(1)  Al bambino vengono fatte osservare due asticciole uguali collocate nel modo illustrato a lato.
(2)  Gli viene chiesto se esse hanno la stessa lunghezza; il bambino, di norma, risponde affermativamente
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(3)  Con frasi e con gesti si fa fissare la sua attenzione sul movimento che si sta per eseguire.
(4)  Si esegue la traslazione di una delle due asticciole nel modo illustrato a lato.
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(5)  Si ripropone la domanda se le due asticciole abbiano la stessa lunghezza; nella maggioranza dei casi a questo punto si ottiene una risposta negativa.

Sostituiamo le fasi (3) e (4) con, ad esempio, l'intervento di un "pupazzo birichino" che cadendo sulle asticciole le sposta in modo casuale. Si ottiene in questo caso una grande maggioranza di risposte affermative alla domanda finale.  Perché?

Le considerazioni che si possono fare su questo e sugli altri dei primi 4 quesiti qui riportati sono, in breve:

- anche senza i "nuovi" esperimenti, una persona che abbia a che fare con bambini di 4 o 5 anni (li veda disegnare, giocare con bambole o con il Lego, imparare il funzionamento di un gioco o di un dispositivo, stabilire come comportarsi in un certo contesto e con certe persone, affrontare le più svariate situazioni problematiche in cui si articolano le loro esperienze quotidiane) avrebbe dovuto subito trovare prive di fondamento le conclusioni di Piaget o dei comportamentisti;

- le conclusioni di Piaget, anche perché spesso male interpretate, sono state utilizzate per motivare proposte didattiche (sul primo insegnamento numerico e geometrico, sull'educazione logica, ...) non fondate dal punto di vista matematico e che hanno condizionato negativamente per molti anni la prima educazione matematica e la stessa ricerca didattica;

- anche le tesi comportamentiste hanno avuto ricadute negative sulla pratica e sulla ricerca didattica: influenze dell'indirizzo comportamentista sono riscontrabili nelle proposte di istruzione programmata e più in generale nella predisposizione di itinerari didattici che spezzettano le conoscenze in tante nozioni e abilità da acquisire con specifiche sequenze di attività;

- in breve, si sono trascurati i riferimenti culturali alla vita quotidiana (dei bambini, degli alunni, degli adulti) e alle discipline, si è dato valore assoluto a modelli interpretativi senza coglierne la loro natura di "modelli", si è trascurato il fatto che il significato con cui viene recepita un'attività didattica o un "esperimento" non dipende solo dalla singola attività o esperimento, ma anche da come questo interagisce con l'insieme dei concetti e delle conoscenze di coloro a cui viene proposto.

Per approfondimenti, vedi i commenti ai primi 3 "esperimenti" discussi qui.