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Università e Scuola, Rivista CONCURED, anno XIX, n.2 - 2009


Silvia Cabella, Alice Careddu, Carlo Dapueto, Marzia Modonesi, Fabrizio Vannucci

c/o Dipartimento di Matematica dell'Università di Genova
e-mail:  macosa@dima.unige.it

 
MaCoSa: un "libro di testo" elettronico?

Introduzione 
0.  Il gruppo didattico MaCoSa (Matematica per Conoscere e per Sapere), operante presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Genova, da anni elabora materiale relativo all'insegnamento della matematica.  Oggi in seguito alla diffusione delle nuove tecnologie ha deciso di realizzare una versione elettronica gratuita di libri di testo per la scuola secondaria superiore,  per venire incontro sia ai nuovi insegnanti che trovano difficoltà a concretizzare nel mondo della scuola le riflessioni svolte nella SSIS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario), sia ai futuri insegnanti che, con la scomparsa della SSIS, rischiano di non avere occasioni di confronto con un modo diverso di fare scuola.  Col presente intervento cerchiamo di presentare questa iniziativa, di trovare forme di collaborazione ad essa, e di suscitare iniziative analoghe.

L'idea di partenza 
1.  Dalla nascita del gruppo didattico MaCoSa, una quindicina di anni fa, ad oggi nel campo dell'insegnamento si sono susseguite varie vicende, delle quali la più rilevante è stata sicuramente la nascita della SSIS.  Essa ha assorbito molte energie da parte di chi si occupa di didattica della matematica, anche perché in molte sedi alla preparazione degli studenti di matematica dell'indirizzo didattico si era aggiunta la preparazione degli specializzandi SSIS, provenienti da altri indirizzi o altre lauree.  La SSIS è infine "morta".  Senza approfondire l'analisi di perché ciò sia accaduto, occorre sottolineare il disinteresse che l'Università nel suo complesso ha dimostrato verso la formazione degli insegnanti (per l'inadeguatezza della preparazione culturale fornita vedi [3]).

Non è ancora chiaro come avverrà in futuro la formazione degli insegnanti.  Intanto … il mondo è cambiato, ed è in particolare cambiato il modo di comunicare e produrre conoscenza.  Ma scuola non si è quasi accorta di questi mutamenti: i vari "nuovi" programmi sono rimasti disattesi, le nuove tecnologie sono raramente entrate in gioco nei processi formativi, … ed è aumentato ulteriormente il divario tra bisogni delle nuove generazioni e offerta formativa del sistema scolastico.

2.  A livello legislativo qualcosa di "piccolo" si è tuttavia mosso: è stata "esplicitata" la possibilità di adozioni alternative rispetto ai libri di testo tradizionali.  Ci è sorta l'idea di trasformare il materiale prodotto in "libri di testo" gratuiti, scaricabili via rete:  presenteremo questa iniziativa, sperando di trovare persone disposte a collaborarvi e di suscitare in altri l'idea di intraprendere iniziative analoghe, con tagli culturali e didattici diversi.  Gli elementi di reciproca stima che si sono aperti con molti specializzati SSIS possono essere un terreno fecondo per avviare attività di questo tipo, se ci si muove per tempo.

L'idea è produrre del materiale per l'insegnamento della matematica, con agganci a quello della fisica, e aprire forme di collaborazione con docenti di altre discipline, anche non scientifiche.  La separazione delle discipline è una delle malattie croniche della nostra scuola, nononostante gli spazi di collaborazione che essa offre più che in altri paesi.  Le forme di confronto tra docenti di diversa formazione che la SSIS, in varie sedi, ha aperto dovrebbero essere uno spazio da sfruttare anche in questa direzione.

Il progetto è illustrato nel sito del Dipartimento di Matematica di Genova, in cui (vedi [2]) è riportato il documento con cui abbiamo avviato questa attività e sono esemplificati i problemi che dovremo affrontare. Qui cercheremo di illustrarne le caratteristiche più significative.

