Il passaggio alla prospettiva lineare
attraverso un apparente ritorno al passato
Per arrivare alla concezione rinascimentale di prospettiva (quella lineare) fu necessario in un certo modo negare le conclusioni alle quali si era giunti fino a quel momento per operare un cambiamento di rotta che a prima vista potrebbe sembrare un infelice ritorno al passato.
Il mosaico che rappresenta Il sacrificio di Isacco in San Vitale a Ravenna
esprime una nuova concezione di spazio pur negando ogni forma di tecnica
prospettica. Lo stesso si può dire per la raffigurazione di
Teodora, moglie di Giustiniano.
Osservando i mosaici non si può più parlare di spazio di
aggregati, i soggetti sono legati da una nuova unità che inizialmente
cogliamo attraverso la distribuzione e l’alternanza di oro e colori.
In
questo modo la pittura romanica riduce alla superficie i corpi negando la
prospettiva ma introduce un legame tra corpi e spazio.
I corpi stessi diventano lo spazio, e ciò accade anche, e soprattutto, nella scultura
Medioevale: la statua del portale romanico è una colonna di sostegno del
portale cioè ne è una parte; non si tratta più di un corpo che sta davanti
ad una parete o posto in una nicchia, ma è espressione diretta della massa
della costruzione.
Si aprono le porte per una nuova visione, sistematica, dello spazio.
Primi passi verso la prospettiva centrale
"La cena" di Duccio e "L’Annunciazione" di Lorenzetti rappresentano bene i primi tentativi verso la prospettiva lineare. Jan Van Eyck nella "Madonna nella chiesa" orienta in maniera corretta tutti i raggi visivi appartenenti ai piani laterali.
Da un punto di vista esclusivamente matematico la prospettiva non è ancora del tutto corretta le linee convergono verso un punto di fuga ma non è ancora unico.