Su una palla sono disegnati dei cerchi che, come fossero dei paralleli e dei meridiani di un globo terrestre, formano un reticolato simile a quello raffigurato a fianco; nella realtà gli "spicchi" sono molti di più. Una formica parte dall'"equatore" e procede mantenendosi perpendicolare ai "meridiani" che man mano incontra. Un'altra formica parte dallo stesso "meridiano" e procede alla stessa velocità, mantenendosi anche lei sempre perpendicolare ai nuovi meridiani che man mano incontra. | |
Dopo un po' la prima formica si ritrova nel punto da cui era partita. La seconda formica: | |
(A) si ritrova anche lei nello stesso punto da cui era partita (B) è già passata per il punto da cui era partita (C) ci arriverà qualche istante dopo (D) ci arriverà dopo un altro giro (E) non ci arriverà mai |
In ogni punto che non sta sull'equatore il parallelo non incontra
perpendicolarmente il meridiano. Man mano che avanza, la formica si avvicina sempre più all'equatore, e non ritorna mai più sul parallelo da cui era partita. Per altri es. di rette su superfici curve vedi la voce "triangoli" negli Oggetti Matematici. |
In un test sottoposto (nel 2004) a 120 alunni di 2ª e 5ª classe di scuola secondaria superiore la risposta più scelta (78%) è stata B, senza grandi differenze tra i due livelli (71% nel biennio, 89% nel triennio). Il 10% ha scelto C, il 9% A. Nessuno ha risposto correttamente. Le difficoltà incontrate evidenziano sia la scarsa attenzione che la programmazione scolastica dedica alla geometria tridimensionale e alla interazione tra matematica e geografia, sia, ovviamente, i limiti della nostra intuizione fisica. Al di là degli esiti, è utile, per aprire spunti di riflessione sulla modellizzazione dello spazio, sui rapporti tra aree disciplinari, affrontare con gli alunni la discussione delle risposte, farle loro argomentare, esplorare le idee e gli spunti che propongono, .