griglia obiettivi metodi contenuti geometria algebra/anal. prob./stat. logica/inform.
Una griglia per la lettura dei nuovi programmi
(usata per un'iniziativa sui programmi della scuola secondaria superiore nel 1992)
Punti in cui articolare la lettura di ciascuna area matematica
A) Uno
dei problemi di fondo per l'attuazione dei programmi è quello
del raccordo con la scuola media inferiore [programmi del 1979], che si può
articolare nei seguenti punti: |
|
1) Ciò che gli alunni dovrebbero sapere dalla scuola media (in relazione a questa area).
2) Ciò che (mediamente) sanno dalla scuola media.
3) Ciò
che l'insegnante ("standard") dà per scontato che sappiano.
4) Che
cosa cambia, al riguardo, per chi svolge i "nuovi programmi".
| [analoghi problemi esitono, a monte, per il raccordo con i
programmi della scuola elementare, del 1985, via via richiamati nei punti successivi]
B) Per
cogliere meglio il senso dei cambiamenti è utile
confrontare i programmi della Commissione Brocca [1991] sia con i
vecchi programmi [1944] che con quelli del P.N.I. [1987] (rispetto a questi ultimi,
alcuni temi sono stati riscritti rendendo meno esplicite le
innovazioni). Per valutare la direzione dei cambiamenti "reali"
nella pratica dell'insegnamento è utile tener conto di come
nuovi e vecchi programmi sono stati "interpretati" dai
libri di testo. |
|
1) Cambiamenti
rispetto ai programmi vecchi (del Liceo Scientifico o di altra
scuola): che cosa resta, che cosa sparisce, che cosa viene
modificato (in questa area).
2) Confronto
tra "Brocca" e "P.N.I." (riguardo sia ai
contenuti che ai commenti).
3) "Interpretazione"
dei vecchi e dei nuovi programmi da parte dei libri di testo
(riguardo sia ai contenuti che alla loro impostazione).
|
C) Dalla
lettura del complesso dei programmi di matematica, da quelli per le
elementari fino a quelli per il 1° biennio della scuola
secondaria superiore, emerge l'indicazione di un insegnamento a
spirale: gli argomenti vengono man mano ripresi con successivi
livelli di approfondimento, formalizzazione e integrazione
con altre aree matematiche.
|
|
1) Aspetti
che, in questo senso, caratterizzano (in questa area
contenutistica) gli obiettivi del biennio superiore rispetto a
quelli della scuola media.
2) Alla
luce di quanto in 1), abilità e concetti da dare per
"scontati" e da "recuperare". Quanto questa
valutazione dipende dal tipo di scuola secondaria superiore.
|
D) Nei
nuovi programmi sono presenti avvertenze didattiche
(sia nella parte generale che in quella articolata per temi) relative
al modo in cui introdurre e sviluppare gli argomenti, anche al fine
di focalizzare meglio gli aspetti significativi della matematica e
delimitare il peso, nell'insegnamento e nella valutazione, degli
aspetti più nozionistici e fuorvianti.
|
|
1) Obiettivi
di apprendimento da perseguire (in sintesi) e cose "da non
fare" e metodi da non seguire (esempi). Eventuali perplessità
riguardo a queste indicazioni.
2) Come
accogliere (per quest'area contenutistica) l'indicazione di «partire
da situazioni didattiche che favoriscano l'insorgere di problemi
matematizzabili,
» ( primo
capoverso delle "Indicazioni didattiche"): esempi.
|
E) Nei
programmi è data l'indicazione di non usare l'ordine di
presentazione dei temi come ordine di svolgimento ma di sviluppare
i temi in modo integrato.
|
|
Aspetti di questa
area contenutistica che possono essere sviluppati in maniera
integrata (risparmiando "tempo" e favorendo reciproche
"motivazioni") con quelli di altre aree contenutistiche o
del "laboratorio". Esempi e difficoltà a realizzare
questa integrazione.
|
Nota.
Il punto A1 della griglia è un po'
ambiguo: si pone il problema "dovrebbero sapere" rispetto a
che cosa? (1) agli obiettivi dei programmi della SMI o (2)
alle esigenze della SSS? Il problema in parte dipende dalla
soluzione del nodo: biennio come ultimo segmento della scuola
dell'obbligo o no?
Comunque a noi è
parso che ci si debba riferire essenzialmente a (1): ogni livello
scolastico deve raccordarsi con quello precedente e deve tener conto
dei programmi ivi in vigore. Invece spesso accade che chi è nel
livello precedente si preoccupi (o sia indotto a preoccuparsi) più
che dei propri programmi di quello che potrebbe essere preteso nel
livello successivo. E` un problema che si ripropone ad ogni passaggio
di scuola o di ciclo (anche tra biennio e triennio). In particolare
spesso l'insegnante di SSS non conosce neanche i programmi della SMI.
Del
resto la SMI deve fornire/sviluppare un bagaglio di conoscenze e di
"atteggiamenti" utile sia a chi conclude la scuola che a
chi prosegue gli studi. Quindi, affrontando A1 e A2, occorre tener
conto della propria esperienza con gli alunni delle classi prime per
individuare quali aspetti ritenuti prioritari dai programmi della
SMI sono scarsamente o malamente perseguiti e sarebbero invece
importanti per innestare l'insegnamento secondario superiore.
FINALITÀ
L'insegnamento di
matematica e di informatica promuove:
1. lo sviluppo di
capacità intuitive e logiche;
2. la capacità
di utilizzare procedimenti euristici;
3. la maturazione
dei processi di astrazione e di formazione dei concetti;
4. la capacità
di ragionare induttivamente e deduttivamente;
5. lo sviluppo delle
attitudini analitiche e sintetiche;
6. l'abitudine alla
precisione di linguaggio;
7. la capacità
di ragionamento coerente ed argomentato;
8. la
consapevolezza degli aspetti culturali e tecnologici emergenti dei
nuovi mezzi informatici;
9. l'interesse per
il rilievo storico di alcuni importanti eventi nello sviluppo del
pensiero matematico.
Riferimenti
generali
La matematica,
parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore dello stesso
pensiero filosofico, ha in ogni tempo operato su due fronti: da una
parte si è rivolta a risolvere problemi ed a rispondere ai
grandi interrogativi che man mano l'uomo si poneva sul significato
della realtà che lo circonda; dall'altra, sviluppandosi
autonomamente, ha posto affascinanti interrogativi sulla portata, il
significato e la consistenza delle sue stesse costruzioni culturali.
Oggi queste due attività si
sono ancor più accentuate e caratterizzate. La prima per la
maggiore capacità di interpretazione e di previsione che la
matematica ha acquistato nei riguardi dei fenomeni non solo naturali,
ma anche economici e della vita sociale in genere, e che l'ha portata
ad accogliere e a valorizzare, accanto ai tradizionali processi
deduttivi, anche i processi induttivi. La seconda per lo sviluppo del
processo di formalizzazione che ha trovato nella logica e
nell'informatica un riscontro significativo.
Sono due spinte divergenti, ma che
determinano con il loro mutuo influenzarsi, il progresso del pensiero
matematico.
Coerentemente con questo processo
l'insegnamento della matematica si è sempre orientato, e
continua a orientarsi, in due distinte direzioni: da una parte
"leggere il libro della natura" e matematizzare la realtà
esterna; dall'altra simboleggiare e formalizzare i propri strumenti
di lettura attraverso la costruzione di modelli interpretativi.
Queste due direzioni confluiscono, intrecciandosi ed integrandosi con
reciproco vantaggio, in un unico risultato: la formazione e la
crescita dell'intelligenza dei giovani.
Le finalità indicate sopra sono
comuni a tutti gli indirizzi di studio perché concorrono, in
armonia con l'insegnamento delle altre discipline, alla promozione
culturale e alla formazione umana di tutti i giovani, anche di coloro
che non intendono intraprendere studi scientifici e di quelli che
decidono di orientarsi più direttamente verso il mondo del
lavoro.