Le caratteristiche del "progetto" 
3.  L'idea è produrre materiale in formati diversi:
 schede di lavoro in PDF, facilmente stampabili, affiancate da versioni Html, usabili per proiezioni in classe, attività individuali e a gruppi;
 esercizi, allegati alle schede e autonomi, in parte risolti e in parte no;
 software vario, gratuito e scaricabile;
 versioni diverse per vari tipi di scuole personalizzabili da parte degli insegnanti;
 spazi in rete opportunamente redatti, a cui gli alunni possano accedere per confrontarsi con compagni di altre scuole, fare osservazioni sul materiale stesso, collegarsi a siti significativi per lo svolgimento delle attività didattiche, …
 analoghi spazi per i docenti, per scambiarsi idee, materiali, esiti valutativi, … e contribuire a modifiche ed evoluzioni.

L'obiettivo è non solo favorire scambi tra soggetti che operano in ambienti diversi e impegnare i ragazzi in attività più attraenti, ma anche fare i conti con nuovi modi di produrre e comunicare la cultura, matematica e non:  con essi la scuola deve confrontarsi se non vuole aumentare il gap tra il suo "mondo" e la cultura extrascolastica, sia quotidiana che scientifica.

4.  Queste caratteristiche, più metodologiche, dovrebbero affiancarsi, e intrecciarsi, con l'impostazione culturale del materiale.

Nell'insegnamento della matematica sono presenti attività di modellizzazione che coinvolgono domini di conoscenza propri delle altre discipline.  D'altra parte, nell'insegnamento di queste spesso si impiegano o introducono concetti matematici.  Queste interazioni tra materie, spesso non esplicitate, possono essere didatticamente feconde ma possono anche originare confusioni tra i ruoli delle diverse discipline (la matematica del docente di matematica, diversa da quella del docente di elettrotecnica o disegno, o da quella che egli stesso usa nelle ore in cui insegna fisica; "matematiche", comunque, vissute solo scolasticamente).

Occorre quindi riorganizzare temi e metodi matematici, e riflettere sui problemi del loro insegnamento, all'interno di itinerari didattici di ampio respiro conoscitivo, dando rilievo sia alla matematizzazione e alla discussione dei limiti di essa (con riferimenti anche a concetti di altre discipline), sia all'analisi e alla messa a punto di collegamenti, descrizioni, ragionamenti, … di tipo interno alla matematica.  Il materiale dovrà quindi prevedere:
 oltre a spazi per rapporti con altre discipline,
 una introduzione dei contenuti matematici graduale, significativa e corretta,
 intrecci (anche con esercizi) tra diverse aree,
 ripresa a spirale degli argomenti,
seguendo l'impostazione che caratterizza Gli Oggetti Matematici presenti in rete (vedi [1]).

Per esemplificare queste considerazioni facciamo qualche cenno all'impostazione che, all'inizio delle superiori, daremo alle aree tematiche il cui intreccio dovrebbe caratterizzare l'insegnamento della matematica:  I numeri reali,  Le funzioni,  La geometria,  La statistica e il calcolo delle probabilità.

I numeri reali 
5.  La padronanza della rappresentazione decimale dei numeri è un prerequisito che deve essere verificato e consolidato.  In particolare l'interpretazione dei numeri come posizioni sulla retta graduata deve diventare naturale e immediata da parte degli alunni: è uno tra i pochi automatismi (di elaborazione, associazione, passaggio da una rappresentazione ad un'altra, …) che tutti devono saper esercitare senza sforzi mnemonici o riflessivi.  L'acquisizione di queste abilità, la capacità di utilizzare strumenti di misura graduati, … sono fondamentali in particolare per avviare una sistemazione concettuale del concetto di numero reale.

Sebbene un approccio di questo tipo sembri ovvio, in quasi tutti i libri di testo, a caricatura di quel che si fa in un corso di algebra e/o di analisi e/o di logica del corso di laurea in matematica, si introducono in sequenza numeri naturali, interi, razionali e, infine, reali, con grossolani errori, e senza motivazioni culturali.  E non è messa a fuoco la definizione algoritmica delle operazioni tra numeri decimali limitati e l'estensione di esse ai numeri reali attraverso tecniche elementari di calcolo approssimato, tagliando ogni ponte con la padronanza dei numeri nei vari contesti.  Non sono sviluppati collegamenti con argomenti di statistica, applicazioni ad altre discipline scientifiche, riflessioni sull'uso dei mezzi di calcolo, …

Le funzioni 
6.  Le prime funzioni che i ragazzi incontrano, all'inizio delle elementari, oltre a incrementi e decrementi unitari e cambio segno, sono le quattro operazioni, a due input, il massimo e il minimo di un insieme di dati, con una quantità qualunque di input, la divisone con resto, a due output.  Sono concetti che hanno poco a che fare con certe buffe definizioni presenti in molti libri di testo: una funzione è un insieme di coppie ordinate tale che … . I loro autori hanno orecchiato definizioni come questa nei corsi universitari di algebra, senza rendersi conto che per padroneggiarle occorre disporre di tecniche, non semplici, per rappresentare una sequenza di input ed una sequenza di output con una opportuna coppia di oggetti matematici.

