Date un'occhiata alle frasi A, B e C qui sotto e giudicate per ciascuna di esse se è una frase che ha un significato in italiano, o discutete la difficoltà a dare questo giudizio.
A. I biologi trovano che Pertusni morphenium sia un'interessante specie da studiare.
B. Alcuni matematici impiegano il concetto di prodotto diadico.
C. Banane azzurro perché matematica decidi.

Quasi sicuramente avrete giudicato A e B frasi significative e C no, senza doverci pensare troppo.  Eppure le frasi A e B hanno al loro interno parole che probabilmente non avete mai visto.  Questo accade sicuramente per A in quanto le parole Pertusni e morphenium sono state inventate.  B invece è una frase "vera", anche se probabilmente sono pochi ad aver mai visto le parole prodotto diadico (se non alcuni laureati in matematica o fisica).
Non avrete avuto dubbi nel giudicare che C non è una frase, anche se tutte le parole che compaiono in essa vi sono familiari.
Che cosa distingue le due frasi A e B da C?
Ovviamente non ha a che fare col fatto che le frasi siano vere o no, o perfino se il lettore ne comprenda o meno il significato, o se le parole che compaino in esse siano reali o inventate.  Ciò che conta è il modo in cui le parole (reali o inventate) sono messe una in fila all'altra, ovvero alla "struttura" della frase o, meglio, alla "struttura sintattica" di essa.  Per ulteriori approfondimenti vedi qui.

L'esercizio trae spunto da un capitolo del libro The Language of Mathematics di Keith Devlin (edito in Italia da Bollati Boringhieri).