Perché in mancanza di acqua potabile non si deve bere acqua di mare? | ||||
(1) | può favorire l'insorgere di emboli | (3) | invia troppa acqua alle celleule per osmosi | |
(2) | è troppo iodata | (4) | disidrata le cellule per osmosi |
La conservazione sotto sale si basa sul fatto, scoperto sin dalla antichità,
che i tessuti animali o vegetali immersi in una soluzione concentrata di sale marino
perdono parte del loro contenuto d'acqua mentre parte del sale penetra in essi.
È più recente la comprensione di come il sale agisca da conservante
(ha un'azione tossica nei confronti dei microrganismi) e di come avvenga il passaggio tra liquido e tessuto (osmosi).
Un fenomeno del tutto simile si manifesta tra l'acqua di mare ingerita e l'organismo dell'assetato
(il mare ha il 3.5% di sale, il nostro sangue - e il nostro organismo - lo 0.9%; normalmente l'eccesso di sale è smaltito attraverso l'urina;
se si beve acqua salata siamo costretti ad urinare di più ed andiamo incontro alla disidratazione).
Naturalmente bere un po' acqua marina (non troppo inquinata) non crea problemi al normale bagnante (che durante il giorno ha la possibilità di bere in altri modi).
La comprensione di quale sia la risposta giusta al quesito può essere ostacolata dal riferimento al fatto che
in alcuni casi di disidratazione si somministra sale (cloruro di sodio) sotto forma di soluzione concentrata o di compresse;
questo accade, ad es., in casi di sudorazione eccessiva, quando con il sudore vengono eliminate quantità eccessive
di cloruro di sodio che non sarebbero recuperate bevendo acqua pura (il calo di cloruro di sodio può ad es. ridurre
la capacità di neutralizzare l'acido lattico e favorire l'insorgere di crampi).