono dalla tecnologia in considerazione (la duttilità per la trafilatura, la fusibilità per la fonderia ecc.). 

\lavorànte, sm. e sf. Dipendente che esegue lavori manuali specie presso artigiani; apprendista, operaio. ~ garzone. 
 X   sm. e sf. worker. 

\lavoràre, v. v. tr. 1 Trasformare in un prodotto finito; fabbricare. ~ costruire. sapeva lavorare con grande arte il ferro. 2 Elaborare, manipolare, plasmare, trattare. ~ rifinire. 3 Coltivare, persuadere. ~ irretire. non riuscì a lavorarselo per bene, non è riuscito a convincerlo. 
v. intr. 1 Avere un lavoro. ~ impiegarsi. lavorava in proprio, esercitava un'attività autonoma. 2 Impiegare le proprie energie fisiche e intellettuali in un'attività; sgobbare. ~ sfacchinare. 3 Essere in attività, agire. ~ applicarsi. alcuni esercizi commerciali lavorano solo in estate. 4 Funzionare. ~ andare. <> bloccarsi. 
 X   v. tr. e intr. to work.  v. tr. (il legno) to carve, (il burro) to beat.  v. intr. (funzionare) to run, (fare affari) to do well.
 @   lat. laborare, deriv. da labor,-oris lavoro. 
Chi non lavora non mangia. Sono parole di San Paolo per ricordare che non si deve mangiare il pane a ufo a discapito di chi lavora. 

\Lavorare stanca Opera di poesia di C. Pavese (1936). 

\lavoràta, sf. Il lavorare inteso come azione compiuta in una sola volta. 

\lavoratìvo, agg. 1 Di periodo di tempo utilizzato nel lavorare. ~ feriale. <> festivo. 2 Che si presta a essere lavorato. 3 Di lavoro. 
 X   agg. working. 

\lavoràto, agg. 1 Che ha subito una lavorazione; elaborato, trattato. ~ rifinito. <> grezzo. 2 Abbellito con disegni. ~ decorato. <> disadorno. 3 Coltivato, detto di terreni. <> incolto. 

\lavoratóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Che lavora. 
sm. 1 Chi impiega le proprie energie fisiche e intellettuali nell'esercizio di una attività produttrice di beni e di servizi. ~ lavorante. sindacato dei lavoratori. 2 Chi lavora molto. ~ sgobbone. <> scansafatiche. era un instancabile lavoratore. 3 Al plurale, manodopera. 
 X   agg. working. sm. worker. 

\Lavoratori Romanzo di A. Kielland (1881). 

\lavorazióne, sf. Processo di manipolazione o trasformazione di una data materia; elaborazione, fabbricazione, realizzazione, produzione, trattamento. ~ manifattura. la lavorazione manuale del pezzo comportava grandi costi
 X   sf. 1 processing, working. 2 (pietra, legno) carving. 3 (fattura) workmanship. 4 (film) making. 
 @   lat. tardo laboratio,-onis fatica. 

\lavorètto, sm. 1 Oggetto lavorato di poco conto. 2 Attività poco pulita. 

\lavoricchiàre, v. intr. 1 Lavorare poco a cose di scarso valore. 2 Svolgere limitata attività per mancanza di lavoro. 
 X   v. to potter about, to potter round.

\lavorièro, sm. Disposizione di reti, canali, staccionate e opere, fisse o mobili, per la cattura industriale di anguille negli stagni lagunari o nelle valli. 

\lavorìo, sm. 1 Lavoro continuo e intenso; fervore. ~ attività. 2 Azione compiuta di nascosto; intrigo, manovra. ~ macchinazione. 
 X   sm. intense activity. 