In un corso di studi ad indirizzo
tecnico-scientifico (per i quali è previsto il programma B)
l'insegnamento deve inoltre confermare l'orientamento dei giovani per
questo tipo di studi, potenziare e sviluppare le loro attitudini e
dare le necessarie conoscenze per seguire proficuamente e senza
traumi gli studi scientifici o tecnici a livello superiore.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Alla
fine del biennio lo studente deve dimostrare di essere in
grado di:
1. individuare
proprietà invarianti per trasformazioni elementari;
2. dimostrare
proprietà di figure geometriche;
3. utilizzare
consapevolmente le tecniche e le procedure di calcolo studiate;
4. riconoscere
e costruire relazioni e funzioni;
5. matematizzare
semplici situazioni riferite alla comune esperienza e a vari ambiti
disciplinari;
6. comprendere
e interpretare le strutture di semplici formalismi matematici;
7. cogliere
analogie strutturali e individuare strutture fondamentali;
8. riconoscere
concetti e regole della logica in contesti argomentativi e
dimostrativi;
9. adoperare i
metodi, i linguaggi e gli strumenti informatici introdotti;
10. inquadrare
storicamente qualche momento significativo dell'evoluzione del
pensiero matematico.
PREMESSA
L'evoluzione del
pensiero matematico che si è registrata in questi ultimi
decenni e la conseguente nuova impostazione metodologica
dell'insegnamento matematico impongono una formulazione in termini
nuovi del programma di matematica per il biennio della scuola
secondaria superiore.
Oggi infatti si mette giustamente
l'accento sulla capacità di interpretazione e di previsione che
la matematica possiede nei riguardi della scienza della natura e
della realtà in generale (matematizzazione della realtà) e
quindi sulla necessità di avviare i giovani a fare propria
questa nuova concezione. Ciò porta come conseguenza ad
accogliere, accanto ai tradizionali processi deduttivi, anche i
processi induttivi e quindi ad integrare il programma tradizionale
con alcuni elementi di probabilità e statistica.
Nello stesso tempo, l'avvento
dell'informatica, oltre a produrre nella società i radicali
mutamenti che ormai tutti avvertono, porta ad una nuova visione della
matematica che dà maggiore rilievo ai processi di
formalizzazione, anche all'interno del campo tradizionale. Perciò
nel presente programma non ci si limita a proporre un "laboratorio
di informatica", con taglio decisamente operativo, ma si mira ad
un'esposizione dei principi stessi dell'informatica nell'ambito del
programma di matematica. In questa prospettiva i primi elementi di
logica si collocano in modo naturale accanto a quelli
dell'informatica.
La proposta qui formulata risente
dunque di spinte in due direzioni diverse: la "realtà",
nei processi di matematizzazione, ed una più accentuata ed
esigente formalizzazione, spinte che possono sembrare contrapposte,
ma che in effetti non lo sono perché, intrecciandosi fra loro
con reciproco vantaggio, arricchiscono e completano quella valenza
formativa e quell'ufficio culturale che l'insegnamento matematico
possiede da sempre: lo sviluppo della capacità logica che si
realizza nell'economia del pensiero, nel gusto della verità e
nell'apprezzamento dell'astrazione dei concetti.
OBIETTIVI
Il programma che
segue è pensato in piena continuità con quello della
scuola media, una continuità di perseguimento e di sviluppo,
adeguata alla ulteriore, continuativa fase di sviluppo dell'allievo.
Esso non è realizzabile se quello della scuola media non è
stato sviluppato con sufficiente completezza e profondità, non
essendo possibile affrontare ad un livello di riflessione razionale
temi che non siano stati in precedenza esplorati con quell'approccio
intuitivo, ed anche manipolativo, che caratterizza l'apprendimento
del preadolescente.
All'insegnamento della matematica
nel biennio è affidato il compito di avviare progressivamente
l'allievo a:
- sviluppare
l'intuizione geometrica nel piano e nello spazio,
- individuare
proprietà invarianti per trasformazioni semplici,
- individuare
e costruire relazioni e corrispondenze,
- acquisire
capacità di deduzione e pratica dei processi induttivi,
- utilizzare
consapevolmente tecniche e strumenti di calcolo,
-
matematizzare semplici situazioni di problemi in vari ambiti
disciplinari e sviluppare corrispondenti attitudini a rappresentare
e quindi ad interpretare dati,
- operare con
modelli deterministici e modelli non deterministici,
- acquistare
la capacità di rappresentare e risolvere semplici problemi
mediante l'uso di metodi, linguaggi e strumenti informatici,
- acquisire il
rigore espositivo e la comprensione della funzione necessaria del
rigore logico e linguistico, anche attraverso la programmazione
informatica,
- comprendere
il rilievo storico di alcuni importanti eventi matematici.
Da questi
obiettivi discende la necessità che l'insegnamento acquisti nel
processo di formazione dei giovani una funzione centrale.
Il programma non prevede una
scansione annuale, demandando ai Consigli di classe il compito della
ripartizione, in relazione alla programmazione generale della loro
attività didattica.
Obiettivi
per Scienze Matematiche, Chimiche, Fisiche e Naturali.
È obiettivo
qualificante del processo educativo attraverso tali insegnamenti
l'acquisizione da parte dell'alunno del metodo scientifico, quale
metodo rigorosamente razionale di conoscenza che si concretizza nelle
capacità concettuali e operative di:
- esaminare
situazioni, fatti e fenomeni;
- riconoscere
proprietà varianti e invarianti, analogie e differenze;
- registrare,
ordinare e correlare dati;
- porsi problemi e
prospettarne soluzioni;
- verificare se vi è
rispondenza tra ipotesi formulate e risultati sperimentali;
- inquadrare in un
medesimo schema logico questioni diverse;
- comprendere la
terminologia scientifica corrente ed esprimersi in modo chiaro,
rigoroso e sintetico;
- usare ed elaborare
linguaggi specifici della matematica e delle scienze sperimentali, il
che fornisce anche un contributo alla formazione linguistica;
- considerare
criticamente affermazioni e informazioni, per arrivare a convinzioni
fondate e a decisioni consapevoli.
Obiettivi
per la Matematica
Nell'ambito degli
obiettivi enunciati nella premessa agli insegnamenti, l'insegnamento
della matematica si propone di:
- suscitare un
interesse che stimoli le capacità intuitive degli alunni;
- condurre
gradualmente a verificare la validità delle intuizioni e delle
congetture con ragionamenti via via più organizzati;
- sollecitare a
esprimersi e comunicare in un linguaggio che, pur conservando piena
spontaneità, diventi sempre più chiaro e preciso,
avvalendosi anche di simboli, rappresentazioni grafiche, che
facilitino l'organizzazione del pensiero;
- guidare alla
capacità di sintesi, favorendo una progressiva chiarificazione
dei concetti e facendo riconoscere analogie in situazioni diverse,
così da giungere a una visione unitaria su alcune idee centrali
(variabile, funzione, trasformazione, struttura,...);
- avviare alla
consapevolezza e alla padronanza del calcolo.
PREMESSA
L'insegnamento
della matematica ha speciale valore nella formazione e nel
disciplinamento dell'intelletto. Ma occorre conciliare lo spirito
dell'indeterminatezza dei giovani con la proprietà, la
sobrietà, la sintesi e la precisione che tale disciplina
impone, senza però scoraggiarli, comprimendo la loro
iniziativa. Anche qui, dunque, si condurranno ricerche collettive
seguendosi il metodo delle approssimazioni successive, perché
la consapevolezza delle parole, dei concetti, delle proprietà,
dei ragionamenti si consegue a poco a poco, per gradi insensibili. E
conviene, per tenere sempre vivo l'interesse ai successivi sviluppi,
dare largo posto all'intuizione, al senso comune, all'origine
psicologica e storica delle teorie, alla realtà fisica, agli
sviluppi che conducono ad affermazioni pratiche immediate, mettendo
da parte le nozioni statiche e rigide, e quelle puramente logiche, ma
che astraggono da ogni impulso intuitivo.
Le suddette
esigenze non possono essere conciliate certamente dalle definizioni
statiche, ma dall'uso spontaneo di quelle dinamiche, più
aderenti all'intuizione. Metodo dunque intuitivo-dinamico, in stretto
contatto col processo storico, senza esclusivismo di vedute, perché
solo così il patrimonio spirituale acquistato nella scuola media
inferiore può essere veramente ripreso, evoluto e rafforzato
nella scuola dell'ordine superiore.
INDICAZIONI METODOLOGICHE |
INDICAZIONI
DIDATTICHE
Non ci si può
illudere di poter partire dalla disciplina già confezionata,
cioè da teorie e da concetti già elaborati e scritti,
senza prendersi cura dei processi costruttivi che li riguardano. È
invece importante partire da situazioni didattiche che favoriscano
l'insorgere di problemi matematizzabili, la pratica di procedimenti
euristici per risolverli, la genesi dei concetti e delle teorie,
l'approccio a sistemi assiomatici e formali. Le fonti naturali di
queste situazioni sono il mondo reale, la stessa matematica e tutte
le altre scienze. Ciò lascia intravedere possibili momenti di
pratica interdisciplinare, prima nella scoperta e nella
caratterizzazione delle diverse discipline in base al loro oggetto e
al loro metodo, poi nel loro uso convergente nel momento conoscitivo.
