Funzione (2)
Possiamo generalizzare il concetto di funzione a input e output numerici
[ funzione 1], in modo da inglobare altri esempi di funzione incontrati in varie sezioni precedenti (la distanza, che a due punti associa un numero; le trasformazioni geometriche, che associano punti a punti; gli operatori logici, che trasformano condizioni in condizioni;
).
Possiamo dire che in ogni caso abbiamo l'accoppiamento in modo non ambiguo di un input a un output
Dati due insiemi I e O di oggetti matematici, una funzione a input in I e output in
O è
un insieme F di coppie a, b con a ∈ I
e b ∈ O
tale che per ogni a in I accada uno dei due seguenti fatti:
[con "a b", o con "a ∼> b", o "a → b", indichiamo "la coppia a, b", ossia l'accoppiamento di a a b]
(1) c'è un unico oggetto b di O tale
che a → b stia in F (ossia per a c'è un solo accoppiamento);
F(a) è definito e b è l'output corrispondente tramite F all'input a;
si scrive F(a) = b
o F: a →
b
(2) non c'è alcun oggetto b di O tale che a → b stia in F (ossia per a non ci sono accoppiamenti).
F(a) è
indefinito ovvero all'input a F non
associa alcun output.
L'insieme degli a per cui F(a) è definito si dice dominio (o insieme di definizione) di F.
Se il dominio di F è finito, F può essere descritta elencando in una tabella tutte le possibili coppie
|
|
|
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
tariffe del bus | significato di AND | concatenazione | media | x → x2 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
funzioni rappresentabili completamente mediante tabelle |
funzioni non rappresentabili completamente mediante tabelle |
Spesso si parla anche di funzioni a più input o di funzioni a più output per intendere funzioni che hanno come input o come output invece che un unico oggetto una coppia o una n-upla (con n numero intero maggiore di 1) di oggetti matematici. Invece di funzioni a più input si parla anche di funzioni di più variabili. Se, usando questo linguaggio, consideriamo la funzione media, che ad un insieme di dati associa il loro valore medio, possiamo dire solo che è una funzione ad 1 o più input, in quanto possiamo fare la media di una quantità qualunque di numeri.
Questa definizione di funzione risale al 1834 (formulata da Nikolai Lobachevsky e, indipendentemente, 3 anni dopo, da Peter Gustav Lejeune Dirichlet). A noi sembra una definizione ovvia, ma all'epoca non era così. Infatti fino ad allora si consideravano solo funzioni ad 1 input ed 1 output definite su intervalli di numeri reali che rappresentavano movimenti di oggetti o fenomeni simili, che si supponeva variassero con continuità, che avessero un grafico senza salti o punti angolosi. È in quegli anni che le applicazioni della matematica si estesero a nuovi campi che richiesero l'uso di un concetto più generale di funzione. Non a caso la stessa definizione fu messa a punto da due persone indipendentemente e più o meno contemporaneamente.
A volte invece di «coppia
x,y» si parla di «coppia ordinata x,y»
per specificare che non ci riferisce all'insieme {x,y} ma alla
sequenza x,y, che ha x come 1° elemento e y come 2°
elemento.
In genere invece di "coppia x,y" si scrive "(x,y)",
non solo quando x e y sono impiegate come coordinate di un punto,
oppure
Nel caso delle funzioni a input e output in R alcune composizioni sono interpretabili geometricamente:
traslazione che porta gli assi sui nuovi asintoti
traslazione che porta il vertice della parabola nel nuovo vertice
x
→ F(x h)+k ha come grafico il grafico di F traslato con passi Δx = h, Δy = k (le x in cui eventualmente interseca l'asse
orizzontale sono le soluzioni di F(x) = k)
Nota. Traslare orizzontalmente di h corrisponde a sostituire x con | |
Grafici con R: uno, due, tre | |
x → k·F(x) ha grafico ottenibile da quello di F mediante una trasformazione di scala che moltiplica per k le ordinate (i due grafici intersecano l'asse x negli stessi punti) | |
x → F(x) ha grafico ottenibile da quello di F con un ribaltamento attorno all'asse x (i due grafici intersecano l'asse x negli stessi punti) |
Applicando la moltiplicazione o il cambio segno invece che a F(x) all'input x gli effetti sono diversi: x → F(k·x) ha grafico ottenibile da quello di F mediante una trasformazione di scala che divide per k le ascisse; x → F( x) ha grafico ottenibile da quello di F con un ribaltamento attorno all'asse y (in entrami i casi le intersezioni con l'asse y sono le stesse che per F) |
Esercizio (in una nuova finestra)
Le funzioni che a input diversi fanno corrispondere output diversi
vengono dette funzioni iniettive. Casi particolari di funzioni iniettive sono le funzioni crescenti e decrescenti: | |
una funzione (a input e output in R) è detta crescente in un intervallo I se: | porzione del grafico di una funzione crescente in (, A] e in [B, ), decrescente in [A, B] | ||
è definita in I e all'aumentare dell'input (preso in I) l'output aumenta [presi x1 < x2 in I si ha F(x1) < F(x2)] | |||
decrescente in I se: | |||
è definita in I e
all'aumentare dell'input (preso in I) l'output diminuisce [presi x1 < x2 in I si ha F(x1) > F(x2)] |
Abbiamo fatto ricorso, implicitamente, a questi concetti affrontando alcune questioni di calcolo approssimato [ calcolo approssimato]
Nota 1. Quando una funzione F è crescente o presenta dei tratti in cui è costante ed eventuali altri in cui cresce, ossia quando presi |
Nota 2. La funzione rappresentata graficamente a lato nel suo dominio, l'intervallo [1,5], non è nè crescente né decrescente, ma un po' cresce e un po' decresce. Ciononstante è iniettiva in quanto ogni output proviene da un solo input (ad es. 2 è l'output di 2 mentre 3.5 è l'output di 2.5); infatti ogni retta orizzontale interseca il grafico in al più un punto. |
Nel caso delle funzioni iniettive, poiché ogni output può corrispondere a un solo input, possiamo anche fare l'associazione inversa: all'output associare senza ambiguità l'input. In pratica, nel caso del grafico di una funzione a input e output in R, se scambiamo le x con le y, cioè se ribaltiamo il grafico attorno alla retta y=x (vedi la figura seguente, in cui sono rappresentate la funzione non iniettiva
Le funzioni inettive ammettono dunque una funzione inversa in tutto il loro dominio.
I grafici precedenti suggeriscono altre osservazioni sull'interpretazione geometrica dei grafici delle funzioni:
Nota. Invece di dominio di una funzione F si usa parlare anche di insieme di partenza di F; qualcuno riserva tale espressione per tutto l'insieme degli input I, inclusi gli input x per i quali F(x) non è definito. Se D è il dominio di F, invece di immagine di D mediante F (l'insieme degli output di F) si parla anche di insieme dei valori (o di variabilità) di F; in inglese si parla anche di range di F.
Qualcuno chiama tale insieme codominio di F, ma in genere si riserva tale espressione a tutto l'insieme O dei potenziali output
(per intenderci, nel caso della funzione a input e output reali
Osserviamo che gli input e gli output di una funzione potrebbero essere oggetti matematici
qualunque. Anche nel software in genere viene chiamata function qualunque associazione di input ad output;
ad esempio in R posso definire come "funzione" il procedimento che, fissato un intervallo I,
associa ad ogni funzione F il grafico di essa in I: gli input sono funzioni, gli output sono grafici.