Il comportamentismo tende a ridurre l'apprendimento alla acquisizione di certi comportamenti in risposta a certi stimoli e alla capacità di connettere più comportamenti per realizzare nuovi comportamenti in risposta a stimoli più complessi.   Anche nell'ambito del comportamentismo, benché rispetto alla scuola piagetiana esso sia di impostazione del tutto diversa (e sia assai più povero e più debole culturalmente - anche se ha contribuito a dare un impulso a importanti sviluppi nelle psicologia sperimentale), erano state individuate delle tappe e delle età per lo sviluppo delle capacità di ragionamento.  Quello che segue, (#), è un esempio delle prove utilizzate (anni '60 del XX sec.) in queste ricerche sullo sviluppo cognitivo.  Ha una struttura simile alle prove eseguite con i topolini nel labirinto, del tipo:
- ai topolini viene fatto apprendere come dal punto A del labirinto si possono raggiungere due distinti punti B e C in cui vi sono due pezzettini di formaggio e, separatamente, come da B si può raggiungere il punto D in cui vi è un grosso pezzo di formaggio;
- messi successivamente in A i topolini nel 50% dei casi vanno in C invece di privilegiare la scelta del percorso che li condurrebbe al pezzo grosso di formaggio;
- conclusione: i topi sono incapaci di deduzioni.
(#) Congegno A: premendo uno dei due pulsanti esce una bilia;
      congegno B: introducendo una bilia nel foro esce un giocattolo.
I bimbi di 5 anni imparano rapidamente a utilizzare A per ottenere la bilia e separatamente a usare B per ottenere il giocattolo.
Però solo il 30% riesce a utilizzare A+B per ottenere il giocattolo.
Le conclusioni per i bambini inferiori ai 6 anni sarebbero così analoghe a quelle per i topi ...

    Quello che segue è un esperimento realizzato da ricercatori di scienze cognitive una decina di anni dopo, nell'ambito di una revisione critica sia del "piagetismo" che del "comportamentismo":
(# bis) A* al posto di A (congegno meno misterioso): il 90% dei bimbi di 5 anni riesce a usare A*+B (il 75% di quelli di 4)
    Discuti questa diversità di prestazioni. Quali riflessioni didattiche ti suggerisce? Quali tipi di attività o impostazioni didattiche (nell'ambito dell'insegnamento della matematica) ti sembrano essere influenzate o in inconsapevole accordo con la visione comportamentista?
 

Le considerazioni che si possono fare su questo e sugli altri dei primi 4 quesiti qui riportati sono, in breve:

- anche senza i "nuovi" esperimenti, una persona che abbia a che fare con bambini di 4 o 5 anni (li veda disegnare, giocare con bambole o con il Lego, imparare il funzionamento di un gioco o di un dispositivo, stabilire come comportarsi in un certo contesto e con certe persone, affrontare le più svariate situazioni problematiche in cui si articolano le loro esperienze quotidiane) avrebbe dovuto subito trovare prive di fondamento le conclusioni di Piaget o dei comportamentisti;

- le conclusioni di Piaget, anche perché spesso male interpretate, sono state utilizzate per motivare proposte didattiche (sul primo insegnamento numerico e geometrico, sull'educazione logica, ...) non fondate dal punto di vista matematico e che hanno condizionato negativamente per molti anni la prima educazione matematica e la stessa ricerca didattica;

- anche le tesi comportamentiste hanno avuto ricadute negative sulla pratica e sulla ricerca didattica: influenze dell'indirizzo comportamentista sono riscontrabili nelle proposte di istruzione programmata e più in generale nella predisposizione di itinerari didattici che spezzettano le conoscenze in tante nozioni e abilità da acquisire con specifiche sequenze di attività;

- in breve, si sono trascurati i riferimenti culturali alla vita quotidiana (dei bambini, degli alunni, degli adulti) e alle discipline, si è dato valore assoluto a modelli interpretativi senza coglierne la loro natura di "modelli", si è trascurato il fatto che il significato con cui viene recepita un'attività didattica o un "esperimento" non dipende solo dalla singola attività o esperimento, ma anche da come questo interagisce con l'insieme dei concetti e delle conoscenze di coloro a cui viene proposto.

Per approfondimenti, vedi i commenti ai primi 3 "esperimenti" discussi qui.