Proprietà delle funzioni continue e di quelle derivabili
Richiami sulle funzioni continue
Abbiamo visto che una funzione F viene detta
continua in un intervallo
Possiamo definire F continua in
Oppure potremmo definire F continua in
In alternativa potremmo definire F continua nel punto p se
p sta in un intervallo in cui è definita F e
Abbiamo anche visto che ( limite)
sommando, sottraendo, moltiplicando, dividendo (dove il secondo termine
non tenda a 0) o
e se I è un intervallo [a,b], chiuso e limitato, allora
• l'immagine f(I) è un intervallo chiuso e limitato.
La figura a fianco illustra diverse situazioni del primo caso: una funzione definita su un intervallo Nel secondo caso, in cui il dominio è sempre chiuso e limitato, abbiamo invece che l'immagine è anch'essa sempre un intervallo chiuso e limitato: se pensiamo l'intervallo |
Entrambi i teoremi, noti anche, rispettivamente, come "del valore intermedio" (in quanto assicura che se y e z stanno nell'immagine di f vi deve stare anche ogni valore tra essi compreso) e come "di Bolzano-Weierstrass" (dai matematici che indipendentemente, uno un po' prima l'altro un po' dopo il 1850, lo dimostrarono), sono abbastanza intuitivi. [Chi vuole può vederne una dimostrazione qui. A volte il secondo teorema è chiamato solo "di Bolzano" ed è formulato in un modo diverso, ma equivalente]
Richiami sulle funzioni derivabili
Abbiamo visto sopra
un esempio di funzione continua attorno a 0 e attorno a 2 senza essere derivabile né in 0 né in 2. Altri esempi di funzioni continue in un intervallo senza essere ivi derivabili li abbiamo visti
alla voce derivata,
dove abbiamo visto anche un esempio di funzione derivabile ovunque senza che la derivata sia
continua in tutto il dominio.
Gli stessi esempi ci hanno fornito anche situazioni in cui una funzione ha
un punto di estremo (di massimo o di minimo) senza che ivi essa sia derivabile, e la derivata sia nulla.
Alla stessa voce abbiamo visto anche che (se k è una costante e g ed f sono
funzioni)
Richiamiamo, ora, altre proprietà.
x → x2 = x·x non ha come
pendenza il prodotto della pendenza di x → x
per sé stessa, che sarebbe 1·1 = 1, ma, come abbiamo visto alla voce
derivata,
Che relazione c'è tra la pendenza di una funzione e quelle delle funzioni di cui
è il prodotto?
f(x+Δx)·g(x+Δx) =
(f(x) + f'(x)·Δx + o(Δx))
(g(x) + g'(x)·Δx + o(Δx)) =
f(x)·g(x) +
f'(x)g(x)·Δx +
f(x)g'(x)·Δx + o(Δx) =
f(x)·g(x) +
( f'(x)g(x) +
f(x)g'(x) ) Δx + o(Δx) Concludendo:
D(f·g) = D(f)·g + g·D(f) ovvero: Dx(f(x)g(x)) = f '(x)g(x) + f(x)g'(x)
Nota. Le formule precedenti sono vere nel loro dominio, ovvero dove tutte le funzioni sono definite.
In particolare possono non esistere
f(x) = g(x) = |x|; f e g non sono derivabili in 0 mentre f·g,
che a x associa |x|·|x| = x2, è derivabile in 0.
Esercizio: testo e soluzione
In accordo con quanto visto alla voce derivata per Dx(1/x2) abbiamo:
D(1/f) = −D(f)/f2 ovvero: Dx(1/f(x)) = −f'(x)/f(x)2
Infatti:
0 = D(x → 1) = D(f·(1/f)) = D(f)·(1/f) + f·D(1/f)
da cui D(1/f) = ...