\lavóro, sm. 1 Impiego delle proprie attività fisiche e intellettuali in un'attività produttiva; impiego, mestiere. ~ professione. 2 Il prodotto così ottenuto; opera, prodotto. ~ manufatto. 3 Occupazione. ~ collocazione. <> disoccupazione. 4 Serie di attività svolte da un gruppo di persone che lavorano insieme per un unico fine. ~ studio. 5 Impegno, sforzo, travaglio. ~ fatica. 6 Compito. ~ funzione. 7 Grandezza fisica definita come il prodotto di una forza (più precisamente della sua proiezione nella direzione dello spostamento) per lo spostamento stesso.   +  
 X   sm. 1 work. 2 (occupazione) job. 3 (opera) piece of work. 4 (lavoro autonomo) self-employment. 5 (lavoro nero) concealed labour. 6 (econ.) labour.  agg. (da lavoro, di ogni giorno) workaday.  
 @   deriv. da lavorare. 
In fisica, nel caso in cui forza e spostamento formino un angolo acuto o nullo si parla di lavoro motore, nel caso contrario di lavoro resistente. Si definisce lavoro virtuale di un sistema meccanico statico, il lavoro infinitesimo eseguito da una forza applicata in un punto per fargli subire uno spostamento virtuale infinitesimo compatibile con i vincoli. Il concetto di lavoro virtuale serve per introdurre il principio dei lavori virtuali (principle of virtual work) che, in statica, stabilisce che un sistema sta in equilibrio se e solo se è nulla la somma di tutti i lavori virtuali.
Diritto del lavoro 
Il rapporto di lavoro si suddivide in due categorie, autonomo e subordinato. Nel primo caso un prodotto stabilito è l'argomento della prestazione; nel secondo caso un qualsiasi soggetto prestatore d'opera (lavoratore) si impegna verso altri (datore di lavoro) a lavorare in cambio di una retribuzione che può essere calcolata sul tempo (ora, settimana, mese) o sulla quantità (cottimo). Il lavoratore deve rispettare alcune regole ben precise, mentre il datore deve garantire il rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. La maggior parte delle convenzioni siglate a livello internazionale è stata resa esecutiva anche nell'ordinamento italiano. 
Economia del lavoro 
Rappresenta uno dei fattori della produzione. La variazione di domanda e di offerta di lavoro è influenzata sia dalle caratteristiche strutturali che dall'andamento delle singole economie. Il processo di conversione del lavoro con capitale tecnico è stato accelerato sia da un'evoluzione tecnologica sempre più spinta, sia dell'esigenza di incrementare la produttività. 

\Lavoro culturale, Il Romanzo di L. Bianciardi (1957). 

\Lavy, Lorènzo (Torino 1720-1789) Medaglista e incisore. Fu l'autore delle numerose medaglie per la casa Savoia classificate come Storia metallica della Reale Casa di Savoia. Il figlio Amedeo fu l'autore del marengo d'oro della Repubblica Subalpina. 

\Law, Andrew Bonar (Kingston 1858-Londra 1923) Politico britannico. Fu leader conservatore dal 1911 e dal 1922 anche primo ministro. 

\Law, John (Edimburgo 1671-Venezia 1729) Economista e finanziere scozzese. Inventò e realizzò in Francia un sistema bancario basato sull'emissione di moneta in forma cartacea con la garanzia delle attività di compagnie commerciali. Finanziò così la Compagnia francese delle Indie da lui creata per lo sfruttamento economico delle colonie. Nel 1720 dovette però riparare all'estero in seguito a una bancarotta causata da un'ondata di realizzi che gli azionisti utilizzarono per fare crollare l'intero sistema. 

\Lawrence d'Aràbia Thomas Edward Lawrence, noto come Lawrence d'Arabia (Tremadoc, Galles, 1888-Bovington Camp, Dorsetshire, 1935) Romanziere e militare inglese. Ufficiale dei servizi segreti inglesi, durante la prima guerra mondiale divenne un personaggio leggendario per aver organizzato la rivolta degli arabi contro i turchi. Deluso per le scelte politiche inglesi, si dimise nel 1922 e si arruolò nella RAF sotto falso nome. Morì nel 1935 in un incidente stradale. Tra le sue opere, I sette pilastri della saggezza (postumo, 1936) che racconta le sue imprese in Arabia e L'aviere Ross (postumo, 1955) nel quale racconta la sua esperienza come aviere della RAF. 
Lawrence d'Arabia 
Film storico, britannico (1962). Regia di David Lean. Interpreti: Peter O'Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Jack Hawkins. Titolo originale: Lawrence of Arabia 

\Lawrence, David Herbert (Eastwood 1885-Vence 1930) Scrittore britannico. L'esaltazione della sessualità, il ritorno a una vita primordiale in cui al centro si trova l'amore fisico, la difficoltà nei rapporti tra uomo e donna sono i temi principali trattati nella sua produzione. La sua fama accrebbe maggiormente in seguito agli interventi della censura. Tra le sue opere, Figli e amanti (1913), Donne in amore (1921), La verga di Aronne (1922), Il serpente piumato (1926) e la famosa Gli amanti di Lady Chatterley (1928). 

