Gruppi di lavoro "Cared" sul Nuovo Esame di Stato
Relazione del Gruppo 3 (sui Rapporti tra programmazione e terza prova)
Al lavoro, con forme di partecipazione differenziata, hanno collaborato docenti di matematica e fisica facenti capo al gruppo didattico MaCoSa, provenienti da scuole liguri e del basso Piemonte, Benedetta Massa (del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Genova) e Luciana Casciari (docente di Inglese presso il Liceo Scientifco C. Colombo di Genova); la redazione è stata curata da Sabina Ghio e Carlo Dapueto (del gruppo Didattico Macosa). |
Parte 1. LA GRIGLIA 1.1. Perché una "griglia" Dopo una rassegna delle questioni affrontate nelle varie scuole e di alcune perplessità e dubbi, la discussione di alcuni aspetti generali della nuova maturità e un rapido esame delle prime prove comparse sull'Osservatorio del CEDE (che ci erano sembrate spesso non corrispondenti alla normativa e che - oltre ad essere presentate in modo decontestualizzato - non ci erano parse modelli a cui ispirarsi per significative attività valutative), abbiamo ritenuto utile (per mettere meglio a fuoco i problemi ed esplicitare le perplessità suscitate dai "modelli" diffusi) predisporre una griglia di punti che evidenzi i principali parametri da considerare per preparare la terza prova: quale tipo di prova scegliere, quali rapporti deve avere con la programmazione durante l'anno, ... . Questa griglia sarebbe stata utile a noi per il proseguimento del lavoro (analisi ed esemplificazione di prove) ma ci sembrava che già di per sé avrebbe potuto essere di qualche utilità per gli insegnanti. |
Infatti, il modo in cui venivano accolti da molti insegnanti i modelli che comparivano sul sito del CEDE ("ma dobbiamo fare prove impostate così", "come facciamo, ..."), il modo stesso in cui i modelli sono proposti (senza esplicitare riferimenti a ipotesi di programmazione, modelli educativi ispiratori, aspetti oggetto della valutazione, ...), l'idea che si stava diffondendo di allenare gli studenti alla terza prova, intesa solo come nuova modalità tecnica di accertamento invece che come nuova scansione degli obiettivi formativi e valorizzazione di nuove conoscenze e abilità, ... ci sembravano far emergere l'opportunità di mettere a fuoco i legami con (e i ripensamenti su) la programmazione (finalità, metodi e itinerari didattici dell'insegnamento) attraverso cui l'organizzazione (non l'adattamento ai modelli proposti) della terza prova dovrebbe svilupparsi. |
1.2. La griglia principale I punti principali (tra loro parzialmente sovrapposti) della griglia che abbiamo messo a punto nei primi incontri sono: |
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1.3. I punti A e B Si è poi dettagliato il punto A, che in qualche modo si intreccia al punto B, tenendo conto delle indicazioni di legge (DM 390 18.9.98, art. 1): La terza prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, a carattere pluridisciplinare, è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato [non solo nell'ultimo anno], nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie [non ai programmi] dell'ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica. [sottolineatrure e incisi tra parentesi quadre sono nostri] |
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Su B:
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1.4. Gli altri punti Il punto F è in qualche modo stato considerato come motivazione alla elaborazione della griglia (vedi 1.1). Ci pare che (tutti, nelle attività varie che precederanno l'esame di stato, e membri interni, membri esterni e presidenti di commissione, in occasione dell'esame stesso) ci si debba impegnare per far fronte sia al rischio che tutto si risolva in un allenamento ripetitivo degli alunni verso una prova già predisposta, senza una messa in discussione di forme di programmazione "tradizionali", sia a quello che nella prova non siano presenti forme di integrazione tra le varie conoscenze disciplinari (alcuni indicazioni provenienti da ambienti ministeriali, dirigenza scolastica, ... sembrano andare in queste direzioni, ma si tratta prospettive "fuori legge", che commissari coscienziosi e rispettosi della cultura - o utenti che voglino un servizio scolastico degno di tale nome - potrebbero impedire). A proposito del secondo rischio, non si può certamente pretendere che indicazioni didattiche e culturali già presenti in programmi vecchi e nuovi e mai attuate vengano improvvisamente e pienamente seguite nell'ultimo anno di corso, ma almeno elementi in tale direzione devono essere presenti. |
Utile, al fine di evitare/superare questi rischi, potranno essere anche la promozione della pubblicizzazione e della diffusione dei documenti dei consigli di classe preparati nelle varie scuole e, all'interno delle commissioni, la (richiesta di) messa a disposizione di tutte le simulazioni di terza prova effettuate durante l'anno. |
Il punto E verrà affrontato durante la fase di esemplificazione. Dei punti C, D e G si è cominciato a discutere affrontando il punto H: vedi sotto. |
1.5. Tipologie di prova (punto H) La normativa transitoria "per garantire un'applicazione graduale del nuovo ordinamento", che restringe la prova a una sola tipologia, rende di fatto (essendo una restrizione, e fatta male) più difficile organizzare una terza prova efficiente. Gran parte dei problemi incontrati da chi ha cercato, nelle varie scuole, di preparare coscienziosamente prove riferite ai propri obiettivi didattici sono dovuti a questa poco azzeccata prescrizione. |
Per quanto riguarda l'accertamento delle conoscenze di lingua straniera, dalla normativa - modalità B, art.3, DM 390 - sembra che i quesiti finalizzati ad esso possanno anche essere aggiuntivi, cioè che con essi si possano sforare i limiti numerici previsti per quest'anno - art.4 dello stesso DM; devono essere conteggiati se la lingua straniera è considerata una della 4 materie, come deve essere se, ad es., sono essere presenti domande di letteratura straniera. |
Ecco una prima analisi (non approfondita e che risente della restrizione transitoriamente introdotta di cui sopra) delle varie tipologie: |
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L'uso della griglia e l'analisi delle tipologie sono ulteriormente sviluppate nel corso della attività di esemplificazione. Questa si è articolata in: |
# una analisi critica di alcune delle proposte presenti sui siti del CEDE e del MPI: vedi parte 2 della relazione |
# la formulazione commentata di alcune proposte di prova, limitatamente alla tipologia B: vedi parte 3 della relazione. |
Per le tipologie E ed F si vedano i commenti presenti nella parte 2 ad alcune prove proposte nel sito Mpi, che ci sembrano costituire dei buoni esempi per gli istituti professionali. Quesiti simili a quelli che abbiamo proposto come tipologia B sono inseribili anche in prove di tipo G, ma ci sembra più "trasparente" (e di più facile gestione da parte delle commissioni) scegliere direttamente la tipolgia B piuttosto che cercare un po' forzatamente un testo-pretesto per lo sviluppo dell'intera prova. Le altre tipologie (tenendo conto della attuale restrizione a una solo tipologia) non ci sembrano praticabili, rispettando le finalità della terza prova, in modo didatticamente e culturalmente soddisfacente. |