È importante che gli alunni consolidino il concetto (prima della definizione) di funzione facendo riferimento a vari modi di esprimerlo o rappresentarlo (numerici, grafici, algebrici, a parole, …), riprendano subito il significato di radice quadrata (definibile solo facendo riferimento ai numeri reali), riflettano sull'uso delle calcolatrici tascabili, …

È bene partire da situazioni in cui le variabili sono indicate in diversi modi, come accade nei più vari contesti.  A ciò deve seguire, gradualmente, l'esercizio e il consolidamento astratto.  Ed è bene rendersi conto, subito, che una formula può essere trasformata esprimendo una variabile in funzione di altre a seconda delle esigenze, e facendo riferimento al concetto di funzione inversa.

Si noti l'importanza, soprattutto nella fase iniziale, di usare modi informali di esprimersi e, quando si ricorre alla formalizzazione, di farlo con un certo rigore: certi usi scorretti appresi all'inizio sono fonte di profondi misconcetti che poi è difficile smontare. Ad esempio è bene fare osservare che se F è una funzione F(x) non lo è, ma rappresenta un termine.

Queste attività, l'avvio della rappresentazione grafica di funzioni, la messa a fuoco, operativa, degli intrecci con quasi tutti gli altri argomenti matematici di base, … sono da sviluppare sin dall'inizio della scuola superiore.  Successivo deve essere lo studio del sottoinsieme delle funzioni polinomiali, invece spesso introdotte prima del concetto di funzione, e con clamorosi errori:  non specificare quali sono le indeterminate, affermare che il massimo comune denominatore e il minimo comune multiplo tra due polinomi sono unici, introdurre la divisione con resto senza specificare che ciò ha senso solo per i polinomi in una indeterminata, far usare regole ad hoc, che sono solo casi specifici dei pochi pricincipi generali che valgono per studiare ogni tipo di equazione.

La geometria 
7.  Anche l'insegnamento di essa, da un po' di anni a questa parte, dovrebbe aver cambiato aspetto.  Da un lato dovrebbe essere ormai scontato che non sia praticabile un approccio assiomatico, al quale dovrebbe essere dedicata una riflessione, in alcuni tipi di scuola, solo alla fine delle superiori.  Dall'altro l'introduzione dei principali concetti geometrici dovrebbe intrecciarsi con quella di concetti riferibili ad altre aree (i numeri reali, le equazioni e le funzioni, … e l'uso di vari supporti informatici).

Nella nostra impostazione alcuni concetti geometrici sono introdotti per via analitica (punto come coppia di numeri reali, traslazione come particolare funzione numerica, …), altri sinteticamente; sono comunque introdotti come modelli matematici che astraggono e generalizzano concetti "fisici", dopo lo svolgimento di riflessioni e attività operative (con strumenti da disegno e di misura) in situazioni "concrete".

In questa impostazione il piano euclideo è introdotto come R2 dotato della distanza euclidea.  Il cerchio è un concetto introdotto tra i primi e su di esso poggia l'introduzione di vari altri concetti (direzione, funzioni trigonometriche, …).  Le direzioni e le misure di aree e lunghezze sono introdotte mediante un uso non formalizzato del concetto di limite (non con considerazioni su "classi contigue" o simili!), in accordo con l'impostazione con cui sono stati introdotti i numeri reali.  Le coniche sono introdotte a partire dal cerchio e dai grafici delle funzioni x → ax2 e x → a/x, utilizzando i movimenti piani, lasciando alla fine delle superiori, intrecciato a questioni di visione prospettica, il loro studio come sezioni piane di coni.  Vengono introdotte anche altre trasformazioni geometriche, con caratterizzazioni sintetiche e analitiche.  Si mettono gradualmente a fuoco le differenze tra argomentazioni intutive e dimostrazioni, si evidenziano i conflitti tra terminologia matematica e linguaggio comune (i diversi significati di angolo, direzione, distanza, curva, …).  Questi concetti verranno ripresi e approfonditi dopo il primo biennio, nell'ottica di una ripresa a "spirale" degli argomenti.

