In un libro di testo per la scuola media inferiore si trova:
«Useremo la parola insieme non come viene impiegata nel
linguaggio comune, ma come la impiegano i matematici.
Definizione: una collezione di oggetti è un insieme se preso un
oggetto qualunque possiamo decidere esattamente se appartiene o no a
tale collezione. L'insieme si dice finito se conosciamo
esattamente il numero dei suoi elementi».
Seguono esempi su insiemi di figure di alberi alti e alberi bassi, di animali selvatici e
animali domestici,
.
Discuti queste scelte.
Come si fa a classificare gli alberi in alti e bassi (altro potrebbe essere
considerare gli alberi di una data località che in un dato giorno sono
più alti o no di una data misura)? Come si fa a classificare gli animali
in selvatici e domestici (più in generale si pensi all'incertezza circa
la stessa appartenza alla collezione degli animali da parte di alcuni
microorganismi).
Al di là di questi buffi esempi (che sono da collegare
ad un uso improprio del concetto di "insieme"), veniamo alla definizione data.
Essa contraddice l'essenza stessa dell'attività matematica: se non si fosse ancora
dimostrato che π (pi greca) non è un numero razionale non si
potrebbe parlare dell'insieme dei numeri razionali? (un problema
tipico del matematico come quello dello studio della
appartenenza di una certa equazione [o funzione o altro oggetto
matematico] a un particolare insieme di equazioni [o funzioni,
] può essere posto solo dopo aver in qualche modo individuato
tale insieme !). Poi, che cos'è una "collezione", che cosa vuol dire
"decidere",
.
Poi possiamo benissimo sapere che un insieme è finito senza esserne in
grado di determinarne il numero di elementi e, definito opportunamente il concetto
di numero per caratterizzare la cardinalità degli insiemi infiniti, possiamo
dire quanti sono anche gli elementi di un insieme infinito e ordinare gli insiemi infiniti per "grandezza".
Errori di questo tipo sono
particolarmente inaccettabili nei libri in cui prevale
un'impostazione formale, in cui nella scelta dei contenuti e nella
loro presentazione prevale una visione della matematica come
disciplina dell'esattezza e dell'educazione astratta
al ragionamento. Queste concezioni, come è
noto, fanno il paio con molti luoghi comuni sulle caratteristiche
della matematica e sulla sua difficoltà: la matematica come
garante della incontestabilità di una analisi di un
particolare problema o di una particolare scelta ("2+2 fa 4"),
l'utilità di una attività su concetti astratti in
quanto capace di sviluppare abilità mentali ritenute "di
base", la connessa interpretazione della matematica come
disciplina "difficile" e capace di discriminare i più
intelligenti e i meno intelligenti (o almeno, già a livello
della scuola elementare e media inferiore, chi è portato e chi
è negato per la matematica);
invece vengono individuati solo i ragazzi che hanno (o a cui è
stato indotto) un atteggiamento più passivo nei confronti dello studio.
Vedi anche i commenti al quesito, simile, 2.18