Come impostare l'insegnamento della geometria nel primo biennio delle superiori?
•
Nei
programmi della scuola dell'obbligo e in quelli del primo biennio e, in
parte, in quelli del triennio successivo, sono presenti gli stessi temi e gli
stessi argomenti, ma non emerge con sufficiente chiarezza quali
debbano essere man mano i diversi livelli di formalizzazione rispetto
al ciclo scolastico precedente. Proviamo ad affrontare questo problema.
Gli
obiettivi che sarebbe importante
raggiungere nella scuola media inferiore e
privilegiare nelle verifiche iniziali e nel
recupero nel biennio (all'inizio della
prima classe o prima di affrontare specifici argomenti) dovrebbero essere più
quelli di "atteggiamento cognitivo" e di capacità di
"operare" consapevolmente con le conoscenze di base per
risolvere problemi. Ad esempio:
(a) saper usare
strumenti di misura (righello, goniometro,
cilindro graduato, bilancia,
) per determinare estensioni
(direttamente o misurando altre grandezze fisiche con cui esistano
legami di proporzionalità), saper calcolare l'area di qualche
figura "strana" usando quadrettature o mediante
triangolarizzazioni, saper confrontare ad occhio l'ampiezza di
angoli disegnati (prescindendo dalle dimensioni dei segmenti con cui
sono sono stati rappresentati i lati), saper associare a una
misurazione la corrispondente precisione, avere idea che la
precisione sulle misure dirette influisce sulla precisione delle
misure indirette,
più che saper recitare formule
(dirette e inverse) per il calcolo di aree di figure standard, essere
addestrati a risolvere problemi stereotipati con coni sovrapposti a
cubi,
;
(b) saper usare strumenti da
disegno (tracciare perpendicolari e parallele
usando squadra e riga,
), sapersi organizzare il "foglio
di lavoro" (dal problema della scelta delle unità sugli
assi al problema del dove e quali figure disegnare per prime per
ottenere una certa figura composta), saper schematizzare con figure
astratte situazioni concrete, saper passare da una descrizione
verbale di una figura al suo disegno e viceversa,
più
che ripetere definizioni e saper identificare con disinvoltura figure
o elementi di figure disposte in modi "standard";
(c) saper
costruire/interpretare riproduzioni in scala (utilizzando equazioni
del tipo y=kx, non con le famigerate regolette ad hoc per le
proporzioni), saper calcolare distanze inaccessibili utilizzando
similitudini, saper associare ombre a oggetti e
altri trasformati a figure originali,
più
che conoscere i termini "trasformazioni affini",
"omotetie",
(d) aver
riflettuto (non genericamente) sulle differenze tra linguaggio
comune e linguaggi specialistici, aver svolto (in contesti semplici,
ma non banali) qualche attività di
sperimentazione-congettura-verifica-dimostrazione,
avere confidenza con il ricondurre problemi ad altri
problemi (ricondurre problemi di tipo geometrico ad altri problemi di
tipo geometrico sono esempi in questo senso anche alcune delle
attività considerate in (a) , realizzare o interpretare
rappresentazioni grafiche di relazioni tra grandezze, visualizzare
geometricamente proprietà algebriche,
),
più
che aver imparato cose del tipo «il punto è l'ente geometrico
senza dimensioni», «non si deve parlare di triangoli uguali ma
di triangoli congruenti perché in matematica due oggetti sono uguali solo
se sono la stessa cosa»,
(e) e aver avviato l'affiancamento degli strumenti
"diretti" per il disegno (riga, squadra, goniometro, compasso,
) all'uso
del computer (per realizzare disegni sia "a mano libera" che di tipo "geometrico"),
mettendo in luce, operativamente, le diverse tecniche e le diverse idee da usare rispetto
all'uso di dispositivi non informatici.
Per esemplificare i livelli
più alti di formalizzazione e precisione linguistica, di
generalizzazione, di riflessione "interna",
a
cui si deve puntare nel biennio, possiamo
citare:
(a) l'uso delle coordinate non
solo per rappresentare graficamente dati e funzioni ma come modo di
fare geometria,
(b) il teorema di Pitagora
non solo per risolvere problemi ma anche come cardine della metrica
euclidea,
(c) le trasformazioni geometriche
presentate anche analiticamente e mettendo a fuoco il concetto di
"invariante".
• Per una riflessione didattica sull'impostazione dell'insegnamento geometrico nei primi anni di scuola vedi qui.
•
Pur ritenendo non proponibile una
definizione assiomatica del piano (o dello spazio) euclideo,
dobbiamo tener conto che è necessario, nella scuola secondaria superiore, dare una
presentazione matematica, non solo sperimentale (nel
senso "fisico" del termine), della geometria, sia per
fornire una visione più esplicita e precisa della natura della
matematica, sia per inquadrare meglio il significato delle
dimostrazioni.
Per altro, si dovrebbe trovare una impostazione che,
rispetto a quella tradizionale, evidenzi meglio lo "stacco"
rispetto alla geometria intuitiva, che non è legato solo
alla messa a fuoco del ruolo delle dimostrazioni, ma ad una nuova concettualizzazione dello
"spazio matematico"; in questo senso pare non soddisfacente un
riferimento, troppo ristretto, allo
spazio della "fisica" e, soprattutto, di fronte agli enormi sviluppi che
ha avuto la matematica e alle molte forme attraverso cui essa si è
diffusa nelle professioni e nella vita di tutti i giorni, pare
controproducente una estesa e "isolata"
trattazione della geometria euclidea.