\Lawrence, Ernest Orlando (Canton 1901-Palo Alto 1958) Fisico statunitense. Elaborò il ciclotrone, primo acceleratore ciclico di particelle. Nel 1939 fu insignito del premio Nobel. 

\Lawrence, Thomas Edward (Bristol 1769-Londra 1830) Pittore britannico, ritrattista ufficiale di corte. Memorabile la serie di ritratti di personaggi famosi della Waterloo Chamber del castello di Windsor. Tra le sue opere, Richard Payne Knight (1794, Manchester, Withworth Art Gallery) e Carlo III di Francia (1818-1819, Windsor, Royal Castle, Waterloo Chamber). 

\Lawson, Eddie (1958-) Pilota motociclista statunitense. Fu quattro volte campione del mondo nella classe 500, nel 1984, 1986 e 1988 con la Yamaha e nel 1989 con la Honda. 

\Lawu Vulcano (3.265 m) dell'Indonesia, sull'isola di Giava. 

\Laxness, Halldór Kiljan (Reykjavik 1902-1998) Pseudonimo di H. K Guôjónsson. Scrittore islandese premio Nobel nel 1955. Di origine contadina, dopo una crisi religiosa ben espressa nel romanzo Il grande tessitore del Kashmir del 1927, passò dal cattolicesimo alle dottrine marxiste e raccontò le tradizioni del popolo islandese in tutta la sua produzione La campana dell'Islanda (1943), Incendio a Copenaghen (1946), Il paradiso riconquistato (1960). 

\Laye, Camara (Kouroussa 1928-Dakar 1980) Romanziere guineano. Tra le opere Io ero un povero negro (1953) e Il maestro della parola (1978). 

\lay-out, sm. invar. 1 Disposizione dei vari elementi grafici componenti un bozzetto. ~ assetto. 2 Schema contenente le istruzioni per lo svolgimento di un lavoro. ~ bozzetto. 3 Rappresentazione grafica planimetrica di impianti industriali e di procedimenti produttivi. 

\Lazarsfeld, Paul Felix (Vienna 1901-New York 1977) Sociologo statunitense. Di origine austriaca, collaborò con M. Horkheimer e studiò la comunicazione di massa. Nel 1970 scrisse Filosofia delle scienze sociali

\laziàle, agg. e sm. agg. Del Lazio. 
sm. 1 Abitante, nativo del Lazio. 2 Tifoso della squadra di calcio della Lazio. 

\Làzio Regione a statuto ordinario dell'Italia centrale; confina con la Toscana a nord, con l'Umbria, l'Abruzzo e il Molise a est e con la Campania a sud; si affaccia a ovest sul mar Tirreno, con coste basse e sabbiose, movimentate da alcuni promontori, in particolare il Circeo e il promontorio di Gaeta. 
Il territorio è assai vario e comprende a nord-est una parte dell'Appennino Abruzzese, che culmina nei monti della Laga (2.455 m) e nel monte Terminillo (2.213 m). 
A est sorgono i massicci calcarei dei monti Sabini, Simbruini, Ernici e Le Mainarde. 
A nord-ovest il Preappennino laziale è separato dall'Appennino dalle valli del Tevere, del Sacco e del Liri ed è formato da una serie di apparati vulcanici (Volsini, Cimini, Sabatini e della Tolfa); nella parte meridionale sorgono i gruppi dei colli Albani, dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci, di costituzione calcarea. 
Si distinguono infine le zone pianeggianti costiere, da tempo bonificate (Campagna di Roma, Agro Romano e Agro Pontino). 
Tra i bacini lacustri vanno ricordati il lago di Bolsena, di Vico, di Bracciano, di Albano e di Nemi che occupano i crateri di vulcani spenti. 
Il clima è tipicamente mediterraneo con moderate escursioni termiche stagionali e precipitazioni relativamente abbondanti. 
Il capoluogo regionale è Roma; gli altri capoluoghi di provincia sono Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. 
L'agricoltura è praticata soprattutto nelle fertili pianure e sui versanti poco impervi dell'Antiappennino, dove si producono cereali, patate, ortaggi, olive, agrumi e frutta. 
Nelle zone collinari e montuose è diffuso l'allevamento, in particolare degli ovini, a carattere transumante, mentre nelle pianure è più diffuso l'allevamento bovino. 
Il prodotto della pesca è destinato esclusivamente al consumo locale. 
L'attività industriale è piuttosto modesta e fa capo ai settori della trasformazione dei prodotti agricoli, al settore editoriale, dell'abbigliamento, tessile, del legno, cinematografico e chimico farmaceutico. 
Una voce importante dell'economia della regione è il turismo, particolarmente intenso a Roma e lungo la costa. 
Grandi risorse sono impiegate nel settore terziario legato alle funzioni politiche e amministrative di Roma come capitale italiana. 
Abitanti-5.031.230 
Superficie-17.203 km2 
Densità-292,4 ab./km2 
Capoluogo-Roma 
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Frosinone (46), Latina (105), Rieti (43), Roma (2.693), Viterbo (58) 

