#3  è opportuno cercare di capire, prima di mettersi a fare manipolazioni, se è possibile risolvere l'equazione direttamente, e, nel caso si debba procedere con manipolazioni, scegliere le trasformazioni più convenienti (non esiste un'unica ricetta per risolvere un'equazione!):
  2
 t +1 = 0
si conclude subito che non ci sono soluzioni: qualunque sia t, 0≤t2 e, quindi, t2+1>0;
  a+1
  ——— = 1
   a
si conclude subito che non ci sono soluzioni: il rapporto tra numeri differenti non è mai 1;
x(x+1) = 0 
senza sviluppare x(x+1) in x2+x si osserva: affinché il prodotto tra x e x+1 sia 0 occorre (e basta) o che x sia 0 o che x+1 sia 0 (cioè x sia –1), per cui le soluzioni sono 0 e –1.

#4  in alcuni casi il problema che viene modellizzato mediante l'equazione considerata impone delle restrizioni alla variazione della incognita; occorre tenerne conto risolvendo l'equazione:
  ad esempio se in (20–2x)2x = 300 la variabile x rappresenta la lunghezza in cm di un oggetto lungo al più 10 cm (come accadeva nel caso considerato sopra), devo limitarmi a cercare le soluzioni in [0,10]; in altre parole il problema è modellizzato da:  (20–2x)2x = 300 AND 0 ≤ x ≤ 10.

#5  l'esame preventivo del dominio dell'equazione può far risparmiare inutili manipolazioni;
  ad esempio di fronte a (–x) = (x–1) posso osservare che il primo membro è definito per x≤0, il secondo per 1≤x, e quindi, poiché l'equazione non è definita per alcun x (x≤0 AND 1≤x è sempre falsa), non ha senso cercare di risolverla.

#6  una equazione vera – cioè che, comunque si sostituiscano numeri alle variabili (senza rendere indefiniti i termini che compaiono in essa), risulta vera – viene detta anche identità; una equazione falsa – cioè che, comunque si sostituiscano numeri …, risulta falsa – in qualche libro è chiamata equazione impossibile (nel senso che è impossibile trovare soluzioni perché non ne esistono, non perché non si è capaci di trovarle);
   2
 2x
 ———— = 2x
  x
è un'identità poiché è vera per tutti gli x per cui è definita (cioè per ogni x diverso da 0); tuttavia i due membri dell'equazione non sono algebricamente equivalenti in quanto hanno domini diversi;
(–x) = x
è un'identità poiché è vera per tutti gli x per cui è definita (cioè per x=0);
  2
 t +1 = 0
è falsa poiché t2+10 per ogni t;

#7  la quantità delle soluzioni di un'equazione può variare da caso a caso:
  le equazioni false hanno 0 soluzioni;
  le equazioni vere possono avere un numero di soluzioni infinito (come nel primo esempio del punto precedente) o finito (come nel secondo esempio);
  l'equazione |2x+1|–|x–1|–x = k, risolta rispetto a x, può avere 0, 1, 2 o infinite soluzioni a seconda del valore di k:

il grafico di x |2x+1|–|x–1|–x, riprodotto a lato, interseca la retta orizzontale y=k:

  
    0 volte se k < –1
  1 volta se k = –1 (la soluzione è –1/2)
  2 volte se –1 < k < 2 (se k = 0 le soluzioni sono –1 e 0)
  infinite volte se k = 2 (l'insieme delle soluzioni è [1,){–2})
  1 volta se k>2

#8  dopo la risoluzione di un'equazione attraverso manipolazioni, è utile verificare se le soluzioni trovate sono effettivamente soluzioni, cioè se, sostituite alla variabile assunta come incognita, rendono vera l'equazione: nel corso delle manipolazioni potrebbero essersi verificati degli errori; ad es. se dopo la seguente risoluzione di equazione:

     2        2          2    2        2    2
12 + ——— = 3x + ——— —> 12 + ———  ——— = 3x + ———  ——— —> 12=3x —> x=4
    x-4      x-4 |      x-4  x-4      x-4  x-4 |        |
                 |                             |
                      2                        |  applico /3 e
           applico - ———           semplifico ——
                     x-4                          inverto l'eq.

verifico quanto ottenuto sostituendo 4 a x nell'equazione originale, ottengo:

     2         2         2      2
12 + ——— = 3·4 + ——— —> 12 +  = 12 + —
    4-4       4-4        0      0

che non è definita.