Altri spazi vettoriali

Il concetto di spazio vettoriale può essere generalizzato da quello degli usuali vettori tridimensionali ad un generico insieme S di oggetti matematici (che considereremo "vettori")
per il quale sia definta una operazione di "somma" +
[ ossia una funzione + che ad x e y in S associ un elemento di S stesso]
e di "moltiplicazione per uno scalare"
[ ossia una funzione che a x in S e a k numero - qualunque reale, nel qual caso di parla di spazi vettoriali su R, su cui ci soffermeremo, o qualunque complesso, nel qual caso si parla di spazi vettoriali su C - associ kx in S]
che abbia una identità "0" per "+" rispetto a cui sia un gruppo commutativo e
per il quale valgano la possibilità di riordinare le moltiplicazioni per gli scalari
[ h(kx) = (hk)x ],
le proprietà distributive
[ (h+k)x = hx+kx, k(x+y) = kx+ky ]
e la proprietà che lega lo zero di S al numero 0
[ 0x = 0 ].

Per un semplice esempio si pensi alla, ovvia, generalizzazione di quanto visto per R2 e R3 a Rn (n ≥ 1).
Per un altro esempio di spazio vettoriale (su R) si prenda S = {funzioni continue su [a,b]} con
(f+g)(x) = f(x)+g(x), (kf)(x) = kf(x)
prendendo come 0 di S la funzione nulla (che ad ogni x associa 0).

Sono particolarmente interessanti i casi in cui S possa essere dotato di una norma ||.|| e un prodotto scalare (o interno) · [oltre che "x·y", impiegato in particolare nel caso di Rn, si usa "<x,y>"] che godano di proprietà analoghe a quelle che abbiamo visto per R3 (lo studio generale di questi casi conduce al concetto di spazio hilbertiano, su cui non ci soffermiamo).
Se S è dotato di un prodotto scalare possiamo anche dotarlo di una norma ponendo ||v|| = √(v·v).
Nel caso di Rn, posto x = (x1,..., xn), y = (y1,..., yn), abbiamo:
x·y = x1y1 + ... + xnyn,  ||x|| = √(x·x) = √(x12 + ... + xn2).
[Nota: il prodotto vettoriale è definito solo per n=3]
Nel caso di S = {funzioni continue su [a,b]}, con una evidente analogia, possiamo prendere:
f·g = ∫[a, b] f(x)g(x) dx,   ||f|| = √(f·f) = √(∫[a, b] f(x)2 dx)

Dalla norma possiamo ricavare la distanza d(v, u) = ||v - u||.
Nel caso dello spazio di funzioni S avremmo: d(f, g) = √( ∫[a, b] (f(x)-g(x))2 dx).
[si vedano le considerazioni sulla distanza di funzioni svolte a proposito delle serie di funzioni]

Col prodotto scalare possiamo generalizzare il concetto di ortogonalità:
x è ortogonale a y se x·y = 0.
Nel caso dello spazio di funzioni S abbiamo:
f ortogonale a g se  ∫[a, b] f(x)g(x) dx = 0.

Esempi:

f(x) = sin(x), g(x) = cos(x), [a,b] = [-π π]    
f(x) = sin(x), g(x) = sin(2x), [a,b] = [-π π]
f(x) = sin(x), g(x) = sin(3x), [a,b] = [-π π]
f(x) = x, g(x) = x2, [a,b] = [-h, h]

Come nel caso di R3, abbiamo che un numero finito di vettori tra loro ortogonali sono linearmenti indipendenti, e che essi possono essere normalizzati (ossia ridotti ad avere norma uguale ad 1) moltiplicandoli per il reciproco della loro norma.
Nel caso dello spazio delle funzioni continue su un intervallo [a,b] esistono infiniti vettori linearmenti indipendenti. Basti prendere, nel caso di un intervallo di ampiezza 2π, alle le funzioni x 1, x sin(nx) con n intero positivo: esse sono tutte ortogonali tra loro.  Negli altri casi basta prendere x sin(2π/(b-a)nx).
Nel caso di R3 presa comunque una base ortonormale e1, e2, e3 (ei di norma 1 e tra loro ortogonali), possiamo scomporre ogni vettore x nelle sue componenti rispetto a tale base, ossia esprimerlo come x = (x·e1)e1 + (x·e2)e2 + (x·e3)e3 (x·ei è la i-esima coordinata nel sitema di riferimento associato a tale base).
La cosa vale anche per Rn. Può essere generalizzata in modo opportuno anche agli spazi di dimensione infinita, ossia con infiniti vettori linearmente indipendenti x1, x2, x3, …. Si ha che:
• se esiste una serie del tipo ∑ i=1..∞ cixi che converge (secondo la norma dello spazio) a x, deve essere ci = x·xi;
• x = ∑ i=1..∞ (x·xi)xi, ossia la serie ∑ i=1..∞ (x·xi)xi converge (secondo la norma dello spazio) e ha per somma x se e solo se la serie i=1..∞ (x·xi)2 converge a ||x||2

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