\Làzio (società sportiva) Società di calcio romana, nata nel 1900 come società di atletica leggera. Nel 1974 conquistò lo scudetto; ha vinto due coppe Italia e una coppa delle Coppe nel 1999. 

\Lazìse Comune in provincia di Verona (5.490 ab., CAP 37017, TEL. 045). 

\làzo, sm. invar. Lasso. 

\Lazzarétti, Dàvide (Arcidosso 1834-Monte Labbro, Grosseto 1878) Riformatore religioso e fondatore nel 1872 della chiesa universale giurisdavidica, con la quale proclamò la repubblica di Dio. Ebbe molti proseliti nelle zone rurali e fu sospettato di aver sostenuto alcuni moti popolari che s'ispiravano alla sua dottrina e che ebbero luogo nel 1878. Perì in uno scontro con la forza pubblica. Il suo credo propugnava un ritorno alle radici più primitive del cristianesimo. 

\lazzarétto, sm. Ospedale per lebbrosi. 

\Làzzari, Costantìno (Cremona 1857-Roma 1927) Politico. Nel 1892 fu tra i fondatori del PSI e ne fu in seguito segretario dal 1912 al 1919. 

\Làzzaro di Betània Santo. Fratello di Maria e Marta, fu risuscitato dal Gesù. Secondo leggenda sarebbe stato il primo vescovo di Marsiglia. 

\làzzaro, o làzzero, sm. 1 Nome che un tempo veniva dato ai plebei napoletani. 2 Lebbroso. 
 @   da Lazzaro il nome del mendicante della parabola evangelica del ricco Epulone. 

\lazzaronàta, sf. Azione del lazzarone. ~ mascalzonata. 

\lazzaróne, sm. 1 Popolano dell'Italia meridionale. 2 Poveraccio. 3 Poltrone, ozioso. ~ lavativo. 4 Mascalzone, farabutto. ~ canaglia. 
 X   sm. lazybones. 

\Lazzàte Comune in provincia di Milano (5.814 ab., CAP 20020, TEL. 02). 

\Lazzeróni, Romàno (Pontedera 1930-) Glottologo, specialista di linguistica indoeuropea. Dal 1988 è presidente del comitato di ricerche fisiologiche, filosofiche e storiche del CNR. Tra le opere, Fra glottologia e storia (1970-1980), Contatti di lingue e culture nell'Italia antica (1971-1983), Cultura vedica e cultura indoeuropea (1975) e Indoeuropeo e Indoeuropa: un problema di metodo (1985). 

\lazzeruòlo, sm. Nome volgare del Crataegus azarolus, un piccolo albero avente foglie dentellate, fiori bianchi o rosati e frutti commestibili, bianchi o gialli, con chiazze rosse. 

\làzzo, agg. agg. Aspro. ~ acre. 
 @   lat. lacteus lattiginoso, relativo a frutta aspra. 
sm. Atto o detto spiritoso e pungente. ~ arguzia, frizzo, motto, burla, scherzo, trovata. 

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