Dei processi di matematizzazione
esistono modelli storici esemplari in grado di illustrarne anche le
intrinseche difficoltà: si pensi alla matematizzazione
pre-euclidea in ambito geometrico e al suo difficile rigoroso approdo
euclideo-hilbertiano, al sistema formale dell'aritmetica, delle
teorie riguardanti i numeri reali, alla logica, alla probabilità,
ecc.. riguardanti i numeri reali, alla logica, alla probabilità,
ecc.. In tale senso proprio la riflessione sul ruolo dei modelli e
del linguaggio matematico in fisica e nei sistemi complessi della
biologia e della sociologia fa cogliere la portata di questo
riferimento anche per la didattica della matematica.
Il problema didattico centrale che
si pone al docente nell'attuazione dei programmi risiede nella scelta
di situazioni particolarmente idonee a far insorgere in modo naturale
congetture, ipotesi, problemi. Per una pratica didattica così
finalizzata, offrono prioritaria ispirazione i risultati delle
ricerche in campo storico-epistemologico, in quello psico-pedagogico,
nonché in quello metodologico-didattico.
La scelta delle situazioni e dei
problemi rientra in un quadro più vasto di progettazione
didattica che si realizza attraverso la valutazione delle
disponibilità psicologiche e dei livelli di partenza dei singoli
studenti, l'analisi e la determinazione degli obiettivi di
apprendimento, l'analisi e la selezione dei contenuti,
l'individuazione di metodologie e tecniche opportune, l'adozione di
adeguate modalità di verifica. Questa progettazione sostiene il
lavoro didattico, favorisce la collocazione dei contenuti nel quadro
del sapere scientifico, permette di individuare con più
chiarezza la loro importanza e la difficoltà del loro
apprendimento.
Il programma si articola in cinque
temi. A questi si aggiunge un laboratorio di informatica, con valore
operativo trasversale rispetto ai temi.
Non è prevista una scansione
annuale dei contenuti.
L'ordine con cui sono proposti i
cinque temi non è da interpretare come ordine di svolgimento. Si
suggerisce che il docente li sviluppi in modo integrato, partendo da
situazioni o contesti che ne mettano in luce le reciproche relazioni
e connessioni, nel rispetto dell'identità caratteristica degli
argomenti. Ferma restando per tutti l'acquisizione dei contenuti
indicati, è necessario che il docente produca esemplificazioni,
situazioni e applicazioni tendenzialmente orientate secondo le
esigenze e gli interessi preminenti dei vari indirizzi di studio.
I linguaggi di programmazione, gli
algoritmi risolutivi dei problemi e l'aspetto operativo offerto dai
calcolatori si possono utilizzare come occasioni per valorizzare
nuovi accessi all'astrazione, modalità più dirette e
distinte di familiarizzazione con i linguaggi formali.
La
verifica dell'apprendimento deve essere strettamente correlata
e coerente, nei contenuti e nei metodi, con il complesso di tutte le
attività svolte durante il processo di
insegnamento-apprendimento.Non può quindi ridursi ad un
controllo formale sulla padronanza solo delle abilità di
calcolo o di particolari conoscenze mnemoniche; deve invece vertere
in modo equilibrato su tutte le tematiche e tenere conto di tutti gli
obiettivi evidenziati nel programma. A tale fine il docente può
servirsi di verifiche scritte e orali.
Le verifiche scritte possono essere
articolate sia sotto forma di problemi ed esercizi di tipo
tradizionale, sia sotto forma di test; possono anche consistere in
brevi relazioni su argomenti specifici proposti dal docente o nella
stesura (individuale o a piccoli gruppi) di semplici programmi
costruiti nell'ambito del laboratorio di informatica.
Le interrogazioni orali sono utili
soprattutto per valutare le capacità di ragionamento e i
progressi raggiunti nella chiarezza e nel!a proprietà di
espressione.
Nel corso delle verifiche scritte è
giustificato l'uso degli stessi sussidi didattici utilizzati
nell'attività di insegnamento-apprendimento (calcolatrici
tascabili, strumenti da disegno, e, se ritenuto opportuno, manuali e
testi scolastici).
COMMENTO
AI CONTENUTI (parte generale)
In analogia con il
testo del programma della scuola media, il programma viene proposto
per "grandi temi".
L'ordine con cui sono stati elencati
i cinque "grandi temi" non deve tradursi in un ordine di
svolgimento; al contrario, essi saranno esposti prevalentemente in
modo parallelo, valorizzando e mettendo in evidenza le reciproche
connessioni.
Nel trattare i vari argomenti
l'insegnante terrà presente che ciò che qualifica in modo
più pertinente l'attività matematica è il porre e
risolvere problemi, nella accezione più ampia del termine.
Pertanto ognuno dei temi esposti deve essere anzitutto considerato
come un campo di problemi. Pur non escludendo del tutto la presenza
di esercizi di tipo ripetitivo, come rinforzo dell'apprendimento, non
v'è dubbio che l'educazione matematica si attua soprattutto
nella sfida a risolvere problemi nuovi. Nella verifica è dunque
necessario controllare sino a che punto l'allievo è in grado di
trasferire le sue conoscenze ed abilità su casi e situazioni
diversi da quelli già affrontati.
Dall'esame del problema dovrà
scaturire l'esigenza di una impostazione teorica che ne consente la
risoluzione e le nozioni teoriche che così saranno via via
apprese dovranno essere quindi opportunamente collegate e sistemate.
Coerentemente con questa
impostazione le nozioni più astratte non saranno proposte a
priori, ma dovranno scaturire come sintesi di situazioni incontrate
in vari settori.
La stessa sistemazione teorica è
fonte peraltro di problemi, la cui soluzione contribuisce a rendere
più "fine" la sistemazione stessa.
In questa stessa prospettiva è
importante che l'insegnante inquadri qualche argomento sotto
l'aspetto storico, facendo vedere come lo sviluppo della matematica
sia stato determinato dalla necessità di risolvere i problemi,
anche teorici, che man mano venivano prospettati (es.: la scoperta
dell'incommensurabilità, il metodo delle coordinate, ecc.).
Suggerimenti
metodologici per Scienze m., f., c., n.
a) Attività
sperimentale
Il processo di
avviamento al metodo scientifico proposto agli alunni dovrà
rispettare i tempi e le modalità di apprendimento
caratteristici della loro età: dovrà quindi muovere da
ciò che può stimolare la loro curiosità e la
loro intuizione, da esperienze facilmente comprensibili, dalla
operatività e indirizzare alla sistematicità, grazie
alla progressiva maturazione dei processi astrattivi. Pertanto gli
allievi saranno impegnati, individualmente e in gruppo, in momenti
operativi, indagini e riflessioni opportunamente guidati ed integrati
dall'insegnante, giungendo, secondo la natura del tema, a sviluppi
matematici più approfonditi e generali e, rispettivamente, a
un quadro coerente di risultati sperimentali. In molti casi
l'indagine sperimentale e quella matematica potranno proseguire a
lungo assieme, integrandosi senza confondersi. Si sottolinea
l'importanza di questa attività di laboratorio non solo, come
è ovvio, per le scienze sperimentali, ma anche per la
matematica (procedimenti di misura, rilevazioni statistiche e
costruzioni di grafici, costruzioni di geometria piana e spaziale,
ecc.). Peraltro, l'insegnante, nello sviluppo dei concetti
matematici, non dovrà rimanere esclusivamente ancorato a
modelli materiali, tenendo conto che la matematica ha specifici
obiettivi e il suo apprendimento progredisce attraverso i metodi che
le sono propri. Si metteranno in rilievo le differenze fra certo e
probabile, fra continuo e discreto, fra leggi matematiche e leggi
empiriche.
b) Studio,
lettura e consultazione.
A conclusione del
corso, in modi e in forme adeguati alla sue età e ai compiti
formativi della scuola media, l'allievo giungerà ad acquisire:
(a)
i quadri generali nei quali le conoscenze scientifiche si collocano;
(b)
una prima sistemazione dei concetti portanti e delle strutture
specifiche della matematica e delle scienze sperimentali.
