Richiamiamo un po' di concetti relativi ai fenomeni elettrici.
L'unità di misura della carica elettrica (Q) è il coulomb (simbolo: C), pari, circa, a 6.24·10^18 e (e indica 1 elettrone). Indichiamo con I  l'intensità di corrente, cioè la quantità Q di carica elettrica che transita nell'unità di tempo t  (I = Q/t).  La sua unità di misura si chiama ampere (simbolo: A).  Corrisponde quindi, circa, al passaggio di 6.24·10^18 elettroni al secondo.  Ovviamente  1 C = 1 A·s.
Indichiamo con VAB, o ΔV, la differenza di potenziale (o tensione) tra i punti A e B, ossia il lavoro per portare la carica di 1 C da A a B.  La sua unità di misura si chiama volt (simbolo: V).
C'è evidentemente proporzionalità tra I e ΔV;  indichiamo con R il coefficiente di proporzionalità, ΔV = I·R, e lo chiamiamo resistenza in quanto la corrente che passa I = ΔV/R  diminuisce al crescere di R;  la sua unità di misura si chiama ohm (simbolo: Ω).  Ovviamente  1 Ω = 1 V/1 A.
L'energia E erogata da un generatore nel tempo t dipende dal lavoro per trasportare una carica (ΔV) e dalla quantità di carica che viene fatta transitare nel tempo t  (I·t),  ossia è pari a ΔV·I·t,  per cui la potenza P di un generatore è  E/t = ΔV·I = R·I² = (ΔV)²/R.  Essendo il joule (J) l'unità di misura dell'energia, ovvero del lavoro  (1 J = 1 N·m, 1 N è la forza esercitata da una massa di 1 kg sottoposta all'accelerazione di 1 m/s²),  l'unità di misura della potenza, watt (W), è pari a  1 J/1 s.
Come unità dell'energia si usa (specie in ambito elettrico) anche il chilowattora (kWh), pari all'energia complessiva fornita quando una potenza di un 1000 W è mantenuta per 1 h;  tenendo conto che  1 W=1 J/s  e che  1 h=3600 s,  1 kWh = 3600 kJ = 860 kcal  (essendo 1 cal = 4.1868 J).
Ricordiamo che se N resistenze sono collegate in serie, ossia disposte nel modo sotto illustrato a sinistra, ovviamente il loro effetto si somma, per cui è come se vi fosse un'unica resistenza (R = R1+…+RN); anche le differenze di potenziale tra i capi delle varie resistenze si sommano (ΔV = ΔV1+…+ΔVN).
Se, invece sono collegate in parallelo, ossia disposte nel modo sotto illustrato a destra, la corrente si distribuisce nei vari rami (I = I1+I2+…+IN) in modo inversamente proporzionale alla resistenza incontrata in essi: se ho tre resistenze con R1 doppia sia di R2 che di R3, I1 è 1/5 di I mentre I2 e I3 ne sono i 2/5;  in generale posso trovare facilmente le varie intensità di corrente tenendo conto che, se ΔV è la differenza di potenziale tra i due capi (comuni) di tutte le resistenze, Ik = ΔV/Rk.  La resistenza complessiva R, ossia quella per cui I = ΔV/R, la ottengo eguagliando ΔV/R e (ΔV/R1+…+ΔV/RN), ottenendo:  R = 1/(1/R1+…+1/RN).  Ovviamente se le resistenze dei vari tratti fossero tutte eguali, R1 = … = RN = R*, avremmo R = R*/N.

Ricordiamo, infine, che come unità di misura della potenza in campo motoristico si usa anche il cavallo-vapore, pari a circa 740 W (in europa continentale vale 735.5 W; è indicato col simbolo CV in Italia e con altri simboli in altri paesi; nei paesi anglosassoni è indicato HP ed è considerato pari a 745.7 W).