Doppio ruolo dei "distrattori", difficoltà dei quesiti

La preparazione delle risposte "non OK" non è banale. In quesiti con risposte predeterminate, il candidato non deve essere messo di fronte a prove che siano troppo impegnative dal punto di vista della elaborazione.
Se l'elaborazione necessaria è semplice e la conoscenza coinvolta è abbastanza elementare e poco articolata, e si vuole verificare solo se la si possiede o meno, si possono mettere accanto alla risposta OK altre risposte che siano plausibili, senza particolari preoccupazioni.
Se la conoscenza è più articolata e se la soluzione, in assenza di altre indicazioni, richiederebbe una elaborazione più dispendiosa (in termini di tempo o di attenzione ai particolari o di precisone nelle procedure) la strategia risolutiva deve potersi basare sul confronto tra le diverse risposte proposte; quelle non OK devono presentarsi come "distrattori" (ossia essere tali da poter apparire sensate a qualche candidato), ma devono essere predisposte non tanto nella logica di ingannare il candidato, quanto in modo da rappresentare percorsi risolutivi che corrispondano, in modo abbastanza evidente, a modellizzazioni del problema o a riferimenti concettuali che il candidato possa individuare, se preparato, come erronei. Questo al fine di ottenere una selezione attendibile, e anche a quello di valutare i livelli di ingresso e, in particolare, individuare/esplorare eventuali misconcezioni.
Nei commenti ai quesiti precedenti sono esemplificate alcune di queste misconcezioni.
Nell'analisi delle risposte la relazione tra gli indicatori sopra indicati con OK e con VM è utile per individuare argomenti o attività con diverse tipologie di "impreparazione", e anche per valutare l'efficacia dei quesiti.
È utile avere quesiti sia con alte che con basse percentuali di risposte OK, che (con tutti i limiti delle valutazioni "fotografiche") da un lato evidenzino candidati con lacune particolarmente grosse, dall'altro consentano di differenziare i più preparati.

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