Il ruolo dello spazio

L'articolo di E. Panofsky delinea la complessità dei significati del concetto di prospettiva. Ad esempio le seguenti opere non sarebbero classificabili in "migliori" e "peggiori" dal punto di vista della tecnica prospettica, ma avrebbero dietro diverse concezioni di spazio:


L'ultima cena, di Duccio da Buoninsegna

La deposizione di Cristo, di Andrea Mantengna

Il sorgere del sole, di Monet

Les Mademoiselles d'Avignon, di Picasso

Sono espressioni pittoriche che appartengono ad autori di epoche diverse, e così differiscono nei soggetti e negli stili.

Vi è comunque un denominatore comune: sono tutte espressioni di organizzazione spaziale.  Esse affrontano un aspetto dello stesso problema risolvendolo con espedienti dettati dal significato che via via acquista la concezione più generale di spazio.

Se si osserva una statua dell'epoca greca, per esempio Il discobolo, e la si mette a confronto con un dipinto dello stesso periodo è naturale rimanere sorpresi.

Da una parte la perfezione della rappresentazione, dall'altra un approccio che sembrerebbe quasi "ingenuo" . Ma in realtà si tratta di due forme artistiche che concepiscono lo spazio in maniera molto differente.

Per rappresentare un corpo solido nello spazio non è necessario pensare al contorno, il soggetto è l'unico protagonista, le dimensioni e le proporzioni sono determinate dal modello.

Lo spazio ha un ruolo secondario nella riuscita dell'opera, non risolve né circoscrive; si tratta di uno spazio discreto di semplici aggregati, di fatto è solo ciò che rimane tra i corpi.

Questa concezione guida anche le rappresentazioni nel piano ed è per questo motivo che esse ci sembrano irreali e finte:  le figure vengono disposte l'una sopra l'altra.

La "deposizione" di Giotto ne è un buon esempio.

In due dimensioni la disposizione dello spazio circostante acquista un ruolo fondamentale per la resa della rappresentazione. In queste opere non c'è la visione moderna dello spazio sistematico.

Primo strumento per realizzare ed esprimere al tempo stesso questa concezione spaziale è stato rappresentato dalla prospettiva lineare, che permette una visione "unitaria" dello spazio: grazie a tecniche matematiche, lo spazio assume un'estensione infinita nella direzione dello sguardo, e al suo interno i corpi appaiono uniti in modo naturale.