Le nozioni acquisite nel corso del
triennio non dovranno quindi rimanere sconnesse e occasionali;
inoltre per evitare genericità gli alunni dovranno impadronirsi
di conoscenze precise, da considerare irrinunciabili. I risultati
delle osservazioni e delle conoscenze acquisite mediante procedimenti
attivi di ricerca verranno integrati con l'utilizzazione critica di
informazioni ricavate dalla lettura e la consultazione di uno o più
libri e dal ricorso a mezzi audiovisivi.
Avviamento alla
collocazione storica della scienza
L'insegnante di
scienze avvierà l'alunno a una prima riflessione sulla
dimensione storica della scienza, presentando, con esempi
significativi, sia le linee di sviluppo della scienza dal suo
interno, sia la stretta correlazione esistente fra l'evoluzione
scientifica e quella della condizione umana.
Rapporti tra le
varie discipline
I docenti, oltre a
realizzare in modo naturale, all'interno della cattedra, correlazioni
e collegamenti fra le discipline che vi afferiscono, dovranno
sviluppare stretti rapporti di collaborazione con i docenti di tutte
le altre discipline. È nell'ambito di questa collaborazione
che troverà un posto importante l'impegno di tutti i docenti nel
programmare una serie di attività concernenti l'educazione
sanitaria.
Ripartizione
oraria
La
matematica e le scienze sperimentali concorrono unitariamente a
realizzare gli obiettivi dell'educazione scientifica; ciò non
esclude la specificità dei contributi che esse autonomamente
recano. Pertanto i programmi che seguono sono articolati secondo le
due componenti predette. Dati i frequenti collegamenti e la costante
interazione prevista nel lavoro di classe fra la matematica e le
scienze sperimentali, non è possibile stabilire una rigida
ripartizione dell'orario settimanale fra le due aree. Appare tuttavia
necessario prevedere per ciascun anno una distribuzione equilibrata
dei tempi da dedicare rispettivamente alla matematica e alle scienze
sperimentali.
Suggerimenti
metodologici per la Matematica
Per il
conseguimento degli obiettivi predetti, si farà ricorso ad
osservazioni, esperimenti, problemi tratti da situazioni concrete
così da motivare l'attività matematica della classe,
fondandola su una sicura base intuitiva.
Verrà dato ampio spazio
all'attività di matematizzazione intesa come interpretazione
matematica della realtà nei suoi vari aspetti (naturali,
tecnologici, economici, linguistici ...) con la diretta
partecipazione degli allievi.
Nel programma i contenuti sono
raggruppati in "temi" e non elencati in ordine sequenziale,
al fine di facilitare la individuazione di quelle idee che appaiono
essenziali allo sviluppo del pensiero matematico degli allievi. I
temi non devono essere quindi intesi come capitoli in successione, ma
argomenti tratti da temi diversi potranno, in sede di programmazione,
alternarsi ed integrarsi nell'itinerario didattico che l'insegnante
riterrà più opportuno.
Ciò consentirà di
introdurre taluni argomenti in anticipo rispetto alla loro
sistemazione logica, il che può essere utile per analizzare
situazioni concrete, interpretare fenomeni e collegare fra loro
nozioni diverse; in tal caso l'insegnante si limiterà in una
prima fase, a fornire una visione d'insieme adeguata allo sviluppo
mentale degli alunni, per ritornare sugli stessi argomenti con
maggiore profondità, in momenti successivi. Nello stesso
spirito, l'insegnante utilizzerà subito, con naturalezza, le
nozioni che l'alunno possiede dalla scuola elementare. Si terrà
conto, in ogni caso, della necessità di richiamare, volta a
volta, i concetti e le informazioni necessari per innestare lo
sviluppo dei nuovi temi e problemi.
La matematica potrà fornire e
ricevere contributi significativi da altre discipline.
Si tenga presente, al riguardo, che
la matematica fornisce un apporto essenziale alla formazione della
competenza linguistica, attraverso la ricerca costante di chiarezza,
concisione e proprietà di linguaggio, e, anche, mediante un
primo confronto fra il linguaggio comune e quello più formale,
proprio della matematica.
Con l'educazione tecnica la
matematica può integrarsi sia fornendo mezzi di calcolo e di
rappresentazione per la fase progettuale, sia ricevendone ausilio per
la propria attività.
Analogamente, possono essere trovati
momenti di incontro della matematica con la geografia (metodo delle
coordinate, geometria della sfera . . .), con l'educazione artistica
(prospettiva, simmetrie . . .) ecc.
Orientamenti per
la "lettura" dei contenuti
[in
parte sono stati riportati sotto, nei commenti ai vari "temi"]
Nello svolgimento
del programma si terrà presente che una nozione può
assumere più chiaro significato se messa a raffronto con altre
ad essa parallele o antitetiche: così, per illustrare una
proprietà si daranno anche esempi di situazioni in cui essa non
vale; ad esempio la numerazione decimale potrà essere pienamente
intesa se confrontata con altri sistemi di numerazione.
...
Si terrà presente che
"risolvere un problema" non significa soltanto applicare
regole fisse a situazioni già schematizzate, ma vuol dire anche
affrontare problemi allo stato grezzo per cui si chiede all'allievo
di farsi carico completo della traduzione in termini matematici.
...
Va sconsigliata l'insistenza su
aspetti puramente meccanici e mnemonici, e quindi di scarso valore
formativo. Si eviterà l'imposizione di regole che potrebbero
essere più naturalmente individuate in altri contesti più
appropriati.
Vedi
quanto presente nella PREMESSA
Viene
seguita la scansione dei programmi della Commissione Brocca. Nel caso
dei programmi "Brocca" e "PNI" le parti in
corsivo sono quelle presenti solo nella versione "forte"
(indirizzi tecnologici e scientifici). Dei "vecchi programmi",
per economia di spazio, si sono riportati solo quelli del liceo
scientifico, che possiamo considerare come una versione "forte";
come versione "debole" possiamo considerare i programmi del
biennio del liceo classico (ginnasio), che coincidono con i programmi
per la classe 1a
del liceo scientifico.
GEOMETRIA DEL
PIANO E DELLO SPAZIO
1.1. | Piano
euclideo e sue trasformazioni isometriche. Figure e loro proprietà.
Poligoni equiscomponibili; teorema di Pitagora. |
1.2. | Omotetie
e similitudini del piano. Teorema di Talete. |
1.3. | Piano
cartesiano: retta, parabola, iperbole equilatera. |
1.4. | Coseno
e seno degli angoli convessi. Relazione fra lati ed angoli nei
triangoli rettangoli. |
1.5. | Esempi
significativi di trasformazioni geometriche nello spazio.
Individuazione di simmetrie in particolari solidi geometrici. |
Commento
Lo studio della
geometria nel biennio ha la finalità principale di condurre
progressivamente lo studente dalla intuizione e scoperta di proprietà
geometriche alla loro descrizione razionale e rappresenta come tale
una guida privilegiata alla consapevolezza argomentativa. A ciò
il docente può pervenire adottando un metodo che, facendo leva
sulle conoscenze intuitive apprese dall'allievo nella scuola media,
proceda allo sviluppo razionale di limitate catene di deduzioni; è
tuttavia necessario che ogni ipotesi o ammissione cui si fa ricorso
sia chiaramente riconosciuta e formulata in modo esplicito, quali che
siano le ragioni che inducono ad assumerla tra i punti di partenza
del ragionamento.
Al docente compete poi l'impegno di
avviare la fase euristica su processi di assiomatizzazione partendo
da semplici situazioni assunte nei vari campi. Ciò nelle
prospettiva di familiarizzare gli studenti con il metodo
ipotetico-deduttivo e pervenire negli eventuali studi successivi alla
costruzione di un sistema di assiomi per la geometria elementare. A
tal fine è bene programmare, in un quadro di riferimento
organico, una scelta delle proprietà (teoremi) delle figure
piane da dimostrare, utilizzando la geometria delle trasformazioni
oppure seguendo un percorso più tradizionale.
Un
traguardo importante dello studio della geometria è il piano
cartesiano, come modello del piano euclideo. Con la sua introduzione
sono disponibili, per la risoluzione dei problemi geometrici, sia il
metodo della geometria classica che quello della geometria analitica,
e lo studente va stimolato ad usare l'uno o l'altro in relazione alla
naturalezza, alla espressività e alla semplicità che
essi offrono nel caso particolare in esame. La rappresentazione
della parabola e dell'iperbole equilatera va effettuata rispetto a
sistemi di riferimento scelti opportunamente.
