Da: L'insegnamento della matematica e delle scienze integrate, vol.17B, n.4, 1994, 309-316
STATISTICA E PROBABILITÀ NEL BIENNIO:
nodi culturali e didattici da
affrontare
1ª
PARTE
Carlo
Dapueto 1
Sabina
Ghio, Giovanna Pesce 2
Introduzione
Nell'ambito
del 16° Convegno dell'U.M.I. sull'insegnamento della matematica
il nucleo di ricerca didattica MaCoSa 3
ha "gestito" un gruppo di lavoro sull'insegnamento della
probabilità e della statistica nel biennio della scuola
secondaria superiore.
Una
sintesi del lavoro di gruppo e della discussione svoltasi verranno
pubblicate negli Atti del convegno.
Qui,
nella prima parte dell'articolo, presentiamo le questioni che
sono state proposte ai partecipanti, invitando i lettori della
rivista ad affrontare i quesiti e a riflettere sui problemi
presentati.
Nella
seconda parte dell'articolo verranno discusse, "tecnicamente"
e "didatticamente", le questioni proposte, e presentate
alcune proposte didattiche.
Questioni
[1] Giovanni, che è alto 175 cm, a 19 anni pesava 63 kg; oggi, a 43 anni, pesa 77 kg. Su un giornale legge che nella sua regione i maschi tra i 40 e i 50 anni hanno altezza media di 174.5 cm e peso medio di 76.5 kg.
(a) Ha ragione Giovanni a ritenere, in base
a queste informazioni, di avere peso e altezza normali, e di
avere un peso perfetto per la sua altezza?
[nella discussione
si tenga conto delle ulteriori informazioni sotto riportate:
istogrammi di distribuzione delle altezze e dei pesi dei maschi tra i
40 e i 50 anni, nella regione di Giovanni; si noti che la scala
verticale è "normalizzata": ad esempio per trovare
quante di queste persone hanno altezza in centimetri che cade in
[170,175) si osserva che a questo intervallo corrisponde circa una
frequenza unitaria del 6%, per cui, essendo l'intervallo ampio 5, vi
cadono circa il 30% delle altezze]
(b) Affrontare in classe situazioni analoghe a questa (fare esempi) quali obiettivi educativi ("matematici" e "generali") importanti potrebbe contribuire a raggiungere?
[2] Per
svolgere alcuni mestieri, molto diffusi, occorre affrontare un test
sanitario che accerti l'eventuale presenza (esito positivo) o
l'assenza (esito negativo) della malattia X. Il test ha
un'attendibilità del 95% (nel senso che in caso di presenza
c'è il 95% di probabilità che si ottenga un esito
positivo e in caso di assenza c'è il 95% di probabilità
che si ottenga un esito negativo). Si sa, da statistiche serie, che
l'1% della popolazione in età lavorativa è affetta da
tale malattia.
(a) Se per una persona il test dà
esito positivo, qual è la probabilità che essa sia
affetta dalla malattia X?
(b) Affrontare in classe situazioni
analoghe a questa (fare esempi) quali obiettivi educativi importanti
potrebbe contribuire a raggiungere?
[3] Si lanciano 3 monete da 50 lire (del diametro di 2.50 cm) su un foglio in cui è tracciato un quadrato di lato 20 cm; si considerano soltanto i lanci in cui tutte e tre le monete si fermano completamente dentro al quadrato. Vogliamo scommettere "1 contro N" (N intero) di ottenere con un lancio tre monete allineate, intendendo con ciò che una delle tre monete cada sulla striscia determinata dalle altre due (vedi figura a fianco). |
|
[4] Per
studiare le caratteristiche di un elastico, lo si tiene sospeso per
un estremo e si appendono all'altro estremo diversi oggetti. Ogni
volta si misura il peso dell'oggetto e il corrispondente allungamento
dell'elastico.
|
Il peso F degli oggetti viene misurato con una bilancia a molla con divisioni di 10 g (in modo che se l'ago si ferma vicino alla tacca 220 si può assumere che il peso è 220±5 g). Le lunghezze che assume l'elastico vengono misurate con la precisione di 1 mm, in modo che i valori dell'allungamento H (ottenuti come differenza di due lunghezze) hanno la precisione di 2 mm. Si ottengono i valori riportati nella tabella a fianco. |
|
(a) Utilizzare
un programma per il calcolo della retta di regressione
[cioè
la funzione lineare f:x ax+b
per cui è minimo (f(0)-0)2 +(f(11)-220)2 + (f(16)-350)2+
]:
e concludere che k = 20 (o k = 19.8±1.5) mm/g
(b) Trovare la funzione di diretta proporzionalità f: x kx per cui è minimo il valore: V = |f(11)-220| + |f(16)-350| + = |11k220| + |16k350| + studiando graficamente V in funzione di k: k = 20.0 |
|
(c) Rappresentare i rettangoli che sono il prodotto degli intervalli di indeterminazione delle varie coppie di dati e trovare graficamente un intervallo di indeterminazione per k (si cercano le rette passanti per (0,0) e per tutti i rettangolini di minima e di massima pendenza). 345 = 19.17 ≈ 19 18 945 = 21 45 19 ≤ k ≤ 21, cioè k = 20±1 |
|
(d) Calcolare i rapporti F/H corrispondenti alle varie coppie di dati e studiarne la distribuzione mediante una calcolatrice tascabile:
_ | ||
20 21.875 19.666 20 | x | = 20.385417 σn = 0.87071122 |
Si
discutano (dal punto di vista della correttezza culturale e
della opportunità didattica, in "matematica",
"fisica" o "laboratorio fisico-chimico") i
diversi procedimenti.
