In una linea a 220 V sono inseriti in parallelo (sinonimo di "in derivazione"), un ferro da stiro da 500 W, una stufa elettrica da 1 kW e 6 lampade da 50 W. Quant'è l'intensità della corrente prelevata? Quant'è l'energia consumata in mezzo'ora? Quant'è la resistenza dei singoli apparecchi?

Se si chiude un circuito in corrente alternata con solo carico resistivo valgono le stesse "formule" del caso della corrente continua. La tensione di 220 V non varia in modo apprezzabile quando si chiude il circuito. Possiamo dunque ritenere che la tensione coincida con la f.e.m. e trascurare la resistenza interna. Dunque:

i = i1 + i2 + i3, dove:
i1 = 500/220 A, i2 = 1000/220 A, i3 = 6·50/220 A.
Quindi i = (500+1000+6·50)/220 A = 90/11 A = 8.2 A.
L'energia consumata è 90/11·220·0.5 A·V·h = 900 A·V·h = 0.9 kWh.
Da Ω = V²/W ho:  R1 = 220²/500 Ω = 96.8 Ω. Analogamente R2 = 48.4 Ω. Per le singole lampade ho: 220²/50 Ω = 968 Ω.

Ricordiamo che:  V = J/C = W/A = kg·m²/(s³·A)    W = V²/Ω

Nota. Nella rete elettrica casalinga i vari apparecchi utilizzatori sono disposti in parallelo rispetto ai conduttori della rete di alimentazione; pertanto ciascun apparecchio può funzionare indipendentemente dagli altri. Le lampadine di un albero di Natale sono disposte, solitamente, in serie: se una si rompe, si interrompe il circuito, causando lo spegnimento anche delle altre lampadine.


Vedi QUI per un richiamo dei principali concetti relativi ai fenomeni elettrici.