Il
coseno e il seno di un angolo sono introdotti, limitatamente agli
angoli convessi, in relazione allo studio delle proprietà dei
triangoli e per le necessità proprie delle altre scienze; lo
studio delle funzioni circolari è rinviato al periodo
successivo.
Gli elementi di geometria dello
spazio hanno lo scopo di alimentare e sviluppare l'intuizione
spaziale. E in facoltà del docente presentare prima la geometria
piana e poi quella dello spazio, oppure fondere, in relazione agli
argomenti comuni, le due esposizioni.
La geometria del
piano e dello spazio
a) Piano euclideo:
incidenza, parallelismo, ortogonalità.
b) Congruenze
(isometrie) e loro composizione nel piano.
c) Figure piane e
loro proprietà. Poligoni equiscomponibili. Teorema di Pitagora.
d) Individuazione
di simmetrie in particolari solidi geometrici.
e)
Omotetie e similitudini nel piano. Teorema di Talete.
f)
Piano cartesiano. Retta, parabola, cerchio nel piano cartesiano.
g) Coseno e seno
degli angoli convessi. Teorema del coseno e teorema dei seni.
h)
Elementari trasformazioni geometriche nello spazio.
Commento
L'obiettivo
fondamentale della geometria è quello di descrivere e studiare
razionalmente uno spazio (prima ancora di classificare particolari
figure). Nell'introduzione della geometria piana l'insegnante potrà
seguire un metodo assiomatico-deduttivo di varia impostazione, oppure
un metodo che si fondi sulla scoperta diretta di proprietà
geometriche e su deduzioni parziali; potrà utilizzare la
teoria tradizionale delle grandezze oppure fare un più diretto
ricorso ai numeri reali.
Il teorema di Pitagora, fissando
la metrica, compendia le proprietà essenziali del piano
euclideo. Nel caso che si voglia far precedere una costruzione del
piano affine, verrà data particolare enfasi al teorema di
Talete.
L'individuazione
di simmetrie in particolare solidi geometrici e le elementari
trasformazioni geometriche nello spazio mirano a far
rilevare il ruolo di particolari strutture e ad alimentare e
sviluppare l'intuizione spaziale; a questo fine non si consiglia
uno sviluppo assiomatico-deduttivo, che risulterebbe pesante, ma una
presentazione intuitiva, accompagnata da qualche limitata catena di
deduzioni.
È in facoltà
dell'insegnante, anche in relazione al metodo espositivo scelto,
presentare prima la geometria piana e poi quella dello spazio, oppure
fondere le due esposizioni.
Le nozioni di area e di misura degli
angoli verranno utilizzate, durante il biennio, con il significato
intuitivo appreso nella scuola media.
L'introduzione del coseno e del
seno di un angolo è fatta qui in vista dello studio dei
triangoli; lo studio delle funzioni circolari è rinviato al
periodo successivo.
Un primo traguardo
importante della geometria sarà il piano cartesiano (con la
metrica indotta dal teorema di Pitagora). Dopo l'introduzione del
piano cartesiano, per la risoluzione dei problemi geometrici saranno
disponibili sia il metodo della geometria analitica che il metodo
della geometria classica, e l'allievo sarà stimolato ad usare
l'uno o l'altro in relazione alla naturalezza, alla espressività
ed alla semplicità che l'uno o l'altro offre nel caso
particolare in esame.
La geometria
prima rappresentazione del mondo fisico
a) Dagli
oggetti ai concetti geometrici: studio delle figure del piano e
dello spazio a partire da modelli materiali.
b) Lunghezze,
aree, volumi, angoli e loro misura.
c) Semplici
problemi di isoperimetria e di equi-estensione. Il teorema di
Pitagora.
Il metodo delle coordinate
a) Uso del metodo
delle coordinate in situazioni concrete; lettura di carte
topografiche e geografiche.
b) Coordinate di un
punto della retta, coordinate di un punto del piano. Rappresentazione
e studio di semplici figure del piano, ad es. figure poligonali di
cui siano assegnate le coordinate dei vertici.
c) Semplici leggi
matematiche ricavate anche dal mondo fisico, economico, ecc. e loro
rappresentazione nel piano cartesiano; proporzionalità diretta e
inversa, dipendenza quadratica, ecc.
Trasformazioni
geometriche
a) Isometrie (o
congruenze) piane - traslazioni, rotazioni, simmetrie - a partire da
esperienze fisiche (movimenti rigidi). Composizioni di isometrie.
Figure piane direttamente o inversamente congruenti.
b) Similitudini
piane, in particolare omotetie, a partire da ingrandimenti e
rimpicciolimenti. Riduzioni in scala.
c) Osservazione di
altre trasformazioni geometriche: ombre prodotte da raggi solari o da
altre sorgenti luminose, rappresentazioni prospettiche (fotografie,
pittura ecc.), immagini deformate,...
Commenti da
"Orientamenti per la lettura dei contenuti"
Lo studio della geometria trarrà
vantaggio da una presentazione non statica delle figure, che ne renda
evidenti le proprietà nell'atto del loro modificarsi; sarà
anche opportuno utilizzare materiale e ricorrere al disegno. La
geometria dello spazio non sarà limitata a considerazioni su
singole figure, ma dovrà altresì educare alla visione
spaziale. È in questa concezione dinamica che va inteso anche
il tema delle trasformazioni geometriche.
Il metodo delle coordinate con il
rappresentare graficamente fenomeni e legami fra variabili, aiuterà
a passare da un livello intuitivo ad uno più razionale. Alcune
trasformazioni geometriche potranno essere considerate anche per
questa via.
GEOMETRIA
Classe
1a. Rette, semirette, segmenti. Piani, semipiani; angoli.
Triangoli e poligoni piani. Uguaglianza dei triangoli. Rette
perpendicolari. Rette parallele. Somma degli angoli interni ed
esterni di un poligono. Disuguaglianze tra elementi di un triangolo.
Parallelogrammi; loro proprietà e casi particolari.
Circonferenza e cerchio. Mutuo comportamento di rette e
circonferenze: cenni sul mutuo comportamento di circonferenze
complanari. Angoli nel cerchio (al centro o alla circonferenza).
Poligoni regolari. Qualche problema grafico fondamentale. Poligoni
equivalenti. Teorema di Pitagora.
Classe
2a. Proporzioni tra le grandezze, similitudini dei triangoli
e dei poligoni, teoria della misura, area dei poligoni.
INSIEMI NUMERICI
E CALCOLO
2.1. | Operazioni,
ordinamento e loro proprietà negli insiemi dei numeri
naturali, interi, razionali. |
2.2. | Valori
approssimati e loro uso nei calcoli elementari. Introduzione
intuitiva dei numeri reali. Radicali quadratici ed operazioni
elementari su di essi. |
2.3. | Il
linguaggio dell'algebra e il calcolo letterale: monomi, polinomi,
frazioni algebriche. |
2.4. | Equazioni
e sistemi di primo e di secondo grado. Disequazioni di primo
grado. |
RELAZIONI E FUNZIONI
3.1. | Insiemi
ed operazioni su di essi. Prime nozioni di calcolo combinatorio. |
3.2. | Leggi
di composizione ed individuazione di particolari strutture.
Prodotto cartesiano. Relazioni binarie: relazioni d'ordine e di
equivalenza. Applicazioni (funzioni). |
3.3. | Funzioni
x ax+b,
x ax2+bx+c,
x a/x
e loro grafici. |
Commento
a Insiemi numerici e Calcolo
I numeri naturali,
interi, razionali, già noti agli studenti, sono ripresi in
forma più sistematica; si può pervenire ai vari
ampliamenti a partire da effettive necessità operative,
mettendo in luce la permanenza delle proprietà formali e della
relazione d'ordine. L'esposizione può anche essere arricchita
con l'illustrazione dell'evoluzione storica dei concetti di
numerazione e di numero.
Il numero reale va introdotto in via
intuitiva, come processo costruttivo che può nascere sia da
esigenze di calcolo numerico, sia da un confronto fra grandezze
omogenee. é importante premettere esempi di calcolo
approssimato, in cui porre l'accento sulla significatività delle
cifre, anche al fine di far vedere come il risultato del calcolo
possa essere illusorio in assenza di una corretta valutazione
dell'errore.
