Se ritagliamo da un triangolo di carta le "punte" e le riuniamo senza sovrapporle in modo che i vertici si tocchino, osserviamo che esse vengono a formare un angolo di 180°. Per avere una conferma che questo è un fatto generale possiamo ripetere la prova con altri triangoli. Ci conviene farlo al computer, con un'applicazione per l'elaborazione delle immagini: comunque tracciamo un triangolo, se, come illustrato a lato, ritagliamo e spostiamo porzioni dei suoi angoli (traslandole col mouse e facendo fare una rotazione di mezzo giro ad una delle tre), riusciamo a formare un angolo di 180°. |
Questi esperimenti di per sé ci consentirebbero di congetturare, abbastanza fiduciosi, che la somma delle ampiezze degli angoli di un triangolo è 180°, ma non ce ne darebbero la certezza assoluta. Vediamo una argomentazione che vale invece per qualunque triangolo.
Naturalmente entrambe le argomentazioni valgono nel piano euclideo (cioè
nel piano cartesiano dotato della distanza euclidea), nel cui ambito abbiamo definito il nostro concetto di direzione.
La proprietà vale, con buona approssimazione, per i triangoli tracciati su un foglio e gli angoli misurati con un
goniometro e in tutte le situazioni
modellizzabili con il piano euclideo.
Tuttavia se tracciamo
un triangolo su una grande superficie piana (cioè senza rilievi o avvallamenti, salite o discese,
), ad es. su
una grande distesa piana ghiacciata, o consideriamo il triangolo individuato dalle traiettorie rettilinee di tre navi,
man mano che aumentano le dimensioni di questo triangolo la somma degli angoli si allontana sempre più da 180°.
Consideriamo le tre situazioni sotto raffigurate, riferite a traiettorie rettilinee di navi [
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