[5] Nei
libri di testo più diffusi sono presenti esercizi che possono
condurre a riflessioni in classe simili a quelle considerate nella
discussione dei precedenti quesiti o che possono preparare gli alunni
ad affrontare situazioni come le precedenti?
[6] Si analizzino criticamente i seguenti quesiti, tratti (con modifiche inessenziali) da alcuni libri di testo.
a) Classificare gli eventi a lato, assegnando a ciascuno l'aggettivo certo o impossibile o incerto. |
1) «le foglie del pioppo cadono in
autunno» [R.: certo] |
b) Calcola in ognuno dei seguenti casi
la probabilità degli eventi indicati:
1) In una classe con 13 maschi e 21 femmine, viene
chiamato, con una procedura del tutto casuale, un maschio.
2) Lanciando una sola volta un dado escono due
numeri pari.
3) Alzando un mazzo di carte da 40 ottenere una
figura e una carta di cuori [R.: 3/40]
4) Alzando (e rimettendo a posto) due volte un
mazzo di carte da 40 ottenere una figura e una carta di cuori
[R.: 3/40=7.5%]
[7] Nei
programmi "Brocca" per il biennio, per il tema 4 (elementi
di probabilità e statistica), relativamente alla probabilità,
vengono indicati come contenuti:
4.1 Semplici spazi di probabilità:
eventi aleatori, eventi disgiunti e "regola della somma".
4.2 Probabilità condizionata,
probabilità composta. Eventi indipendenti e "regola del
prodotto".
E
nel commento si legge, tra l'altro:
Per
il consolidamento di una mentalità probabilistica che orienti
lo studente anche nei giudizi della vita corrente, sono essenziali un
avvio ragionato alle varie definizioni di probabilità ed una
ricca esemplificazione tratta da situazioni reali.
Lo
studio delle probabilità costituisce inoltre un contesto in
cui la formalizzazione e l'astrazione possono far pervenire ad una
strutturazione assiomatica della teoria.
Sono condivisibili queste indicazioni (quali concetti introdurre, come introdurli, )?
[8] Richiamiamo
alcune possibili "definizioni" di probabilità, così
come sono formulate in alcuni libri di testo.
Definizione
classica
Si
chiama probabilità di un evento casuale il rapporto
tra il numero dei casi favorevoli al verificarsi dell'evento e
il numero dei casi possibili, purché questi siano
ugualmente possibili.
Definizione
frequentista
Si
assume come probabilità dell'evento E il valore intorno
al quale tende a stabilizzarsi la frequenza relativa dello
stesso evento, all'aumentare del numero delle prove ripetute
nelle stesse condizioni.
Definizione
soggettivista
La
probabilità di un evento E, secondo l'opinione
di un certo soggetto, è uguale al rapporto s/S dove s
è il prezzo che quel soggetto stima equo pagare per
avere il diritto di ricevere il compenso S, solo se
l'evento E si verificherà.
Definizione
assiomatica
Si
dice casuale una variabile i cui valori non sono determinabili
con certezza. [
] L'insieme di tutti i valori che una variabile
casuale può assumere costituisce lo spazio degli eventi,
detto anche evento certo. I suoi elementi vengono detti eventi
semplici e un suo generico sottoinsieme viene detto evento.
[
]
Nello
spazio E degli eventi è definita la funzione probabilità
P con le seguenti proprietà:
1. Se A è un sottoinsieme di
eventi, allora 0 ≤ P(A) ≤ 1;
2. se A e B sono due sottoinsiemi di
eventi tali che AB = Ø,
allora P(AB) = p(A)+p(B)
3. Se l'evento A è certo allora
P(A)=1; in ogni caso p(E)=1
(a) Su
vari libri di testo sono presenti critiche alla "definizione
classica" simili alle seguenti. Sono "centrate" e
utili a chiarire il concetto matematico di probabilità?
(1) Esistono molti eventi casuali per cui è
difficile o impossibile conoscere il numero dei casi favorevoli e
quello dei casi possibili; e qualora questi ultimi siano noti, non
sempre si è in grado di stabilire con certezza se essi siano
equiprobabili.