Il docente deve programmare lo
sviluppo da dare al calcolo letterale per abituare l'allievo alla
corretta manipolazione di formule, sempre sostenuta dalla
comprensione delle procedure da seguire. Si sottolinea, a questo
proposito, l'inopportunità del ricorso ad espressioni
inutilmente complesse, tenendo presente che la sicurezza nel calcolo
si acquisisce gradualmente nell'arco del biennio. é invece
opportuno fare osservare che un'espressione algebrica è
interpretabile in modo naturale come uno schema di calcolo che può
essere illustrato da un grafo; si può anche collegare il calcolo
letterale ai linguaggi formali introdotti negli elementi di
informatica.
Lo
studio delle equazioni, delle disequazioni e dei sistemi va connesso
alla loro rappresentazione sul piano cartesiano, con relative
applicazioni a problemi di varia natura; nella risoluzione è
sufficiente considerare le soluzioni nell'insieme dei numeri reali.
Nel presentare argomenti
tradizionali di algebra è opportuno evitare di dare carattere di
teoria ad argomenti che si riducono a semplici artifizi e di fornire
classificazioni e regole distinte in situazioni in cui valgono gli
stessi principi generali.
Commento
a Relazioni e funzioni
Il docente, dopo
aver riorganizzato le conoscenze sugli insiemi che gli allievi hanno
già acquisito nella scuola media, deve aver cura di stabilire
opportuni collegamenti tra le nozioni logiche e quelle insiemistiche:
connettivi logici ed operazioni tra insiemi, predicato con un solo
argomento e sottoinsiemi dell'insieme universo, predicati binari e
relazioni, ecc...
Lo
studio del calcolo combinatorio si limita alle disposizioni,
permutazioni, combinazioni e loro proprietà principali; il
docente può approfittarne, tra l'altro, per abituare lo
studente a dimostrazioni di tipo algebrico.
Dall'esame
delle relazioni d'ordine, delle proprietà formali negli insiemi
numerici, delle composizioni di isometrie e dall'esame di altri
esempi, il docente può arrivare, attraverso il riscontro di
analogie strutturali, ai concetti di gruppo, di anello, di campo,
e di struttura d'ordine, senza tuttavia dare alla trattazione una
sistemazione teorica, che viene rinviata ai successivi studi.
Alla nozione di relazione
d'equivalenza va associata quella di insieme quoziente, con varie
esemplificazioni (direzione di rette, classi di resti, ecc...).
Il concetto di funzione,
fondamentale per stabilire relazioni di dipendenza, consente di
visualizzare leggi e fenomeni in connessione interdisciplinare con
altri ambiti.
L'introduzione
delle funzioni x ax+b,
x ax2+bx+c,
x a/x
trova un naturale collegamento con la rappresentazione della retta,
della parabola e dell'iperbole equilatera nel piano cartesiano;
analogamente la nozione di zeri di tali funzioni trova collegamento
con la risoluzione delle corrispondenti equazioni.
La nozione di grafico di una
funzione va illustrata anche su esempi diversi, osservando che non è
necessario attendere il possesso degli strumenti del calcolo
differenziale per avere un'idea qualitativa dell'andamento di
funzioni definite da semplici espressioni. In questo contesto
l'impiego del calcolatore può essere importante, purché
lo studente abbia consapevolezza del carattere approssimato delle
rappresentazioni ottenute.
GLI INSIEMI NUMERICI
E IL CALCOLO
a) | Operazioni fra
insiemi finiti e prime nozioni di calcolo combinatorio. |
b) | Le operazioni e
l'ordinamento nell'insieme dei numeri razionali relativi. |
c) | Valori
approssimati e loro uso nei calcoli elementari; significatività
delle cifre. Introduzione intuitiva dei numeri reali. Radicali
quadratici nell'insieme dei numeri reali positivi ed operazioni
elementari su di essi. |
d) | Il linguaggio
dell'algebra ed il calcolo letterale. |
RELAZIONI E FUNZIONI
a) | Prodotto
cartesiano; relazioni di ordine e di equivalenza; applicazioni
(funzioni) e loro composizione. |
b) | Funzioni
lineari e quadratiche; funzione x
k/x. Equazioni e disequazioni di primo e di secondo grado.
Sistemi. |
Commento
a Gli insiemi numerici e il calcolo
Gli insiemi
numerici saranno introdotti in forma intuitiva, ma con enunciazione
precisa e completa delle proprietà formali delle operazioni
algebriche e della relazione d'ordine (così da pervenire
implicitamente alla nozione di campo ordinato).
Il carattere intuitivo
dell'introduzione dei numeri reali sta ad indicare che il numero
reale s'identifica con un processo costruttivo di approssimazione, in
cui le proprietà formali delle operazioni e le proprietà di
ordinamento vengono conservate. E` importante premettere esempi di
calcolo approssimato, anche al fine di far vedere come il calcolo
possa essere illusorio in assenza di una corretta valutazione
dell'errore.
La proprietà
di completezza della retta reale ed eventualmente la teoria
"costruttiva" dei numeri reali saranno rinviate ad un
periodo successivo.
Per una
introduzione chiara e coerente del calcolo letterale si potrà
far riferimento ai linguaggi formali introdotti con il tema 1. Nello
stesso tempo si farà vedere che un'espressione algebrica è
interpretabile in modo naturale come uno schema di calcolo, che può
essere anche illustrato da un grafo.
Nell'addestramento
al calcolo letterale si avrà cura di evitare espressioni
inutilmente complesse, tenendo presente che il calcolo deve essere
sempre diretto consapevolmente ad uno scopo e che la scioltezza nel
calcolo dovrà essere conseguita gradualmente nell'arco del
biennio.
Commento
a Relazioni e funzioni
Si noterà
che il programma non contiene esplicitamente nozioni introduttive di
teoria degli insiemi. Infatti si presuppone che all'allievo sia già
familiare il linguaggio di tale teoria; sarà cura
dell'insegnante stabilire un collegamento tra le nozioni logiche e
quelle insiemistiche: fra predicato con un solo argomento e
sottoinsiemi dell'insieme "universo", tra predicati binari
e relazioni, ecc.
Alla nozione di
relazione di equivalenza potrà essere associata quella di
insieme quoziente, con varie esemplificazioni (direzione di rette,
ecc.).
Verrà
data particolare cura alla illustrazione geometrica sul piano
cartesiano dei sistemi di equazioni e disequazioni, con le relative
applicazioni a vari problemi (elementi di programmazione lineare).
Nel presentare
argomenti tradizionali di algebra, occorrerà guardarsi dal dare
carattere di teoria ad argomenti che si riducono a semplici artifizi
e dal fornire classificazioni e regole in situazioni in cui deve
bastare l'applicazione di semplici principi generali (es.: tecniche
per la risoluzione di sistemi lineari e di disequazioni).
INSIEMI NUMERICI
a) Numeri naturali.
Successivi ampliamenti del concetto di numero: dai naturali agli
interi relativi, dalle frazioni (come operatori) ai numeri razionali.
Rapporti, percentuali. Proporzioni. Rappresentazione dei numeri sulla
retta orientata.
b) Scrittura
decimale. Ordine di grandezza.
c) Operazioni
dirette e inverse e loro proprietà nei diversi insiemi numerici.
Potenza e radice. Multipli e divisori di un numero naturale e comuni
a più numeri. Scomposizione in fattori primi. Esercizi di
calcolo, esatto e approssimato. Approssimazioni successive come avvio
ai numeri reali. Uso ragionato di strumenti di calcolo (ad es. tavole
numeriche, calcolatori tascabili, ecc.)
PROBLEMI ED
EQUAZIONI
a) Individuazione di
dati e di variabili significative in un problema. Risoluzione
mediante ricorso a procedimenti diversi (diagrammi di flusso,
impostazione e calcolo di espressioni aritmetiche,
)
b) lettura,
scrittura, uso e trasformazioni di semplici formule
c) semplici
equazioni e disequazioni numeriche di primo grado
CORRISPONDENZE -
ANALOGIE STRUTTURALI
Richiami, confronti
e sintesi dei concetti di relazione, corrispondenza, funzione, legge
di composizione incontrati in ambiti diversi. Ricerca e scoperta di
analogie di struttura.
Commenti
da Orientamenti per la lettura dei contenuti
Il linguaggio degli
insiemi potrà essere usato come strumento di chiarificazione,
di visione unitaria e di valido aiuto per la formazione di concetti.
Si eviterà comunque una trattazione teorica a sé
stante, che sarebbe, a questo livello, inopportuna.
Analogamente, grafi e diagrammi di
flusso potranno essere utilizzati come un linguaggio espressivo per
la schematizzazione di situazioni e per la guida alla risoluzione di
problemi.