La statistica e il calcolo delle probabilità 
8.   Questi temi sono presenti da decine d'anni nei programmi, a partire dalla scuola elementare, ma raramente vengono affrontati: occorre riprenderli sin dall'inizio delle superiori.  È utile dare subito ampio spazio alla statistica descrittiva in quanto si presta all'introduzione e revisione in contesti significativi di molti concetti di base, dai numeri alle approssimazioni, dalle funzioni alle formule, dalle rappresentazioni grafiche alla messa a punto di algoritmi.  Gli strumenti di statistica servono poi come punti di riferimento per l'introduzione alla probabilità.  Ecco, riassunte, alcune considerazioni didattiche che sviluppano queste osservazioni:

  l'ineludibile legame della statistica con situazioni reali fornisce occasioni per ragionamenti "contestualizzati", valutazioni "intuitive", …, favorendo la partecipazione degli studenti con più lacune tecniche iniziali senza essere noiosa per i "bravi", e consentendo di interagire con i "bisogni" degli adolescenti: può aiutarli a razionalizzare e affrontare problemi di inserimento sociale tipici della fase terminale dello sviluppo (il confronto con gli altri, dal punto di vista dell'aspetto fisico, da quello delle situazioni economica, familiare, …) e quindi costituire anche un elemento di motivazione allo studio della matematica;

  i temi della statistica e della probabilità è bene che non siano affrontati in modi troppo separati (la teoria della probabilità è la messa a punto di metodi per trovare, a partire dalle probabilità note di alcuni eventi, quelle di altri: il punto di partenza è in genere un'indagine di tipo statistico per individuare o convalidare alcune valutazioni probabilistiche iniziali);

  non sono da privilegiare problemi stereotipati e attività di calcolo combinatorio presentate in forme meccaniche a scapito di attività di matematizzazione e dello sviluppo della mentalità probabilistica; è da privilegiare la capacità di modellizzare problemi con tabelle, diagrammi di Venn, grafi, … piuttosto che la memorizzazione di formule;

  ridursi a situazioni inquadrabili come "(n° casi favorevoli)/(n° casi possibili)" forse semplifica l'insegnamento, ma non l'apprendimento; analogamente l'abuso dell'impiego di "a caso" come "a caso con distribuzione uniforme" tende a favorire misconcetti;

  è utile far riflettere gli alunni sui pregiudizi da cui sono spesso affette le nostre valutazioni e sulle immagini mentali con cui interpretiamo ciò che vediamo, fare congetture e stime prima di affrontare risoluzioni "rigorose", …

  il ricorso al computer è importante sia perché è un modo in cui oggi si fa matematica (si controllano risultati o si fanno valutazioni dispendiose da ottenere per via teorica, si costruiscono rappresentazioni grafiche, …), sia perché per fare una simulazione è necessario comprendere il problema, esplicitare le ipotesi, dettagliare la traduzione da "realtà" a "modello matematico", …

  è opportuno implementare sinergie con altri temi matematici, invece che percepire il tema "probabilità e statistica" come "cose in più" rispetto ai vecchi programmi.

Concludendo … 
9.  Gli esempi accennati vogliono solo illustrare il taglio del progetto che stiamo mettendo a punto. Chi vuole collaborare alla sua elaborazione o sperimentazione può contattarci all'indirizzo di posta elettronica riportato in testa all'articolo.

Riferimenti 
[1]  AA.VV.: 2009, Gli Oggetti Matematici, http://macosa.dima.unige.it/om
[2]  AA.VV.: 2009, Verso un "libro di testo", http://macosa.dima.unige.it/libro/via.htm
[3]  Begliuomini, R. & Dapueto, C.: 2002: Test di ammissione comuni tra pił Scuole, in Luzzatto, G. et al. (eds): Università e Formazione degli insegnanti, vol. monografico di Università e Scuola
[4]  http://macosa.dima.unige.it/gruppo.htm