A lato sono rappresentati graficamente, al variare dell'input attorno a 0, due sottotermini
della funzione x → f(x) di cui si deve determinare il limite.
Dato che, per x → 0, ax → 0,
se b < −1 f(x) → −1/0+ = −∞
se x → 0+,
f(x) → −1/0− = ∞ se x → 0−. Se
se b > −1, invece, f(x) → 1/0+ = ∞
se x → 0+,
f(x) → 1/0− = −∞ se x → 0−.
Se b = −1 abbiamo un limite del tipo 0/0.
et per t→0
tende a comportarsi come t+1, ossia et−1 tende a comportarsi come t,
quindi ex3−1 per x→0
è un infinitesimo di ordine 3.
log(1+x) per x→0 si comporta come x
().
Quindi se a ≠ 0 il limite si comporta come −ax/x3, ossia come
−a/x2:
vale ∞ se a<0, vale −∞ se a>0.
Se a = 0 abbiamo, invece, il rapporto tra un termine che tende a comportarsi come x3
ed uno che tende a comportarsi anch'esso come x3, che, per x→0, tende ad 1.
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