L'argomento
"proporzioni" non deve essere appesantito imponendo, come
nuove, regole che sono implicite nella proprietà delle
operazioni aritmetiche, ma deve essere finalizzato alla scoperta
delle leggi di proporzionalità (y = kx; xy
= k).
Nella trattazione delle potenze
verrà dato particolare risalto alle potenze di 10, per il ruolo
che esse hanno nella scrittura decimale dei numeri e, quindi, nella
notazione di ordine di grandezza, anche in relazione al sistema
metrico decimale. Ove se ne ravvisi l'opportunità, si potrà
accennare anche alla legge di accrescimento esponenziale.
Si terrà presente che
"risolvere un problema" non significa soltanto applicare
regole fisse a situazioni già schematizzate, ma vuol dire anche
affrontare problemi allo stato grezzo per cui si chiede all'allievo
di farsi carico completo della traduzione in termini matematici.
Nell'ambito di questo lavoro di
traduzione si troverà tra l'altro, una motivazione concreta per
la costruzione delle espressioni aritmetiche e per le relative
convenzioni di scrittura.
Anche le equazioni e le disequazioni
troveranno una loro motivazione nella risoluzione di problemi
appropriati. L'insegnante potrà, inoltre, presentare equazioni e
disequazioni in forma unificata, utilizzando l'idea di "frase
aperta" (enunciato con una o più variabili).
Il tema "Corrispondenze e
analogie strutturali" non darà luogo ad una trattazione a
se stante. Nel corso dei tre anni, tutte le volte che se ne presenti
l'occasione, si faranno riconoscere analogie e differenze fra
situazioni diverse, come approccio alle idee di relazione e
struttura.
Va sconsigliata l'insistenza su
aspetti puramente meccanici e mnemonici, e quindi di scarso valore
formativo. Si eviterà l'imposizione di regole che potrebbero
essere più naturalmente individuate in altri contesti più
appropriati. Ad esempio, argomenti come la scomposizione in fattori
primi, la ricerca del massimo comune divisore e del minimo comune
multiplo, il calcolo di grosse espressioni aritmetiche, l'algoritmo
per l'estrazione della radice quadrata, il calcolo letterale avulso
da riferimenti concreti, non dovranno avere valore preponderante
nello insegnamento e tanto meno nella valutazione.
ALGEBRA
Classe
1a. numeri razionali relativi e le quattro operazioni
fondamentali su di essi. Potenze con esponenti interi relativi.
Polinomi (razionali, interi); operazioni su di essi. Prodotti
notevoli. Casi semplici di scomposizione di polinomi in fattori.
Frazioni algebriche, calcoli con esse. Equazioni e problemi di primo
grado ad un'incognita.
Classe
2a. Concetto di numero reale. Calcolo dei radicali, cenno
sulle potenze con esponenti frazionari. .
Equazioni di secondo grado o ad esse
riconducibili. Esempi di sistemi di equazioni di grado superiore al
primo risolubili con equazioni di primo e secondo grado. Cenni sulle
progressioni aritmetiche e geometriche.
Coordinate
cartesiane ortogonali nel piano. Funzioni di una variabile e loro
rappresentazione grafica; in particolare le funzioni: y = ax
+ b, y = ax2,
y = a/x, y = ax.
ELEMENTI DI
PROBABILITÀ E DI STATISTICA.
4.1. Semplici
spazi di probabilità: eventi aleatori, eventi disgiunti e
"regola della somma".
4.2. Probabilità
condizionata, probabilità composta. Eventi indipendenti e
"regola del prodotto".
4.3. Elementi
di statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi,
indici di variabilità.
Commento
Lo studio delle
probabilità, da un lato, sviluppa un corretto approccio alla
analisi di situazioni in condizioni di incertezza, dando strumenti
per trattare razionalmente le proprie informazioni e assumere
decisioni coerenti e, dall'altro, fornisce nuovi ambiti in cui è
possibile svolgere interessanti esempi di matematizzazione.
Per il consolidamento di una
mentalità probabilistica che orienti lo studente anche nei
giudizi della vita corrente, sono essenziali un avvio ragionato alle
varie definizioni di probabilità ed una ricca esemplificazione
tratta da situazioni reali.
Lo studio delle probabilità
costituisce inoltre un contesto in cui la formalizzazione e
l'astrazione possono far pervenire ad una strutturazione assiomatica
della teoria. Nella soluzione dei problemi è bene utilizzare una
molteplicità di strumenti quali il calcolo combinatorio, i
diagrammi di Eulero-Venn e grafi di vario tipo.
I contenuti della parte di
statistica costituiscono l'occasione per una messa a punto più
rigorosa e formalizzata di concetti e di strumenti in parte già
conosciuti,suggerendone una più consolidata familiarizzazione
attraverso applicazioni a problemi e contesti di tipo
interdisciplinare. Particolare importanza riveste l'analisi e
l'interpretazione dei dati presentati in varie forme, da quelle
tabellari a quelle grafiche o a quelle più sintetiche, per
mettere lo studente in grado di fruire correttamente e criticamente
delle informazioni statistiche che a vario tipo gli pervengono.
Elementi di
probabilità e statistica
a) Semplici
spazi di probabilità: eventi aleatori, eventi disgiunti e
"regola della somma".
b) Probabilità
condizionale ed applicazioni; formula di Bayes.
c) Elementi di
statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi,
indici di variabilità, regressione e correlazione.
Commento
Spetta
all'insegnante, anzitutto, dare all'allievo un'idea adeguata della
probabilità: far capire che essa è uno strumento
fondamentale della nostra conoscenza, così come lo è la
logica. In questo senso, occorrerà guardarsi anche dal ridurre
la probabilità al calcolo combinatorio, che pure, in certi casi,
è un utile strumento.
Il programma
comprende alcune nozioni iniziali, che dovranno essere ampliate ed
approfondite in un periodo successivo. L'attività più
importante è la risoluzione di problemi: come è noto, il
calcolo delle probabilità presenta a riguardo una ricchezza
sconfinata. L'analisi dei problemi è molto facilitata da
opportune rappresentazioni: diagrammi di Eulero-Venn e, soprattutto,
grafi di vario tipo.
Il programma di
statistica è limitato alla statistica descrittiva: ma occorre
tener presente che anche nella componente descrittiva sono presenti,
in realtà, molti aspetti di tipo induttivo, che l'insegnante
metterà opportunamente in evidenza. Gli esempi e gli esercizi
saranno scelti anche in modo da sottolineare l'importanza della
statistica nella vita sociale, economica, ecc..
Matematica del
certo e matematica del probabile
a) Affermazioni del
tipo vero/falso e affermazioni di tipo probabilistico. Uso corretto
dei connettivi logici (e, o, non): loro interpretazione come
operazioni su insiemi e applicazioni ai circuiti elettrici.
b) Rilevamenti statistici e loro
rappresentazione grafica (istogrammi, aerogrammi...); frequenza;
medie.
c) Avvenimenti casuali; nozioni di
probabilità e sue applicazioni.
Commenti
da Orientamenti per la lettura dei contenuti
La riflessione
sull'uso dei connettivi concorre alla chiarificazione del linguaggio
e del pensiero logico.
L'introduzione degli elementi di
statistica descrittiva e della nozione di probabilità ha lo
scopo di fornire uno strumento fondamentale per l'attività di
matematizzazione di notevole valore interdisciplinare. La nozione di
probabilità scaturisce sia come naturale conclusione dagli
argomenti di statistica sia da semplici esperimenti di estrazioni
casuali.
L'insegnante, evitando di presentare
una definizione formale di probabilità, avrà cura invece di
mettere in guardia gli allievi dai più diffusi fraintendimenti
riguardanti sia l'interpretazione dei dati statistici sia l'impiego
della probabilità nella previsione degli eventi. Le applicazioni
non dovranno oltrepassare il calcolo delle probabilità in
situazioni molto semplici, legate a problemi concreti (ad esempio
nella genetica, nell'economia, nei giochi).
ELEMENTI DI
LOGICA E DI INFORMATICA
5.1. Logica
delle proposizioni: proposizioni elementari e connettivi, valori di
verità di una proposizione composta. Inferenza logica,
principali regole di deduzione.
5.2. Variabili,
predicati, quantificatori.
5.3. Analisi,
organizzazione e rappresentazione di dati, costruzione strutturata
di algoritmi e loro rappresentazione.
5.4. Automi
finiti, alfabeti, parole e grammatiche generative. Sintassi e
semantica. Prima introduzione ai linguaggi formali.
LABORATORIO DI
INFORMATICA.