(2) I matematici moderni hanno sollevato
obiezioni sulla validità generale del principio di ragion
sufficiente ("due eventi casuali sono da considerarsi
equiprobabili quando non vi siano ragioni sufficienti per
pensare che uno di essi possa verificarsi più facilmente
dell'altro") con cui Laplace ha giustificato la definizione.
(b) Su
vari libri di testo sono presenti critiche alla "definizione
frequentista" simili alle seguenti. Sono "centrate" e
utili a chiarire il concetto matematico di probabilità?
(1) Per valutare la probabilità con cui
il giocatore di pallacanestro X fa centro nei tiri liberi non si può
applicare tale definizione in quanto non si mantengono le stesse
condizioni (cambia lo stato psico-fisico di X, cambiano le
condizioni atmosferiche,
). Subentrano, dunque, delle
considerazioni di carattere soggettivo sulle condizioni in cui
X, di volta in volta, effettua un tiro libero.
(2) La definizione frequentista ha dei limiti
di applicazione: se un evento non si è mai realizzato, ma si
potrebbe realizzare, non è possibile stabilirne la validità;
ad esempio come stabilire la probabilità che un UFO atterri
davanti alla scuola durante un compito di matematica o che nasca un
gatto con tre zampe?
(c) Di
seguito sono riportate due possibili critiche alla "definizione
soggettivista". Quali considerazioni didattiche possono
stimolare?
(1) Se la probabilità matematica fosse
una misura quantitativa del grado di certezza del ricercatore, allora
la teoria della probabilità si ridurrebbe a qualcosa affine
alla psicologia e tutte le conclusioni tratte da asserzioni
probabilistiche sarebbe private del loro contenuto oggettivo.
(2) La definizione così formulata non è
una definizione matematica in quanto fa riferimento a concetti non
matematici.
(d) A
proposito della "definizione assiomatica" riportata:
(1) Una variabile casuale è una variabile?
(2) Quale difficoltà potrebbe essere
all'origine del pasticcio che l'autore ha compiuto nel punto 3?
[l'evento certo è E; non ha senso «in ogni caso
»]
(3) Consideriamo il seguente esperimento: lanciamo
ripetutamente una moneta fino a che non esce testa. Gli esiti
possibili sono le sequenze di testa (T) e croce(C) seguenti: T, CT,
CCT, CCCT,
, che possiamo indicare C0T,
C1T, C2T,
C3T,
.
Una funzione P tale che:
P({CnT / n è in N}) =1, P({CnT})=1/2n+2, P({CmT,CnT}) = P({CmT})+P({CnT})
è in accordo con la "definizione assiomatica" riportata. Si calcolino i seguenti valori e si discuta l'adeguatezza di questa definizione assiomatica:
P({T})= | |
P({CT})= | P({T,CT})= |
P({CCT})= | P({T,CT,CCT})= |
P({CCCT})= | P({T,CT,CCT,CCCT})= |
[9] Nei programmi "Brocca" per il biennio, per la statistica vengono indicati come contenuti:
4.3 Elementi di statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi, indici di variabilità.
E nel commento si legge:
I contenuti della parte di statistica costituiscono l'occasione per una messa a punto più rigorosa e formalizzata di concetti e di strumenti in parte già conosciuti, suggerendone una più consolidata familiarizzazione attraverso applicazioni a problemi e contesti di tipo interdisciplinare. Particolare importanza riveste l'analisi e l'interpretazione dei dati presentati in varie forme, da quelle tabellari a quelle grafiche o a quelle più sintetiche, per mettere lo studente in grado di fruire correttamente e criticamente delle informazioni statistiche che a vario tipo gli pervengono.
E`
motivata la netta separazione tra probabilità (vedi quesito 8)
e statistica presente nei programmi?
Può
esserci qualche collegamento con il fatto che le distribuzioni
continue per alcuni indirizzi (scientifico, tecnologico,
)
vengono proposte solo al 5° anno, per gli altri (classico,
linguistico-aziendale,
) non vengono nemmeno menzionate?
[10] La
probabilità, la statistica e le altre aree matematiche
(interazioni, propedeuticità, sinergie,
): proposte e
confronti di esperienze.
[i
lettori dell'articolo possono sostituire il dibattito intercorso tra
i partecipanti al gruppo di lavoro con una riflessione sulle proprie
eventuali esperienze didattiche o su come penserebbero di attuare i
nuovi programmi; potranno poi fare un confronto con le proposte che
saranno presentate nella seconda parte dell'articolo]
Note:
(1)
Ricercatore universitario presso il Dipartimento di Matematica
dell'Università di Genova
(2)
Docenti di Matematica in scuole secondarie superiori della provincia
di Genova
(3)
Per informazioni su MaCoSa si rimanda alla 2a
parte dell'articolo