Se clicchi  QUI  si apre uno strumento che ti consente di mettere in ordine alfabetico delle parole, scritte una dopo l'altra (separate da una virgola e uno spazio bianco, e scritte con caratteri minuscoli). A destra un esempio.  Prendi una frase qualunque e prova a mettere in ordine le parole che la compongono.  Poi controlla la risposta con questo strumento.     

Ecco che cosa si ottiene con la prima frase di un racconto di Gianni Rodari ("Il semaforo blu", vedi sotto):
una, volta, il, semaforo, che, sta, a, milano, in, piazza, duomo, fece, una, stranezza, tutte, le, sue, luci, ad, un, tratto, si, tinsero, di, blu, e, la, gente, non, sapeva, più, come, regolarsi

Le tecniche con cui si possono ordinare le parole sono le stesse impiegate per ordinare i numeri (vedi QUI - vedi anche l'esercizio 1.30).  Si possono stimolare gli alunni a trovare un metodo efficace per effettuare l'ordinamento.  Il più semplice, che gli alunni dei primi anni di scuola sicuramente trovano, è quello di trovare la prima, di segnarla con la matita, di trovare la prima delle rimanenti e segnare anche questa, e così via. 

Questo è uno degli esempi dei rapporti tra insegnamento matematico e insegnamento linguistico che possono essere esplorati in classe. Altri esempi li trovi nelle batterie di esercizi presenti qui e nelle pagine successive.


Nella scuola superiore si possono esplorare altri algoritmi di ordinamento. Ecco qui, su un esempio numerico, l'algortimo ora visto (1, per minimizzazione), quello per inserzione (2: faccio man retrocedere un nuovo elemento fino a che non ne trovo uno minore) e quello per fusione (3: metto in ordine 2 numeri, i due numeri successivi, ...; poi metto in ordine due a due le coppie ottenute; poi metto in ordine i quartetti; ...).  Su 7 numeri come questi non si vede, ma su grandi quantità di dati il secondo e, soprattutto, il terzo procedimento sono molto più efficienti (indicando con N il numero dei dati, il primo metodo cresce come N², il terzo come N·log(N), presso che linearmente; vedi qui).

1)   4   9   1   3   5   2   8
     1   4   9   3   5   2   8
     1   2   4   9   3   5   8
     1   2   3   4   9   5   8
     1   2   3   4   9   5   8
     1   2   3   4   5   9   8
     1   2   3   4   5   8   9
     1   2   3   4   5   8   9

2)   4   9   1   3   5   2   8
     1   4   9   3   5   2   8
     1   3   4   9   5   2   8
     1   3   4   5   9   2   8
     1   2   3   4   5   9   8
     1   2   3   4   5   8   9

3)   4   9   1   3   5   2   8
      \ /     \ /     \ /    |
       4       1       2     |
       9       3       5     |
        \__ __/         \_ _/
           1              2 
           3              5 
           4              8 
           9             / 
            \           / 
             \____ ____/ 
                  1     
                  2 
                  3 
                  4 
                  5 
                  8

Vedi anche l'esercizio 6.2 qui.


Il semaforo blu
Una volta il semaforo che sta a Milano in piazza Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.
– Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:  – Lei non sa chi sono io!
Gli spiritosi lanciavano frizzi: – Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
– Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
– Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.
Finalmente arrivò un vigile e si mise lui in mezzo all’incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.
Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare:
"Poveretti! Io avevo dato il segnale "via libera" per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio".