Diagrammi
(1)-(6)
sono sei diversi diagrammi che rappresentano la ripartizione di un
certo totale nelle sue parti A, B e C, in alternativa alla
rappresentazione percentuale, riportata nella tabella a sinistra.
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(1)
è un diagramma a striscia; (2)-(4) sono
istogrammi, (5) e (6) sono diagrammi a
settori circolari (o a torta). In ogni caso viene
rappresentato un insieme di valori numerici mediante una
grandezza geometrica: lunghezza (di un segmento, un
rettangolo o un parallelepipedo) o ampiezza angolare
(di un settore di cerchio o di cilindro). (2)-(4) sono chiamati anche
diagrammi a barre, per specificare che quel che conta per confrontare i dati
è l'altezza delle "barre"; un uso più specifico degli istogrammi è
discusso alla voce distribuzione.
(1), (2) e (5) vengono chiamati anche areogrammi in quanto i valori numerici rappresentati sono proporzionali non solo alle lunghezze dei rettangoli o alle ampiezze dei settori circolari, ma anche alle loro aree. Analogamente (4) e (6) vengono chiamati anche stereogrammi (dal greco stereós, che significa solido) in quanto i valori numerici sono proporzionali anche ai volumi dei parallelepipedi o delle fette di cilindro raffigurate.
Gli istogrammi facilitano il confronto tra i vari dati, i diagrammi a striscia facilitano il confronto tra i singoli dati e il loro totale, gli areogrammi combinano i vantaggi dei due precedenti tipi di diagrammi, ma con essi è più difficile risalire ai valori numerici (gli istogrammi in genere sono dotati di un segmento graduato che permette di associare lunghezze e valori numerici). La rappresentazione (6) forse è la più "carina", ma è anche la peggiore: nella inclinazione della torta gli angoli vengono deformati (gli angoli che in un diagramma piatto - 5 - sono vicini al diametro orizzontale/verticale nel diagramma inclinato - 6 - appaiono ingranditi/rimpiccioliti e ciò rende più difficile il confronto quantitativo). Esistono anche stereogrammi che usano sfere invece che cilindri: sono "carini" ma è assurdo impiegarli per dare delle informazioni statistiche (ricerche di psicologia hanno messo in luce che l'uomo riesce a valutare facilmente rapporti tra segmenti, meno facilmente tra angoli e molto difficilmente tra volumi di sfere).
Un'applicazione (operante su ogni piattaforma) che consente di svolgere le varie elaborazioni presentate in questa voce è R, il cui uso è discusso ed esemplificato qui. Cliccando qui apri un programma che (da qualunque sistema operativo) che ti consente di tracciare un istogramma di distribuzione e calcolare la relativa rappresentazione percentuale.
Esercizio Soluzione Esercizio Soluzione
Al
posto di diagramma si può parlare di
rappresentazione grafica o di grafico. Il termine
grafico è però più spesso usato
per indicare la rappresentazione di una relazione che intercorre tra
i valori numerici di due grandezze, ad esempio tra le distanze d su una cartina in scala
1:5000 e le corrispondenti distanze D nella realtà
(vedi
il grafico tracciato sotto, a sinistra).
Le
grandezze sono rappresentate su due assi di riferimento,
cioè due rette non parallele (in genere perpendicolari) ai cui
punti sono stati associati i valori delle grandezze mediante una
opportuna scala numerica; nel caso dell'asse verticale
(D) dell'esempio
considerato:
si è
fissato un punto e gli si è associato un dato valore di D (a
un punto è stato associato 0 [metri]),
si è
fissato un segmento e gli si è associato un altro valore (al
segmento tra due tacche è stato associato 5 [metri])
e,
fissato un verso ( punta
della freccia), con questa "unità di misura" si sono
rappresentati gli altri valori di D;
e ogni coppia di dati uno in relazione con l'altro è stata rappresentata con un punto: se dato1 è il valore di una grandezza e dato2 è il corrispondente valore dell'altra, a partire dal punto che su un asse rappresenta dato1 si traccia una retta parallela all'altro asse; lo stesso si fa per dato2; |
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i
valori dato1 e dato2 vengono detti coordinate
del punto; il punto viene designato anche con
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i diagrammi di flusso, impiegati per descrivere procedimenti di calcolo o la logica di funzionamento di macchine, e i grafi
per rappresentare trasferimenti di
oggetti, di energia,
, relazioni di causa-effetto [ |
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altre rappresentazioni grafiche sono i cosiddetti diagrammi di (Eulero-)Venn (usati per primo, probabilmente, da Eulero, nel XVIII sec., e diffusi da Venn, nel XIX sec.): nell'esempio a fianco i multipli di 2 e di 5 sono rappresentati dai punti di due figure ovali; i punti comuni alle due figure rappresentano i multipli sia di 2 che di 5; il diagramma viene usato per evidenziare che i multipli di 2 e di 5 sono i multipli di 10. | ![]() |
[altri esempi d'uso: ![]() |
Per altre riflessioni sulle rappresentazioni grafiche discusse in questi ultimi punti, altre rappresentazioni ad esse simili e considerazioni sulle ambiguità dei diagrammi di Venn clicca QUI.
Un tipo di notazione grafica impiegato frequentemente per rappresentare informazioni statistiche è illustrato nel seguente esercizio: testo e soluzione.
Esempi analoghi sono rappresentati in questi esercizi: uno, due.
Queste rappresentazioni vengono etichettate con vari nomi:
cartogrammi, mappe tematiche, mappe coropletiche,
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Perchè si usano le rappresentazioni grafiche?
Un primo aspetto, evidente, è che per la nostra mente è più facile e immediato confrontare due quantità descritte in forma geometrica (come lunghezze, aree,
) piuttosto che in forma numerica. Un altro aspetto è che spesso mediante una rappresentazione grafica si possono sintetizzare molte informazioni diverse e si riesce in modo più agevole a sviluppare dei ragionamenti sul complesso di esse. Su questo aspetto si ritorna in molte altre voci degli Oggetti Matematici. Facciamo un piccolo esempio per illustrarlo.
Voglio realizzare un recinto rettangolare per animali ampio 12 m2 con la parte frontale in pietra e gli altri lati in legno. La recinzione in pietra costa 40 € al metro, quella in legno 16 € al metro. Come devo scegliere la forma del recinto per spendere il meno possibile? Posso procedere per tentativi. Se prendo il lato frontale di 1 m quelli di fianco devono essere di 12 m, in modo che l'area sia di 12 m2 (1·12 = 12); il costo diventa di 40 € per la parte in pietra e di (12+12+1)·16 € per quella in legno; in tutto 440 €. Se prendo il lato frontale di 3 m quelli di fianco devono essere di 4 m (3·4 = 12); il costo diventa di 120 € per la parte in pietra e di (4+4+3)·16 € per quella in legno; in tutto 296 €. Posso procedere con altre prove. Ma se riporto le informazioni via via elaborate su un grafico, indicando sull'asse orizzontale la larghezza della parte frontale e sull'asse verticale il corrispondente costo, capisco meglio come cambia la spesa al variare della forma del recinto e deduco che facendo il lato frontale ampio 2 metri e mezzo circa riesco a contenere i costi. Aiutandomi col grafico posso indirizzare ulteriori tentativi per precisare meglio la valutazione. E riportando gli esiti dei calcoli sul grafico posso anche accorgermi di eventuali errori di calcolo: otterrei punti collocati in posizioni "strane" rispetto agli altri e capirei di aver commesso qualche sbaglio. | ![]() ![]() |
Puoi svolgere tutte queste attività con R: vedi