http://macosa.dima.unige.it/stat

Giornata Italiana della Statistica - 20/10/2011

Genova - Camera di Commercio – Via Garibaldi, 4

La statistica nel Piano Lauree Scientifiche

    La frase  In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento di tutta la terra  è stata scritta 2011 anni fa, mentre la frase  Le statistiche economiche sono state una rasoiata in una giornata nera per i mercati europei  è di alcuni giorni fa: da (almeno) due millenni la Statistica è universalmente riconosciuta come parte essenziale della cultura dell'uomo.
    Su ciò nessuno ha dubbi... tranne la "scuola"!
    Nelle scuole di ogni paese la Statistica è nei programmi e nel patrimonio culturale dei docenti di matematica: in Italia, giovane nazione di 150 anni, ci si laurea in matematica senza doverla studiare.
    Ebbene, è tempo che la Statistica venga, davvero e con efficacia, inserita nella nostra scuola: la presenza della Statistica, nell'ambito della "matematica del cittadino" renderà il cittadino stesso consapevole sia della sua utilità, sia della tendenza diffusa – soprattutto fra gli uomini "pubblici" – a screditare le "statistiche" non in sintonia con determinate posizioni.
        Giuseppe Anichini  -  Segretario della  Unione Matematica Italiana

    Questo intervento (in 150 parole) del segretario dell'U.M.I., sul sito della SIS, in occasione di questa Giornata, chiarisce perché i matematici italiani hanno esteso il Piano Lauree Scientifiche (che coinvolge da qualche anno docenti e studenti di tutta Italia in attività di progettazione e sperimentazione di percorsi didattici "innovativi") ad occuparsi esplicitamente di Statistica.

    Non perché sia qualcosa di diverso dalla matematica, ma perché, nonostante sia presente sin dalla scuola elementare nei programmi scolastici, è un tema che viene quasi sempre eluso nelle attività didattiche.

    Tutti sappiamo che le prime attività di calcolo che ha svolto l'uomo sono di tipo "statistico", prima ancora di aver messo a punto modi articolati per rappresentare i numeri. Oggi, con la carta quadrettata, i bambini sin dalla scuola dell'infanzia sono in grado di fare confronti tra quantità, di oggetti o di altri "valori".

     

    Perché questo "ritardo"?  Come cambiare le cose?

    Dietro ai problemi della scuola italiana vi sono questioni grosse, legate agli interessi delle case editrici, che non hanno mai dato seguito alle indicazioni dei vari "nuovi programmi" che, da più di 20 anni, sono presenti nella scuola italiana, con l'invito, esplicito, a non suddividere la matematica in aree separate e, quindi, ad intrecciare la statistica e tutte le aree matematiche tra di loro.

    Per ovviare a questi problemi da una parte è stata avviata la somministrazione ai ragazzi di "prove di verifica" nazionali che mescolano le varie aree della matematica e, all'interno di queste, presentano tematiche di tipo statistico, dall'altra, come ho detto, è stato sviluppato il Piano Lauree Scientifiche e, al suo interno, è stato previsto esplicitamente lo sviluppo della statistica.

    Qui e qui chi è interessato può vedere quello che si sta facendo a Genova in questo ambito e può collegarsi a quello che si sta facendo a livello nazionale.

    Vediamo solo un brevissimo spot per dare un'idea di come fare statistica voglia dire fare matematica, e di come l'introduzione di argomenti statistici richieda lo sviluppo degli stessi strumenti matematici, e l'impiego delle stesse risorse informatiche, a cui si può riccorrere per le altre aree della disciplina.  Un discorso a parte meriterebbe l'intreccio tra matematica ed altre discipline che la statistica facilita, ma non c'è il tempo per affrontarlo.

    Mi riferirò, per brevità, all'impiego del software R, software standard per la statistica, gratuito, aggiornato in continuazione, che gira su tutte le piattaforme, che consente di svolgere attività matematiche di ogni tipo, recuperabile facilmente da rete.  Fare statistica (e fare matematica, oggi) senza computer è praticamente impossibile.
    Gli esempi, per brevità, non li affronteremo col programma, ma sarebbero tutti facilmente eseguibili copiando e incollando i comandi che seguono.

# distanze temporali tra arrivi successivi a uno sportello
dati <- c(15,29, 4,99,30,11,45, 7,61,67,59, 8,37,30, 5,
          53,18,22,173,6,79,16,16, 6,10,22,13,16,39, 7,
          25, 9,24, 5,10,84,89,38,14,16, 9, 3,34, 9,35,
          34,16,13,37,29,10,51,19,72,15, 9,21,13,51, 2,
           8, 2,40,28, 5,22,51, 6,37,21, 4, 4,33,35,81,
          21, 8,19,42, 9,44,12, 9,53,15,35,96,35,27,34,
           4,13,57,11,20,25,25, 3,48,17,72,14,13,31,94,
           2, 2,38,11, 9, 7,76,96,35, 9,21,28,47,78,26,
          41,16, 3,15, 1,56,26, 3, 8,17,25,40,15,60)
clicca