Esercizio: testo e soluzione
Dalle due precedenti formule abbiamo che:
Infatti:
D(f/g) = D(f·(1/g)) = D(f)(1/g) + f·D(1/g) =
Nota. Anche in questo caso possono non esistere
Esempio: Dx(x/(x2+1)) =
Esercizio: testo e soluzione
Per quanto riguarda la composizione di funzioni abbiamo:
D(f(g(.)) = D(f)(g)·D(g)
ovvero:
Infatti in
x → g(x) = t → f(t) = f(g(x)) abbiamo prima g che moltiplica la variazione dell'input x per
Nota. Può non esistere D(g)(x) ed esistere
Esempio: dimostriamo, come annunciato alla voce derivata, che
Dx(xα) =
Dx(xα) =
Dx(exp(log(xα))) =
Dx(exp(α·log(x))) =
Esercizio: testo e soluzione
Infine, se g è la funzione inversa di f, abbiamo:
Infatti g ha come grafico
la figura che si ottiene dal grafico di f scambiando tra loro ascisse e ordinate,
quindi la pendenza di g in
Abbiamo già usato la regola implicitamente per trovare la derivata di
√ : |
Altro sulle funzioni derivabili
Vediamo alcuni esempi che possono essere utili per non dare per scontate alcune
proprietà che, come vedremo, non è detto che siano verificate.
Il primo esempio richiama il fatto che una funzione f (nel nostro caso
Il secondo esempio, x → x2·sin(1/x), 0 → 0, raffigurato sotto a sinistra,
illustra una funzione con derivata che è nulla in 0 senza essere continua in 0:
Il terzo esempio, x → x+2x2·sin(1/x), 0 → 0, raffigurato sopra a destra,
illustra una funzione con derivata positiva in 0 ma non crescente in intervalli contenenti 0.
È facile vedere che se F è costante
in un intervallo allora la sua derivata è ivi nulla:
Non sono così ovvie le implicazioni inverse, anche se le
abbiamo già utilizzate, con giustificazioni intuitive, in
voci precedenti: derivata.
Esse possono essere ottenute come conseguenze del teorema del valor
medio o dell'incremento finito (o di Lagrange, matematico, ed altro, nato a Torino nel 1736
e morto a Parigi nel 1813), che afferma che se F è continua in
D(F)(c) = (F(b) − F(a)) / (b − a) | |
Ecco, a destra, un caso in cui di tali c ne esistono 2. | |
Il nome "teorema del valor medio" deriva dal fatto che, nel caso
in cui esiste almeno un istante c compreso tra a e b in cui il mezzo aveva velocità uguale alla velocità media tenuta nell'intervallo di tempo |
La dimostrazione del teorema del valor medio, a dispetto del suo
contenuto intuitivo, non è affatto banale, e la tralasciamo
(essa è usualmente dimostrata come conseguenza del teorema di Rolle,
che non è altro che il caso particolare del precedente teorema quando
• se D(F)(x) = 0 per ogni x, deve essere F(b)-F(a) = 0 ovunque,
ossia F deve essere costante;
• se
• se
Abbiamo, inoltre, che:
• se D(F)(x) > 0
Si può dimostrare anche che se, per x → α, f(x) e g(x) sono entrambe infinitesimi o
entrambe infiniti, e
Partiamo da un limite che sappiamo già calcolare (
infiniti e infinitesimi):
Un altro esempio facile, già studiato in altri modi
( funz. esponenziale e logaritmo), è
Un altro esempio:
Occorre stare attenti a non usare questa regola a sproposito. Ad esempio di fronte a
Esercizi (svolgibili sperimentalmente e teoricamente): testo e soluzione, testo e soluzione.
Osserviamo che, nel caso di una funzione f definita in un dominio contenente un intervallo
Se f è definita in un dominio contenente un intervallo
Ad esempio della funzione x → |x| già considerata
( derivata)
possiamo dire che la sua derivata da destra in 0 è 1 e che quella da sinistra è −1 (non esiste,
quindi, la derivata della funzione in 0, altrimenti le derivate da destra e da sinistra, che esistono, dovrebbero coincidere).