Utilizzazione di un
linguaggio di programmazione, analisi di problemi e loro soluzioni
sia mediante linguaggi di programmazione, sia con l'utilizzo di un
opportuno "ambiente informatico".
Commento
a Elementi di Logica e Informatica
Gli elementi di
logica non devono essere visti come una premessa metodologica
all'attività dimostrativa , ma come una riflessione che si
sviluppa man mano che matura l'esperienza matematica dello studente.
Fin dall'inizio bisogna abituare lo studente all'uso appropriato del
linguaggio e delle formalizzazioni, a esprimere correttamente le
proposizioni matematiche e a concatenarle in modo coerente per
dimostrare teoremi, mentre solo nella fase terminale del biennio si
può pervenire allo studio esplicito delle regole di deduzione.
Così, ad esempio, si può osservare che la risoluzione
delle equazioni si basa sull'applicazione di principi logici che
consentono di ottenere equazioni equivalenti o equazioni che sono
conseguenza logica di altre.
Le riflessioni linguistiche e
logiche acquistano una caratteristica operativa nello sviluppo della
parte di programma relativa all'informatica e ai linguaggi di
programmazione. Ciò consente, tra l'altro, di cogliere le
differenze tra il piano linguistico e il piano metalinguistico, tra
il livello sintattico e il livello semantico, particolarmente
evidenziate dalla pratica al calcolatore. Va dato opportuno risalto
alle analogie e alle differenze che intercorrono tra il linguaggio
naturale e i linguaggi artificiali, tra il ragionamento comune e il
ragionamento formalizzato.
L'introduzione di elementi di
informatica avvia lo studente alla costruzione di modelli formali di
classi di problemi che conducano all'individuazione di una corretta
ed efficiente strategia risolutiva. Per questo è determinante
abituare lo studente, partendo dal concetto di informazione, a
individuare dati e relazioni tra di essi e a descrivere i processi di
elaborazione che consentono di pervenire alla soluzione con mezzi
automatici.
Durante l'attività di
programmazione lo studente deve essere condotto a riconoscere ed
utilizzare consapevolmente i tipi di dati e le loro più
elementari strutture, nonché le regole di costruzione degli
algoritmi (sequenza, selezione, iterazione). In tale attività si
devono evidenziare continuamente le analogie e le differenze tra gli
"oggetti" matematici e le loro rappresentazioni
informatiche.
La
riflessione sulla formalizzazione di un processo favorisce
l'acquisizione dei concetti di automa e con ciò la possibilità
di riconoscere l'aspetto logico-funzionale di alcune realtà (i
linguaggi formali, l'elaboratore, altri sistemi automatici).
I contenuti proposti trovano il loro
naturale sviluppo nell'integrazione con l'attività di
laboratorio.
Commento
al Laboratorio di Informatica
L'attività
di laboratorio, distribuita lungo tutto l'arco del biennio, integra
gli elementi di contenuto dei vari temi e costituisce essa stessa un
momento di riflessione teorica. Essa consiste in:
a) analisi di
problemi e loro soluzione informatica attraverso sia la costruzione
di un programma e il controllo della sua esecuzione, sia l'utilizzo
di programmi già disponibili e di software di utilità; in
quest'ultimo caso l'utilizzazione di tali "ambienti" abitua
lo studente ad operare consapevolmente all'interno di diversi sistemi
dotati di regole formali e con limiti operativi;
b) esplorazioni e
verifiche di proprietà matematiche, rappresentazioni grafiche e
calcoli, come momenti che concorrono al processo di apprendimento
della matematica.
Elementi di
logica e di informatica
a) Proposizioni;
connettivi "non", "e", "o" e
connettivo di implicazione. Tavole di verità e tautologie.
"Modus ponens", "modus tollens" ed altri schemi
di deduzione.
b) Variabili,
predicati. quantificatori.
c) Costruzione
strutturata di algoritmi. Rappresentazione testuale e grafica di un
algoritmo.
d) Prima
introduzione ai linguaggi formali: automi finiti, alfabeto, parole e
grammatiche. Strutture di dati e loro rapporti con la
costruzione di algoritmi e programmi. Elementi sulle relazioni con
applicazioni all'uso di basi di dati.
e) Laboratorio
di informatica - Operazioni sull'elaboratore: linguaggi di comando e
linguaggi di programmazione. Utilizzazione di un linguaggio di
programmazione. Riflessione sugli errori: sintassi e semantica.
Esperienza pratica in vari contesti.
Commento
Gli elementi di
logica non devono essere visti come una premessa metodologica a tutto
il corso (quasi che occorresse imparare le "regole del
ragionamento" prima di mettersi a fare matematica), ma come una
riflessione che si sviluppa man mano che matura l'esperienza
matematica dell'allievo. È importante osservare che la
trattazione della logica potrà acquisire un risvolto
fortemente operativo grazie all'utilizzazione di linguaggi di
programmazione sviluppati nell'ambito dell'intelligenza artificiale
nei quali la logica dei predicati diventa uno strumento per la
descrizione di problemi. Il passaggio dal linguaggio naturale a
quello logico è indubbiamente delicato: occorrerà
mettere in evidenza come la precisione del linguaggio logico porti
inevitabilmente ad una perdita di ricchezza espressiva. Anche la
distinzione tra il piano linguistico e quello metalinguistico è
una conquista importante. Questa distinzione (come quella fra livello
sintattico e livello semantico) diventa più facilmente
accessibile con la pratica del calcolatore, in cui essa si rende
continuamente necessaria.
Le relazioni logiche studiate
dovranno essere interpretate su insiemi. Sarà importante far
capire all'allievo che la teoria delle equazioni, nella sua forma più
generale, è un'applicazione di principi logici (equazioni
equivalenti, equazioni che sono conseguenze logiche di altre, sistemi
di equazioni, ecc.).
Quanto alla nozione di algoritmo
sarà importante recuperare gli esempi già noti all'allievo
in campo matematico; occorre tener presente che l'allenamento a
costruire programmi per risolvere problemi interessanti, e la
successiva esperienza sul calcolatore, danno spessore ed evidenza
intuitiva alla nozione di algoritmo. La costruzione di un algoritmo
per la risoluzione di un problema deve divenire una costante pratica
didattica, analoga a quella che è stata per secoli la
risoluzione "con riga e compasso" di un problema
geometrico.
Si richiama in particolare
l'attenzione sull'espressione "costruzione strutturata di
algoritmi" che fa riferimento ad alcuni semplici "strumenti
intellettuali" finalizzati a dominare la complessità dei
problemi. Tali strumenti sono utili sia per costruire la soluzione di
un problema che per comunicare intorno ad essa e si ritiene siano
applicabili anche in settori diversi dall'informatica e dalla
matematica. Questo loro valore generale ne suggerisce una costante
applicazione che porta a stabilire negli allievi un vero e proprio
abito intellettuale.
Per quanto riguarda gli automi ed i
linguaggi si tenderà ad effettuare una trattazione
prevalentemente intuitiva rimandando ad una fase successiva un
maggior livello di formalizzazione. In particolare l'automa dovrebbe
essere considerato come uno strumento per sviluppare nell'allievo la
capacità di riconoscere l'aspetto logico-funzionale di alcune
realtà (i linguaggi, l'elaboratore, altri sistemi automatici,
ecc.). La trattazione degli automi dovrebbe fare ricorso a
rappresentazioni grafiche diverse fra loro abituando l'allievo alla
selezione di quelle di volta in volta più consone ai problemi
in esame.
L'attività
di laboratorio sarà distribuita lungo tutto l'arco del biennio e
sarà finalizzata sia a fornire specifiche competenze tecniche
che a dare una componente concreta ed operativa alle nozioni di
informatica e ad alcune di quelle di matematica previste dal
programma. Sarà necessario fornire all'allievo la capacità
di utilizzare l'elaboratore per la soluzione di problemi fornendogli
un'adeguata conoscenza operativa di uno specifico linguaggio di
comando e di uno specifico linguaggio di programmazione. Il
linguaggio di programmazione prescelto dovrebbe prestarsi
naturalmente alla "costruzione strutturata" di programmi.
Esso dovrebbe in particolare poter essere utilizzato come strumento
per la rappresentazione di algoritmi prima ancora che come strumento
di codifica. Non sarà necessario fare apprendere agli allievi
la totalità di un linguaggio di programmazione, ma si potrà
puntare su un suo sottoinsieme adeguatamente completo.
Vedi
i temi Insiemi numerici e Matematica del certo e
matematica del probabile.
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